figliounico
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sabato 13 gennaio 2024
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ha perso lo smalto
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Stanco sequel del 1992 della saga iniziata con il memorabile La Casa del 1981 dello stesso regista Sam Raimi, con lo stesso attore protagonista Bruce Campbell, che unisce due sottogeneri dell’horror, quello fantascientifico dei viaggi nel tempo e quello grottesco della classica black comedy, con una marea di effetti speciali ma ormai senza più la verve spregiudicata esauritasi la vena ironica del capostipite nel frattempo diventato un cult movie per gli appassionati del genere.
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giovanni tessari
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venerdì 17 febbraio 2023
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unico e strampalato
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ash viene risucchiato da un portale che lo porta nel medioevo.un film geniale che diverte il suo ritmo non cala mai i dialoghi sono inesistenti gli effetti speciali rigorosamente artigianali per un film bello che e un mix fra molti generi.
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enrico
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sabato 28 novembre 2020
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geniale
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Lasciate ogni speranza o voi che volete aver paura. Con questo film si ride a crepapelle. Surreale, demenziale, di una comicità travolgente, perfino i brutti effetti speciali diventano delle vere perle che danno a questo film un fascino incredibile. Ambientazioni fantastiche e battute memorabili, gag inaspettate e trovate uscite da una mente insana. O geniale, fate voi.
Già visto almeno 4 volte, ed ancora rido, sono pochi i film che rivisti molte volte mi fanno ancora questo effetto.
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elgatoloco
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sabato 27 giugno 2020
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non originalissimo, ma...
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"Army of Darkness"(1992, Sam Raimi anche autore di soggetto e sceneggiatura con Ivan Raimi)nonè un cpolavoro, non è originalissimo, anchee se si deve notare che il soggetto è comunque opera originale dell'autore insieme a IVan, che dunque non ha dietro di sé un referente letterario, ma è creazione originale;bisonga anche notare che è"il terzo capitolo"della serie che inizia con"The House", dunque ha esigenze narratologiche in qualche modo"condizionate". Rispetto a"The house"e anche al numero two il carattere a diegesi marcata e a carattere più decisamente umoristico e anche "comico"(lato sensu, beninteso)risalta qui nel modo di porsi del personaggio Ash Williams(sempre Bruce Campbell), che fa smorfie quando incombono pericoli fisici ma anche dati da"forze aliene"(stregonesche, volendo), che dimostra i suoi sentimenti etc.
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"Army of Darkness"(1992, Sam Raimi anche autore di soggetto e sceneggiatura con Ivan Raimi)nonè un cpolavoro, non è originalissimo, anchee se si deve notare che il soggetto è comunque opera originale dell'autore insieme a IVan, che dunque non ha dietro di sé un referente letterario, ma è creazione originale;bisonga anche notare che è"il terzo capitolo"della serie che inizia con"The House", dunque ha esigenze narratologiche in qualche modo"condizionate". Rispetto a"The house"e anche al numero two il carattere a diegesi marcata e a carattere più decisamente umoristico e anche "comico"(lato sensu, beninteso)risalta qui nel modo di porsi del personaggio Ash Williams(sempre Bruce Campbell), che fa smorfie quando incombono pericoli fisici ma anche dati da"forze aliene"(stregonesche, volendo), che dimostra i suoi sentimenti etc., come anche nelle caratteristiche degli altri personaggi, dal famoso re conquistatore vikingo Erik il Rosso(cui si attribuisce notriamente anche la"protoscoperta dell'America", ma che qui non è ricordato come tale), ma persino dalla"Army of Darkness", ossia dall'esercito di scheletri che si mobilita in maniera bellica proprio alla fine, anzi, per meglio dire, nel sottofinale del film. Si parla poi molto di"Necronomicon", il famoso libro sulla morte e su riti che la concernerebbero(libro la cui esistenza è sempre stato solo postulata, mai dimostrata, anzi sembra treattarsi veramente solo di una mera creazione letteraria, che però per esempio motiva e infiamma le pagine di Lovecraft, per fare solo un esempio)ma anche questo"sacro testo"viene in qualche modo"bagatellizzato", non propiramente messo in ridicolo ma relativizzato, con i tre libri di cui l'"eroe"dovrà sceglierne uno. Volendo, potremmo anche dire che il film rispecchia la volontà un po'sbarazzina di trattare ogni cosa negli anni 1990 e in particolare nella prima parte degli stessi, ma forse esprimersi così vorrebbe dire ridurre a qualcosa di semplice-unificante un fenomeno che dura un decennio e ha in sè apsetti molto contraddittori e comunque diversissimi tra loro. Per il resto, c'è da notare la prvoca dell'attore protagonista, coerente con la volontà di relativizzazione autoironica dell'eroe/antieroe, che si serve per es.moltisismo della poca tecnologia che si porta dietro per farla vedere a"quei barbari",Se Emetz Davidz è l'eroina al suo fianco, dapprima sua oppositrice, da notare anche Bridget Fonda, come "Linda"e il fraterllo del regista,Ted Raimi, nella parte finale in cui Campbell dal Medioevo in cui era stato"gettato"torna all'etù presente. El Gato
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enrico
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domenica 23 febbraio 2020
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voto indecifrabile
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Questo, potrebbe essere il film di un genio o di un completo idiota, dipende da cosa si è prefissato di fare Raimi.
