ilpredicatore
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sabato 10 aprile 2010
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ultimo episodio di una saga monumentale
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E' l'epilogo. Pregevole, ricco di suspense e inebriante l'incipit su Tatooine con i protagonisti alle prese con Jabba The Hutt, terribile gangster circondato da cacciatori di taglie e in possesso di Han Solo ancora ibernato. Scontro decisivo con Boba Fett, e poi il Rancor, il pozzo di Sarlacc, la fine di Jabba e via su Endor, pianeta vegetale abitato dagli Ewok, graziosi orsetti odiati e mai perdonati a Lucas dai fan. A parte questo ci troviamo sempre in un episodio fantastico e spettacolare della saga, l'ultimo. Notevole la sequenza di inseguimenti nella foresta di Endor, mirabile la battaglia finale. Terminato finalmente l'addestramento, Luke Skywalker è pronto a confrontarsi con le sue paure e soprattutto col padre-avversario Darth Vader in uno scontro decisivo, ma stavolta sarà presente anche l'Imperatore, il cattivo per eccellenza della saga, l'incarnazione del Male, la sua essenza, l'uomo dietro l'Impero e la caduta della Repubblica, il diavolo tentatore.
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E' l'epilogo. Pregevole, ricco di suspense e inebriante l'incipit su Tatooine con i protagonisti alle prese con Jabba The Hutt, terribile gangster circondato da cacciatori di taglie e in possesso di Han Solo ancora ibernato. Scontro decisivo con Boba Fett, e poi il Rancor, il pozzo di Sarlacc, la fine di Jabba e via su Endor, pianeta vegetale abitato dagli Ewok, graziosi orsetti odiati e mai perdonati a Lucas dai fan. A parte questo ci troviamo sempre in un episodio fantastico e spettacolare della saga, l'ultimo. Notevole la sequenza di inseguimenti nella foresta di Endor, mirabile la battaglia finale. Terminato finalmente l'addestramento, Luke Skywalker è pronto a confrontarsi con le sue paure e soprattutto col padre-avversario Darth Vader in uno scontro decisivo, ma stavolta sarà presente anche l'Imperatore, il cattivo per eccellenza della saga, l'incarnazione del Male, la sua essenza, l'uomo dietro l'Impero e la caduta della Repubblica, il diavolo tentatore. E come ha fatto col padre e con altri prima di lui, cerca di portare Luke dalla sua parte, lo seduce, lo spinge a cedere alla rabbia e all'odio. C'è un'altra speranza per la Galassia, Luke scopre difatti di avere una sorella gemella con poteri Jedi, e siamo quasi tentati a pensare che sarà lei alla fine a rimettere tutto a posto quando Luke appare troppo debole, ma invero è Darth Vader la vera sorpresa (ancora una volta) dell'episodio con la scelta finale che dà finalmente ragione alla profezia del Prescelto accennata sin dal primo episodio. Uno dei cattivi più convincenti di tutti i tempi finisce per redimersi e per tornare un Jedi come un tempo, un'ultima buona azione dopo una vita piena di conflitti interiori e di Lato oscuro. Anakin è l'eroe di Star Wars, il vero protagonista (parlando di tutta la saga). Memorabile quindi tutta la sequenza tra i due Sith e Luke Skywalker. Alla fine torna la pace nella Galassia, ma non nei nostri cuori, perché qui Star Wars si conclude (diciassette anni dopo tornerà con la nuova trilogia, ma Lucas narrerà gli avvenimenti precedenti), giunge al suo termine una delle saghe più sensazionali e fantastiche mai raccontate e mostrate sul grande schermo. Lucas ne esce come abile narratore, grande sognatore, pioniere della nuova Fantascienza. Star Wars, eterno, inimitabile, universale, immenso. Un capolavoro per i nostri occhi, un sogno per le nostre menti, un posto intoccabile nei nostri cuori.
