luigi chierico
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sabato 29 giugno 2013
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come andare a teatro
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Tratto da un lavoro teatrale di David Mamet, che ne ha curato la sceneggiatura, il film è un pezzo di teatro prestato al cinema. Non vedere lo schermo ma un palcoscenico; è quello della vita su cui tutti ci muoviamo per conquistare il primo piano, l’applauso.
Tra la polvere di un vecchio palcoscenico di legno, come è il mondo, battuto da tanti artisti,emerge sempre qualcuno, gli altri andranno “ due volte sugli altari e due volte nella polvere”.
Questa è la guerra per il potere, non ci sono limiti e coscienze a porre a freno la corsa senza risparmio di colpi, i migliori sopravviveranno, gli altri soccombono; poi arriva sempre il turno dei migliori, superati da altri ancora migliori.
Lasciamo che il senso dell’umanità e il rispetto dell’uomo siano di guida al successo meritocratico e che la famiglia e non il lavoro ci veda impegnati alla ricerca del vero successo, che è quello che ci fa dire: finalmente a casa mia, con il sorriso negli occhi, guardando moglie e figli.
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Tratto da un lavoro teatrale di David Mamet, che ne ha curato la sceneggiatura, il film è un pezzo di teatro prestato al cinema. Non vedere lo schermo ma un palcoscenico; è quello della vita su cui tutti ci muoviamo per conquistare il primo piano, l’applauso.
Tra la polvere di un vecchio palcoscenico di legno, come è il mondo, battuto da tanti artisti,emerge sempre qualcuno, gli altri andranno “ due volte sugli altari e due volte nella polvere”.
Questa è la guerra per il potere, non ci sono limiti e coscienze a porre a freno la corsa senza risparmio di colpi, i migliori sopravviveranno, gli altri soccombono; poi arriva sempre il turno dei migliori, superati da altri ancora migliori.
Lasciamo che il senso dell’umanità e il rispetto dell’uomo siano di guida al successo meritocratico e che la famiglia e non il lavoro ci veda impegnati alla ricerca del vero successo, che è quello che ci fa dire: finalmente a casa mia, con il sorriso negli occhi, guardando moglie e figli.
Torniamo al film in cui si muovono mostri sacri del cinema : Americani !!!
Il cast: Jack Lemmon, Ed Harris, Alec Baldwin, Jonathan Pryce, Al Pacino
Tutti encomiabili, la gara al successo diventa gara di recitazione , uno scontro ininterrotto di battute, di azioni…che salgono e scendono come in borsa.
Teatro puro ad alto livello al costo di un biglietto d’ingresso in una sala cinematografica, forse neanche delle migliori, a chi interessa il teatro, un film al maschile, senza languide carezze? A pochi, ma provate ad andarci se amate il teatro e ne uscirete soddisfatti, non capita facilmente di assistere ad un capolavoro.
chigi
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ultimoboyscout
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giovedì 20 dicembre 2012
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venditori si nasce, non si diventa.
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Causa cambio di vertice, che stabilisce nuove e più alte soglie di produttività all'interno di un'agenzia immobiliare, scoppia il panico tra gli impiegati (che sono, chi più chi meno dei poveracci) poichè al di sotto di tali livelli si è licenziati. Si tratta della più classica tragedia, con un cast notevolissimo, corale e aggiornata ai nostri giorni, convulsa e a tratti opprimente. David Mamet, autore della piece dalla quale è tratta, è qui sceneggiatore e viene perfettamente assecondato dalla regia di Foley che dirige senza strafare, senza ingerenze, con intelligenza e soffermandosi spesso sui volti degli attori con lunghissimi primi piani.
