paolp78
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venerdì 9 settembre 2022
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retorico e schierato
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Il regista inglese Ken Loach accantona per una volta i problemi della classe operaia britannica per dedicarsi a quelli del terzo mondo ed in particolare del Nicaragua di fine anni ’80, paese in cui era in corso la guerra civile tra il regime nazionalista, socialista ed antimperialista nato dalla rivoluzione sandinista di fine anni ’70 e i Contras finanziati dagli Stati Uniti d’America.
La pellicola è schierata in modo nettissimo a favore dei sandinisti; il fanatismo e la violenza vengono perpetrate solo dai cattivi Contras, sobillati dalla perfida CIA che è ovviamente la madre di ogni male; i sandinisti viceversa sono pacifici, cantano e vivono allegramente in pace salvo che ricorrere alla autodifesa contro i cattivi aggressori.
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Il regista inglese Ken Loach accantona per una volta i problemi della classe operaia britannica per dedicarsi a quelli del terzo mondo ed in particolare del Nicaragua di fine anni ’80, paese in cui era in corso la guerra civile tra il regime nazionalista, socialista ed antimperialista nato dalla rivoluzione sandinista di fine anni ’70 e i Contras finanziati dagli Stati Uniti d’America.
La pellicola è schierata in modo nettissimo a favore dei sandinisti; il fanatismo e la violenza vengono perpetrate solo dai cattivi Contras, sobillati dalla perfida CIA che è ovviamente la madre di ogni male; i sandinisti viceversa sono pacifici, cantano e vivono allegramente in pace salvo che ricorrere alla autodifesa contro i cattivi aggressori.
La sceneggiatura prevede due parti distinte: la prima si svolge a Glasgow, abitata dai soliti improbabili eroi del proletariato urbano, altruisti, comprensivi e generosi come solo nei film di Loach si possono trovare; la seconda in Nicaragua tra guerriglia e combattimenti; entrambi i luoghi fanno da scenario ai complicati rapporti sentimentali che tormentano la coppia protagonista.
La sceneggiatura pecca un po’ di faciloneria, ma la storia strampalata ed ai limiti del verosimile non poteva essere arrangiata in modo molto migliore.
Buona la regia di Loach che dà abbastanza ritmo alla narrazione, mantenendo vivace la pellicola, nonostante le tematiche di forte impegno sociale che spesso rischiano di appesantire le opere cinematografiche.
La parte del protagonista è ricoperta dal bravo Robert Carlyle, alla sua seconda collaborazione con Loach; nel ruolo della protagonista femminile c’è invece la nicaraguense Oyanka Cabezas, mai vista prima sul grande schermo, né dopo. Il cast è completato da Scott Glenn che compare nella parte ambientata in Nicaragua e Gary Lewis presente invece in quella girata a Glasgow.
Nonostante gli evidenti sforzi, la pellicola non riesce ad essere particolarmente toccante ed intensa, forse a causa dell’eccessiva retorica progressista che indebolisce la parte sentimentale dell’opera e la rende poco genuina.
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enzo70
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sabato 21 giugno 2014
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film di denuncia abbastanza approsimativo
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Film di denuncia alla Ken Loach, pochi dubbi, i buoni da una parte, i cattivi dall’altra. Robert Carlyle, perfetto per il ruolo, interpreta il ruolo di un autista di autobus di Glasgow, carattere difficile, insubordinato, contro il sistema e dalla parte dei poveri. Incontra una donna nicaraguense, povera tra i poveri, e si innamora, la cerca disperatamente. E con lei parte per il Nicaragua per la seconda parte del film dove il regista cambia timbro e passo. E si entra nel merito della denuncia del regista inglese, la Cia ed il sostegno degli Stati Uniti ai contras per contrastare il governo sandinista. Come detto, buoni e cattivi, le parti sono chiare, Loach non ha nessun dubbio a fare le squadre e qua il film perde di credibilità, perché la stessa denuncia deve essere credibile per essere efficace.
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Film di denuncia alla Ken Loach, pochi dubbi, i buoni da una parte, i cattivi dall’altra. Robert Carlyle, perfetto per il ruolo, interpreta il ruolo di un autista di autobus di Glasgow, carattere difficile, insubordinato, contro il sistema e dalla parte dei poveri. Incontra una donna nicaraguense, povera tra i poveri, e si innamora, la cerca disperatamente. E con lei parte per il Nicaragua per la seconda parte del film dove il regista cambia timbro e passo. E si entra nel merito della denuncia del regista inglese, la Cia ed il sostegno degli Stati Uniti ai contras per contrastare il governo sandinista. Come detto, buoni e cattivi, le parti sono chiare, Loach non ha nessun dubbio a fare le squadre e qua il film perde di credibilità, perché la stessa denuncia deve essere credibile per essere efficace.