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emy
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sabato 24 gennaio 2009
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un indimenticabile gioiello di fantascienza
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Siamo arrivati alla conclusione della più grande saga di fantascienza della storia del cinema. Star Wars ha veramente rivoluzionato il concetto di fantascienza, non esiste e non esisterà mai una trilogia che nel suo genere saprà dare di più. L'ultimo capitolo dell'epopea è quello che ha il compito di chiudere definitivamente il grande cerchio della storia. Luke, il grande cavaliere Jedi ormai consacrato alla sua arte, affronta con l'alleanza ribelle l'ultima incredibile battaglia contro l'impero galattico che deciderà le sorti future dell'universo. Siamo usciti dalle atmosfere cupe e claustrofobiche del precedente capitolo, che aveva visto il giovane Skywalker, durante il suo addestramento, alle prese con le influenze negative del lato oscuro della forza che lo avevano offuscato e reso schiavo delle sue paure più profonde.
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Siamo arrivati alla conclusione della più grande saga di fantascienza della storia del cinema. Star Wars ha veramente rivoluzionato il concetto di fantascienza, non esiste e non esisterà mai una trilogia che nel suo genere saprà dare di più. L'ultimo capitolo dell'epopea è quello che ha il compito di chiudere definitivamente il grande cerchio della storia. Luke, il grande cavaliere Jedi ormai consacrato alla sua arte, affronta con l'alleanza ribelle l'ultima incredibile battaglia contro l'impero galattico che deciderà le sorti future dell'universo. Siamo usciti dalle atmosfere cupe e claustrofobiche del precedente capitolo, che aveva visto il giovane Skywalker, durante il suo addestramento, alle prese con le influenze negative del lato oscuro della forza che lo avevano offuscato e reso schiavo delle sue paure più profonde. Qui i colori si riaccendono, la trama si fa più scorrevole ed incalzante e il nostro eroe ora è un tenace guerriero al servizio della forza pronto a scacciare dalla galassia il malvagio imperatore.
Il film è una totale esplosione di spettacolari effetti speciali e di scenografie fuori dal comune, la storia ha una forza narrativa davvero incredibile, gli attori si muovono in un universo sempre più vasto ed intriso di pericoli di ogni sorta, tutto per arrivare alla fine alla memorabile sequenza di combattimento a spade laser tra il giovane Luke e suo padre Vader dinanzi al crudele imperatore. Questo film rappresenta un mondo fantastico, pieno di creature e personaggi di ogni sorta creati con fantasia ed innovazione, un mondo che vede comunque l'uomo padrone della galassia, combattere con la sua stessa specie per stabilire il dominio del territorio. Inoltre questo film è una risoluta dimostrazione della forza positiva del bene sul male, che alla fine riesce sempre a prevalere. Richard Marquand resterà sempre nella memoria, per questa sua prova di grande cinema che da qualsiasi punto di vista la si voglia analizzare resterà sempre e solo, Star Wars, la più grande saga di fantascienza del grande schermo.
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joker 91
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martedì 22 maggio 2012
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finale di una trilogia grandiosa
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Il ritorno dello jedi arreca un finale veramente dignitoso ad una delle saghe più grandi di tutti i tempi. Il film è un vero trionfo di effetti speciali che culminano nel grandioso finale epico e commovente della distruzione della Morte Nera ed nello scontro tra Luke Fener in presenza di un Mcdiarmid imperatore già all'epoca grandioso con il suo personaggio che innalza qualitativamente il livello del film. Lucas ci svela le ultime verita dedite alla famiglia di Luke,il cast è ottimale nel mantenimento dei propri ruoli con le adeguate metamorfosi che i personaggi hanno compiuto dal 4 episodio. Un film forse un po discontinuo come non ottima è la scelta sin troppo fanciullesca della battaglia con gli orsacchiotti che stona davanti all
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Il ritorno dello jedi arreca un finale veramente dignitoso ad una delle saghe più grandi di tutti i tempi. Il film è un vero trionfo di effetti speciali che culminano nel grandioso finale epico e commovente della distruzione della Morte Nera ed nello scontro tra Luke Fener in presenza di un Mcdiarmid imperatore già all'epoca grandioso con il suo personaggio che innalza qualitativamente il livello del film. Lucas ci svela le ultime verita dedite alla famiglia di Luke,il cast è ottimale nel mantenimento dei propri ruoli con le adeguate metamorfosi che i personaggi hanno compiuto dal 4 episodio. Un film forse un po discontinuo come non ottima è la scelta sin troppo fanciullesca della battaglia con gli orsacchiotti che stona davanti all'andazzo degli altri episodi
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gepy7
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martedì 7 aprile 2015
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veramente spaziale!!
