Marco Lodoli
Diario
Ci sono opere che raccolgono ed esprimono perfettamente una sensibilità diffusa, ma ancora silenziosa, qualcosa che è nell’aria e nelle cavità interne ma che fino a quel momento ancora non ha trovato l’autorizzazione a mostrarsi. La voce ufficiale del mondo è un’altra, parla così forte, con tanta smargiassa sicurezza, da non ascoltare nulla di quei sussurri vaganti, di quelle mezze parole che stanno tra l’attesa e il silenzio, incerte se avanzare o cancellarsi. E poi, d’improvviso, un ragazzo uscito da chissà dove apre il suo quaderno e fa vedere a tutti ciò che in disparte, in solitudine, ha scritto: e sono proprio le parole che stavamo tacendo, le immagini che tenevamo dietro le palpebre, la melodia chiusa nella gola. [...]
di Marco Lodoli, articolo completo (4024 caratteri spazi inclusi) su Diario 1999