steffa
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giovedì 28 dicembre 2023
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intrattenimento filosofico
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una di quelle ciambelle riuscite col buco, senza troppe pretese vuole restare un film prevalentemente di intrattenimento ma con tanti messaggi importanti su cui riflettere, la pellicola risulta molto genuina e spontanea, e scorre piacevole senza forzature, tra ambientazioni affascinanti ed un cast di alto livello
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scanto
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venerdì 18 agosto 2023
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un film sopravvalutato
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Nonostante un'accoglienza generalmente positiva da parte di critica e pubblico, il film di Annaud è tutt'altro che un capolavoro. La riduzione a due ore di un libro di centinaia e centinaia di pagine non poteva non comportare una semplificazione della trama e una sensibile diminuzione dei personaggi, tuttavia la sceneggiatura appare troppo superficiale e riduttiva anche nella presentazione dei protagonisti della vicenda, trasformandoli in figure bi-dimensionali, se non addirittura stereotipate; cioè totalmente positive o totalmente negative, a differenza del romanzo dove invece le zone d'ombra e di luce dei vari caratteri sono molto meno definite.
Il Guglielmo da Baskerville di Sean Connery sembra un detective da romanzo giallo, senza una vera personalità, proprio come la maggioranza dei suoi "colleghi" della letteratura poliziesca vera e propria; macchine investigative la cui unica funzione è indagare e smascherare i colpevoli.
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Nonostante un'accoglienza generalmente positiva da parte di critica e pubblico, il film di Annaud è tutt'altro che un capolavoro. La riduzione a due ore di un libro di centinaia e centinaia di pagine non poteva non comportare una semplificazione della trama e una sensibile diminuzione dei personaggi, tuttavia la sceneggiatura appare troppo superficiale e riduttiva anche nella presentazione dei protagonisti della vicenda, trasformandoli in figure bi-dimensionali, se non addirittura stereotipate; cioè totalmente positive o totalmente negative, a differenza del romanzo dove invece le zone d'ombra e di luce dei vari caratteri sono molto meno definite.
Il Guglielmo da Baskerville di Sean Connery sembra un detective da romanzo giallo, senza una vera personalità, proprio come la maggioranza dei suoi "colleghi" della letteratura poliziesca vera e propria; macchine investigative la cui unica funzione è indagare e smascherare i colpevoli. Parla per frasi fatte ("Elementare Adso", ma non solo), e all'inizio esercita le sue capacità deduttive, non ritrovando il cavallo disperso dell'abate, come nel romanzo, ma indicando ad Adso la strada per le latrine, in una scena forse più adatta ad una parodia che non ad una trasposizione cinematografica ufficiale. Il suo passato di inquisitore è appena accennato, e non c'è traccia del tormento interiore che ha causato il suo rifiuto di continuare ad emettere sentenze contro gli eretici.
Ma anche l'altra faccia della medaglia, incarnata da Bernardo Gui, è un po' troppo limitata nelle sue caratteristiche di personaggio negativo a tutto tondo (anche se Abraham fa il possibile per farne una figura più sfaccettata) e la sua morte, completamente inventata, dato che il vero Bernardo Gui morì tranquillamente nel suo letto nel 1331, cioè quattro anni dopo l'anno in cui è ambientata la storia, appare molto "fumettistica" (nel senso più deteriore del termine, giusta giusta da dare in pasto al pubblico delle sale più popolari (dove mi aspetto nel momento della caduta nel baratro sia scoppiato anche qualche applauso).
Tutte le altre figure, con l'eccezione forse di Salvatore dell'ottimo Ron Perlman, appaiono convenzionali e prive di spessore; personaggi da teatrino delle marionette, intenti a rappresentare in maniera didascalica il bene o il male senza alcun tipo di sfumatura. Il frate dedito a pratiche omosessuali, Berengario, è rotondo e soffice come un bombolone, non si perita di fissare ostentatamente i giovani frati di bell'aspetto, e ha i modi leziosi e melliflui che il grosso pubblico è abituato ad associare a questa tipologia di personaggi; di contro il vecchio Jorge, cieco e repellente, e quasi più mostruoso del gobbo Salvatore nell'aspetto, sembra già pronto per un film dell'orrore.
La bella fotografia di Tonino Delli Colli e gli accurati costumi di Gabriella Pescucci, e le splendide scenografie di Dante Ferretti, che si ispirò anche ai dipinti di Escher per le scene del labirinto, non bastano a risollevare il prodotto finale, e a tratti paiono persino sprecati per un film che pur battendo bandiera europea sembra frutto della Hollywood più conformista.
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elgatoloco
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lunedì 22 marzo 2021
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spettacolare, non sempre capace di "veicolare"
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"The Name of the Rose"(Jean.Jacques Annaud, scritto da Andreww Birkin, Gérard Brach, Howard Franklin e Alain Godard, 1986, dal classico romanzo.saggio di Umberto Eco)narra della detection di William of Baskerville, francescano dotto, presso un conveneto benedettino in Piemonte, dove avvengono terribili delitti in serie, che la"Santa Inquisitio"attribuisce al Maligno, ma William, razionale più che"uomo di fede", scopre la verità, con l'aiuto del suo giovane assistente. Decisamente , la biblioteca, enorme, nasconde misteri, come li nascondono tutti i frati del convento stesso ma la verità, in qualche modo e a prezzo di ritorsioni terribili(cfr.
