Il re Leone |
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Un film di Roger Allers, Rob Minkoff.
Con Jonathan Taylor Thomas, Matthew Broderick, Michele Kalamera, Moira Kelly, James Earl Jones.
continua»
Titolo originale The Lion King.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 90 min.
- USA 1994.
- Walt Disney
uscita venerdì 11 novembre 2011.
MYMONETRO
Il re Leone
valutazione media:
4,29
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Toccante storia di fedeltà e bisogno di rivincita.di Great StevenFeedback: 70013 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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giovedì 7 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL RE LEONE (USA, 1994) diretto da ROGER ALLERS & ROB MINKOFF
Il leoncino Simba vive nella savana africana insieme al padre, re Mufasa, che gli insegna i valori importanti dell’esistenza di un saggio animale predatore, fra cui la prudenza e il coraggio. Ma quando il perfido e calcolatore zio Scar, fratello di Mufasa, provoca la morte di quest’ultimo facendolo precipitare da un burrone con sotto una mandria di gnu in fuga e accusa il nipotino della scomparsa violenta di Mufasa, Simba scappa disperato e si perde nel deserto, sotto il sole cocente. Viene recuperato da due simpatici e vivaci animali, la mangusta Timon e il facocero Pumba, coi quali cresce in allegria finché non raggiunge l’età adulta. Coltivando nel frattempo l’amore ricambiato per la leonessa Nala, sua vecchia compagna di giochi nell’infanzia, e ascoltando i preziosi consigli dell’anziano e ponderato scimmione Rafiki, il giovane Simba ritornerà nella savana per spodestare l’usurpatore Scar e diventare il legittimo re del suo ambiente naturale. La lotta fra nipote e zio sarà furibonda e senza esclusione di colpi, ma alla fine il bene avrà la meglio. Trentaduesimo classico della Walt Disney Pictures, distribuito da quest’ultima ma prodotto dalla Walt Disney Feature Animation, è una storia potente di iniziazione e presa di coscienza, pervasa dal sentimento dell’audacia che si rende necessario per porre rimedio ai torti subiti e far trionfare la giustizia contro la gelida e sadica crudeltà di chi si appropria di diritti che non gli spettano. Mescolando opere di Shakespeare (in particolar modo l’Amleto, il Macbeth e Riccardo III) con episodi biblici che vedono protagonisti Mosè e Giuseppe, questo film d’animazione parzialmente musicale rappresenta, in una terra africana dominata da raggi solari meravigliosi e una vegetazione sobria ma comunque impressionante, una vicenda di levatura morale e sociale così straordinaria che ben difficilmente una pellicola con attori in carne ed ossa avrebbe saputo rendere con la medesima focosità e con un’intensità perlomeno paragonabile. Il momento più alto e sublime lo si raggiunge quando Simba, scrutando il cielo notturno, vede il padre defunto e ascolta le sue eccezionali parole di riscatto e fiducia nei suoi confronti, il tutto avvolto da una magica nube evanescente. Gli strepitosi Timon e Pumba provvedono agli intermezzi comici, divertendo non solo i più piccoli con una canzone molto orecchiabile divenuta celeberrima ("Hakuna Matata") e con il loro comportamento scanzonato e spensierato ma pur sempre coerente. Premiato con due Oscar alla cerimonia del 1995: colonna sonora di Hans Zimmer (che otto anni dopo comporrà anche le musiche della trilogia di Pirati dei Caraibi) e canzone, scritta da Elton John e Tim Rice. Mufasa ha la superba e inimitabile voce italiana di Vittorio Gassman, che arricchisce di un tono deliziosamente nostrano la versione del film che circola nel nostro paese. In definitiva, la storia è scritta con passione e veridicità e, oltre a non peccare affatto di moralismo, non mette in scena una vittoria del Bene troppo facile e scontata, in quanto il protagonista, dapprima impacciato e insicuro ma poi sempre più determinato, si conquista con i denti e con le unghie il ruolo che merita di ricoprire, e non solo in quanto lecito erede al trono della savana per discendenza filiale. Uno dei rapporti padre-figlio più commoventi, strazianti ed efficaci che il cinema, non solo riguardo ai cartoons, abbia mai saputo profondere con un piglio tanto verosimile quanto tenero e sapiente. Ne sono stati realizzati due seguiti che però, in confronto al capostipite, non gli arrivano neanche ai piedi, ma si sa: i sequel, e specialmente quelli dei cartoni animati, sanno troppo spesso di già visto e frequentemente non riescono a sviluppare nuove idee che possano competere con la materia narrativa che il primo episodio ha sviluppato.
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