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Considerato (forse a torto) il minore dei tre film della prima, memorabile trilogia, Il ritorno dello jedi non sfigura di fronte al sequel, "Empire strikes back" forse un pò sopravvalutato e maniene in parte le promesse della vigilia, all'uscita nel 1983. L'idea è quella di unire il gusto tipico della Disney (e infatti la casa americana ha recentemente acquistato i diritti) con la visione spaziale e cavalleresca di Lucas, dove l'epica mitologica è rivisitata secondo l'uso geniale delle tecnolige più moderne. Eppure molte cose non funzionano nel film: per 40 minuti sembra di assistere, nella parte centrale, a un film per la tv, la regia è piatta e i tocchi "alla Lucas" si vedono solo nel finale, gli orsacchiotti del film sono inutili e detestabili e la figura dell'Imperatore (Ian McDiarmid) è purtroppo sprecata dalla sceneggiatura.
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Considerato (forse a torto) il minore dei tre film della prima, memorabile trilogia, Il ritorno dello jedi non sfigura di fronte al sequel, "Empire strikes back" forse un pò sopravvalutato e maniene in parte le promesse della vigilia, all'uscita nel 1983. L'idea è quella di unire il gusto tipico della Disney (e infatti la casa americana ha recentemente acquistato i diritti) con la visione spaziale e cavalleresca di Lucas, dove l'epica mitologica è rivisitata secondo l'uso geniale delle tecnolige più moderne. Eppure molte cose non funzionano nel film: per 40 minuti sembra di assistere, nella parte centrale, a un film per la tv, la regia è piatta e i tocchi "alla Lucas" si vedono solo nel finale, gli orsacchiotti del film sono inutili e detestabili e la figura dell'Imperatore (Ian McDiarmid) è purtroppo sprecata dalla sceneggiatura. Comincia con una scena da film dei Muppet per poi avventurarsi nelle foreste stile Indiana Jones, tornare nello spazio dove, nell'ennesimo ( e già visto) attacco finale si consuma il destino della famiglia Skywalker, padre e figlio. Frattanto, dal 1977, la fantascienza non era rimasta ferma al palo ma ci aveva offerto prodotti assai più meditati di Star wars, dall' "Alien" i Scott ( e Blade Runner) alla 'Cosa' di Carpenter, passando per la fantasy apocalittica dei Mad Max e 'Fuga da New York', dove si avvertiva la visione pessimistica dei cineasti rispetto agli entusiasmi reaganiani degli USA dei primi 80. I tempi non erano maturi per Lucas (vedi l'ottimo, ultimo episodio 'La vendetta dei Sith'), così il film, mischiando l'alta tecnolgia al videogame, i pupazzi ai miti del Santo Graal, si attesta su posizioni da cinema ultra spettacolare e adrenalinico fedele allo spirito adolescenziale che pervase la generazione dei fan di "Guerre stellari". Evitabile la versione dvd o blu ray, pessime le aggiunte se non inutili, come quella di sostituire l'ologramma di Sebastian Shaw (Anakin Skywalker da vecchio) con quello di Hayden Christensen, il cattivo della nuova trilogia meno espressivo di Dave Prowse con la maschera nera di Darth Vader. Bello il finale, con la redenzione finale del cattivo, una creatura -macchina d'acciaio- moderna versione di Frankestein adattata dal regista Lucas alla cultura wagneriana che pervade tutta la trilogia.
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jackpug
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sabato 15 agosto 2015
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un passo indietro rispetto ai precedenti due film
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Ecco l'ultimo capitolo della "trilogia originale" di Star Wars : "Episodio VI" non è un cattivo film ma probabilmente non al livello dei precedenti "Episodio IV" e "Episodio V" che avevano trame e dettagli molto più intriganti ed interessanti.
"Episodio VI" sembra puntare di più sull'emozione e sui personaggi principali ma meno riguardo la storia e i dettagli e, quindi, lo fa apparire purtroppo come il più debole della "trilogia originale".
Buon film per passare tranquilli un paio di ore senza pensieri ma non raggiunge il fascino dell'inizio con "Episodio IV" e neppure l'atmosfera cupa e più dark vista in "Episodio V".
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Ecco l'ultimo capitolo della "trilogia originale" di Star Wars : "Episodio VI" non è un cattivo film ma probabilmente non al livello dei precedenti "Episodio IV" e "Episodio V" che avevano trame e dettagli molto più intriganti ed interessanti.
