dandy
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martedì 12 gennaio 2021
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riscattarsi con la fama.
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Il rilancio del musical alla soglia degli anni'80,dove i protagonisti inseguono l' "American Dream" e cercano la fuga dalle loro realtà disastrate(chi vive nel quartiere povero,chi ha conflitti con la famiglia,chi viene mandato via dalla scuola e chi finisce col montarsi la testa).Le vicende sono risapute e classiche,ma la prima parte con l'ingresso dei nuovi allievi ha un'efficienza da documentario,i toni sono abbastanza equilibrati(belli e divetenti i dialoghi spigliati) e le coreografie e i numeri musicali trascinanti(a partire da quello in strada al ritmo della celebre "Fame",premiata con l'Oscar col resto della colonna sonora).Spigliata la regia di Parker,basata sul montaggio dinamico e spezzettato.
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Il rilancio del musical alla soglia degli anni'80,dove i protagonisti inseguono l' "American Dream" e cercano la fuga dalle loro realtà disastrate(chi vive nel quartiere povero,chi ha conflitti con la famiglia,chi viene mandato via dalla scuola e chi finisce col montarsi la testa).Le vicende sono risapute e classiche,ma la prima parte con l'ingresso dei nuovi allievi ha un'efficienza da documentario,i toni sono abbastanza equilibrati(belli e divetenti i dialoghi spigliati) e le coreografie e i numeri musicali trascinanti(a partire da quello in strada al ritmo della celebre "Fame",premiata con l'Oscar col resto della colonna sonora).Spigliata la regia di Parker,basata sul montaggio dinamico e spezzettato.Celebre la scena in cui i protagonisti vanno a vedere "The Rocky Horror Picture Show" imitandone situazioni e battute.L'enorme successo diede il via a una serie televisiva e a un filone proseguito fino ai giorni nostri ma purtroppo,a partire dal 2000,aggiornato al vuoto dei tempi odierni:il penoso remake del 2009 ne è l'esempio lampante.
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cinefilo
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domenica 28 luglio 2019
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arte e vita
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Bello il messaggio che trapela dal film: per essere un buon artista è necessaria una buona tecnica, ma non è sufficiente; si deve guardare in fondo a se stessi, fare esperienze e vivere.
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il conformista
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venerdì 25 febbraio 2011
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macedonia
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Film invecchiato male, macedonia di situazioni che rimangono superficiali. Ottima fotografia da pubblicità, alcuni bei momenti come il travolgente balletto nella strada della scuola e nella sala mensa. Personaggi perlopiù di una rara antipatia. Freddino come sarà qualche anno dopo "Evita".
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ilmago99
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mercoledì 3 novembre 2010
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semplicemente grandioso
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lo sappiamo tutti che questo film e un cult anni 80 ma rimane ancora oggi una pietra miliare. nel 79 quando aveva finito di dirigere forman hair il musical con tutte le buone nel 75 c e stato il capolavoro di jim sharman the rocky horror picture show quello che rimane il miglior musical della storia del cinema dopo c e stato questo che rimane un titolo di leggenda fame che si susseguono le vicende di alcuni scolari che vogliono essere famosi con violini pianoforti danze balletti pop e le chitarre dopo fanno un concerto di cui cambiera la vita di questi scolari provare per credere tra cui c e stata una serie televisiva cult poi c e stato il remake fame ma il vecchio sara forse il piu forte di tutti con le buone con le cattive la rabbia gli amori i setimenti i mollamenti e gl
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lo sappiamo tutti che questo film e un cult anni 80 ma rimane ancora oggi una pietra miliare. nel 79 quando aveva finito di dirigere forman hair il musical con tutte le buone nel 75 c e stato il capolavoro di jim sharman the rocky horror picture show quello che rimane il miglior musical della storia del cinema dopo c e stato questo che rimane un titolo di leggenda fame che si susseguono le vicende di alcuni scolari che vogliono essere famosi con violini pianoforti danze balletti pop e le chitarre dopo fanno un concerto di cui cambiera la vita di questi scolari provare per credere tra cui c e stata una serie televisiva cult poi c e stato il remake fame ma il vecchio sara forse il piu forte di tutti con le buone con le cattive la rabbia gli amori i setimenti i mollamenti e gli schiaffi questo film aprera tutti i cuori di persone e sicuramente dai vecchi dai bambini e dai genitori per me questo e il piu bello di tutti resentato dalla metro goldwyn mayer e diretto da un regista che ha diretto gia fuga di mezzanotte alan parker io ve lo consiglio di guardarlo e di comprarlo un gran bel film
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toto
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lunedì 3 dicembre 2007
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ciao tommy
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francesca
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venerdì 30 dicembre 2005
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la vita per l'arte
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Passione, sacrifici, delusioni e brevi momenti di felicità: tutto questo in nome dell'arte.Tutto questo è la vita,la vita di chi si dedica al sacro fuoco,la vita dei protagonisti di FAME.
