Attraverso strumenti sofisticati, la serie indaga la scena del crimine in modo scientifico.
di Mattia Nicoletti
La scena del crimine
L'analisi della scena del crimine è nota a ogni spettatore amante di Crime Drama, così come oggi si definiscono i polizieschi di un tempo. Da Sherlock Holmes a Maigret fino a NYPD, le serie televisive l'hanno resa parte integrante di ogni investigazione. Nessuno però prima di CSI aveva pensato di metterne in scena l'analisi scientifica. La scena del crimine al microscopio. Oggi non si risolve un caso di omicidio con la semplice deduzione o con un duro interrogatorio (salvo quelli di Jack Bauer di 24 che con le sue tecniche arriva sempre a buon fine), è necessario ingrandire i dettagli a dismisura, utilizzando tecnologie sofisticatissime e sistemi di rilevazione di nuova generazione (il Luminol su tutti). In poche parole, CSI sta a Maigret come un globulo rosso sta a una macchia di sangue.
La giustizia del nuovo millennio
L'idea della serie nasce da Anthony Zuiker, che su consiglio della moglie prende ispirazione da alcuni documentari trasmessi da Discovery Channel, inerenti ad alcuni casi risolti dalla polizia scientifica mediante l'uso del DNA.
CSI, il primo, quello ambientato a Las Vegas, che ha come protagonista indiscusso Grissom (William Petersen) capo del team, è una rappresentazione della giustizia del nuovo millennio, in cui senza la tecnologia non sarebbe possibile raggiungere molti fini. Il laboratorio in cui la squadra effettua le analisi ha infatti qualcosa di futuribile, di ignoto, con le sue luci virate sul blu che estremizzano il concetto di mistero.
I protagonisti
Naturalmente in un luogo del genere, i protagonisti non potevano essere persone qualunque. A partire dall'entomologo e biologo Gil Grissom, tutti i componenti del team hanno delle caratteristiche peculiari e una specializzazione ben precisa. Catherine Willows è un ematologo, Warrick Brown analizza le impronte delle scarpe, Nick Stokes si occupa di fibre e capelli, Sara Sidle di materiali. Tutti con un passato alle spalle che talvolta affiora a complicare situazioni già intricate.
In un mondo mille luci e colori come può essere quello di Las Vegas, l'eterogeneo gruppo, per contrasto, decide di eleggere a sua dimora il buio laboratorio che diviene ancora più particolare poiché rappresentato da inquadrature non usuali con angoli impossibili, che accompagnano le discussioni altamente tecniche dei protagonisti.
Ora diventato un cult, al punto da convincere un regista come Quentin Tarantino a girare l'ultimo episodio della quinta stagione (Sepolto vivo) o a costringere la polizia di Las Vegas a criticarlo per rivelare tecniche di depistaggio delle forze di giustizia, CSI Las Vegas è da considerare indispensabile nella new wave delle serie televisive di stampo cinematografico, oltre che una fonte di ispirazione per molti anni a venire.