sofia90
|
mercoledì 8 ottobre 2014
|
ciao lester burnham
|
|
|
|
Il minimo che posso dire è che questo film è un capolavoro in tutto. Cast, sceneggiatura, regia e non dimentichiamo la colonna sonora!La scena di Mena Suvari immersa nei petali di rosa è ormai un cult, ma per me la scena più significativa è quella della busta di plastica che danza nell'aria; perfino la musica in quella scena è tutto. Sam Mendes entra indisturbato in una famiglia americana apparentemente come tutte le altre, celando i segreti e anche le fantasie dei protagonisti. Un film da vedere e rivedere.
|
|
[+] lascia un commento a sofia90 »
[ - ] lascia un commento a sofia90 »
|
|
d'accordo? |
|
williamd
|
sabato 13 settembre 2014
|
un capolavoro di difficile interpretazione...
|
|
|
|
Non saprei da dove iniziare per descrivere American Beauty...sicuramente mi è piaciuto.
C'è una storia unica alla quale tutti i personaggi del film appartengono, ma tutti loro hanno anche una storia più personale. Ragionando logicamente tutte le storie sono un paradosso, uno più grande dell'altro, ma poi se ci pensiamo bene capiamo che sono molto più vicine alla realtà di quanto prima credevamo.
In una bella via, in una grande casa, abita la famiglia Burnham, composta da Lester (Kevin Spacey), Carolyn (Annette Bening) e Jane (Thora Birch). Sia Lester che Carolyn hanno un buon lavoro, due belle macchine...i soldi non mancano e la loro figlia sedicenne Jane sembra avere tutto.
[+]
Non saprei da dove iniziare per descrivere American Beauty...sicuramente mi è piaciuto.
C'è una storia unica alla quale tutti i personaggi del film appartengono, ma tutti loro hanno anche una storia più personale. Ragionando logicamente tutte le storie sono un paradosso, uno più grande dell'altro, ma poi se ci pensiamo bene capiamo che sono molto più vicine alla realtà di quanto prima credevamo.
In una bella via, in una grande casa, abita la famiglia Burnham, composta da Lester (Kevin Spacey), Carolyn (Annette Bening) e Jane (Thora Birch). Sia Lester che Carolyn hanno un buon lavoro, due belle macchine...i soldi non mancano e la loro figlia sedicenne Jane sembra avere tutto. C'è però qualcosa che non quadra in famiglia, anzi più di una, e da un peso specifico alquanto elevato: Lester e Jane praticamente non si parlano e si può dire che succeda quasi lo stesso tra Jane e Carolyn e Carolyn e Lester. Non lo conosciamo il motivo di questa spaccatura, ma pare che i tre si siano come abituati a questo strano e freddo rapporto che non sembrano intenzionati a cambiare anche se fa inconsciamente soffrire.
Ad una decina di metri di distanza vivono invece i Fitts, anche loro in tre: il padre Frank, ex colonnello dei marines, la madre Barbara, e Ricky, il figlio diciottenne. Educato con l'ordine e la disciplina di un soldato, Ricky parla al padre in tono di sottomissione gerarchica, ma in realtà non lo teme affatto facendo di giorno di bravo ragazzo e di sera lo spacciatore. Tutto questo all'oscuro di Frank, il padre fortemente attaccato al partito fascista-nazista, e della madre, che evidentemente soffre di qualche grave problema mentale a cui suo marito e suo figlio proprio non badano.
C'è infine Angela, la migliore amica di Jane, da un carattere molto estroverso che maschera quella che è ancora una fragile ragazza.
Ma intanto sono successe molte cose che potrebbero addirittura sembrare bizzarre, ma che simboleggiano ancor di più l'apatia di casa Burnham: Lester si prende una cotta per Angela, compra droga da Ricky e sua moglie lo tradisce, ma a lui non importa.
A far finire tutto in catastrofe c'è Angela che dà corda a Lester e Frank che crede suo figlio gay...ma prima che scappi il morto e finisca il film, un personaggio (non faccio il nome per non rovinarvi il finale) capirà come tutto sia stato insensato e quali siano le vere grandezza della vita che ha tralasciato.