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clavius
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mercoledì 12 settembre 2012
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il film a tesi di un ideologo miope
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Inverosimile storia d'amore che diventa preteso per dipingere un mero affresco politico antiamericano. Le vicende in Nicaragua che fanno da sfondo alla seconda parte sono addirittura irritanti per mancanza di parzialità, forzature e assenza della benchè minima onestà intellettuale. Buono per chi si accontenta di leggere la storia solo in chiave ideologica. Film di propaganda senza poesia e, in molte sue parti, anche senza ragioni. Finisce con l'ottenere l'effetto opposto che si era preposto. Brutto.
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nick castle
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martedì 27 luglio 2010
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bel film di denuncia...
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Pellicola interessante questa. Ken Loach questa volta lascia (e non del tutto) la crisi economica, per concentrarsi su altri temi, come appunto le guerre del centro america. Per non dire la trama, arrivo subito al nocciolo, le denuncie maggiori sono sempre agli stati uniti, principali colpevoli di queste guerre, forse un po' per dimostrare di poter ancora far cadere un paese, a differenza di cosa successe in Vietnam. La denuncia comunque rimane perlopiù verbale nel film. Nella sostanza poi lo si accomuna a "Salvador" di Oliver Stone, film con cui condivide davvero tanto, stesso stile, stessa fotografia, stesso ritmo, stessa regia. In ogni caso un buon film. Sicuramente da vedere.
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Pellicola interessante questa. Ken Loach questa volta lascia (e non del tutto) la crisi economica, per concentrarsi su altri temi, come appunto le guerre del centro america. Per non dire la trama, arrivo subito al nocciolo, le denuncie maggiori sono sempre agli stati uniti, principali colpevoli di queste guerre, forse un po' per dimostrare di poter ancora far cadere un paese, a differenza di cosa successe in Vietnam. La denuncia comunque rimane perlopiù verbale nel film. Nella sostanza poi lo si accomuna a "Salvador" di Oliver Stone, film con cui condivide davvero tanto, stesso stile, stessa fotografia, stesso ritmo, stessa regia. In ogni caso un buon film. Sicuramente da vedere.
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bludolphine
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domenica 20 luglio 2008
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bravo ken loach
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ricordo quando papa giovanni paolo II andò in Nicaragua : la prima cosa che fece (dopo aver come al solito baciato la terra) , fu di rimproverare aspramente, e molto platealmente, un sacerdote che era in fila con gli altri, in attesa di salutare il papa - e che partecipava insieme ad altri tre sacerdoti - al governo sandinista, che aveva liberato il paese dalla dittatura di Somoza ed avviato la riforma agraria, distribuendo la terra ai contadini, che continuavano ad essere massacrati dai "contras".La durezza dell'invettiva del papa contro quel sacerdote, il suo tono duro,il braccio agitato in alto con quel dito puntato, che non ammetteva repliche da parte di quel prete (uomo) sbigottito, che immaginava di non poter interpretare meglio la sua vocazione , se non al servizio della povertà e del riscatto della dignità umana calpestata - non l'ho mai dimenticato; e quando Carol Woytila fu tanto duramente ed inaspettatamente contestato proprio dai 'campesinos', ed in un paese così fortemente cattolico, ne fui contento, perchè quel papa, con quel gesto tanto perentorio di accusa, aveva dimostrato di essere lontano dalla sofferenza vera, quotidiana ,di tanta parte del mondo, lontano da noi.
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ricordo quando papa giovanni paolo II andò in Nicaragua : la prima cosa che fece (dopo aver come al solito baciato la terra) , fu di rimproverare aspramente, e molto platealmente, un sacerdote che era in fila con gli altri, in attesa di salutare il papa - e che partecipava insieme ad altri tre sacerdoti - al governo sandinista, che aveva liberato il paese dalla dittatura di Somoza ed avviato la riforma agraria, distribuendo la terra ai contadini, che continuavano ad essere massacrati dai "contras".La durezza dell'invettiva del papa contro quel sacerdote, il suo tono duro,il braccio agitato in alto con quel dito puntato, che non ammetteva repliche da parte di quel prete (uomo) sbigottito, che immaginava di non poter interpretare meglio la sua vocazione , se non al servizio della povertà e del riscatto della dignità umana calpestata - non l'ho mai dimenticato; e quando Carol Woytila fu tanto duramente ed inaspettatamente contestato proprio dai 'campesinos', ed in un paese così fortemente cattolico, ne fui contento, perchè quel papa, con quel gesto tanto perentorio di accusa, aveva dimostrato di essere lontano dalla sofferenza vera, quotidiana ,di tanta parte del mondo, lontano da noi.Sono stato in centro-america,e so cosa dico.
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m
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giovedì 14 dicembre 2006
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bello
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diliberto giovanni
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venerdì 4 novembre 2005
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microcefali
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Riuscite per una volta a scrivere una recensione senza svelare punti chiave del film?
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