giorgio
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venerdì 14 marzo 2008
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dapporto: grande ritratto di uomo in crisi
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Il film non ha fronzoli particolari di stile.
E' solo giocato sulla contrapposizione tra il "coro" dei soldati semplici (per altro connotati senza la volgarità degli Alvaro Vitali..., ma senza grande estro ed originalità) e il "personaggio solo", il tenente Fili, Massimo d'Apporto.
Proprio il carattere incolore, generico del "coro", fa risaltare enormemente la profondità con cui Massimo Dapporto scava il suo personaggio, mettendone a 360 gradi in rilievo ottusità, fanatismo, fraglità.
Proprio la grande caratterizzazione del personaggio di Fili, proprio l'umanità e la sensibilità con cui è reso da Dapporto è il segreto del perenne successo di questa operina che è qualcosa di più di un semplice filmino antimilitarista: dietro Fili, il regista restituisce non tanto un pazzo, quanto un personaggio che ha creduto nella sua missione di militare, che ha consacrato la propria vita nella divisa della "fedeltà", della "lealtà", del servizio propria del militare, ma che è deluso dalla vita che lo ha privato della carriere e della moglie.
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Il film non ha fronzoli particolari di stile.
E' solo giocato sulla contrapposizione tra il "coro" dei soldati semplici (per altro connotati senza la volgarità degli Alvaro Vitali..., ma senza grande estro ed originalità) e il "personaggio solo", il tenente Fili, Massimo d'Apporto.
Proprio il carattere incolore, generico del "coro", fa risaltare enormemente la profondità con cui Massimo Dapporto scava il suo personaggio, mettendone a 360 gradi in rilievo ottusità, fanatismo, fraglità.
Proprio la grande caratterizzazione del personaggio di Fili, proprio l'umanità e la sensibilità con cui è reso da Dapporto è il segreto del perenne successo di questa operina che è qualcosa di più di un semplice filmino antimilitarista: dietro Fili, il regista restituisce non tanto un pazzo, quanto un personaggio che ha creduto nella sua missione di militare, che ha consacrato la propria vita nella divisa della "fedeltà", della "lealtà", del servizio propria del militare, ma che è deluso dalla vita che lo ha privato della carriere e della moglie.
E' un grande ritratto di un uomo al tramonto che, secondo me, fa il paio solo col grande ritratto di "uomo in crisi" tracciato da Pietro Germi ne "il ferroviere".
Ma tutto, però, è giocato sul Dapporto.
Qui, veramente grande!
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spina
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lunedì 13 agosto 2007
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un film dal realismo sconcertante
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Chi ha fatto la naja si ritroverà in molte situazioni che caratterizzano questo film iperrealista. In un certo senso è l'estremizzazione delle paure che chi ha montato la guardia, ha subito il nonnismo o è stato piantone ha sempre durante un anno fino a quando obbligatorio subito e non affrontato di propria iniziativa.Il tenente folle con la guerra in testa che viene di notte a fare la sorpresa è lo spauracchio incoscio di tutte le guardie najone per non parlare del partire davvero per la guerra nell'ultimo giorno prima del congedo!
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giuseppe cappelluti
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martedì 23 marzo 2021
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un film di denuncia, ma non in toto
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Scanna e il Tenente Fili. Due personalità praticamente opposte: estroverso, impulsivo, poco avvezzo alle regole e pronto a sacrificarsi per le persone amate l'uno, chiuso, ligio al dovere, calcolatore ma allo stesso tempo insicuro e tormentato dai demoni l'altro. Il primo viene benvoluto praticamente da tutti, dalla ragazza ai commilitoni e persino dal "nonno" toscano con cui all'inizio ha litigato più volte; il secondo finisce per essere sfiduciato dai superiori, abbandonato dalla moglie e per diventare oggetto di sberleffi da parte dei colleghi.
Due persone così possono o scontrarsi o in qualche modo cercarsi, in qualche modo attratti dai punti di forza dell'altro.
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Scanna e il Tenente Fili. Due personalità praticamente opposte: estroverso, impulsivo, poco avvezzo alle regole e pronto a sacrificarsi per le persone amate l'uno, chiuso, ligio al dovere, calcolatore ma allo stesso tempo insicuro e tormentato dai demoni l'altro. Il primo viene benvoluto praticamente da tutti, dalla ragazza ai commilitoni e persino dal "nonno" toscano con cui all'inizio ha litigato più volte; il secondo finisce per essere sfiduciato dai superiori, abbandonato dalla moglie e per diventare oggetto di sberleffi da parte dei colleghi.