A mio parere si può interpretare il film in 1.000 modi diversi perché tocca svariati argomenti (secondo me un po' come Forrest Gump). Personalmente il messaggio che mi è arrivato, che secondo me è anche quello che il film voleva lanciare, (il titolo American Beauty, - bellezza americana - secondo me è in tono ironico per far vedere quella che la gente chiama "bellezza" quando in realtà si tratta di oggetti materiale o solo di sesso senza amore) è che le cose importanti nella vita non sono gli oggetti inanimati ma altre cose che rispondono ai nomi di emozioni, sentimenti !!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a williamd »
[ - ] lascia un commento a williamd »
|
|
d'accordo? |
|
stefano bruzzone
|
lunedì 1 settembre 2014
|
esagerato
|
|
|
|
Un mezzo capolavoro, anche nelle musiche azzeccatissime, con uno straordinario K.Spacey nei panni di un goffo americano medio il quale un bel giorno, folgorato dai complimenti ricevuti da parte di una compagna di classe della figlia, decide che ne ha piene le palle di tutti e ricomincia una nuova vita come si riportasse l'orologio biologico indietro di 30 anni. Nel mezzo della storia si articolano altre situazioni che toccano tutti gli interpreti creando un intreccio di situazioni mai ovvie e banali e assolutamente sintonizzate con l'evolversi degli eventi di casa Burnham. Finale da Oscar....infatti le statuette furono 5 tutte meritatissime.
Voto: 8,5
|
|
[+] lascia un commento a stefano bruzzone »
[ - ] lascia un commento a stefano bruzzone »
|
|
d'accordo? |
|
sabrina87
|
mercoledì 30 luglio 2014
|
più del classico melodramma americano
|
|
|
|
Il quadro è più o meno questo: la rappresentazione di uno spaccato di vita quotidiana... americana, nell'ambientazione, nei cliché, nei porticati delle case in legno, nei cheeseburger afferrati al volo da un distributore mentre si è in auto, nella fissazione spasmodica e maniacale per il raggiungimento del massimo obiettivo, retaggio di quella cultura "American Dream", in cui il benessere materiale era la misura del successo o della felicità. Ma.. internazionale e quindi propria di ogni essere umano, in tutto il resto. Poteva essere la solita "americanata". Tanti prototipi messi lì sullo schermo a cercare di emergere dall'involucro asfissiante in cui si sono ritrovati intrappolati: la madre di famiglia stacanovista la cui unica vocazione, più che rassettare casa, preoccuparsi di una figlia nel bel mezzo della fase più critica della sua vita o del suo matrimonio palesemente sull'orlo del baratro, è la scalata sociale e professionale nel mondo dell'immobiliare (indubbiamente il personaggio più riuscito in termini di patetico); il marito che, lungi dal sapere come si fa il padre, ha smarrito ogni senso della propria esistenza e si lascia sballottare qua e là, inerme, tra le onde dell'insoddisfazione e della frustrazione per un lavoro che detesta e una donna che non riconosce più come quella alla quale ha giurato amore eterno; un'adolescente taciturna e arrabbiata, costretta a misurarsi con una realtà in cui non si ritrova a suo agio, con la totale mancanza di punti di riferimento; l'amica che incarna il mito della tipica bellezza americana; il colonnello pensionato autoritario del Corpo dei Marines; il figlio spacciatore.
[+]
Il quadro è più o meno questo: la rappresentazione di uno spaccato di vita quotidiana... americana, nell'ambientazione, nei cliché, nei porticati delle case in legno, nei cheeseburger afferrati al volo da un distributore mentre si è in auto, nella fissazione spasmodica e maniacale per il raggiungimento del massimo obiettivo, retaggio di quella cultura "American Dream", in cui il benessere materiale era la misura del successo o della felicità. Ma.. internazionale e quindi propria di ogni essere umano, in tutto il resto. Poteva essere la solita "americanata". Tanti prototipi messi lì sullo schermo a cercare di emergere dall'involucro asfissiante in cui si sono ritrovati intrappolati: la madre di famiglia stacanovista la cui unica vocazione, più che rassettare casa, preoccuparsi di una figlia nel bel mezzo della fase più critica della sua vita o del suo matrimonio palesemente sull'orlo del baratro, è la scalata sociale e professionale nel mondo dell'immobiliare (indubbiamente il personaggio più riuscito in termini di patetico); il marito che, lungi dal sapere come si fa il padre, ha smarrito ogni senso della propria esistenza e si lascia sballottare qua e là, inerme, tra le onde dell'insoddisfazione e della frustrazione per un lavoro che detesta e una donna che non riconosce più come quella alla quale ha giurato amore eterno; un'adolescente taciturna e arrabbiata, costretta a misurarsi con una realtà in cui non si ritrova a suo agio, con la totale mancanza di punti di riferimento; l'amica che incarna il mito della tipica bellezza americana; il colonnello pensionato autoritario del Corpo dei Marines; il figlio spacciatore. Tutto questo poteva risultare davvero banale. Ma la graduale presa di coscienza dei personaggi circa la loro misera condizione, la metamorfosi che subiscono fotogramma dopo fotogramma, la profondità della riflessione (obbligata) alla quale li sottopone il regista, la loro ribellione, ne fa tutt'altro che una pellicola scontata. Lo definirei un film "a circolo". L'anticipazione del finale in apertura (tecnica che ho già visto utilizzare ma con meno successo) crea le basi e la suspance perfetta per proseguire nella visione, in un'ansia che non si smorza mai, ma cresce, al contrario, con l'incalzante trascorrere dei minuti. I richiami ad altri capolavori sono evidenti. Il magistrale Kevin Spacey nei panni di Lester che sogna Mena avvolta da petali di rose rosse non può che ricordare la Lolita di Kubrick, la figlia adolescente che si mostra dal vetro della finestra della sua camera è la Mezzogiorno di Ozpetek nella Finestra di fronte, o la Paltrow in Two Lovers. Esilaranti le scene di pura comicità, che nascondono pur sempre i toni del tragico preannunciato all'inizio. E il circolo finalmente si chiude.