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Causa cambio di vertice, che stabilisce nuove e più alte soglie di produttività all'interno di un'agenzia immobiliare, scoppia il panico tra gli impiegati (che sono, chi più chi meno dei poveracci) poichè al di sotto di tali livelli si è licenziati. Si tratta della più classica tragedia, con un cast notevolissimo, corale e aggiornata ai nostri giorni, convulsa e a tratti opprimente. David Mamet, autore della piece dalla quale è tratta, è qui sceneggiatore e viene perfettamente assecondato dalla regia di Foley che dirige senza strafare, senza ingerenze, con intelligenza e soffermandosi spesso sui volti degli attori con lunghissimi primi piani. Racconta del grande sogno e del successo americano ma visto da un altro punto di vista, quello dei compromessi e dei fallimenti, delle illusioni e delle disillusioni in nome proprio di quel successo. E' un atto di critica nei confronti di una società americana mai soddisfatta in cui la corsa alla competizione è amplificata in maniera angosciante tra linguaggio forte, turpiloquio costante e sfacciato e una pressione psicologica opprimente e pressante. L'amoralità ha ormai preso il sopravvento, i più deboli si sbranano per poi essere sbranati dai più forti in nome del successo e del denaro , finendo per penalizzare i valori più importanti. Solida la sceneggiatura, angoscia e claustrofobia regnano e strepitose prove attoriali fanno di questo film un prodotto da riscoprire e rivalutare. Incredibili le interpretazioni di Lemon e di Al Pacino, non a caso candidato all'Oscar.
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katamovies
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lunedì 31 ottobre 2011
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in teatro premio pulitzer, al cinema insomma..
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due sono i motivi di interesse di questo film: il primo è la sceneggiatura, che è la trasposizione di una opera teatrale Premio Pulitzer, autore David Mamet, considerato un maestro della drammaturgia contemporanea.
il secondo è chiaramente un cast di grandissimi attori, da pacino a lemmon, da harris a pryce.
Grazie all'eccellente lavoro sui dialoghi e sul linguaggio, il film è godibile.
Però, il miglior Mamet andrebbe goduto a teatro, fatto da una compagnia di valore.
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alieno
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domenica 4 settembre 2011
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disperata sopravvivenza
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Uomini che lavorano, portati alla disperazione e alla competizione di squadra per la loro sopravvivenza professionale. La classifica del valore di questi personaggi è stilata inesorabilmente da quanto questi riescono a vendere (terreni) dove come premio viene concessa a uno di loro una Cadilac e come punizione alla loro nullità il licenziamento. E' una di quelle infamie perpetrate dagli uomini che spesso calpestano i sentimenti degli altri senza accorgersi che siamo tutti sulla stessa barca sospinti dal bisogno di vivere con dignità giorno dopo giorno fino alla fine dei nostri giorni. C'è chi non vive con dignità e onestà. Mi riferisco ai ladri e ai disonesti dal guadagno facile ottenuto in pochi istanti.
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Uomini che lavorano, portati alla disperazione e alla competizione di squadra per la loro sopravvivenza professionale. La classifica del valore di questi personaggi è stilata inesorabilmente da quanto questi riescono a vendere (terreni) dove come premio viene concessa a uno di loro una Cadilac e come punizione alla loro nullità il licenziamento. E' una di quelle infamie perpetrate dagli uomini che spesso calpestano i sentimenti degli altri senza accorgersi che siamo tutti sulla stessa barca sospinti dal bisogno di vivere con dignità giorno dopo giorno fino alla fine dei nostri giorni. C'è chi non vive con dignità e onestà. Mi riferisco ai ladri e ai disonesti dal guadagno facile ottenuto in pochi istanti. L'onestà non paga ed è per questo che gli uomini del film descritti sopra tentano il tutto per tutto pur di ottenere un contratto sconfinando dai loro ideali, dalla loro onestà, costretti dalla dura legge della sopravvivenza commerciale e finanziaria americana.
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linda polverari
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venerdì 20 novembre 2009
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una perla di teatro puro
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Una filiale di un’agenzia immobiliare di Chicago è in crisi. Per risollevarne le sorti, un cambio al vertice. Il quale stabilisce nuove disposizioni societarie: l’agente che realizzerà il maggior numero di vendite per la fine del mese, vincerà una Cadillac; per il secondo classificato, un servizio di coltelli da cucina; terzo premio, per tutti gli altri, il licenziamento. Fra gli agenti si scatena la caccia al cliente. Sono tutti dei poveri disperati, sia chi fa il gradasso, pesta i piedi agli altri, non si cura di niente e di nessuno; sia chi è già consapevole del proprio fallimento, chi rifiuta questo gioco al suicidio. In un mondo di lupi, dove tutto è mercificato dove il valore di un uomo si giudica dal tasso di produttività, patetici burattini, disposti a tutto pur di non annegare, lottano per la sopravvivenza nel loro micromondo: l’ufficio, dove la competizione è l’unica energia per sentirsi vivi.