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"The Name of the Rose"(Jean.Jacques Annaud, scritto da Andreww Birkin, Gérard Brach, Howard Franklin e Alain Godard, 1986, dal classico romanzo.saggio di Umberto Eco)narra della detection di William of Baskerville, francescano dotto, presso un conveneto benedettino in Piemonte, dove avvengono terribili delitti in serie, che la"Santa Inquisitio"attribuisce al Maligno, ma William, razionale più che"uomo di fede", scopre la verità, con l'aiuto del suo giovane assistente. Decisamente , la biblioteca, enorme, nasconde misteri, come li nascondono tutti i frati del convento stesso ma la verità, in qualche modo e a prezzo di ritorsioni terribili(cfr.l'incendio nel finale)si farà comunque strada. Da premettere è, in ogni caso, che un romanzo come quello di Umberto Eco, teorico della semiiotica ma anche storiico medievista, ricchissimo di elementi culturali e di distinzioni relative alle differenti posizioni teologiche e filosofiche comunque esistenti nella"Media Aetas"non può essere "impunemente"oggetto di una trasposizione filmica, per un film che è megaproduzione europea, che è stato scritto da ben quattro differenti sceneggiatori, che ha impegnato produttori cinemantografici e catene TV di tutta Europa, che punta comunue sulla spettacolarità oltre che(ma era fatale)e più che sulla trasmissione di conoscenze e conoscenza. Il risultato è dunque "sospeso", con spunti che raggiungono l'obiettivo desiderato e altri elementi che rimangono"tra parentesi", non adeguatamente svolti,. Come interprete risalta, anche perché è protagonista Sean Connery, finalmente in un ruolo in cui può rbadire di non essere solo il protagonista di "My Name is Bond, James Bond"(con tutto che di quelle serie di film rimane interprete insostituibile e impareggiabile), bene anche F.Murray Abrahan, nella parte dell'inquistore, l'antagnonista di William, Christian Slater(il giovane assistente), Michael Lonsdale il cabarettista Helmut QUaltinger, Kim Rossi Stuart, allora agli esordi, qualche altro(a)personaggio, ma in complesso rimane un giudizio complessivo su un film che sa accentuare le tinte fosche, senza sapere mettere(ma certo non era facile in partenza e si è rivelato non esserlo, cammin facendo)adeguatamente in luce quelle caratteristiche teoriche(insisto sulk motivo del romanzo.saggio, sempre insito nel libro)che pure sono essenziali per capire il testo, inteso come romanzo ma anche poi come sarebbe dovuto risultare il fil. Troppi personaggi, inseriti in un contesto iper.spettacolare. El Gato
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giulio andreetta
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lunedì 12 ottobre 2020
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ottimo film che fa riflettere e immaginare
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Ottimo film (4 stelline) diretto da Jean-Jacques Annaud, con la partecipazione di Sean Connery e Christian Slater. Entrambi offrono interpretazioni veramente travolgenti, il primo impersona un intelligentissimo frate-detective (Guglielmo da Baskerville), il secondo il suo fedele allievo (Adso da Melk). Connery è impegnato infatti nel film (come nel pregevole libro di Umberto Eco da cui è tratta la narrazione) a scovare l'identità di un misterioso assassino che colpisce in segreto all'interno di una abbazia benedettina. Film veramente ammirevole non solo per la trama avvincente, ma anche per una splendida fotografia che indubbiamente trasporta lo spettatore in un mondo medievale ricco di mistero e leggende.
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Ottimo film (4 stelline) diretto da Jean-Jacques Annaud, con la partecipazione di Sean Connery e Christian Slater. Entrambi offrono interpretazioni veramente travolgenti, il primo impersona un intelligentissimo frate-detective (Guglielmo da Baskerville), il secondo il suo fedele allievo (Adso da Melk). Connery è impegnato infatti nel film (come nel pregevole libro di Umberto Eco da cui è tratta la narrazione) a scovare l'identità di un misterioso assassino che colpisce in segreto all'interno di una abbazia benedettina. Film veramente ammirevole non solo per la trama avvincente, ma anche per una splendida fotografia che indubbiamente trasporta lo spettatore in un mondo medievale ricco di mistero e leggende.
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xxx
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mercoledì 8 novembre 2017
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non mi ha convinto.
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Mai considerato un capolavoro a differenza di altri, bello ci mancherebbe, ma non entusiasma più di tanto, de gustibus.
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aristoteles
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venerdì 19 agosto 2016
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elementare adso!!
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Purtroppo è proprio così,in alcuni momenti il film è elementare.
Non che non ci sia piaciuto,meriterebbe di essere visionato solo per l'accattivante ambientazione e gli splendidi costumi,ma con qualche accortezza in più avremmo potuto gridare al capolavoro.
