Regalo di Natale |
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Un film di Pupi Avati.
Con Gianni Cavina, Carlo Delle Piane, Diego Abatantuono, Alessandro Haber, George Eastman (II).
continua»
Drammatico,
durata 101 min.
- Italia 1986.
MYMONETRO
Regalo di Natale
valutazione media:
3,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sul tavolo vecchi rancori e nuovi tradimenti.di Great StevenFeedback: 70013 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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martedì 15 febbraio 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
REGALO DI NATALE (IT, 1986) diretto da PUPI AVATI. Interpretato da DIEGO ABATANTUONO, CARLO DELLE PIANE, GIANNI CAVINA, ALESSANDRO HABER, GEORGE EASTMAN, KRISTINA SEVIERI, GIANNA PIAZ ● Tre amici di vecchia data (Ugo, Lele e Stefano) decidono di organizzare una partita a poker per la serata di Natale, installandosi nella villa che Stefano si è fatto prestare dalla propria amante. Lele è un nevrotico critico di cinema bistrattato da conoscenti e superiori, e cerca, con una possibile vincita, di guadagnare soldi sufficienti per pubblicare un volume su John Ford; Ugo lavora come annunciatore per una televisione privata, è divorziato e ha quattro figli; Stefano gestisce una palestra e, malgrado la sua relazione clandestina sopracitata, viene palesata la sua omosessualità. Alla partita viene invitato anche il misterioso avvocato Antonio Sant’Elia, proprietario di una fabbrica di giocattoli elettronici, molto ricco e sul conto del quale si sa soltanto che ama il poker, nonostante il vizio del gioco gli faccia perdere ogni volta ingenti somme. Nessuno dei tre amici possiede però le risorse economiche per fronteggiare la fortuna finanziaria dell’industriale, motivo per cui un quarto amico viene anch’egli invitato a partecipare, e si tratta di Franco, gestore di un importante cinema milanese. Quest’ultimo è particolarmente abile con le carte e, all’apparenza, è anche il solo a poter contrastare sul piano finanziario Sant’Elia. Intenzionato a ristrutturare la sua sala, l’uomo accetta, a patto che ognuno giochi per conto suo, e tale decisione è motivata dal fatto che Franco e Ugo, in un passato più o meno recente, ebbero un aspro disaccordo che Franco non ha ancora perdonato all’amico. Inizia così la partita, e si delineano immediatamente gli unici due avversari: Franco e Sant’Elia. Un duello che favorisce il primo fin dall’inizio, poiché l’avvocato pare non essere un esperto del gioco, il che lo mette in netto svantaggio. Mano dopo mano, Franco si accorge però che la partita è in realtà un regolamento di conti: tant’è che, di fronte a due poste in palio che egli non può permettersi di pagare in caso di sconfitta, decide di chiedere qualche minuto di pausa per poter effettuare la scelta giusta. Lele gli sconsiglia di continuare e viene allontanato dalla sala; in camera da letto lo raggiunge Ugo – il motivo di discordia fra loro era che una ragazza di nome Martina, unica donna davvero amata con passione da Franco, lo avesse tradito proprio con Ugo – e qui sembra avvenire una tiepida rappacificazione. Ma niente da fare: Franco si mostra determinato a sapere quanto ha in mano Sant’Elia. Questi gli propone una sorta di regalo di Natale: l’abbuono del denaro perduto fino a quel momento, a patto di non rivelare le carte con cui lo ha sfidato e andarsene via come se niente fosse accaduto. Franco decide di vedere, e purtroppo è costretto a soccombere di fronte al poker di donne dell’industriale, il quale intasca 500 milioni di lire, l’intera posta in palio accumulata durante la partita. Franco, il mattino successivo, arriva a capire l’inganno: l’avvocato Sant’Elia, fingendosi uno sprovveduto a cui piaceva perdere, era in realtà un baro professionista con cui Ugo ha spartito metà e metà il mezzo miliardo per vendicarsi dell’ex amico; non a caso, l’intera serata era stata organizzata per truffare Franco.
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