Un'opera che non nega i riferimenti a Dreyer e Polanski. Da giovedì 8 agosto al cinema.
di Giancarlo Zappoli
Lo stesso Lars e lo scrittore Niels Vørsel hanno scritto la sceneggiatura di un film dal titolo "Il commissario e la puttana" che, nel momento in cui stanno per presentarlo al referente dell'Istituto Danese del cinema, scompare dal computer. Sono costretti a correre ai ripari e in cinque giorni devono elaborare una nuova sceneggiatura. Decidono di ambientarla in un futuro in cui esplode un'epidemia di peste e di avere come protagonista un medico idealista che decide di lasciare la città che si è difesa dal morbo per andare a curare i malati. Non sa di essere diventato un involontario trasmettitore del fenomeno epidemico.
Von Trier prosegue la propria sperimentazione sulla forma cinema giocando sulla commistione tra realtà e la sua rappresentazione. Il regista prosegue la sua ricerca sul rapporto tra cinema e realtà concedendosi una libertà ancora maggiore rispetto al precedente L'elemento del crimine.
L'ipnosi gioca un ruolo fondamentale nel finale del film grazie al quale si porta a compimento l'impianto narrativo esplicitato in una sorta di linea del tempo tracciata su un muro.