"Episodio VI" sembra puntare di più sull'emozione e sui personaggi principali ma meno riguardo la storia e i dettagli e, quindi, lo fa apparire purtroppo come il più debole della "trilogia originale".
Buon film per passare tranquilli un paio di ore senza pensieri ma non raggiunge il fascino dell'inizio con "Episodio IV" e neppure l'atmosfera cupa e più dark vista in "Episodio V".
Bello rivedere i protagonisti a cui ci siamo perfino affezionati ma il prezzo è quello di ritrovare elementi fastidiosi come gli Ewoks ( quasi al livello di Jar-Jar in "Episodio I" ! ) e momenti alquanto monotoni nel palazzo di Jabba ( e un pò disgustosi ... ).
Il meglio sta nell'emozionante finale in cui Darth Vader si rivela veramente a Luke ... ma per il resto il film ( comunque meglio dei deludenti "Episodio I" e "Episodio II" ) lascia un pò a desiderare ... ma comunque un bel finale.
Tuttavia lo consiglio per vedere tutti la "trilogia originale" o la saga di Star Wars.
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claudiofedele93
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venerdì 13 novembre 2015
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star wars : il ritorno dello jedi
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Chiudere una storia non è mai semplice, la conclusione di un’epopea durata ben sei annate è un momento cruciale nella vita di un qualunque regista o casa di produzione, in special modo se quello che ti trovi tra le mani non è un prodotto di nicchia, che punta tutto sulla qualità abbozzando l’aspetto relegato unicamente al fattore del pubblico e dell’incasso, ma una vera e propria fonte di intrattenimento che fa del gradimento dei fans un dettaglio essenziale per la propria buona riuscita. La conclusione, di quella che fu un tempo la prima trilogia originale di Star Wars può apparire più come una maledizione ed una condanna che una benedizione o una ricompensa dopo anni di attesa.
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Chiudere una storia non è mai semplice, la conclusione di un’epopea durata ben sei annate è un momento cruciale nella vita di un qualunque regista o casa di produzione, in special modo se quello che ti trovi tra le mani non è un prodotto di nicchia, che punta tutto sulla qualità abbozzando l’aspetto relegato unicamente al fattore del pubblico e dell’incasso, ma una vera e propria fonte di intrattenimento che fa del gradimento dei fans un dettaglio essenziale per la propria buona riuscita. La conclusione, di quella che fu un tempo la prima trilogia originale di Star Wars può apparire più come una maledizione ed una condanna che una benedizione o una ricompensa dopo anni di attesa. George Lucas torna con il suo cavallo di battaglia preferito al cinema, nientemeno che tre anni dopo il magnifico L’Impero Colpisce Ancora, e stavolta non si tratta di condurre gli spettatori verso nuovi lidi sconosciuti o mondi inesplorati, bensì di aver le capacità tecniche e visive per mettere la parola “Fine”ad un Universo che in meno di dieci ha conquistato gran parte del pubblico di tutto il Mondo.
Successivamente al drammatico e repentino cliffhanger avvenuto con il quinto atto, sei mesi dopo, Luke Skywalker e Leila decidono di tornare sul pianeta Tatooine per liberare il comandante Han Solo, tenuto prigioniero, ibernato in una lastra di graffite, dal temibile Jabba The Hut. Grazie all’aiuto di Lando Calrissian, ed alle nuove capacità Jedi apprese dall’allievo di Yoda e Kenobi, il piano di liberazione funziona e dopo una rocambolesca fuga l’azione si concentra su quello che, a tutti gli effetti, si rivelerà essere il tanto agognato conflitto finale. Sulla luna boscosa di Endor, infatti, Solo, Leila,Chewbacca dovranno disattivare uno scudo deflettore per permettere alle milizie dell’Alleanza di distruggere una nuova (e più potente) Morte Nera, all’interno della quale soggiorna l’Imperatore. In tutto questo, Luke deve trovare la forza di combattere suo padre, Darth Fener, resistere al lato oscuro e salvare la Galassia dall’oblio.
