Una estranea fra noi |
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Un film di Sidney Lumet.
Con Mia Sara, Melanie Griffith, Eric Thal, Jamey Sheridan.
continua»
Titolo originale A Stranger among us.
Giallo,
durata 110 min.
- USA 1992.
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lumet, sempre e comunque efficacedi elgatolocoFeedback: 257552 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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domenica 4 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"A stranger among us"è, come sempre, una prova magistrale di cinema da parte di Lumet, che dimostra, senza mai correre dietro a Hitchock, che è altra cosa e si colloca in una dimensione differente, di saper rispettare le regole del thriller(in questo caso thriller poliziesco, prettamente tale, diremmo)senza tradire in alcun modo la consegna, ma al tempo stesso documentando, in modo non banale, su una realtà diversa dal"solito", quella di una comunità chassidica iper-ortodossa, la Lubavitch, nel cui ambito, sempre tranquillo, è avvenuto un omicidio. Una detective estranea all'ambiente indaga e...Si diceva capacità di"documentare", senza cadere nella trappola del"documentario"o"para-documentario", del cinéma-vérité. ma anche forte capacità di"informare formando", ossia di far capire come la prima cosa sia in effetti il rispetto che si deve avere per un ambiente"stranger", diverso, estraneo, come accade alla bella Melanie GRiffith, quando si rende conto che non si può stare davanti al rebbe(rabbi, rabbino) a gambe scoperte, per esempio, quando si rende conto(altrettanto)che certi argomenti vanno affrontati in modo non"impellente", non irruente, che d'altronde anche la"comunità chiusa"(o meglio definita tale)talora deve "aprirsi al mondo", soprattutto quando si tratta di emergenze. Ecco che, appunto, Lumet non si limita a"informare"(come faceva, a modo suo e spesso"molto suo"un Gualtiero Jacopetti)ma ,da fine"psicologo"ci dà le coordinate per agire meglio, dunque"forma", qualunque cosa poi intendiamo-sottointendiamo con tale espressione...Interpreti di valore, dalla stessa Griffith a James Gandolfini, passando per Mia Sara, James Sheridan e gli altri/le altre interpreti... Da approfondire, questo film, anche per rilevare, al di là di apparenti consonanze, le differenze fondamentali con un film come"Witness"di Peter Weir(precedente, 1985, qui siamo a un film realizzato ormai nel 1992), dove è piuttosto la difficoltà della"detection"il punto di forza del film. Dovremmo anche accentuare la difficoltà di affrontare la tematica dell'ebraismo iper-ortodosso da parte del cinema(ma non solo, anche della storia, spesso, della letteratura, più spesso ancora, della cultura in genere); Sidney Lumet, di origini ebraiche, l'ha sempre fatto con grandissima intelligenza, tra l'altro non rinunciando a una certa dose (ben calibrata, però)di humor. El Gato
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