"Dov'è finita la donna che ho sposato, che camminava nuda sui tetti, che fingeva un malessere alle feste quando si annoiava?", chiede Lester alla moglie. Si sogna una certa "bellezza", poi ci scontra con la realtà di tutti i giorni, si vuole tornare indietro a quando ci si faceva gli spinelli con gli amici, si affrontano tradimenti, gay outing, si passa attraverso lo sfacelo di se stessi, ma infine, nel momento cruciale, si torna a guardare la vecchia foto che ritrae una famiglia felice e, nella memoria di quell'ultimo istante in cui tutta la vita ti passa davanti (o almeno così dicono), ti ritroverai a ricordarti solo di quello: le cose che per te sono state importanti, le "bellezze" della tua vita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sabrina87 »
[ - ] lascia un commento a sabrina87 »
|
|
d'accordo? |
|
wetman
|
domenica 6 luglio 2014
|
uno dei pochi film che merita l'oscar vinto
|
|
|
|
Quello che Alan Ball è riuscito a fare scrivendo la sceneggiatura di "American Beauty" ha dell'incredibile: è riuscito a narrare la storia di un grandissimo numero di personaggi seguendo un solo filone narrativo e senza l'ausilio della narrazione ad episodi, ed inoltre riuscendo ad affascinare per ognuna di quella vite così diverse ma, in fondo, anche così uguali. Ma lo sceneggiatore non si è fermato qui. È riuscito, infatti, a denunciare lo stile di vita tipico di ogni classe sociale. Mi spiego meglio. Ogni singolo protagonista del film rappresenta un flagello della società americana: dall'impiegato con un pessimo lavoro e che non trova uno svago dai tempi della giovinezza, alla donna falsa e stanca di tutto ciò che la circonda; dall'adolescente depressa, agli omofobi, e molto altro ancora.
[+]
Quello che Alan Ball è riuscito a fare scrivendo la sceneggiatura di "American Beauty" ha dell'incredibile: è riuscito a narrare la storia di un grandissimo numero di personaggi seguendo un solo filone narrativo e senza l'ausilio della narrazione ad episodi, ed inoltre riuscendo ad affascinare per ognuna di quella vite così diverse ma, in fondo, anche così uguali. Ma lo sceneggiatore non si è fermato qui. È riuscito, infatti, a denunciare lo stile di vita tipico di ogni classe sociale. Mi spiego meglio. Ogni singolo protagonista del film rappresenta un flagello della società americana: dall'impiegato con un pessimo lavoro e che non trova uno svago dai tempi della giovinezza, alla donna falsa e stanca di tutto ciò che la circonda; dall'adolescente depressa, agli omofobi, e molto altro ancora. Per quanto riguarda il comparto tecnico; sia la fotografia sia la regia sono molto pulite e ben fatte, ma non fanno gridare al miracolo, giustamente, essendo questa la prima pellicola di Mendes. Gli attori, escludendo Kevin Spacey, sono abbastanza bravi, anche se ogni tanto vi sono delle sbavature (come il colonnello Frank Fitts, che mentre guida parla con il passeggero senza mai guardare la strada) che sono comunque passabili a causa del bilanciamento dovuto alla magistrale interpretazione di Spacey, che rende credibile il suo personaggio in ogni singolo gesto e in ogni singolo sguardo. Le musiche sono molto gradevoli per come sono inserite nelle scene di relax o di felicità, ma potevano fare un lavoro migliore nelle scene drammatiche, dove le musiche sono non già allegre, ma quasi da "sala d'attesa". Ottimo anche il doppiaggio in italiano, soprattutto nel monologo finale del protagonista, commovente e rilassante nello stesso momento. In sostanza, "American Beauty" è un film che dovrebbero vedere tutti, anche i non amanti di cinema, dato che è un film appassionante, coinvolgente e che, ogni tanto, riesce pure a strapparti un sorriso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a wetman »
[ - ] lascia un commento a wetman »
|
|
d'accordo? |
|
freddie lee
|
giovedì 1 maggio 2014
|
uno dei film più intensi che abbia mai visto
|
|
|
|
"American Beauty" non è solo un film, è una poesia che ci viene narrata dalla calda voce di Pedicini (probabilmente la sua migliore prova di doppiaggio), accompagnata da una colonna sonora intensa ed emozionante e da una fotografia morbida e d'impatto.