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Una filiale di un’agenzia immobiliare di Chicago è in crisi. Per risollevarne le sorti, un cambio al vertice. Il quale stabilisce nuove disposizioni societarie: l’agente che realizzerà il maggior numero di vendite per la fine del mese, vincerà una Cadillac; per il secondo classificato, un servizio di coltelli da cucina; terzo premio, per tutti gli altri, il licenziamento. Fra gli agenti si scatena la caccia al cliente. Sono tutti dei poveri disperati, sia chi fa il gradasso, pesta i piedi agli altri, non si cura di niente e di nessuno; sia chi è già consapevole del proprio fallimento, chi rifiuta questo gioco al suicidio. In un mondo di lupi, dove tutto è mercificato dove il valore di un uomo si giudica dal tasso di produttività, patetici burattini, disposti a tutto pur di non annegare, lottano per la sopravvivenza nel loro micromondo: l’ufficio, dove la competizione è l’unica energia per sentirsi vivi.I colleghi non sono altro che rivali, in una realtà in cui per chiudere un contratto non si esita a mentire, ingannare, approfittare della buonafede altrui. Il Capo ufficio, odioso, detiene un potere assoluto perché è l’unico ad avere gli indirizzi dei migliori polli da agganciare per la stipula di un contratto. E non ha intenzione di rivelarli a dei falliti come loro.Il tutto si tinge di giallo, quando, nell’ultima notte prima della premiazione, avviene il furto dei suddetti elenchi e dei contratti. Allora sarà la fine dell’etica professionale, la sconfitta e la rovina di chi ha perso anche la dignità: colui che per disperazione si è reso responsabile del furto.Girato, per la maggior parte delle scene, dentro una sola stanza, con inquadrature fisse, una splendida fotografia e una regia intelligente, il film è teatro puro. Dialoghi serrati e pungenti recitati da grandissimi attori come Al Pacino e Jack Lemmon.Il film meriterebbe di essere visto solo per la magnifica straziante interpretazione di Jack Lemmon, qui in una delle sue ultime apparizioni. Al Pacino straordinario nella parte dello scaltro agente Ricky Roma, tanto da aggiudicarsi una candidatura all’Oscar. Alec Baldwin, Ed Harris, Jonathan Pryce e Kevin Spacey tutti bravissimi in questo film diretto, concreto, raffinato ed elegante.
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elvis shot jfk
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lunedì 13 luglio 2009
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a me è piaciuto
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Peccato per il finale che non essendoci ha rovinato un pò tutto il film in generale.
Buone tutte le interpretazioni, ottimo Al Pacino.
Belli i dialoghi.
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sioclock
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lunedì 13 aprile 2009
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il cast più sprecato della storia del cinema
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Anche nell'imbarazzante "Who's that girl?" James Foley era riuscito ad essere sopportabile e divertnte, ma la noia e la stupidità di questo film arriva al limite, ancor più grave è che lo spettatore dai titoli di testa in cui appaiono monumenti del cinems(Pacino, Lemmon, Pryce, Baldwin, Spacey) si aspetta di vedere un capolavoro, ed invece....storia sconclusionata e momenti in cui viene voglia di prendere a schiaffi lo sceneggiatore. Fortunatamente questa immondizia e solo un isolao caso nella mirabile filmografia di Foley
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gerry
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lunedì 5 gennaio 2009
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noia noia
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il film più noioso che abbia mai visto...
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millo
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martedì 5 agosto 2008
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un film sottovalutato
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Un film, in stile teatrale, sottovalutato da critica e pubblico. se si ascoltano bene i dialoghi serrati e si tenta di capire il messaggio che c'è dietro, ovvero una critica al sistema lavorativo americano e della competizione a tutti i costi, allora si capisce il reale valore di questo film. Da segnalare, oltre al solito Al Pacino, anche il cameo di Alec Baldwin in una scena molto significatica e la grande parte di Jack Lemmon. Un film che ho visto almeno 10 volte ed ancora mi stupisce.
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napos
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domenica 23 marzo 2008
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sopravvalutato
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Le circa 650 parolacce del film non mascherano l'inutilità dei dialoghi, l'inconsistenza della trama, la nullità della regia. Pacino gigioneggia, Lemmon fa la parte del vecchio sfigato, Ed Harri è il venditore sanguigno e laido, Spacey il capufficio inefficiente.
Tutto il film è banale, ripetitivo, volgare, indegno di un tale cast.
Che peccato!
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