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Dal romanzo autobiografico di Elizabeth McNeill(pare non entusiasmante),un film che ha segnato l'immaginario collettivo anche oltre gli anni '80,ma facendo parlare di se per i motivi più superficiali.Flop negli USA(7 milionii di incasso per 17 di budget),fu invece un enorme successo in Europa(specie in Francia e Italia,merito di un'abile campagna pubblicitaria che giocò ampiamente con i trailer suggerendo un'effimera carica sessuale nelle scene sexy)e divenne un cult dell'eros con i 2 protagonisti lanciati come sex symbol.Ma se Rourke è al top del fascino,la Basinger ha una bellezza che più acqua e sapone non potrebbe essere.C'è voluto un pò prima che la gente capisse,specie la critica(ai tempi in patria impietosa a livello unanime,se si esclude Rogert Ebert),che questo è tutto fuorchè un film erotico:oltre alla regia prevalentemente patinata nelle sequenze spinte(comunque entrate tutte nel mito a partire dallo strip della Basinger sulle note di "You Can Leave Your Hat On" di Joe Cocker,diventata il sottofondo per eccellenza per spogliarelli)e una trama piuttosto esile,a farla da padronre sono toni cupi e angosciosi,accentuati dalla fotografia spesso giocata sui controluce.E dalle numerose sequenze che riprendono la vita per le strade e i locali di New York,anzichè gioia e vitalità emergono ancora di più il vuoto e l'alienazione dei protagonisti,emblematici della dark side dell'era reaganiana rampante e narcisista.E destinati entrambi laciarsi cicatrici indelebili nel finale.Prodotto e sceneggiato da Zalman King,che ne sfrutterà il sucesso per "Orchidea Selvaggia".Julian Beck,co-fondatore dei Living Theatre,compare alla cena a casa di Elizabeth.Pare che Ron Jeremy fece da consulente per le sequenze erotiche.Nella scena della mostra si intravede Ronnie Wood.Un pietosissimo seguito 11 anni dopo,e altri remake apocrifi.
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