carloalberto
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venerdì 17 luglio 2020
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maria braun novella pentesilea
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Maria Braun, metafora del Cinema tedesco e novella Pentesilea, l’Amazzone di Heinrich von Kleist, che sbrana e divora l’amato Achille, coniugati in una ardita operazione artistica, che, mediante una doppia rappresentazione simbolica e con stile neorealistico, contaminato da incursioni espressioniste, esprime, al contempo, cerebrali analisi marxiste sul rapporto tra settima arte e potere nella società nel secondo dopoguerra in Germania e poetiche neoromantiche sul dramma umano, ispirate alla mitologia classica, dell’amore passionale che travolge ogni cosa, fino all’annientamento di sé stesso e di ciò che ama, come in Querelle de Brest canterà Jeanne Moreau con Each man kills the things he love, tratta da “La ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde.
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Maria Braun, metafora del Cinema tedesco e novella Pentesilea, l’Amazzone di Heinrich von Kleist, che sbrana e divora l’amato Achille, coniugati in una ardita operazione artistica, che, mediante una doppia rappresentazione simbolica e con stile neorealistico, contaminato da incursioni espressioniste, esprime, al contempo, cerebrali analisi marxiste sul rapporto tra settima arte e potere nella società nel secondo dopoguerra in Germania e poetiche neoromantiche sul dramma umano, ispirate alla mitologia classica, dell’amore passionale che travolge ogni cosa, fino all’annientamento di sé stesso e di ciò che ama, come in Querelle de Brest canterà Jeanne Moreau con Each man kills the things he love, tratta da “La ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde. Il Cinema in Germania è stato sposo dell’Arte soltanto per due giorni, metafora temporale del ventennio della Repubblica di Weimar, quando all’opera v’erano registi come Wilhelm Murnau e Fritz Lang, poi, era caduto nelle mani, prima, del potere nazista ed usato come macchina di propaganda o di distrazione delle masse, e, dopo il conflitto, del nuovo potere americanizzato, al servizio del capitale in funzione commerciale ed edonistica. Non a caso Maria Braun, interpretata da Hanna Schygulla, utilizza spesso, nel suo lavoro di ancella e consigliera dell’imprenditore gentile, una macchina da calcolo ed ha un rapporto di amore ed odio con il contabile della ditta del suo amante-benefattore. Cinema e Potere rappresentati in un rapporto di reciproca seduzione, amanti senza amore, perché il primo, Maria Braun, pur prostituendosi, proclama retoricamente la propria fedeltà ad un ideale di purezza artistica, il marito, dato per morto in guerra, per disperso in Russia, poi imprigionato in Patria, infine emigrato all’estero, mai presente e libero, se non nell’ultima scena, quando, abulico ed assente, prende atto della trasformazione irreversibile della più giovane delle sue muse. In un cammeo compare Fassbinder nei panni di un venditore della borsa nera di Berlino che procura alla protagonista un vestito elegante, che le servirà per attrarre gli americani in un dancing-bordello, ma le offre anche una preziosa edizione di un libro di von Kleist. Il cinema rifiuta la cultura e prende il vestito, simbolo degli strumenti di seduzione utilizzati per conquistare il pubblico e mercificare sé stesso in modo più efficace al solo fine di fare più soldi. Quando il cinema ritroverà la grande ispirazione artistica, che aveva creduta morta con la guerra, nel Nuovo Cinema Tedesco del manifesto di Oberhausen, scoprirà con orrore che il capitalismo ha comprato tutto anche l’Arte e l’ha messa, inconsapevole, al suo servizio, e allora l’unica scelta possibile in un mondo di folli e di contabili, in cui predomina la ratio divenuta oramai pura attività del calcolare, sarà lasciarsi travolgere dalla passione, dall’irrazionalità bestiale di Pentesilea e farsi esplodere, dilaniandosi come corpo sbranato, con l’amato sposo. Come nell’opera successiva del 1982, Veronika Voss il regista sembra preannunciare al mondo la terribile conclusione cui era giunto e cioè che l’Arte e l’Artista per riscattarsi e sottrarsi alla mercificazione imperante hanno un’unica possibilità. In un’intervista, alla domanda “a quale personaggio si ispira e perché?” Fassbinder rispose “a Heinrich von Kleist perché è riuscito a trovare qualcuno che volesse morire con lui”.
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il befe
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domenica 8 marzo 2015
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capolavoro
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g. romagna
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venerdì 1 ottobre 2010
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il matrimonio di maria braun
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Germania, Seconda Guerra Mondiale. Maria Braun (una splendida Hanna Schygulla) sposa, dopo tre settimane di fidanzamento, Herman, soldato tedesco che il giorno dopo parte per il conflitto. Maria lo aspetta, ma viene a sapere dal cognato della sua morte. Si consola con un amante, un milite americano conosciuto in un locale da ballo dove ha cominciato a lavorare. Ma Herman torna, e coglie la moglie in flagrante. Lei è ancora innamorata di lui, il suo amante viene ucciso ed Herman finisce in carcere. Maria, che non ha mai lavorato in vita sua, gli promette di attenderlo e di fare in modo di fornirgli le migliori condizioni di vita possibili alla sua uscita. Ella conosce Oswald, uomo d'affari francese di cui diventa interprete, segretaria ed amante.
