Cane bianco

Un film di Samuel Fuller. Con Paul Winfield, Kristy McNichol, Burl Ives, Paul Bartel Titolo originale White Dog. Drammatico, durata 89 min. - USA 1982.
   
   
   

o bianco o nero Valutazione 4 stelle su cinque

di davide_chiappetta


Feedback: 7859 | altri commenti e recensioni di davide_chiappetta
venerdì 7 gennaio 2011

E' un bellissimo film non c'è dubbio, la mano di Fuller si vede eccome, dalle inquadrature senza fronzoli, dalla fotografia, alla sceneggiatura. Burl Ives, totalmente diverso dal padre coriaceo di Newman in 'La gatta sul tetto che scotta', o nella parte di un altro duro in 'La notte senza legge' di Toth, qui al contrario fa tenerezza nella sua umanità, alla fine siamo divisi tra il povero Burl per terra sanguinante a causa degli attacchi feroci del cane bianco, e il cane stesso che muore con le spalle girate ai tre protagonisti e gli occhi tristi rivolti verso la camera, un po come Randolph Scott moriva in modo simile in un duello con le spalle rivolte a Joel Mcrea in 'Sfida nell'Alta Sierra' del grande regista crepuscolare Peckinpah.
E' un film che parla sul razzismo e lo fa in modo molto originale, non è assolutamente un film razzista, come fu creduto da alcuni all'uscita del film, tanto che fu censurato e sforbiciato in alcuni paesi, dicevo non lo è perchè Fuller nei suoi film è stato sempre a favore di tutte le razze che siano neri, coreani, indiani o nisei, anzi usava il colore della pelle per farci vedere dentro noi stessi cosa ne pensavamo su alcuni argomenti delicati. La sceneggiatura porebbe sembrare all'inizio un pò ingenua, un po forzata, ad esempio quando la ragazza viene aggredita da uno stupratore e viene salvata dal cane che lei aveva adottato proprio qualche giorno prima, ma lo fa in modo diretto senza quelli orpelli narrativi che vengono usati di solito per nascondere queste 'forzature', e questo è gia un pregio, siamo entrati nel campo del pamphlet. E questa scena è importantissima perchè paradossalmente a ciò che è stato detto poco fa su tale sequenza, essa serve a rendere credibile il perchè la ragazza si affezioni al cane, e nello stesso tempo il perchè si ostini tanto a non voler far sopprimere il cane dopo le prime avvisaglie del suo comportamento.
Ma non è un film a tesi del solito regista intellettuale di turno, è un film viscerale come tutti i film di Fuller, un film in cui ha il pieno controllo dalla sceneggiatura al montaggio, un film in cui si mostra preparatissimo negli argomenti che lui vuole esporre (i dettagli del canile, i particolari sul lavoro di domatore di belve per i film hollywdiani, cosi come la spiegazione del condizionamento per rendere qualsiasi cane un killer, la genialità,se cosi possiamo dire, del fatto che il genere canino vedi bianco e nero, e di conseguenza la ferocia razzista dell'animale si riversava solo su due tipi di razze umane... penso che non sia un caso , sempre se è quello che penso io, che il domatore nero aveva una maglietta bianca nei test finali, e questa possa essere la chiave di lettura del motivo che il cane si sfoghi alla fine contro i bianchi), Fuller e Kubrick sono per molti versi simili (a prescindere che il film possa ricordare forse alla lontana 'Arancia meccanica'), entrambi girano solo quanto hanno argomenti validissimi, sono entrambi profondi e perfezionisti, curano molto la fotografia e le inquadrature, anche se con budget diversi, bellissimi i rallenty del cane che va all'attacco, o le carrellate sulle sue fauci del cane, cosi come le riprese dal basso a dell'addestratore nero Paul Winfield, che insieme a Ives da grandi prove attoriali, ci dimentichiamo che sono attori, (in una scena vediamo Ives sudato che parla a ruota libera e in modo entusiasta, e poco dopo si ferma e diventa serio pronto ad ascoltare la ragazza che gli chiede aiuto, questo mi ricorda sia Paul Dubov nel film 'il Kimono scarlatto' che in modo quasi identico spiega a due sbirri losangeliani le mosse di un karateka in una scena teatrale, e mi ricorda anche Cris Penn che sudaticcio da scherzoso diventa serio mentre ascolta il suo amico Michael  Madsen alias Vic Sorriso nel film 'Reservoir Dogs'), sono molo belle anche alcune sequenza a tempo di musica di Morricone che creano nello stesso tempo anche un angoscia palpabile, e altre inquadrature con primi piani e campi lunghi specie nella lotta tra il cane e il domatore degne del miglior Leone, cosi come alcune cesure brusche e nette tra una sequenza e un altra che ricordano tanto il già citato Kubrick. Peccato che non ha avuto un percorso facile di visione pubblica, questo a causa dei soliti benpensanti che non sanno vedere la di la del proprio naso.
Un film da vedere assolutamente per chi non vuole vedere i soliti film aria-fritta che danno ultimamente.
 

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patrigiulia mercoledì 23 maggio 2012
belle recensioni ma... Valutazione 0 stelle su cinque
25%
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75%

Vorrei far presente a Davide che le sue recensioni sono molto ben fatte nei concetti e mostrano grande conoscenza e passione per il cinema ma la forma spesso è scorretta, vi sono errori di ortografia ( NON da tastiera) e di grammatica e un lessico talvolta ripetitivo o inappropriato. Spero non se la prenda,dovrebbe farsi rivedere i testi prima di pubblicarli.

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