La regia non eccede in inutili virtuosismi, anzi si mantiene su toni pacati e morbidi, così come le prove attoriali, che sono quanto di più talentuoso si sia mai visto in un film.
Una nozione a parte la merita Kevin Spacey, che in questo film dimostra di non essere per niente inferiore ad attori molto più discussi ed eccessivamente lodati dalla critica e dal grande pubblico.
La sceneggiatura di Alan Ball è, come detto prima, una poesia intensa e riflessiva, che solo i più sensibili potranno comprendere fino in fondo.
[+]
"American Beauty" non è solo un film, è una poesia che ci viene narrata dalla calda voce di Pedicini (probabilmente la sua migliore prova di doppiaggio), accompagnata da una colonna sonora intensa ed emozionante e da una fotografia morbida e d'impatto.
La regia non eccede in inutili virtuosismi, anzi si mantiene su toni pacati e morbidi, così come le prove attoriali, che sono quanto di più talentuoso si sia mai visto in un film.
Una nozione a parte la merita Kevin Spacey, che in questo film dimostra di non essere per niente inferiore ad attori molto più discussi ed eccessivamente lodati dalla critica e dal grande pubblico.
La sceneggiatura di Alan Ball è, come detto prima, una poesia intensa e riflessiva, che solo i più sensibili potranno comprendere fino in fondo.
Consiglio assolutamente a tutti la visione di questo capolavoro che non può mancare nella collezione di un vero cinefilo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a freddie lee »
[ - ] lascia un commento a freddie lee »
|
|
d'accordo? |
|
brando fioravanti
|
venerdì 14 marzo 2014
|
bellissimo
|
|
|
|
La monotonia e l'insoddisfazione della famiglia medioborghese. Qua e la ci sono spunti di originalità, ma in se niente di nuovo. Il film cerca emozioni facili cercando immagini spettacolari associandolo alla buona capacità narrativa del regista su la bellezza infinita che cè nel mondo . Ma bisogna dirlo che l'effetto è incredibile. Fotografia bellissima colonna sonora sublime, protagonista eccezzionale riescono ad emozionare ed appassionare come pochi film nella storia.Oltre i cinque Oscar c'è stato un grandissimo successo di publico
|
|
[+] lascia un commento a brando fioravanti »
[ - ] lascia un commento a brando fioravanti »
|
|
d'accordo? |
|
evildevin87
|
domenica 23 febbraio 2014
|
l'amarezza mascherata da felicità
|
|
|
|
Questo film ne è uno degli esempi più lampanti. Un film che mostra come l'abitudinario possa corrodere e rovinare i rapporti umani fino al collasso. E' la debolezza e, contemporaneamente, la voglia di riscattarsi che muove ogni personaggio, ognuno dei quali è tanto semplice quanto incalzante ed efficace, e il film certo non richiedeva chissà che caratterizzazioni da capogiro. Sam Mendes ha confezionato un lavoro coi fiocchi con un ricercata e accurata regia e con la strepitosa sceneggiatura di Alan Ball. I dialoghi sono il vero punto forte (su tutti il monologo finale di Lester, interpretato da un eccelso Kevin Spacey), ciò che rimane di più alla fine e che fa di questo film un vero gioiello del cinema americano.