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andrea
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giovedì 26 aprile 2001
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"parker si riscalda"
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Con questo famosissimo musical si aprono gli anni 80’ e trova un nuovo respiro (di notorietà) questo genere in cui sempre più si fanno largo i dialoghi e una trama che vorrebbe essere consistente (e che invece, assieme alle vicende superficialmente affrontate dei protagonisti, costituisce la parte più debole del film). Nel decennio appena concluso Forman aveva tentato, deludentemente (nonostante le ottime coreografie), con Hair (79’) di chiudere in bellezza il decennio seventy nel quale Sharman aveva realizzato con “The Rocky Horror Picture Show” (75’) quello che rimane il più bel musical rock della storia del cinema, tranquillamente accostabile a classici del “musical puro” come “Cappello a cilindro” del 35’, vertice dell’insuperabile coppia Astaire-Rogers o al geniale “Cantando sotto la pioggia” dove non si sa se scegliere i balletti di Kelly (da solo nella celebratissima sequenza “sotto la pioggia” o con la Reynolds), le evoluzioni “antigravitazionali” di O’Connor (purtroppo più conosciuto per la leggera serie di “Francis il mulo parlante”) o le spettacolari gambe della Charisse.
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Con questo famosissimo musical si aprono gli anni 80’ e trova un nuovo respiro (di notorietà) questo genere in cui sempre più si fanno largo i dialoghi e una trama che vorrebbe essere consistente (e che invece, assieme alle vicende superficialmente affrontate dei protagonisti, costituisce la parte più debole del film). Nel decennio appena concluso Forman aveva tentato, deludentemente (nonostante le ottime coreografie), con Hair (79’) di chiudere in bellezza il decennio seventy nel quale Sharman aveva realizzato con “The Rocky Horror Picture Show” (75’) quello che rimane il più bel musical rock della storia del cinema, tranquillamente accostabile a classici del “musical puro” come “Cappello a cilindro” del 35’, vertice dell’insuperabile coppia Astaire-Rogers o al geniale “Cantando sotto la pioggia” dove non si sa se scegliere i balletti di Kelly (da solo nella celebratissima sequenza “sotto la pioggia” o con la Reynolds), le evoluzioni “antigravitazionali” di O’Connor (purtroppo più conosciuto per la leggera serie di “Francis il mulo parlante”) o le spettacolari gambe della Charisse. Parker esce dal decennio precedente con un film (il bellissimo “Fuga di mezzanotte”) completamente opposto per temi e toni a questo nel quale la cosa che “gli” riesce meglio sono i balletti, veramente trascinanti, e la bellissima colonna sonora che assieme alla celeberrima canzone, che dà il titolo al film e alla serie tv che seguì, vinse l’Oscar (serie tv in cui si aggiungono altri personaggi fondamentali, rispetto a quelli solo abbozzati nel film, come lo studente Danny Amatullo o Debbie Allen nella parte dell’insegnante di danza e che rappresenta la miglior serie musical prodotta via cavo). I meriti del film sono, quindi, da imputare al coreografo, al compositore e ad Irene Cara piuttosto che a Parker, che ha il merito, invece, di imprimere una rivitalizzante notorietà al genere, dare spunto per l’omonimo serial tv, ma, soprattutto, di “scaldarsi i muscoli” per la realizzazione del ben più completo (dal punto di vista sia registico che della direzione degli attori) “The Commitments”, suo miglior musical o film-musicale, dove la straordinaria e indimenticabile voce di Andrew Strong non fa di certo rimpiangere quella della Cara.
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