Alessandra Levantesi
La Stampa
Dramma socialfamiliare ambientato fra i maori inurbati della desolata periferia di Oakland, questo film neozelandese tratto dall’omonimo best-seller di Alan Duff (edito da Frassinelli), arriva sui nostri schermi forte dell’ottima accoglienza ricevuta in vari festival internazionali, da Venezia a Montreal; e del record di incassi in patria dove ha battuto Jurassic Park e Lezioni di piano. Un bel successo per l’esordiente regista Lee Tamahori che, al contrario della connazionale Jane Campion, preferisce abbeverarsi alle fonti culturali autoctone piuttosto che a quelle dei colonizzatori inglesi: riallacciandosi a una tradizione cinematografica che risale al 1914, quando apparve i primo lungometraggio neozelandese ispirato per l’appunto a un soggetto maori. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2069 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 13 gennaio 1995