Gli intoccabili

Un'avvincente e impeccabile ricostruzione degli anni '30 condotta a gonfie vele dal buon mestiere di De Palma, dal cast di stelle (in cui spiccano un memorabile Connery, Oscar come attore non protagonista, e il sempre convincente De Niro), dai solidi contributi tecnici - musiche di Ennio Morricone, fotografia di Stephen H. Burum e abiti di Giorgio Armani -, "Gli intoccabili" va preso per quel che è, un attento omaggio al gangster-film anni '30 un po' troppo vittima dei luoghi comuni del suo genere. C'è chi sbalordisce davanti alla scena della stazione di sicuro impatto, chi, magari uno spettatore più colto, invece ridacchia. Il film è un compendio di citazioni che riprendono gli autori prediletti da De Palma, da Welles a Kurosawa, a Peckinpah e Eijzenstein. E' comunque un film passato alla storia, magari un po' sopravvalutato, e come al solito De Palma provvede a spaccare in due la critica e il pubblico: chi lo apprezza perché, anche se molto manieristica, la sua vocazione al cinema è visionaria e originale, chi invece non sopporta questo uso troppo insistito e ricorrente degli stereotipi. Senza di questi, forse, non sarebbero nati i suoi thriller più riusciti come "Vestito per uccidere" e "Blow Out", per non parlare di "Omicidio a luci rosse".