Due persone così possono o scontrarsi o in qualche modo cercarsi, in qualche modo attratti dai punti di forza dell'altro. Ed è questo che succede ai due. Fili non perdona a Scanna la sua denuncia, che gli è costato la perdita di una prestigiosa promozione e l'inizio di una parabola discendente; Scanna svilupperà per Fili un odio profondo, dovuto alle sue costanti angherie e alla sensazione (non sbagliata) di essere stato preso di mira. Una rivalità che raggiunge il suo culmine durante un turno di guardia alla polveriera: Fili, dopo un'insolita confidenza a Scanna, gli strappa il fucile con l'inganno, e Scanna, per tutta risposta, lo atterra con un cazzotto, si riprende il fucile e minaccia di ucciderlo "senza che nessuno può dire niente".
Il film si concluderà con la morte del tenente Fili, sulla falsa riga di Palla di Lardo in Full Metal Jacket?
No, e anche qui si vedrà il cambiamento di Scanna: l'impetuoso soldato ha imparato a tenere a bada i suoi istinti (e Fili, anche per questo, capisce che è il momento di prendersi le sue responsabilità e in un inatteso senso di giustizia propone la promozione di Scanna a caporale).
Un film che denuncia molti degli aspetti deteriori della vita militare, ma non la vita militare in quanto tale (e infatti qualcuno sceglie di restare). E che, anche per questo, non è la trasposizione italiana di Ufficiale e Gentiluomo o di Full Metal Jacket. A differenza del primo, dopotutto, parla chiaramente di ciò che non andava nelle caserme e non ne mostra una visione idealizzata. Ma, a differenza del secondo, lascia trasparire anche i non pochi aspetti positivi, a partire dal forte cameratismo che si crea tra i commilitoni e della maturazione personale a cui vanno incontro alcuni di loro, a partire da Scanna.
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giuseppe cappelluti
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martedì 23 marzo 2021
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un film di denuncia, ma non in toto
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Scanna e il Tenente Fili. Due personalità praticamente opposte: estroverso, impulsivo, poco avvezzo alle regole e pronto a sacrificarsi per le persone amate l'uno, chiuso, ligio al dovere, calcolatore ma allo stesso tempo insicuro e tormentato dai demoni l'altro. Il primo viene benvoluto praticamente da tutti, dalla ragazza ai commilitoni e persino dal "nonno" toscano con cui all'inizio ha litigato più volte; il secondo finisce per essere sfiduciato dai superiori, abbandonato dalla moglie e per diventare oggetto di sberleffi da parte dei colleghi.
Due persone così possono o scontrarsi o in qualche modo cercarsi, in qualche modo attratti dai punti di forza dell'altro.
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Scanna e il Tenente Fili. Due personalità praticamente opposte: estroverso, impulsivo, poco avvezzo alle regole e pronto a sacrificarsi per le persone amate l'uno, chiuso, ligio al dovere, calcolatore ma allo stesso tempo insicuro e tormentato dai demoni l'altro. Il primo viene benvoluto praticamente da tutti, dalla ragazza ai commilitoni e persino dal "nonno" toscano con cui all'inizio ha litigato più volte; il secondo finisce per essere sfiduciato dai superiori, abbandonato dalla moglie e per diventare oggetto di sberleffi da parte dei colleghi.
Due persone così possono o scontrarsi o in qualche modo cercarsi, in qualche modo attratti dai punti di forza dell'altro. Ed è questo che succede ai due. Fili non perdona a Scanna la sua denuncia, che gli è costato la perdita di una prestigiosa promozione e l'inizio di una parabola discendente; Scanna svilupperà per Fili un odio profondo, dovuto alle sue costanti angherie e alla sensazione (non sbagliata) di essere stato preso di mira. Una rivalità che raggiunge il suo culmine durante un turno di guardia alla polveriera: Fili, dopo un'insolita confidenza a Scanna, gli strappa il fucile con l'inganno, e Scanna, per tutta risposta, lo atterra con un cazzotto, si riprende il fucile e minaccia di ucciderlo "senza che nessuno può dire niente".
Il film si concluderà con la morte del tenente Fili, sulla falsa riga di Palla di Lardo in Full Metal Jacket?
No, e anche qui si vedrà il cambiamento di Scanna: l'impetuoso soldato ha imparato a tenere a bada i suoi istinti (e Fili, anche per questo, capisce che è il momento di prendersi le sue responsabilità e in un inatteso senso di giustizia propone la promozione di Scanna a caporale).
Un film che denuncia molti degli aspetti deteriori della vita militare, ma non la vita militare in quanto tale (e infatti qualcuno sceglie di restare). E che, anche per questo, non è la trasposizione italiana di Ufficiale e Gentiluomo o di Full Metal Jacket. A differenza del primo, dopotutto, parla chiaramente di ciò che non andava nelle caserme e non ne mostra una visione idealizzata. Ma, a differenza del secondo, lascia trasparire anche i non pochi aspetti positivi, a partire dal forte cameratismo che si crea tra i commilitoni e della maturazione personale a cui vanno incontro alcuni di loro, a partire da Scanna.
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