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carlo75
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giovedì 4 settembre 2025
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con herzog, nosferatu diventa un simbolo di dolore e malinconia.
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"Nosferatu, il principe della notte" di Werner Herzog e' un adattamento cinematografico unico e affascinante della leggenda di Dracula. Il film e' un omaggio al classico muto del 1922 di F.W. Murnau, ma Herzog non si limita a rifare l'originale, bensi' lo reinterpreta in modo personale e innovativo. La scelta di Klaus Kinski come Conte Dracula e' stata geniale, poiche' l'attore tedesco porta sullo schermo una presenza inquietante e ipnotica. La sua interpretazione del vampiro e' complessa e sfaccettata, mostrando una creatura che non e' solo un mostro, ma anche un essere tragico e malinconico, condannato a vivere nell'ombra e a nutrirsi del sangue degli altri. La storia segue le orme dell'originale, ma con alcune differenze significative.
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"Nosferatu, il principe della notte" di Werner Herzog e' un adattamento cinematografico unico e affascinante della leggenda di Dracula. Il film e' un omaggio al classico muto del 1922 di F.W. Murnau, ma Herzog non si limita a rifare l'originale, bensi' lo reinterpreta in modo personale e innovativo. La scelta di Klaus Kinski come Conte Dracula e' stata geniale, poiche' l'attore tedesco porta sullo schermo una presenza inquietante e ipnotica. La sua interpretazione del vampiro e' complessa e sfaccettata, mostrando una creatura che non e' solo un mostro, ma anche un essere tragico e malinconico, condannato a vivere nell'ombra e a nutrirsi del sangue degli altri. La storia segue le orme dell'originale, ma con alcune differenze significative. Il personaggio di Lucy Harker, interpretato da Isabelle Adjani, e' piu' forte e determinato rispetto alla versione del 1922, e il suo sacrificio finale e' ancora piu' drammatico e intenso. Il film e' anche noto per le sue immagini potenti e suggestive, che richiamano l'estetica espressionista tedesca degli anni '20. Le scene di apertura e chiusura sono particolarmente memorabili, con il viaggio di Jonathan Harker attraverso i Carpazi e la diffusione della peste a Wismar. Inoltre, il film affronta temi interessanti come la connessione psicosessuale tra Lucy e Dracula, e la rappresentazione della peste come metafora della morte e della decadenza. La colonna sonora aggiunge un'ulteriore dimensione di mistero e inquietudine. "Nosferatu, il principe della notte" e' un capolavoro del cinema horror che merita di essere visto e apprezzato per la sua originalita' e la sua capacita' di evocare emozioni e riflessioni profonde.
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fufa78
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lunedì 28 aprile 2025
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surreale e ipnotico
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Un film molto difficile da recensire e ancora meno da votare, poiché più che di film pare si tratti di un quadro in movimento, di una poesia che prende vita. Non scende mai nell' orrorifico, forse soltanto nella scena della cena quando Jonathan si taglia. Questo è per me un difetto, perché comunque il film parla di non morti, di demoni e spiriti maligni e il Dracula che ci viene proposto, a parte le sembianze cadaveriche innaturali e decisamente inquietanti, non ha nulla che faccia immaginare quanto possa essere maligno e infernale. Sembra più che altro un' anima in agonia, che come un ragno aspetta l' insetto che rimane impigliato nella sua tela.
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Un film molto difficile da recensire e ancora meno da votare, poiché più che di film pare si tratti di un quadro in movimento, di una poesia che prende vita. Non scende mai nell' orrorifico, forse soltanto nella scena della cena quando Jonathan si taglia. Questo è per me un difetto, perché comunque il film parla di non morti, di demoni e spiriti maligni e il Dracula che ci viene proposto, a parte le sembianze cadaveriche innaturali e decisamente inquietanti, non ha nulla che faccia immaginare quanto possa essere maligno e infernale. Sembra più che altro un' anima in agonia, che come un ragno aspetta l' insetto che rimane impigliato nella sua tela.