Spero vivamente che il film fosse da intendersi fin dall'inizio del asua produzione come un genere comico, pieno di gag e di umorismo.
In questo il film è centrato perfettamente, mi ha fatto morire dal ridere.
Se invece si voleva anche solo accennare a qualcosa di più serio, allora o il regista o è impazzito, oppure ha bevuto fino al coma etilico.
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elgatoloco
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giovedì 9 agosto 2018
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raimi non è romero
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"Army of Darkness"(1993 di Sam Raimi)è un film che contamina con intelligenza l'horror fantastico con il fantasy medievale(tutti "sottogeneri", si dirà, ma anche film che si possono sintetizzare, purché dietro vi sia una mano come quella dell'autore di"THe House"), ma, francamente, nella ricerca(l'ennesima)del"Necronomicon", Raimi a tratti dà l'impressione di arenarsi un po', anche quando ricorre allo humor e invero lo fa in maniera intelligentemente felice. Certo è che temi come questo(Army of Darkness, appunto)che , mutatis mutandis , richiamano il ciclo sugli zombies, Romero è decisamente da anteporre, per l'atmosfera di tensione continua che riesce a creare, per le implicazioni anche d'altro tipo("politiche", ossia rapporti di potere) che sono immanenti al tema e che sviscera in maniera, diremmo, implacabile, per come dà fondo proprio a livello d'immagine, anche senza considerare il rapporto con la parola, al tema stesso.
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"Army of Darkness"(1993 di Sam Raimi)è un film che contamina con intelligenza l'horror fantastico con il fantasy medievale(tutti "sottogeneri", si dirà, ma anche film che si possono sintetizzare, purché dietro vi sia una mano come quella dell'autore di"THe House"), ma, francamente, nella ricerca(l'ennesima)del"Necronomicon", Raimi a tratti dà l'impressione di arenarsi un po', anche quando ricorre allo humor e invero lo fa in maniera intelligentemente felice. Certo è che temi come questo(Army of Darkness, appunto)che , mutatis mutandis , richiamano il ciclo sugli zombies, Romero è decisamente da anteporre, per l'atmosfera di tensione continua che riesce a creare, per le implicazioni anche d'altro tipo("politiche", ossia rapporti di potere) che sono immanenti al tema e che sviscera in maniera, diremmo, implacabile, per come dà fondo proprio a livello d'immagine, anche senza considerare il rapporto con la parola, al tema stesso. Sì, Raimi rimane una pietra miliare del genere, ma non è il capostipite, non riesce sempre a entrare in quella tradizione che, letterariamente, rimanda a Howard Peter Lovecraft, nonhcé ad altri esponenti post-lovecraftiani(il nome di Ambrose Bierce sembra spesso essersi disperso nel panorama culturale internazionale, non solo come l'autore inteso come personaggio nel Messico...). Bruce Campbell si è visto e si vede anche qui come interprete non unico, ma in qualche modo(efficacmente, peraltro)totalizzante. El Gato
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laurence316
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martedì 11 luglio 2017
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il capitolo più fiacco della trilogia
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Riallacciandosi all'epilogo beffardo del precedente capitolo La casa 2, Raimi concepisce questo terzo passo della sua serie horror comedy, realizzando un film che ha più mezzi a disposizione e che tenta di avvicinarsi ad un pubblico più vasto, per mezzo di un palese tentativo di trasferirsi al genere farsesco avventuroso, abbandonando quasi del tutto gli spunti horror. Laddove, però, nel precedessore questa tecnica, la capacità del regista di coniugare commedia e cinema dell'orrore, aveva dato dei frutti inaspettatamente ricchi e irresistibili, qui finisce per farsi più raffazzonata, spesso non diverte e la sottesa ironia del tutto non basta a risollevare le sorti del film.
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Riallacciandosi all'epilogo beffardo del precedente capitolo La casa 2, Raimi concepisce questo terzo passo della sua serie horror comedy, realizzando un film che ha più mezzi a disposizione e che tenta di avvicinarsi ad un pubblico più vasto, per mezzo di un palese tentativo di trasferirsi al genere farsesco avventuroso, abbandonando quasi del tutto gli spunti horror. Laddove, però, nel precedessore questa tecnica, la capacità del regista di coniugare commedia e cinema dell'orrore, aveva dato dei frutti inaspettatamente ricchi e irresistibili, qui finisce per farsi più raffazzonata, spesso non diverte e la sottesa ironia del tutto non basta a risollevare le sorti del film. A cui, comunque, va riconosciuto, quantomeno, il merito di riuscire a regalare almeno una sequenza memorabile: il finale assedio ad opera degli scheletri. Scritto dal regista con il fratello Ivan, L'armata delle tenebre, prodotto con il patrocinio di De Laurentiis, è solo un modesto successo di pubblico ma, esattamente come i due precedenti capitoli, acquista ben presto la statura di cult movie. I cui avvenimenti, però, vengono in qualche modo annullati dall'uscita di Ash vs Evil Dead, serie TV del 2015 prodotta per l'emittente Starz, che non fa mai diretto riferimento a questo film, per problemi di diritti.
