harry manback
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sabato 2 marzo 2013
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splendido e riflessivo
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"American Beauty" è uno di quei film che tiene letteralmente incollati alla sedia mentre li si guardano, grazie al suo fortissimo impatto visivo e ad una messa in scena impeccabilmente teatrale.
Oltre a tenere incollati alla sedia però, sa anche farti venire i brividi lungo la schiena, specie durante i monologhi dei protagonisti, che sono, a mio parere, momenti di pura poesia !
Gli attori interpretano i loro ruoli perfettamente, non ce n'è uno su cui abbia da ridire.
La regia di Mendes è raffinata e virtuosa al punto giusto, e si lega armoniosamente alla morbidezza della fotografia ed alle splendida colonna sonora di Thomas Newman !
Il lavoro di Alan Ball alla sceneggiatura è di un livello superiore all'eccellenza, di un impatto emotivo incredibile.
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"American Beauty" è uno di quei film che tiene letteralmente incollati alla sedia mentre li si guardano, grazie al suo fortissimo impatto visivo e ad una messa in scena impeccabilmente teatrale.
Oltre a tenere incollati alla sedia però, sa anche farti venire i brividi lungo la schiena, specie durante i monologhi dei protagonisti, che sono, a mio parere, momenti di pura poesia !
Gli attori interpretano i loro ruoli perfettamente, non ce n'è uno su cui abbia da ridire.
La regia di Mendes è raffinata e virtuosa al punto giusto, e si lega armoniosamente alla morbidezza della fotografia ed alle splendida colonna sonora di Thomas Newman !
Il lavoro di Alan Ball alla sceneggiatura è di un livello superiore all'eccellenza, di un impatto emotivo incredibile.
"American Beauty" è un che dovrebbero vedere tutti sia per la perfezione stilistica, ma soprattutto per capire il senso della vita !
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damastah
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giovedì 28 febbraio 2013
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capolavoro
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Il film che ha acceso in me la passione del cinema. Lascia una traccia indelebile, impossibile dimenticarlo... come una cicatrice sul proprio corpo!
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harry manback
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venerdì 4 gennaio 2013
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il miglior film drammatico di sempre
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Non sono solito basare la grandezza di un film sulla quantità di premi vinti, e non voglio farlo neanche adesso, però bisogna riconoscere che i cinque premi oscar assegnati ad "American Beauty" ,al contrario di come molti dicono, sono stati ampiamente meritati !
La regia è assolutamente fantastica, innovativa, la si può quasi sentire. Sam Mendes, regista teatrale, è riuscito ad esordire col botto regalandoci delle inquadrature assolutamente geniali e studiate alla perfezione per rendere al meglio il carattere e le situazioni di ogni personaggio . La messa in scena è palesemente teatrale, così come la recitazione di tutti gli attori.
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Non sono solito basare la grandezza di un film sulla quantità di premi vinti, e non voglio farlo neanche adesso, però bisogna riconoscere che i cinque premi oscar assegnati ad "American Beauty" ,al contrario di come molti dicono, sono stati ampiamente meritati !
La regia è assolutamente fantastica, innovativa, la si può quasi sentire. Sam Mendes, regista teatrale, è riuscito ad esordire col botto regalandoci delle inquadrature assolutamente geniali e studiate alla perfezione per rendere al meglio il carattere e le situazioni di ogni personaggio . La messa in scena è palesemente teatrale, così come la recitazione di tutti gli attori. Tra tutti si è, ovviamente, contraddistinto quel geniaccio di Kevin Spacey (il quale ha meritatamente vinto l'oscar come migliore attore protagonista) che ci ha regalato un'interpretazione assolutamente magnifica e ha dato sfoggio della sua infinita versatilità. Devo dire, però, che mi ha convinto tutto quanto il cast, compreso Peter Gallagher che nel ruolo del riccone ruba mogli ci sta perfetto. Ma il punto forte del film è la sceneggiatura di Alan Ball, che a mio parere è una delle migliori mai scritte. Ci ha regalato due monologhi indimenticabili, come quello recitato da Wes Bentley durante la scena della busta danzante, e quello recitato da Kevin Spacey durante la scena finale. Ognuno dei due monologhi è accompagnato dalla sublime colonna sonora di Thomas Newman, che riesce a rendere le scene ancora più dolci e armoniose.