Il Ritorno dello Jedi è un esperimento interessante, una conclusione a suo modo efficace e coerente con quanto visto in precedenza con gli episodi passati, ma, l’opera data in mano da Lucas al gallese Richard Marquad, al contempo rivela molti punti deboli che influenzano in modo considerevole il giudizio finale, impossibilitandola ad assurgersi quale ennesimo capolavoro del genere. La saga di Guerre Stellari, pur rimanendo una produzione incapace di invecchiare con gli anni e dimostrando una considerevole resistenza alle mode odierne o passate, conclude il proprio ciclo evidenziando più lacune che spunti geniali ed innovazioni. Dopo l’introduttivo capitolo IV, vero precursore di quella “Galassia lontana, lontana…” che avrebbe stregato milioni di persone, e dopo un atto di passaggio persino migliore, sotto alcuni punti di vista, dell’esordio, anche Lucas mette il piede in fallo e, nel farlo, commette tutta una serie di piccoli errori che rendono veramente difficile considerare, in via definitiva, questo epilogo all’altezza non solo dei due precedenti lavori, ma nemmeno lontanamente rispettoso, per certi versi, nei riguardi del materiale di partenza.
Non si può, pur tuttavia, bocciare in toto The Return of the Jedi, perché il lungometraggio di Marquandha dalla sua il fatto di saper reggere in maniera egregia l’intero piano narrativo grazie ad una regia ispirata ed attenta, non eccessivamente piatta o pesante, questo gli va riconosciuto; eppure alcune idee nate proprio in fase di sceneggiatura sono davvero poco condivisibili e rimangono tutt’ora di dubbio gusto. Creare, nel complesso, una climax come quella venuta fuori dalla storia di Luke, che vive di echi epici cavallereschi, impiantati in un contesto fantasy futuro dal sapore a volte dispotico, per poi farla venir meno proprio nel momento emotivamente più alto, sotto il profilo del pathos e della drammaticità, non è, di certo, una trovata degna di lode, tant’è che, ad onor del vero, l’entrata in scena di alcuni comprimari, quali gli Ewooks, i pelosi abitanti della luna di Endor, evidenzia un totale crollo della tensione accumulatasi nei momenti passati, capace di stroncare quasi totalmente le scene più importanti e le battute conclusive di una storia che era riuscita, sopratutto con The Empire Strikes Back, a dare vita ad un alone tragico quasi pari a quello delle più note opere teatrali.
Seppur rivolto ad un pubblico molto ampio e vasto, capace di comprendere sia adulti che bambini, Il Ritorno dello Jedi, nel voler farsi apprezzare su larga scala da un’ampia fetta di fan limita la sua bellezza e profondità, quel fascino oscuro che, dietro a battute o siparietti esilaranti, si era venuto a creare grazie ai molti conflitti interiori che erano emersi in passato, a cui era stato conferito un peso maggiore nell’economia della produzione.
Non è, infatti, un male aver pensato di inserire un popolo indigeno primitivo, a stretto legame con la natura e quasi totalmente estraneo alla tecnologia, come quello degli Ewooks, ma la loro presenza nel conflitto finale, con conseguente vittoria, è pari quasi ad una parodia della storia d’origine stessa. Il guaio è che, seppur fortunatamente lontano da quell’eccessiva serietà che contraddistingue il cinema di Nolan nei comics, il sesto episodio di Star Warsnon mostra la maturità necessaria per soddisfare appieno chi, in platea, desiderava un prodotto degno di quanto visto in precedenza.
Rimedia solo in parte il duello finale tra Luke e suo padre Anakin, davanti ad un Imperatore sempre più convinto di aver il potere assoluto sulle menti altrui, e per quanto la redenzione di Fener si palesi come un momento di storia del cinema, nel tirare le somme, rimane l’amaro in bocca nel constatare che situazioni tanto estreme vengano poi affiancate a sequenze comiche del tutto fuori luogo, che, in teoria, dovrebbero essere anch’esse tragiche.
Volendosi allontanare da quella fantascienza drammatica e pessimistica, quale quella che poteva essere sorretta da capolavori come Mad Max, Alieno Blade Runner, l’ultimo progetto di Lucas affonda in una costruzione superficiale di una conclusione che di epico ha ben poco, se non gli attimi in cui sono Jedi e Sith a vivere sullo schermo, grazie anche alle sempre indimenticabili melodie di John Williams.