Trovo francamente un po' ridicole le scene del conte che scarica a braccio le bare. Purtroppo nonu ha suscitato il voluto spavento. È peccato perché gli ingredienti ci sono: la natura che mostra il lato più oscuro e traditore, il gioco di luci e ombre nel castello, quel silenzio irreale, l' apparizione del vampiro nella camera di Jonathan mentre questi dorme, la paura che serpeggia nel villaggio degli zingari, le raccomandazioni a non andare....la scena del fiume che scorre, accompagnata dalla musica cupa e ipnotica bastano a far percepire tutta la malvagità insota anche in qualcosa all' apparenza quieto come un paesaggio di montagna.
Il dialogo fra il conte e Lucy lo trovo forzato. Non si respira pathos. Non si capisce perché il marito venga alloggiato perennemente su una sedia, se la moglie abbia intuito che è divenuto un vampiro. La vita della città è appena abbozzata. Vengono date poche veloci pennellate, giusto quel che basta a fare emergere un senso di disgusto e sconvolgimento, provocato dalla grande quantità di topi ammassati ovunque e anche intorno a gente che nonostante tutto continua a banchettare, come nulla fosse. Solo guardando quelle immagini, pare di sentire l' olezzo dei cadaveri e del sudiciume.
Bellissima e azzeccatissima l' attrice che interpreta Lucy e altrettanto poco sfruttata. Il film avrebbe potuto durare una mezz'ora in più e approfondirai maggiormente.
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albert
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sabato 8 marzo 2025
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ottimo kinski
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Nel 1922 Murnau girò " Nosferatu il vampiro" che è uno dei capolavori del cinema muto tedesco, ma anche mondiale. Con " Nosferatu, il principe della notte", Herzog, più che rifarsi al libro di Stoker, omaggia il connazionale Murnau con un remake. Il film è girato soprattutto in Olanda e la storia, pur nelle sue varianti, è molto conosciuta, anche perché il libro di Stoker è considerato un classico della letteratura, non solo horror. Murnau non aveva i diritti d'autore per usare il nome di Dracula e così escogito' quello di Nosferatu, modificandone alcune caratteristiche. Non vi è un Dracula seduttore, dove la componente erotica ha una funzione importante.
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Nel 1922 Murnau girò " Nosferatu il vampiro" che è uno dei capolavori del cinema muto tedesco, ma anche mondiale. Con " Nosferatu, il principe della notte", Herzog, più che rifarsi al libro di Stoker, omaggia il connazionale Murnau con un remake. Il film è girato soprattutto in Olanda e la storia, pur nelle sue varianti, è molto conosciuta, anche perché il libro di Stoker è considerato un classico della letteratura, non solo horror. Murnau non aveva i diritti d'autore per usare il nome di Dracula e così escogito' quello di Nosferatu, modificandone alcune caratteristiche. Non vi è un Dracula seduttore, dove la componente erotica ha una funzione importante. Herzog punta su un personaggio molto inquietante, interpretato magistralmente da Klaus Kinski( già di suo ha un volto inquietante) attore con cui aveva collaborato in" Aguirre, furore di Dio" e in " Fitzcarraldo". Il trucco lo rende particolarmente terrificante dandogli quell'aspetto cereo di chi naviga tra la vita e la morte. È un film gotico, dalle atmosfere oniriche e molto cupe, come quando, a causa della peste sopraggiunta per colpa dei topi, molte persone portano in spalla una bara, scena molto suggestiva in cui la Morte regna sovrana. Il pregio principale del film sussiste, infatti, in una scenografia di grande valore. Una menzione va fatta anche per Isabelle Adjani, dallo sguardo allucinato, il cui personaggio si immolera' per salvare la città, essendo l'unica ad aver capito come stavano realmente le cose. Piu che discreta anche la prova di Bruno Ganz, nei panni di Jonathan Harper. Degno di nota è anche l'incipit con il volo dei pipistrelli e le mummie messicane, scena che fa già capire allo spettatore cosa comporterà la visione di questo film horror.
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filippo campiglio
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sabato 4 gennaio 2025
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opera non necessaria
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Recensione imperfetta e non richiesta di un film imperfetto e assolutamente non necessario, Nosferatu.