Penso proprio che "American Beauty" sia l'esempio di film perfetto. Con questo non voglio dire che è un film che deve piacere indistintamente a tutti, è sempre questione di gusti, però oltre a dire che è sopravvalutato e antipatico nessuno sa come criticarlo.
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raltok
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giovedì 27 dicembre 2012
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look closer...
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Uno dei miei film preferiti. L'avrò visto una decina di volta e non mi ha ancora stancato. Stupenda la collona sonora.
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fab_y
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lunedì 3 settembre 2012
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pschedelico
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All'inizio può sembrare una normalissima commedia americana con scene di vita quotidiana viste e riviste del prototipo della famiglia conformista e borghese: una figlia adolescente ribelle e arrabbiata in lotta con la famiglia e il mondo, un padre in crisi esistenziale che si ribella ai cliché borghesi che ha seguito per tutta una vita, una moglie che cerca disperatamente di star dietro all'immagine di perfetta moglie e donna in carriera con una bella casa e una bella famiglia che negli anni ha costruito (ma solo nella sua testa). Invece, a mano a mano che il film si sviluppa vediamo come queste dinamiche vengono affrontate e rappresentate in modo completamente diverso, nuovo: il film è pungente e altamente simbolico in ogni inquadratura, nulla è lasciato al caso e diviene sempre più tormentoso per il modo in cui questa realtà ci viene presentata, con una vena di sarcasmo e dietro una inquietante continua ironia che propone la cruda realtà e la condizione di perenne prigionia in cui viene a trovarsi l'uomo di quest'epoca.
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All'inizio può sembrare una normalissima commedia americana con scene di vita quotidiana viste e riviste del prototipo della famiglia conformista e borghese: una figlia adolescente ribelle e arrabbiata in lotta con la famiglia e il mondo, un padre in crisi esistenziale che si ribella ai cliché borghesi che ha seguito per tutta una vita, una moglie che cerca disperatamente di star dietro all'immagine di perfetta moglie e donna in carriera con una bella casa e una bella famiglia che negli anni ha costruito (ma solo nella sua testa). Invece, a mano a mano che il film si sviluppa vediamo come queste dinamiche vengono affrontate e rappresentate in modo completamente diverso, nuovo: il film è pungente e altamente simbolico in ogni inquadratura, nulla è lasciato al caso e diviene sempre più tormentoso per il modo in cui questa realtà ci viene presentata, con una vena di sarcasmo e dietro una inquietante continua ironia che propone la cruda realtà e la condizione di perenne prigionia in cui viene a trovarsi l'uomo di quest'epoca. Le scene sono psicologicamente forti e a tratti quesi scandalose. Tuttavia, mentre sentiamo l'amaro in bocca per una realtà fatta di apparenze in cui anche noi ci troviamo immersi fino al collo, input di ottimismo ci giungono dall'unico personaggio che sembra essere estraneo e lontano dalla triste condizione dei suoi simili: è lui che di vota in volta ci aiuta ad uscire fuori dal grigiume dell'umana esistenza e a guardare il mondo con occhi diversi per ricercarne l'autenticità e la bellezza...quell'autenticità che dovremmo far nostra.
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stefano94
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lunedì 27 agosto 2012
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capolavoro snobbato dalla critica
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Lester, 42 anni, vivendo un matrimonio infelice si invaghisce di Angela, un'amica semi-ninfomane di sua figlia, Jane. Contemporaneamente Jane inizia una relazione con RIcky, vicino di casa, che rifornirà Lester di marijuana, mentre la moglie di Lester, Caroline, lo tradisce con uno yuppie suo collega. Molto meno complicato di quanto sembri, probabilmente uno dei film più belli degli ultimi vent'anni, continuamente e ingiustamente snobbato dalla critica, perfetto sia dal punto artistico che tecnico, un film con una morale senza morale, che indaga più volte sulla bellezza della vita, che ci fa VEDERE (cosa molto rara nel cinema) la bellezza del mondo. Almeno due scene da citare: la scena della busta che vola, pura poesia, e il monologo finale di Lester.
