Per ogni popolo esistono degli stereotipi caricaturali che più o meno scherzosamente lo identificano in modo ben poco lusinghiero: noi italiani, ad esempio, siamo spesso associati al mafioso che mangia spaghetti e suona il mandolino; certamente è ingiusto essere ridotti ad una tale macchietta, ma sappiamo anche che c’è un fondo di verità.
Lo stereotipo dell’americano di provincia, da non confondere con i sofisticati abitanti delle grandi metropoli della East Coast, è quello dello zoticone ben poco acculturato ed un po’ volgare, che adora ogni tipo di eccesso; insomma l’Homer Simpson della nota serie animata. Questa pellicola diretta da Hal Needham sembra quasi celebrare tale tipo di sottocultura popolare a stelle e strisce, offrendo uno spettacolo incentrato su un mix di motori roboanti, ragazze procaci e provocanti, tanta azione e comicità greve e grossolana.
Needhamaveva già realizzato qualche anno prima un’operazione simile con la sua opera prima, “Il bandito e la madama”, dove però il taglio era più misurato. Con questa pellicola viceversa Needham la butta in vacca, come si dice con un’espressione alquanto colorita, adoperando una narrazione molto sopra le righe che in definitiva lo porta a realizzare un film più comico che d’azione, invertendo i rapporti di forza tra questi due generi rispetto alla già citata opera prima del regista statunitense.
Il film si caratterizza inoltre per presentare un’ampia carrellata di personaggi stravaganti, se non proprio cafoni, uno più improbabile dell’altro, ognuno dei quali interpretato da popolarissimi beniamini del pubblico americano. Così il ricco cast annovera Burt Reynolds, già protagonista del precedentemente citato “Il bandito e la madama”, qui chiamato a formare una ben assortita coppia comica col divertente e corpulento Dom DeLuise; la popolarissima star televisiva Farrah Fawcett; Roger Moore ovvero l’agente 007 allora “in carica”, per così dire; due vecchie glorie intramontabili come Dean Martin e Sammy Davis Jr.; un giovanissimo Jackie Chan, già comparso in qualche film di kung fu con Bruce Lee, ma che al tempo era celebre solo in oriente, raggiungendo la grande fama presso il pubblico americano solo molti anni dopo; ed infine Peter Fonda presente con una particina proprio minuscola, con cui riveste i panni del motociclista anni dopo il leggendario Easy Rider.
Pellicola senza pretese, ma che offre un intrattenimento un po’ troppo terra terra, quasi bambinesco.
Buone le musiche.
Il film ottenne comunque un notevolissimo successo al botteghino, tanto che Needham girò tre anni dopo il numero due, confermando lo stesso impianto narrativo e la gran parte del cast.
Nei titoli di coda vengono fatti vedere alcuni divertenti ciak tagliati, con una scelta sicuramente innovativa per il tempo.
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