La giustizia al tempo degli Inquisitori era davvero somministrata in maniera becera,quando non si riusciva ad arrivare alla soluzione di un enigma,si preferiva addossare la colpa a qualche peccatore posseduto dal Diavolo e si chiudeva il capitolo.
Fortunatamente,in questo caso,arriva il nostro buon frate Guglielmo da Baskerville(mitico Connery),accompagnato dal giovanissimo Adso(e giovanissimo Slater) che con l'arguzia del grande investigatore cercherà di risolvere una serie di efferati omicidi davvero surreali.
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Purtroppo è proprio così,in alcuni momenti il film è elementare.
Non che non ci sia piaciuto,meriterebbe di essere visionato solo per l'accattivante ambientazione e gli splendidi costumi,ma con qualche accortezza in più avremmo potuto gridare al capolavoro.
La giustizia al tempo degli Inquisitori era davvero somministrata in maniera becera,quando non si riusciva ad arrivare alla soluzione di un enigma,si preferiva addossare la colpa a qualche peccatore posseduto dal Diavolo e si chiudeva il capitolo.
Fortunatamente,in questo caso,arriva il nostro buon frate Guglielmo da Baskerville(mitico Connery),accompagnato dal giovanissimo Adso(e giovanissimo Slater) che con l'arguzia del grande investigatore cercherà di risolvere una serie di efferati omicidi davvero surreali.
Il mistero c'è,il "Giallo"pure e le descrizioni dei personaggi sono meritevoli.
Purtroppo nell'abbazia non si riesce ad incontrare un monaco che sia degno di chiamarsi tale,in molti infatti tendono al peccato non veniale sembrando più seguaci degli Inferi che non del buon Dio Salvatore.
L'unico che sembra avere la testa e sopratutto il cervello sulle spalle è il nostro protagonista in attesa di riscatto da precedenti infondate accuse.
Il tutto si segue ben volentieri,Adso scoprirà l'amore passionale e tutta l'attività investigativa alla Sherlock Holmes,compreso finale non vi lascerà delusi a patto di affrontare la visione con lo spirito di assistere ad un thriller piuttosto che ad una commedia drammatica o storica.
Un ultimo appunto,va bene l'atmosfera cupa in linea con gli eventi narrati,ma un un po più di illuminazione per non innalzare il nostro livello di cecità andava prodotta.
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maurizio biondo
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lunedì 4 aprile 2016
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james bond vestito da frate
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questo film svela come l'attore non esiste. Ciascun attore è sempre e comunque legato allo stereotipo che lo ha reso più o meno celebre....e da lì non scappa!
La conferma in questo film è su Sean Connery, che è il tipo "fascinoso-facoltoso gentleman" qui si mette un vestito da frate,ma recita,si muove ed ha sempre e comunque la faccia del "fascinoso-facoltoso gentleman"!
Non esiste attore che può essere polivalente cioè essere credibile nel ruolo del ricco,del povero,del poliziotto,del ladro,del prete,del giudice ecc... ciascun attore è incatenato al proprio stereotipo.
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questo film svela come l'attore non esiste. Ciascun attore è sempre e comunque legato allo stereotipo che lo ha reso più o meno celebre....e da lì non scappa!
La conferma in questo film è su Sean Connery, che è il tipo "fascinoso-facoltoso gentleman" qui si mette un vestito da frate,ma recita,si muove ed ha sempre e comunque la faccia del "fascinoso-facoltoso gentleman"!
Non esiste attore che può essere polivalente cioè essere credibile nel ruolo del ricco,del povero,del poliziotto,del ladro,del prete,del giudice ecc... ciascun attore è incatenato al proprio stereotipo.
Al Pacino è il poliziotto,Stallone il macho, Di Caprio il ragazzino, Rourke il tormentato,Micheal Douglas il riccone...eccetera...
il film è pessimo.
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fabio57
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giovedì 24 dicembre 2015
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mitico eco
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Non amo molto Eco che trovo eccessivamente cerebrale e cervellotico.Grande rispetto per la sua cultura e il suo spessore intellettuale ,ma francamente le sue elucubrazioni a volte sono troppo impegnative.Tuttavia il libro da cui trae ispirazione questo film è un'opera notevole ,forse il lavoro migliore prodotto dalla grande penna di Eco, il film è buono e Connery è grande anche quando non fa 007.
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marco petrini
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lunedì 12 ottobre 2015
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giallo targato eco
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Film molto bello, girato in modo esemplare, con interpreti di livello assoluto. Sean Connery dimostra, ancora una volta, di non essere "solo" un agente segreto dei giorni nostri. Film vedibile e rivedibile molte volte: avvincente!
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aristoteles
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lunedì 20 luglio 2015
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discreto
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Non è un capolavoro assoluto ma un buon film. Un accattrivante giallo medioevale. Sean Connery fa le veci di Sherlock Holmes "Elementare Adso" . la storia è bella ed intigante e l'ambientazione è meravigliosa anche se nelle parti al buio si fa un pò fatica a seguire l'azione. I veri demoni sono i monaci stessi ,possibile che l'unico decente sia Guglielmo ????
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