Se il Nosferatu di Murnau era avanguardia espressionista e quello di Herzog gotico romanticismo, il vampiro di Eggers ? un vampiro post-moderno e pornografico, del quale il regista mostra senza vergogna la condizione di immortale non-morto infelice. Eggers mostra tutto, mostra il marcio, le piaghe, la nudit?, il pene del vampiro. Questo Nosferatu desidera, forse come gli altri, di annullare la propria indole, soddisfacendo per? quello che sembra essere non l?esito di una maledizione (come accade negli altri due film) ma il fine delle proprie pulsioni pi? basse. La morte del vampiro non sembra essere la risultanza romantica di una condizione esistenziale ormai opprimente e non pi? sopportabile, ma solamente l?esito infausto della propria corporeit?.
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Recensione imperfetta e non richiesta di un film imperfetto e assolutamente non necessario, Nosferatu.
Se il Nosferatu di Murnau era avanguardia espressionista e quello di Herzog gotico romanticismo, il vampiro di Eggers ? un vampiro post-moderno e pornografico, del quale il regista mostra senza vergogna la condizione di immortale non-morto infelice. Eggers mostra tutto, mostra il marcio, le piaghe, la nudit?, il pene del vampiro. Questo Nosferatu desidera, forse come gli altri, di annullare la propria indole, soddisfacendo per? quello che sembra essere non l?esito di una maledizione (come accade negli altri due film) ma il fine delle proprie pulsioni pi? basse. La morte del vampiro non sembra essere la risultanza romantica di una condizione esistenziale ormai opprimente e non pi? sopportabile, ma solamente l?esito infausto della propria corporeit?. Il Nosferatu di Eggers vuole scopare, sono mille anni che non scopa, ma nel 2025 scoper?! Non sar? nemmeno l?unico, perch? anche al sign. Hutter sar? concessa la stessa sorte! Chi l?avrebbe mai detto che Nosferatu sarebbe diventato, nel 2025, un semplice porco? Quel che lascia l?amaro in bocca ? che qui si ? perso il senso del mistero, dell?ignoto, a favore dell?horror semi-splatter che vojeurizza la bassezza e che per far rabbrividire lo spettatore si avvale dei jumpscare. Da una parte le sue immagini sono fin troppo perfette - sfido chiunque a criticarne la fotografia - dall?altra sembrano non far immergere mai lo spettatore nell?ambientazione, purtroppo. Quando ci occuperemo anche dell'arrosto, oltre che del fumo? Per carit?, un fumo meraviglioso, ma pur sempre fumo. Non bastano i meravigliosi giochi di ombre, i paesaggi mozzafiato e le affascinanti scene folkloristiche: Nosferatu non ? pi? maledetto, non cerca la morte come espiazione ma essa arriva come conseguenza del soddisfacimento di quella che ? la sua volont? pi? bassa [la signora Hutter urla al marito ?tu non mi soddisfi quanto lui?]. ? un vampiro volutamente marcescente, putrido e poco aristocratico: ? la rappresentazione di tutto ci? che di basso si annida nel suo mantello. Fa della propria corporeit? il mezzo del male. Ricordiamoci che gli ? addirittura concesso un quasi appassionato bacio in bocca (a Nosferatu?). Consideratemi un purista, ma nella vera storia non c?? amore, ma solo RICERCA di amore. Un amore che non pu? mai farsi corpo, appunto perch? appartenente ad una alterit? che mette davvero i brividi, e che qui non c??. Questo Nosferatu vuole essere uno di noi, uno del popolo, un rabbioso segaiolo (con poteri sovrannaturali) postmoderno che vuole mandare il mondo in frantumi perch? nessuno lo desidera: idea ben distante da un immortale che di s? niente mostra, se non lunghe mani e viso pallido, e che ulula al mondo la propria solitudine. Il concetto ? lo stesso, ma il modo di raccontarlo ? ben diverso.