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toty bottalla
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martedì 7 febbraio 2017
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avventura spettacolare e comica!
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Ash viene risucchiato in un mondo passato, lotterà per ritrovare il necronomicon che lo riporterà nel suo tempo...Raimi, dopo l'esagerato splatter del primo capitolo e un indecifrabile secondo atto, passa all'avventura spettacolare e comica, una storia in armatura fatta di botte e guerriglie formato cartoon dentro una bella fotografia ed effetti al computer, un film adatto ad un pubblico infantile distratto da merendine! Saluti.
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elgatoloco
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sabato 30 agosto 2014
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pochi echi paolo uccello, molto splatter
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A parte qualche delizia visiva, giustamente segnalata dai Morandini, troppo splatter, usato, però(bisogna riconoscerlo)con grande intelligenza ironica(e a tratti comica)da Sam Raimi, che riesce sempre ad essere"intelligente"(nell'accezione letterale del lemma), cogliendo l'essenza delle cose. Ciò che invece può preoccupare, in chiave del tutto"pedagogica", è come la fruizione di un film così, da parte di"bad boys"in-intelligenti, incapaci dunque di cogliere il sottotesto ironico(e in parte comico, ut supra)del film, possa essere distorta, portando a una paradossale identificazione con la violenza, sia quella dei"buoni"sia quella dei"cattivi".
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A parte qualche delizia visiva, giustamente segnalata dai Morandini, troppo splatter, usato, però(bisogna riconoscerlo)con grande intelligenza ironica(e a tratti comica)da Sam Raimi, che riesce sempre ad essere"intelligente"(nell'accezione letterale del lemma), cogliendo l'essenza delle cose. Ciò che invece può preoccupare, in chiave del tutto"pedagogica", è come la fruizione di un film così, da parte di"bad boys"in-intelligenti, incapaci dunque di cogliere il sottotesto ironico(e in parte comico, ut supra)del film, possa essere distorta, portando a una paradossale identificazione con la violenza, sia quella dei"buoni"sia quella dei"cattivi". In questo senso si ripropone la necessità(anche con modalità non formali e informali, ossia al di fuori delle strutture educative deputate, id est scuole e università)di un'educazione all'immagine che sappia condurre a decifrare i messaggi di film, originali TV(oggi diremmo meglio altrimenti)etc, nonché degli spot pubblicitari. El Gato
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noia1
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mercoledì 19 marzo 2014
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ritmo e trovate
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Un fumetto esagerato e grottesco, dove lo splatter si mescola all'ironia e ne esce un prodotto sorprendente. La trama non è troppo complessa o elaborata, perfetta per lasciare lo spazio sufficiente alla carrellata di trovate e spunti che rendono questo film il cult di cui tanti si sono innamorati. Non risalta tanto la tecnica quanto le trovate, gli spunti e le novità che questo film ha in serbo, i virtuosismi della telecamera colpiscono lo spettatore (anche se al tempo i mezzi non erano al pari di quelli di adesso). I personaggi sono completamente fuori dagli schemi (il protagonista più di tutti gli altri), e rendono al meglio quel tipo di esagerazione che il regista vuole rappresentare con questo tipo di film.
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Un fumetto esagerato e grottesco, dove lo splatter si mescola all'ironia e ne esce un prodotto sorprendente. La trama non è troppo complessa o elaborata, perfetta per lasciare lo spazio sufficiente alla carrellata di trovate e spunti che rendono questo film il cult di cui tanti si sono innamorati. Non risalta tanto la tecnica quanto le trovate, gli spunti e le novità che questo film ha in serbo, i virtuosismi della telecamera colpiscono lo spettatore (anche se al tempo i mezzi non erano al pari di quelli di adesso). I personaggi sono completamente fuori dagli schemi (il protagonista più di tutti gli altri), e rendono al meglio quel tipo di esagerazione che il regista vuole rappresentare con questo tipo di film. Un film di cui ci si può però rendere veramente conto della novità che ha rappresentato se ci si pone nel contesto dell'epoca, ora già in tanti lo hanno copiato o hanno preso spunto da esso, al tempo però tutto era una novità perché nessuno si era mai arrischiato in una trama simile proponendone i medesimi eccessi. Un film grondante di idee e spunti dove il ritmo non manca e di certo non ci si annoia un attimo.
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