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steffa
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giovedì 17 aprile 2025
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balla coi lupi
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voto reale 3.5 , la prima visione lascia sicuramente incantati e positivamente colpiti, le ambientazioni sono eccellenti, la storia di base è notevole, quello che manca è un po di vero cinema, Costner oltre ad essere protagonista ha voluto essere anche produttore e regista e questo si percepisce nelle visioni sucessive, un vero capolavoro può essere rivisto un infinità di volte, balla coi lupi sicuramente no
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enzo70
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martedì 17 marzo 2020
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una poesia lunga tre ore
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Con questo capolavoro Kevin Kostner ha vinto, giustamente, l’Oscar. Nella sterminata produzione televisiva di film, anche ottimi film, ambientati nel selvaggio west, Balla coi lupi diventa sin dall’ormai lontano esordio un cult. I dialoghi sono lenti, in gran parte in lingua Sioux, ma di un’intensità dolcissima. La storia del solitario soldato di frontiera che balla con due calzini, il lupo che lentamente accetta di fidarsi dell’uomo, e che si integra con i Sioux è un simbolo della tolleranza, della necessità di dialogare per superare i confini: tutti i confini, quelli culturali, quelli linguistici, quelli sociali. E’ un film sicuramente schierato, dalla parte degli indiani, ma la grettezza con cui viene raffigurato l’uomo bianco non è attribuibile ad una razza, ma ad un genere di umanità, quella che si fa governare dalla paura e governa con l’arroganza.
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Con questo capolavoro Kevin Kostner ha vinto, giustamente, l’Oscar. Nella sterminata produzione televisiva di film, anche ottimi film, ambientati nel selvaggio west, Balla coi lupi diventa sin dall’ormai lontano esordio un cult. I dialoghi sono lenti, in gran parte in lingua Sioux, ma di un’intensità dolcissima. La storia del solitario soldato di frontiera che balla con due calzini, il lupo che lentamente accetta di fidarsi dell’uomo, e che si integra con i Sioux è un simbolo della tolleranza, della necessità di dialogare per superare i confini: tutti i confini, quelli culturali, quelli linguistici, quelli sociali. E’ un film sicuramente schierato, dalla parte degli indiani, ma la grettezza con cui viene raffigurato l’uomo bianco non è attribuibile ad una razza, ma ad un genere di umanità, quella che si fa governare dalla paura e governa con l’arroganza. Una poesia lunga tre ore.
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aristoteles
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domenica 27 dicembre 2015
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sioux
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Un bel film western.
Personalmente non rientra nei miei preferiti del genere.
Indubbiamente è profondo e racconta con dovizia di particolari le atroci ingiustizie subite dagli indiani d'America.
Schierarsi dalla loro parte sarebbe il minimo.
Affascinante anche l'ideologia di fondo dell'uomo "libero" che a un certo punto decide per sé cosa sia realmente giusto,al di di là delle convinzioni indotte.
La fotografia è eccellente e Kostner è in gran forma.
Purtroppo,a tratti,l'ho trovato "pesante" anche a causa degli eccessivi 180 minuti.
Gusti personali ovviamente.
Più che consigliabile la visione.
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fabio57
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martedì 22 dicembre 2015
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grande costner
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Epico questo western atipico,dove finalmente si dice la verità sul conto degli indiani indigeni dell'america del Nord, che furono sterminati senza pietà ed espropriati dei loro territori, con violenza e sopraffazione, da un manipolo di scellerati ,scoscienziati e cialtroni provenienti dall'inghilterra e non solo.Irriguardosi della cultura autoctona, imposero con la violenza i loro "usi e costumi" eclissando la spiritualità profonda che animava queste popolazioni.Il rapporto tra l'uomo e la natura è al centro di questa meravigliosa storia,in cui il "feeling" che si crea tra Costner e un lupo è veramente carnale.Il lupo è considerato da tutti un predatore, ma in realtà il più predatore di tutti è sempre l'uomo.