Non tutto il male viene, però, per nuocere, poiché la prima ora di film resta un affascinante connubio di grottesco, dramma, erotismo e tensione ancor oggi esaltante e coinvolgente. La figura di Jabba, accompagnata sempre dal suono della tuba, che rispecchia la sua poderosa obesità, si dimostra fin da subito come un’icona pop difficile da dimenticare, così come il suo palazzo abitato dai più famigerati cacciatori di taglie, persone poco raccomandabili o prive di una qualunque etica. E’ un caleidoscopio intrigante ed interessante, simile, per certi versi, al locale in cui, due pellicole avanti, entrava Kenobiassieme a Luke, allora nemmeno uno Jedi, alla ricerca di piloti capaci di allontanarli il più velocemente possibile da Tatooine. Quello che ai tempi non era nemmeno un cavaliere, ora è uno Jedicompleto, astuto e potente, capace di piegare il volere delle menti deboli grazie all’ausilio della Forza, sua alleata.
Star Wars - Il Ritorno dello Jedi, vive un po’ troppo sui riflessi indimenticabili di chi l’ha preceduto e si adagia troppo sulla concezione di essere un episodio conclusivo, chiude con delle riserve considerevoli una saga che poteva ambire ad una conclusione migliore, non tanto sul piano tecnico, dato che alcune inquadrature, come quelle in volo sui veicoli su Endor, sono a dir poco spettacolari, né tanto meno per quel che concerne la realizzazione degli effetti speciali, all’avanguardia ed ancora oggi credibili, ma sull’aspetto narrativo e della sceneggiatura. Se da un lato, infatti, abbiamo la crescita del conflitto tra padre e figlio, il potere sempre più insistente del lato oscuro, e la paura che Luke passi davvero tra le fila del male in alcune o più sequenze, dall’altro va fatto notare come tutta questa tensione venga totalmente distrutta da una battaglia totalmente priva di quel pathos e dramma capace di renderla funzionale ai fini della vicenda.
Gli Ewooks, per quanto carini e simpatici, metafora di quei popoli che sono stati spazzati via dai conquistatori, un tempo, rappresentano l’anti-climax per eccellenza, facendo venir meno toni e momenti che avrebbero maggiormente beneficiato di tutta una serie di azioni estreme o tragiche. Fortuna che, se da un lato abbiamo questa semplicista visione della guerra, dall’altro sono le tematiche portate avanti da un’intera esalogia ad alzare considerevolmente l’asticella della qualità. Luke cerca in suo padre quel bene in cui egli stesso crede più di quest’ultimo, e la distruzione dell’Impero e del suo Imperatore fa da cornice ad una redenzione tanto amara quanto profonda, toccante nella sua semplice e brutale bellezza.
In definitiva per The Return of the Jedi poteva esser fatto di più, questo è certo, sopratutto nei riguardi di una storia tanto affascinante ed innovativa quanto derivata da comics e letteratura classica, ma Lucas, in questo modo, ha dato la possibilità di poter permettere, in un futuro, a registi più esperti o sceneggiatori particolarmente ispirati di rimediare e mettere mano su una saga che necessita di un finale nettamente più appagante. La Galassia di Guerre Stellari, per quanto salva, ha bisogna ancora di essere esplorata, può ancora dare molto ed offrire un intrattenimento di tipo intelligente e divertente, capace di farsi apprezzare sia dagli adulti che dai più piccoli in modo equilibrato.
Il Ritorno dello Jedi proietta noi tutti a quel Risveglio della Forza ambientato ben trent’anni dopo i fatti accaduti in quest’epilogo, trascina fan ed appassionati in un futuro ormai prossimo con il quale molti vogliono tornare ad avere una certa confidenza. In fondo è sempre stato così, prerogativa delle più esaltanti storie, nelle quali le parole e le immagini scorrono come un fiume in piena incapaci di fermarsi, dando vita a mondi e personaggi inimmaginabili, ma reali, che si animano sullo schermo e sulle pagine di un libro. Ogni avventura che si rispetti però, si narri di uomini e donne, automi, alieni, maghi, streghe, cavalieri o burberi Wookie, inizia sempre con lo stesso preciso schema, perché tale è il paradigma della madre di tutte le immortali leggende: “C’era una volta, tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana….”.
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filippo catani
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mercoledì 23 dicembre 2015
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lo scontro finale
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Skywalker si è ritirato nel suo pianeta d'origine ma non rinuncia all'idea di liberare il suo amico Ian Solo dalla prigionia. Nel frattempo l'Imperatore e Lord Fener stanno preparando una nuova arma micidiale contro i Ribelli ma sono soprattutto interessati a mettere le mani su Skywalker.