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smina
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mercoledì 18 aprile 2012
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sopravvalutato.
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Cinque oscar, termine "capolavoro" associato al titolo del film in ogni dove, consigliato da tutti, ma io mi chiedo, ho visto lo stesso film che dite voi?
Il potenziale c'era eccome, l'idea di fondo è molto valida: una denuncia contro la famiglia borghese che vive nel falso perbenismo ma ci sono delle cose che non vanno:
- il ritmo: il film si "accende" solo negli ultimi venti minuti circa, il resto è agonia, è un'eterna attesa che qualcosa cambi, che il protagonia possa riuscire ad avere ciò che vuole, cambiare, appunto, viverla quella vita che tanto (e giustamente) gli sta stretta;
- la sessualità: è troppo presente, in tutti i sensi.
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Cinque oscar, termine "capolavoro" associato al titolo del film in ogni dove, consigliato da tutti, ma io mi chiedo, ho visto lo stesso film che dite voi?
Il potenziale c'era eccome, l'idea di fondo è molto valida: una denuncia contro la famiglia borghese che vive nel falso perbenismo ma ci sono delle cose che non vanno:
- il ritmo: il film si "accende" solo negli ultimi venti minuti circa, il resto è agonia, è un'eterna attesa che qualcosa cambi, che il protagonia possa riuscire ad avere ciò che vuole, cambiare, appunto, viverla quella vita che tanto (e giustamente) gli sta stretta;
- la sessualità: è troppo presente, in tutti i sensi. Sembra essere (o forse è) il motore del film, quando avrebbe doluto essere solo la scintilla, il sensore che stimola il protagonista a capire che la sua vita è pura infelicità. Sembra invece che anche dopo la sua "scoperta" il protagonista si limiti a ragionare col suo organo genitale;
- il personaggio della figlia: (truccata malissimo, una sorta di gemella di Joan of Arcadia), vede un ragazzo molto ambiguo filmarla di notte e che fa? niente. L'amica le confessa che le piacerebbe avere rapporti sessuali con suo padre e lei che fa? Niente, si limita a dire "hahah angela, ma che dici che schifo dai".....ma in fondo stiamo parlando di una ragazza che sta accumulando denaro da anni per rifarsi il seno (che peraltro ha già più che abbondante) quindi cosa pretendevo?;
- le scene furbette: cfr busta che svolazza (scena per altro, profonda e toccante ma a mio avviso inserita troppo forzatamente con l'intento palese di emozionare i più "sensibili");
- il ragazzetto spacciatore: da quale horror di serie b è ispirato il personaggio? Al limite dell'inquietudine. E per cosa poi? maggiorenne con 40 mila dollari da parte, avrebbe potuto andarsene da casa in qualunque momento ma invece no, come poteva spiegarsi l'omicidio del protagonista altrimenti??
Incredibile è invece l'interpretazione di Spacey che incarna a perfezione l'immagine dell'eroe in crisi d'identità e di valori. Molto interessante la presenza del militare, nazista, omofobo ma omosessuale represso, solo questa vale una stellina.
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pjmix
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lunedì 19 dicembre 2011
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che la rivolta over 40 abbia inizio!
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Forse un po' esagerato nella sua enfatizzazione, questo film riesce benissimo a spiegare quel senso di impotenza e di abitudine che prende la vita ad una certa età: sposarsi, mettere su famiglia, avere casa; tutte cose che a cui la maggior parte di noi ambisce e a cui si trova inevitabilmente legato. Ecco quindi che la figura di Kevin Spacey e di sua moglie rappresentano la "media" della vita di mezza età: abitudine nella vita e nei modi di fare, assenza della libido, matrimoni in crisi, figli distanti, un lavoro che non ci piace; tutti limiti, paletti a cui sembra impossibile sfuggire. Sembra. Questo film dimostra che non è mai troppo tardi per cambiare, per riscrivere la nostra vita, per stravolgerla; capita così che a 40 anni ci si possa rimettere ad ascoltare musica rock degli anni della giovinezza, fumare canne, tenersi in forma e lasciare il proprio lavoro, e tutto per un piccolo evento: la pulsione sessuale per una ragazza, che nella realtà rappresenta il nostro desiderio di rimanere attraenti, il bisogno intriseco dell'uomo di piacere all'altro sesso, di essere desiderato.