[+]
Questo film ne è uno degli esempi più lampanti. Un film che mostra come l'abitudinario possa corrodere e rovinare i rapporti umani fino al collasso. E' la debolezza e, contemporaneamente, la voglia di riscattarsi che muove ogni personaggio, ognuno dei quali è tanto semplice quanto incalzante ed efficace, e il film certo non richiedeva chissà che caratterizzazioni da capogiro. Sam Mendes ha confezionato un lavoro coi fiocchi con un ricercata e accurata regia e con la strepitosa sceneggiatura di Alan Ball. I dialoghi sono il vero punto forte (su tutti il monologo finale di Lester, interpretato da un eccelso Kevin Spacey), ciò che rimane di più alla fine e che fa di questo film un vero gioiello del cinema americano. Inutile voler cercare il pelo nell'uovo per smontarlo, i cinque premi Oscar questo film se li è meritati tutti, senza sè e senza ma.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a evildevin87 »
[ - ] lascia un commento a evildevin87 »
|
|
d'accordo? |
|
belbon
|
giovedì 27 giugno 2013
|
che spreco...
|
|
|
|
D'accordo con il recensore, ma per un film cosi' si poteva "spendere" qualche parola in più...Ma forse è stato colto da "crampite da penna"...
|
|
[+] lascia un commento a belbon »
[ - ] lascia un commento a belbon »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
sabato 25 maggio 2013
|
lo strepitoso esordio di mendes rimarrà per sempre
|
|
|
|
Lester Burnham (Spacey), da morto, racconta il suo ultimo anno di vita in cui, innamoratosi di una compagna di scuola (Suvari) della figlia (Birch), cercherà in ogni modo di sedurla, mentre la isterica moglie (Bening) lo tradirà con un altro uomo (Gallagher) e il suo vicino di casa, ex-marine, gli dichiarerà la sua omosessualità prima di ucciderlo. Il “film-bomba” del ’99, esordio alla regia del regista teatrale inglese Mendes, basato su una strepitosa sceneggiatura di Alan Ball, la pellicola che, costata somme effimere, rase al suolo tutti i botteghini incassando quasi quattrocento milioni di dollari, divenne in breve una vera leggenda cinematografica ed un vero cult.
[+]
Lester Burnham (Spacey), da morto, racconta il suo ultimo anno di vita in cui, innamoratosi di una compagna di scuola (Suvari) della figlia (Birch), cercherà in ogni modo di sedurla, mentre la isterica moglie (Bening) lo tradirà con un altro uomo (Gallagher) e il suo vicino di casa, ex-marine, gli dichiarerà la sua omosessualità prima di ucciderlo. Il “film-bomba” del ’99, esordio alla regia del regista teatrale inglese Mendes, basato su una strepitosa sceneggiatura di Alan Ball, la pellicola che, costata somme effimere, rase al suolo tutti i botteghini incassando quasi quattrocento milioni di dollari, divenne in breve una vera leggenda cinematografica ed un vero cult. È la storia di una apparentemente normale famiglia americana, in realtà convinta della propria superiorità in tutto. Il titolo è un’allusione al tema della bellezza, incarnata nel personaggio di Angela, e forse autentico tema del film. Tutto si regge su dialoghi assolutamente geniali, supportati da un ottimo cast, capitanato da due protagonisti assolutamente strepitosi, Spacey, che fa il bambino, sbircia dai buchi della serratura e si allena in garage per sedurre l’adolescente, la Bening, che non sarà mai più così brava ed è una sua degna complice. Se nel successivo Revolutionary Road Mendes sarà spietato qui lo è forse ancora di più, ma in modo diverso: nel film del 2008 non c’è nessuna catarsi, non c’è soluzione al dramma, e neppure qui, ma lo spettatore è come se non se accorgesse e ride alle battute, ride quando la Bening strilla in modo ridicolo e ride quando Spacey consegna alla moglie insieme all’amante i panini da Mister Sorriso. Fa quindi ridere? È una commedia? Sì, in parte, ma se si riflette, cosa che qui è un optional a differenza che nel film con DiCaprio e la Winslet, non più così tanto ed anzi, c’è un retrogusto amaro, drammatico, sconvolgente, in tutto. Giustamente, oltre al successo di pubblico, l’Academy ha ricompensato il film con cinque Oscar: miglior film, regia, attore protagonista, sceneggiatura originale e fotografia (Conrad Hall). Tre Golden Globe (film drammatico, regia, sceneggiatura) e sei BAFTA (film, attore, attrice, colonna sonora, montaggio, fotografia) oltre a decine di premi internazionali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
|