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Epico questo western atipico,dove finalmente si dice la verità sul conto degli indiani indigeni dell'america del Nord, che furono sterminati senza pietà ed espropriati dei loro territori, con violenza e sopraffazione, da un manipolo di scellerati ,scoscienziati e cialtroni provenienti dall'inghilterra e non solo.Irriguardosi della cultura autoctona, imposero con la violenza i loro "usi e costumi" eclissando la spiritualità profonda che animava queste popolazioni.Il rapporto tra l'uomo e la natura è al centro di questa meravigliosa storia,in cui il "feeling" che si crea tra Costner e un lupo è veramente carnale.Il lupo è considerato da tutti un predatore, ma in realtà il più predatore di tutti è sempre l'uomo. Pellicola immortale
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darkovic
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lunedì 12 ottobre 2015
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epico
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Capolavoro assoluto del cinema,
Kevin Costner ci regala un tassello storico sull'epopea del west e nella storia americana, sui nativi americani e sul loro sterminio.
Naturalmente non sono uno storico e sicuramente l'argomento avra' avuto sicuramente molte sfaccettature e punti di vista, ma sicuramente questo e' un film bellissimo e perfettamente girato e interpretato da uno dei grandi attori di holliwood ,che con una colonna sonora ottima ,una fortografia fantastica e una buonissima sceneggiatura,un montaggio perfetto ha saputo regalarci questo film che entra di diritto tra i primi posti nella storia del cinema.
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onufrio
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venerdì 16 gennaio 2015
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conversione di un soldato
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Il Tenente Dunbar si reca al confine, terre abitate dagli indiani, ma presso il forte non trova nessuno, i pochi soldati rimasti hanno deciso di disertare poco prima del suo inaspettato arrivo. Dunbar mantiene giuramento alla Nazione e rimane lì a difendere il forte in compagnia di un cavallo e di un lupo. I Sioux lo scoprono, ne rimangono incuriositi provando un contatto, contatto che verrà sempre più approfondito sino a quando il tenente non entrerà nella tribù dei Sioux, ma l'arrivo degli altri soldati americani è imminente e il tenente Dunbar saprà cosa fare. Western indimenticabile, la versione integrale di 3 ore e 40 minuti rende ancora meglio.
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Il Tenente Dunbar si reca al confine, terre abitate dagli indiani, ma presso il forte non trova nessuno, i pochi soldati rimasti hanno deciso di disertare poco prima del suo inaspettato arrivo. Dunbar mantiene giuramento alla Nazione e rimane lì a difendere il forte in compagnia di un cavallo e di un lupo. I Sioux lo scoprono, ne rimangono incuriositi provando un contatto, contatto che verrà sempre più approfondito sino a quando il tenente non entrerà nella tribù dei Sioux, ma l'arrivo degli altri soldati americani è imminente e il tenente Dunbar saprà cosa fare. Western indimenticabile, la versione integrale di 3 ore e 40 minuti rende ancora meglio. Sette Oscar tutti meritati.
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zero99
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domenica 11 gennaio 2015
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la volontà di venirsi incontro tra culture diverse
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Stupendo. Questo film è favoloso. Riesce ad immergerti nella storia in un modo che pochi film sanno fare. Kevin Costner è un attore che mi piace molto, e qui è pure regista, ed è riuscito a fare un film bellissimo. L'ho visto tante volte questo film, ma ultimamente era qualche anno che non lo riguardavo, e riguardandolo ho riprovato le stesse emozioni delle altre visioni. E' un film che non stanca mai, e anche se dura 3 ore non annoia (io ho visto la versione estesa di 220 minuti e non mi ha annoiata neppure per un secondo). La storia è interessante, la conoscenza tra il soldato bianco e gli indiani d'america è molto bella ma graduale, quindi si può assaporare tutte le fasi di questa bellissima amicizia, poi la storia d'amore tra il protagonista e la ragazza Alzata con Pugno è bellissima.
