Aprile

Interessante resoconto sulla situazione dell'Italia dopo la sconfitta del 1994 da parte della coalizione di Ochetto e dei problemi dell'uomo di sinistra medio ed intellettuale nel nostro paese, fra il 1994, appunto, e il 1998. Moretti lancia uno sguardo alla sua vita, alla nascita del suo primo ed unico figlio, al suo improbabile progetto di realizzare un musicall in costume, con autoironia e sarcasmo. Si prende in giro quanto basta per le proprie ansie di paternità, analizza blandamente il tema delle scelte che ruotano attorno alla nascita di un figlio in una coppia: coppia nella quale ad essere in crisi è il padre (come da copione). Per chi ha visto Caro Diario la riproposizione del film musicale sul pasticcere Trotzkista, nell'italia conformista degli anni cinquanta è da sbellicarsi dalle risate: Moretti si lancia come 9 anni prima nella realizzazione del lungometraggio, coinvolgendo Silvio Orlando, ma poi abbandona tutto perchè "non si sente" di portare a termine il lavoro, lasciando attonito l'amico attore. Il film sul pasticcere può essere visto come la misura del rapporto di Moretti con il cinema: quando l'idea del musicall torna ad accarezzarlo è sostanzialmente perchè l'attore-regista è in crisi creativa e vorrebbe lanciarsi in un'opera intellettuale. Ma non ci crede nemmeno lui. Forse per la consapevolezza di non avere un pubblico e quindi dell'inutilità del lavoro. A chi gli frega di sentir parlare di un pasticcere trotzkista nell'Italia degli anni 50? Ma la storia non è tutta qui. E' così che, una volta nato il figlio Pietro, l'esistenza di Nanni cambia definitivamente marcia. La mania di tenere i ritagli "delle cose che mi fanno arrabbiare", documenti schedati per poi, chissà, farne un film, finisce e i ritagli vengono gettati dalla sua Vespa Sprint, che in Aprile è protagonista come (anche se in maniera diversa) in Caro Diario. La nascita del figlio porta a Moretti quella serenità e quella maturità che, alla fine, il film sul Pasticcere lo realizzerà, vestito con una mantella invernale che "non avevo mai avuto il coraggio di mettere". Non è solo la nascita di Pietro a smuovere Nanni, ma la consapevolezza che, nel metro di misura di una esistenza (fisicamente mostrato a Moretti da un amico, durante il suo compleanno), i suoi 45 anni (Nanni è del '53) sono già parecchi. "Conviene stringere", dice un amico a Nanni, che ormai sono secoli che non esce con una pellicola. Memorabile, nel film, la scena in cui Moretti assiste ad una tribuna politica in cui si scontrano D'Alema e Berlusconi: "D'Alema, reagisci, di qualcosa, una cosa di civiltà, non farti mettere in mezzo sulla giustizia da Berlusconi, d'Alema reagisci, d'Alema dì qualcosa di sinistra". Ma ancora, filmati di cortei, di manifestazioni, di tutta quella folla di persone che, contro gli ideali traditi della resistenza era scesa in piazza a manifestare contro Berlusconi e i neofascisti al governo. Breve, spassoso, leggero ma non troppo, ottimo film.