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lucaguar
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sabato 4 giugno 2022
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elegante e austero viaggio nella notte
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Herzog si impegna in un maestoso viaggio nella notte, intesa non soltanto in senso cronologico. Egli ci porta con sè nei meandri del negativo, dell'ombra, attraverso la celeberrima storia del conte Dracula, racconto di Stoker per la prima volta portato al cinema da Murnau nel mitico "Nosferatu" del 1922. Herzog, ovviamente, non si ferma certamente al cinema di genere, anche se alcuni stilemi dell'horror sono ben padroneggiati. Egli ci mostra un Dracula-Nosferatu mesto, disperato dalla sua condizione di non-mortale e in fondo soffocato dalla mancanza di amore e dalla sua stessa solitudine. Egli vaga ogni notte nel suo tetro castello nell'ombra, nell'oscurità, "solo con i suoi pensieri"; l'unico piacere che prova è il succhiare sangue umano quando cala la notte.
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Herzog si impegna in un maestoso viaggio nella notte, intesa non soltanto in senso cronologico. Egli ci porta con sè nei meandri del negativo, dell'ombra, attraverso la celeberrima storia del conte Dracula, racconto di Stoker per la prima volta portato al cinema da Murnau nel mitico "Nosferatu" del 1922. Herzog, ovviamente, non si ferma certamente al cinema di genere, anche se alcuni stilemi dell'horror sono ben padroneggiati. Egli ci mostra un Dracula-Nosferatu mesto, disperato dalla sua condizione di non-mortale e in fondo soffocato dalla mancanza di amore e dalla sua stessa solitudine. Egli vaga ogni notte nel suo tetro castello nell'ombra, nell'oscurità, "solo con i suoi pensieri"; l'unico piacere che prova è il succhiare sangue umano quando cala la notte. Il malcapitato Johnatan, agente immobiliare che si reca nel castello per terminare la vendita dello stesso dopo un estenuante viaggio dalla Germania ai Carpazi, rimane vittima del vampiro nonostante tutti, in primis la bellissima moglie, avessero tentato di persuaderlo a non andare. Nosferatu, venuto a conoscenza della sofferenza della moglie per il marito, si reca in Germania dentro una bara per sedurre anche lei. Il suo viaggio però trascina con sè tutto il negativo e la maledizione di cui è portatore e la nave su cui viaggia è presa da una epidemia di peste: ogni membro dell'equipaggio muore o scompare. La cittadina tedesca in cui si reca alla ricerca della bella Lucy è anch'essa presa dalla peste e rimane silanziosa e deserta: emblematica è la scena in cui nella notte Nosferatu corre per la piazza deserta ottenebrando tutto con la sua maledizione e la sua gigantesca e sinistra ombra.
Questo film è davvero un'opera di straordinaria potenza visiva, la fotografia è giocata sul contrasto, che tenta di riprodurre il cinema impressionistico tedesco di inizio secolo, tra colori fortemente contrastati e la cupezza del bianco e nero che sempre circonda il principe della notte (chiarissimo questo contrasto nella scena in cui Johnatan è a letto vicino a una tenda viola e sullo sfondo Dracula che sembra "avvolto" dal bianco e nero). Le ambientazioni sono a dir poco suggestive, eleganti e mai sbilanciate dal contrasto troppo netto uomo-natura. Sia gli ambienti naturali che quelli artificiali emanano una atmosfera misteriosa, a tratti mostruosamente orrorifica ma a tratti anche tristemente umana, languida. Herzog raggiunge qui forse una delle vette più alte della sua grandiosa carriera. Opera da porre saldamente nella storia del cinema e da ricordare.
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noia1
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lunedì 27 aprile 2020
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herzorg, re dell’antiaccademismo, fa accademia
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La storia trasposta dal romanzo di Stoker.
Herzorg ci ha abituati al suo spirito antiaccademico che, ironia della sorte, volente o nolente ha fatto a sua volta accademia; il tema classico del Dracula sul male fascinoso nascosto ovunque, soprattutto dietro la figura di un abbiente signorone, qui è portato alle estreme folli conseguenze secondo l’ormai famosa anarchia del regista.
I temi sono infiniti e puntati a demolire quelle che sono forse le fondamenta del pensiero romanzesco occidentale. L’eroe qui è ottuso e corruttibile, la figura femminile non è solo immagine di purezza ma anche di quel bene eterno che si scontra contro un male forse ineluttabile, elevata quindi a martire in una società cieca ed intrappolata parossisticamente nei propri meccanismi; una società distante che si fa travolgere dagli eventi a cui pone rimedio a casaccio, spesso facendo il male.