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Stupendo. Questo film è favoloso. Riesce ad immergerti nella storia in un modo che pochi film sanno fare. Kevin Costner è un attore che mi piace molto, e qui è pure regista, ed è riuscito a fare un film bellissimo. L'ho visto tante volte questo film, ma ultimamente era qualche anno che non lo riguardavo, e riguardandolo ho riprovato le stesse emozioni delle altre visioni. E' un film che non stanca mai, e anche se dura 3 ore non annoia (io ho visto la versione estesa di 220 minuti e non mi ha annoiata neppure per un secondo). La storia è interessante, la conoscenza tra il soldato bianco e gli indiani d'america è molto bella ma graduale, quindi si può assaporare tutte le fasi di questa bellissima amicizia, poi la storia d'amore tra il protagonista e la ragazza Alzata con Pugno è bellissima. Mi è piaciuta anche l'amicizia tra il protagonista e il lupo, infatti da lì il nome Balla coi lupi. Hanno saputo ricreare bene il villaggio degli indiani d'America, e anche i loro usi e costumi. La natura intorno è bellissima, con queste praterie estese che si perdono all'orizzonte, e i corsi d'acqua dove gli indiani prendevano l'acqua da bere e per lavarsi. Vivere a contatto con la natura è la cosa più naturale, e giusta, per l'essere umano, mentre adesso vivendo nelle città stiamo andando contro natura. Poi questo film insegna a conoscere il diverso, a scoprire altre culture, perchè se non conosci l'altro non puoi giudicarlo, quindi i pregiudizi si spezzano solo se vai incontro all'altro, e ovviamente l'altro deve venire incontro a te. Bisogna superare le differenze, la diffidenza, e la paura, per conoscersi. Solo così si può superare il razzismo, la diffidenza, e l'odio, verso altri popoli. Diciamo che in questo film è stato un pò tutto romanzato perchè è appunto un film, però anche nella realtà se due persone di culture diverse, e di colore della pelle diverse, vogliono conoscersi, si può fare. La scena che mi è piaciuta di più è quella della caccia ai bisonti. Cmq è un film che fa capire che il vero "mostro" non erano gli indiani d'America, ma l'uomo bianco che si è impossessato delle loro terre, senza permesso, e con la forza. Dagli indiani d'America abbiamo molto da imparare.
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great steven
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giovedì 25 dicembre 2014
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uno dei migliori western moderni per eterogeneità.
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BALLA COI LUPI (USA, 1990) diretto da KEVIN COSTNER. Interpretato da KEVIN COSTNER, MARY MCDONNELL, GRAHAM GREENE, RODNEY A. GRANT, FLOYD “RED CROW” WESTERMAN, ROBERT PASTORELLI
Nel 1863, mentre infuria la Guerra di Secessione, al tenente John J. Dunbar viene assegnato il delicato e impegnativo compito di presidiare e annettere agli stati confederati un territorio ancora popolato e dominato da una tribù di Sioux. Inizialmente intriso di odio verso i nativi americani, il bravo soldato si accinge a compiere la sua missione ma, col tempo, entrando a contatto coi pacifici e tolleranti abitanti di quella zona montuosa e semidesertica, impara a rispettarli e diventa addirittura uno di loro, aggregandosi definitivamente al gruppo etnico come membro effettivo e sposando una donna bianca da tempo residente coi Sioux, Alzata Con Pugno.