Ecco diciamo che questo è forse il capitolo meno forte della trilogia e che vive dell'annunciato scontro finale tra Fener, l'Imperatore e Skywalker. Per il resto la pellicola vive di nuovi personaggi, inseguimenti e insomma di quanto già si era visto in precedenza se non per la rivelazione che Yoda farà in punto di morte e che sarà confermata da Obi One.
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Skywalker si è ritirato nel suo pianeta d'origine ma non rinuncia all'idea di liberare il suo amico Ian Solo dalla prigionia. Nel frattempo l'Imperatore e Lord Fener stanno preparando una nuova arma micidiale contro i Ribelli ma sono soprattutto interessati a mettere le mani su Skywalker.
Ecco diciamo che questo è forse il capitolo meno forte della trilogia e che vive dell'annunciato scontro finale tra Fener, l'Imperatore e Skywalker. Per il resto la pellicola vive di nuovi personaggi, inseguimenti e insomma di quanto già si era visto in precedenza se non per la rivelazione che Yoda farà in punto di morte e che sarà confermata da Obi One. La trilogia comunque ha fatto la storia e nel suo complesso e assolutamente memorabile.
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iuriv
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giovedì 11 febbraio 2016
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il gran finale. almeno per quei tempi.
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Richard Marquand si prende la responsabilità di dare un finale a una delle saghe più amate di sempre. Difficoltà che sale alle stelle se si considera la qualità dell’episodio V.
L’operazione riesce a metà. Dal punto di vista estetico e scenografico il film ha poco o niente da invidiare ai suoi predecessori, anche se a volte si nota un’inevitabile effetto riciclo.
Se si guarda al lato narrativo, invece, ci si accorge di come Lucas (qui alla sceneggiatura) decida di spogliare la storia dall’atmosfera relativamente cupa presente nel secondo capitolo, restituendole quell’aria pupazzosa e infantile della pellicola originale. Scelta che sottolinea la cifra stilistica che l’autore vuole imprimere alla saga e che si può anche decidere di accettare.
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Richard Marquand si prende la responsabilità di dare un finale a una delle saghe più amate di sempre. Difficoltà che sale alle stelle se si considera la qualità dell’episodio V.
L’operazione riesce a metà. Dal punto di vista estetico e scenografico il film ha poco o niente da invidiare ai suoi predecessori, anche se a volte si nota un’inevitabile effetto riciclo.
Se si guarda al lato narrativo, invece, ci si accorge di come Lucas (qui alla sceneggiatura) decida di spogliare la storia dall’atmosfera relativamente cupa presente nel secondo capitolo, restituendole quell’aria pupazzosa e infantile della pellicola originale. Scelta che sottolinea la cifra stilistica che l’autore vuole imprimere alla saga e che si può anche decidere di accettare.
Ciò che invece sembra un limite della sceneggiatura è l’ossessiva presenza dei momenti di esposizione. La prima parte del film è coperta di dialoghi e situazioni statiche che servono a Lucas e Marquand per enfatizzare i temi della storia, quasi temessero che il pubblico si dimentichi lo scopo di tutto quello che va in scena.
La vittima più illustre di queste scelte è il ritmo: nella prima metà la trama si muove imprigionata in una gelatina densissima, faticando parecchio ad andare avanti. L’apice si raggiunge nel momento in cui la principessa fa conoscenza con l’orsetto nella luna boscosa. Un vero buco nero.
Verso la fine i dubbi di Luke e Darth Vader riescono a specchiarsi nell’azione che accade attorno a loro. E’ il momento più avvincente della pellicola, che qui ritrova il brio che sembrava perduto. L’unico neo è che le battaglie sembrano un mash up dei finali dei primi due capitoli, rafforzando la sensazione di deja vu presente in tutta la visione.
Un finale indegno dunque? Si, ma solo se lo si confronta con l’Impero Colpisce Ancora. Se si va a guardare il primo film, l’idea è che, tutto sommato, questo fosse l’unico modo di portare a termine una saga che fa della semplicità la sua prerogativa principale.
Certo, così quello che è il capolavoro della serie risulta essere l’unico vero alieno della galassia lontana lontana.
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