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La storia trasposta dal romanzo di Stoker.
Herzorg ci ha abituati al suo spirito antiaccademico che, ironia della sorte, volente o nolente ha fatto a sua volta accademia; il tema classico del Dracula sul male fascinoso nascosto ovunque, soprattutto dietro la figura di un abbiente signorone, qui è portato alle estreme folli conseguenze secondo l’ormai famosa anarchia del regista.
I temi sono infiniti e puntati a demolire quelle che sono forse le fondamenta del pensiero romanzesco occidentale. L’eroe qui è ottuso e corruttibile, la figura femminile non è solo immagine di purezza ma anche di quel bene eterno che si scontra contro un male forse ineluttabile, elevata quindi a martire in una società cieca ed intrappolata parossisticamente nei propri meccanismi; una società distante che si fa travolgere dagli eventi a cui pone rimedio a casaccio, spesso facendo il male.
La figura del conte, immortale fino a straniarsi dalla vita, si contrappone a quella della moderna città, fatta di mortali il cui saper di star morendo spinge ad uscire dalla mediocrità vivendo fino in fondo, vivendo forse in un modo che Dracula nemmeno conosce; una gioia di vivere espressa attraverso la distruzione delle regole.
Immagini da manuale, dei veri e propri quadri da appendere, sovrannaturali senza il bisogno di particolari o troppo costosi effetti speciali, una magia che nasce dalla pura e semplice messinscena al servizio dell’ottimamente diretto comparto attori: il geniale folle Kinski, il composto Ganz che fa spettacolo col suo profilo basso, l’Adjani e l’indimenticabile Topor; sono la ciliegina sulla torta.
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biso 93
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sabato 9 aprile 2016
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brillante e affascinante
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Nosferatu il principe della notte e' il remake del film espressionista e muto di Marnau, considerato un grande capolavoro. Be che dire, il film di Herzog e' un film molto interessante, diretto molto bene con l'ausilio di paesaggi stupendi ma allo stesso tempo cupi e ad una superba fotografia. L'interpretazione di Klaus Kinski e' sublime, memorabile e regge la parte inquietante del film, grazie anche a musiche all'altezza del film stesso. Nosferatu e' un dracula cupo, triste, solo e stanco della sua eternita', questa interessante lettura del famoso personaggio di Stoker, e' resa molto bene da Kinski solo con sguardi e piccoli gesti. Valeva la pena stare con una donna tutta la notte ancora un po.
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Nosferatu il principe della notte e' il remake del film espressionista e muto di Marnau, considerato un grande capolavoro. Be che dire, il film di Herzog e' un film molto interessante, diretto molto bene con l'ausilio di paesaggi stupendi ma allo stesso tempo cupi e ad una superba fotografia. L'interpretazione di Klaus Kinski e' sublime, memorabile e regge la parte inquietante del film, grazie anche a musiche all'altezza del film stesso. Nosferatu e' un dracula cupo, triste, solo e stanco della sua eternita', questa interessante lettura del famoso personaggio di Stoker, e' resa molto bene da Kinski solo con sguardi e piccoli gesti. Valeva la pena stare con una donna tutta la notte ancora un po. Il film e' anche molto simbolico, con riferimenti vari a tante tematiche anche se non sono facilmente coglibili. Forse il miglior film sul conte Dracula. Consigliato
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arnaco
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sabato 4 aprile 2015
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simbolismi
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Nel genere vampiresco viene classificato dagli esperti come secondo solo al Nosferatu di Murnau e migliore di tutti gli altri, compreso Vampyr di Dreyer. I non esperti come me cosa vedono? Apprezzano un uso saggiamente parsimonioso di croci, ostie consacrate e paletti di legno (uno solo per la verità). Ancor più apprezzano la bellisima Isabelle Adjani, ma rimangono delusi dalla scialba interpretazione di Bruno Ganz. Rimangono affascinati dal viaggio verso il castello inTransilvania a metà tra il Castello di Kafka e la Fortezza Bastiani di Buzzati e dal villaggio degli zingari. La permanenza nel castello è un po' frettolosa e non trasferisce le sensazioni di mistero e paura che dovrebbe.