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BALLA COI LUPI (USA, 1990) diretto da KEVIN COSTNER. Interpretato da KEVIN COSTNER, MARY MCDONNELL, GRAHAM GREENE, RODNEY A. GRANT, FLOYD “RED CROW” WESTERMAN, ROBERT PASTORELLI
Nel 1863, mentre infuria la Guerra di Secessione, al tenente John J. Dunbar viene assegnato il delicato e impegnativo compito di presidiare e annettere agli stati confederati un territorio ancora popolato e dominato da una tribù di Sioux. Inizialmente intriso di odio verso i nativi americani, il bravo soldato si accinge a compiere la sua missione ma, col tempo, entrando a contatto coi pacifici e tolleranti abitanti di quella zona montuosa e semidesertica, impara a rispettarli e diventa addirittura uno di loro, aggregandosi definitivamente al gruppo etnico come membro effettivo e sposando una donna bianca da tempo residente coi Sioux, Alzata Con Pugno. Il tenente (ribattezzato Balla Coi Lupi per la sua caratteristica di giocare con quegli animali carnivori) diventa anche molto del futuro suocero Uccello Scalciante e del vivace Vento Nei Capelli. E quando le autorità superiori del commando militare che gli ha affidato l’incarico di conquista si muovono per richiamarlo ai suoi doveri bellici, lui ingaggerà, appoggiato dai nuovi e fedelissimi amici, una battaglia senza quartiere per difendere quella terra e farla restare a chi appartiene di diritto. Esordio alla regia di Costner, e non si può fare a meno di levarsi il cappello e inchinarsi di fronte alla bravura eccelsa di un debuttante così sorprendente (andando indietro nel panorama cinematografico USA, solo Orson Welles aveva effettuato un inizio tanto clamoroso, per la precisione con Quarto potere). Il regista, a suo agio come sempre anche nelle vesti di attore, coniuga la semplicità di un racconto epico con le peculiarità contraddistinguenti di un film d’azione molto fruibile dal pubblico popolare, e mette in piedi una storia avvincente e straordinaria raccontando di un paradiso perduto e insegnando che ci si può confondere con la natura anziché distruggerla, il che è in effetti molto meglio. La pellicola non presenta la minima caduta di ritmo e rivela un’energia prorompente e magnifica non solo nelle sequenze belliche ma anche nei momenti più intimi, caratterizzati dal linguaggio originario dei Sioux e dal sentimento che traspare grazie all’amore che gli americani nativi mostrano fra loro, facendone una colonna portante della loro minacciata sopravvivenza. Una compagnia di attori tutti fortemente motivati e stupefacenti: nessuno incappa in brutte figure o inciampi burrascosi. Inoltre, e il merito va pure alla superba sceneggiatura (tratta da un romanzo di Michael Blake), Costner si schiera dalla parte del giusto senza manicheismo, e coinvolge e commuove lo spettatore senza ricorrere alla demagogia, e suggerisce anche il sogno (o l’utopia) dando il conto del dolore, di quel retaggio di rabbia che fecero delle guerre contro gli indiani d’America “il più disperato degli inferni”. Magico, tenebroso, umoristico, fatale, incisivo e tagliente come la lama di un coltello appena affilato. Sa coniugare con fantastica facilità e giocosa ambiguità il pathos con l’ironia, la tenerezza con il gusto del gotico. Non a caso ha portato a casa la bellezza di sette Oscar: film, regia, sceneggiatura non originale, musica, fotografia, montaggio e sonoro. Nella versione italiana, Costner ha la voce di Michele Gammino, che ancora una volta si conferma un doppiatore di lungo corso a ragione ben veduta, che sa infondere agli attori stranieri un timbro profondo e caloroso con la sua esperienza che va al di là di una semplice e mera professionalità. Ne esiste anche una versione lunga 237 minuti.
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asius
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venerdì 5 settembre 2014
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qual'è la tua patria?
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Vorrei aggiungere qualche altra considerazione che mi ha suggerito questo film. Non sempre è la tua patria quella in cui sei nato, ma quella a cui Ti senti di appartenere come libero cittadino e non suddito, accolto e non escluso da persone con cui condividi usi, costumi, tradizioni e destino. Questi sono i Valori che identificano un popolo, e quando Tu li difendi, difendi anche il Tuo modo di essere e di vivere!
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paolomiki
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lunedì 23 settembre 2013
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bello e possibile
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Una storia dalla storia. Un soldato che crede nella sua divisa solo fino a quando vede di cosa sono capaci i suoi simili tra eccessi e violenze gratuite e inutili.Ma questa è la storia, la solita storia dell'essere umano perfido e avido.Non importa che divisa indossi ,che sia blu verde rossa o con le penne e una pelle di bisonte!
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