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Forse un po' esagerato nella sua enfatizzazione, questo film riesce benissimo a spiegare quel senso di impotenza e di abitudine che prende la vita ad una certa età: sposarsi, mettere su famiglia, avere casa; tutte cose che a cui la maggior parte di noi ambisce e a cui si trova inevitabilmente legato. Ecco quindi che la figura di Kevin Spacey e di sua moglie rappresentano la "media" della vita di mezza età: abitudine nella vita e nei modi di fare, assenza della libido, matrimoni in crisi, figli distanti, un lavoro che non ci piace; tutti limiti, paletti a cui sembra impossibile sfuggire. Sembra. Questo film dimostra che non è mai troppo tardi per cambiare, per riscrivere la nostra vita, per stravolgerla; capita così che a 40 anni ci si possa rimettere ad ascoltare musica rock degli anni della giovinezza, fumare canne, tenersi in forma e lasciare il proprio lavoro, e tutto per un piccolo evento: la pulsione sessuale per una ragazza, che nella realtà rappresenta il nostro desiderio di rimanere attraenti, il bisogno intriseco dell'uomo di piacere all'altro sesso, di essere desiderato. Ecco quindi che la vita viene stravolta; inizia la rivolta! Inoltre non è secondario il ruolo dei vicini: c'è lo spazio anche per gli stereotipi. Un film di grande qualità, importante. D'altronde 5 oscar parlano da sè!
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bella earl!
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martedì 1 novembre 2011
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quando il cinema diventa poesia.
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- Mai sottovalutare il potere della negazione -
Lester Burnham è l'americano medio che, un giorno, da una svolta alla sua vita incontrando Angela, sedicenne e seducente bionda, migliore amica di sua figlia. Con una moglie fuori di sé che sogna di farsi un grande imprenditore immobiliare, nuovi vicini, e una figlia nevrotica, si accende una miccia che porterà a un'esplosione devastante.
Sam Mendes passa dal teatro a Hollywood firmando un indiscusso grandioso lavoro di cinema con uno stile registico invidiabile, una sceneggiatura leggera e, a tratti, comica, porta in scena una distruzione di quella farsa che chiamano "American Dream". Nel cast a farla da padrone c'è un intramontabile Kevin Spacey, premio Oscar all'interpretazione, che da una magistrale prova di un'espressività sconcertante.
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- Mai sottovalutare il potere della negazione -
Lester Burnham è l'americano medio che, un giorno, da una svolta alla sua vita incontrando Angela, sedicenne e seducente bionda, migliore amica di sua figlia. Con una moglie fuori di sé che sogna di farsi un grande imprenditore immobiliare, nuovi vicini, e una figlia nevrotica, si accende una miccia che porterà a un'esplosione devastante.
Sam Mendes passa dal teatro a Hollywood firmando un indiscusso grandioso lavoro di cinema con uno stile registico invidiabile, una sceneggiatura leggera e, a tratti, comica, porta in scena una distruzione di quella farsa che chiamano "American Dream". Nel cast a farla da padrone c'è un intramontabile Kevin Spacey, premio Oscar all'interpretazione, che da una magistrale prova di un'espressività sconcertante. Bellissimo film, bellissimo finale, grandissimo Mendes.
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peppe.simeone
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domenica 9 ottobre 2011
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un film facile
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l'indubbia "bellezza" di alcune scene, prima su tutte il sogno ad occhi aperti di spacey, colpiscono assolutamente nel segno, ed un montaggio ben ritmato con battute ad effetto ed un finale ad effetto lascia storditi. ma è solo apparenza: la ricerca di una qualche essenza di bellezza formale non copre di certo il grottesco involontario della scena cardine della busta che vorrebbe esplicare il vero senso del film. povero di contenuti e promotore di bassi valori, da questo punto di vista inconcludente. sicuramente un esordio di tutto rispetto, celebrato dall'assegnazione dalle cinque statuette più importanti. ma per niente all'altezza della fama che gli viene attribuita.
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