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Nel genere vampiresco viene classificato dagli esperti come secondo solo al Nosferatu di Murnau e migliore di tutti gli altri, compreso Vampyr di Dreyer. I non esperti come me cosa vedono? Apprezzano un uso saggiamente parsimonioso di croci, ostie consacrate e paletti di legno (uno solo per la verità). Ancor più apprezzano la bellisima Isabelle Adjani, ma rimangono delusi dalla scialba interpretazione di Bruno Ganz. Rimangono affascinati dal viaggio verso il castello inTransilvania a metà tra il Castello di Kafka e la Fortezza Bastiani di Buzzati e dal villaggio degli zingari. La permanenza nel castello è un po' frettolosa e non trasferisce le sensazioni di mistero e paura che dovrebbe. Poi il ritorno a Wismar dove un numero improbabile di topi sbarcati dalla nave di Dracula diffonde la peste, ma non è colpa sua, qualsiasi altra nave avrebbe potuto farlo e quindi è un episodio di corredo, non funzionale alla vicenda. Senonchè i critici ci vedono un primo simbolismo: la peste sarebbe la guerra che semina morte e terrore e Nosferatu il tiranno di turno che la guerra vuole. Bah! Il secondo simbolismo riguarderebbe Lucy che come Cristo si sacrifica per la salvezza dell'umanità. Doppio bah! Il terzo simbolismo è un po' più convincente: il conte Dracula rappresenta la nobiltà (ovviamente) e Harker la nascente borghesia volgare e meschina che vorrebbe rimpiazzarla una volta eliminatala. Infatti Harker lascia sola Lucy per danaro, mentre il conte Dracula non si cura della morte pur di stare ancora un po' vicino a lei. E verso cosa corre Harker nella scena finale? Verso il trionfo della borghesia capitalista. "Ci sono tante cose da fare".
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evildevin87
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lunedì 2 dicembre 2013
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un remake come dio comanda
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Anche un remake può essere un capolavoro, e questo film ne è un esempio lampante. Tenebroso e angosciante, il film di Herzog ci mostra una profonda introspezione del dramma del vampiro: una creatura non malvagia ma bensì tormentata da una vita infinita ma totalmente vuota, nella quale può solo sperimentare ogni giorno le stesse cose. Tra l'altro interpretato da un Klaus Kinski in gran spolvero e con un trucco davvero credibile e ben fatto. Non di meno i comprimari, con alcuni ruoli un po' rigirati o messi in secondo piano (su tutti il dottor Van Helsing e Mia, ridotti a poco più di comparsate) ma che comunque reggono e rendono la storia perfettamente godibile e affascinante.
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Anche un remake può essere un capolavoro, e questo film ne è un esempio lampante. Tenebroso e angosciante, il film di Herzog ci mostra una profonda introspezione del dramma del vampiro: una creatura non malvagia ma bensì tormentata da una vita infinita ma totalmente vuota, nella quale può solo sperimentare ogni giorno le stesse cose. Tra l'altro interpretato da un Klaus Kinski in gran spolvero e con un trucco davvero credibile e ben fatto. Non di meno i comprimari, con alcuni ruoli un po' rigirati o messi in secondo piano (su tutti il dottor Van Helsing e Mia, ridotti a poco più di comparsate) ma che comunque reggono e rendono la storia perfettamente godibile e affascinante. Un plauso poi alle musiche ad opera dei Popol Vuh e alle ambientazioni davvero spettacolari.
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onufrio
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sabato 27 aprile 2013
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anche dracula ha i suoi problemi
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Herzog fa l'omaggio al film di Murnau, Nosferatu, appunto. Nel film muto, il conte era chiamato Orlok, qua invece gli viene dato l'esatto nome, mantenendo comunque la stessa forma che aveva nel film di Murnau, ovvero il fisico mingherlino, unghie lunghissime e calvo, in più vi aggiunge un lato sentimentale, o meglio, emotivo,è un conte Dracula sofferente quello descrittovi da Herzog, quasi stanco di vivere, all'ombra di tutti e nella sua malinconica solitudine.
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