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Germania, Seconda Guerra Mondiale. Maria Braun (una splendida Hanna Schygulla) sposa, dopo tre settimane di fidanzamento, Herman, soldato tedesco che il giorno dopo parte per il conflitto. Maria lo aspetta, ma viene a sapere dal cognato della sua morte. Si consola con un amante, un milite americano conosciuto in un locale da ballo dove ha cominciato a lavorare. Ma Herman torna, e coglie la moglie in flagrante. Lei è ancora innamorata di lui, il suo amante viene ucciso ed Herman finisce in carcere. Maria, che non ha mai lavorato in vita sua, gli promette di attenderlo e di fare in modo di fornirgli le migliori condizioni di vita possibili alla sua uscita. Ella conosce Oswald, uomo d'affari francese di cui diventa interprete, segretaria ed amante. Il lavoro le consente di mettere da parte cospicue somme. Nonostante tutto, Maria continua ad amare Herman, e non ne fa mistero. Oswald sa che lei lo sta attendendo e che vuole ricominciare la vita assieme a lui, ma il sentimento e l'attrazione che lo legano a quella donna sono troppo forti. Al momento della liberazione Herman non se la sente di tornare a vivere con Maria, e fugge. Maria si chiude in se stessa, diviene insolente, intrattabile e cattiva. Dopo un'ennesima notte d'amore con Oswald, costui viene trovato morto di arresto cardiaco. Il giorno seguente Herman si ripresenta nella nuova casa di Maria. I due sono decisi a ricominciare tutto da capo. Il notaio di Oswald si presenta a loro e dichiara che nel testamento l'uomo d'affari ha lasciato metà dei suoi beni a Maria e metà ad Herman, immolandosi così per il loro sentimento... Una bella storia d'amore e risolutezza, in cui il personaggio a tutto tondo di Maria coniuga gli aspetti del supremo sentimento umano nelle sue molteplici sfaccettature, dall'affetto di sapore "darwiniano" verso persone alle quali "vuole bene" perchè le stanno permettendo di vivere e ricostruirsi il futuro che vuole, all'amore, quello vero, per Herman, prima soffocato dalla guerra e poi dal carcere. Maria si annichilisce per Herman ma mantiene, allo stesso tempo, la personalità di ferro e la sua risolutezza, fattori che trovano completamento solamente nella figura del marito. Tuttavia, all'interno di questo mondo non è certo per caratteri come il suo che sono disponibili, pare dirci Fassbinder in un epilogo che non vale assolutamente la pena svelare, dei posti dalla parte di coloro che alla fine, dopo tanto battagliare, trionfano.
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paride86
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lunedì 22 settembre 2008
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la parabola ascendente di maria braun
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Maria Braun è convinta che l'amore sia un sentimento forte e reale, lo dice chiaramente all'inizio del film. La sua personalissima visione della vita le consente di fare un bel salto sociale, conciliando cinismo e genuinità, amore e passione, lealtà e tradimento, ma rimanendo sempre fedele a se stessa. Lei è la metafora esplicita che Fassbinder usa per raccontare una Germania prostrata, bramosa di rialzarsi anche a scapito della dignità. E' per questo che Maria non è affatto un'eroina.
Questo film mi ha fatto molto riflettere e mi ha lasciato emozioni contrastanti, è davvero molto difficile da giudicare!
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leonardo masieri
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domenica 31 agosto 2008
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maria braun, una donna tedesca
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Maria Braun ( Hanna Schygulla ) è una giovane donna che si sposa sotto i bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale.Si gode il marito per una sola notte, dopo di che, con la sua partenza in servizio,l'aspetta una lunga attesa fatta di ricerche e attese alla stazione dei treni cercando tra i soldati di ritorno dalla guerra ,ma quando un amico torna e gli annuncia la sua morte, Maria cambia. Sempre considerandosi moglie di Hermann Braun, prima lavora in una sorta di bordello per soldati americani poi diventa l'abilissima collaboratrice di un uomo d'affari francese. Tutto senza mai dimenticarsi nel proprio profondo,pur "amando" altri uomini, di essere sempre una donna sposata. Al ritorno insperato del marito,che dallo stato di prigioniero di guerra passa allo stato di carcerato " tradizionale" , ogni suo sforzo si concentra nel costruire un domani con Hermann,nell'attesa di essere liberato.
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Maria Braun ( Hanna Schygulla ) è una giovane donna che si sposa sotto i bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale.Si gode il marito per una sola notte, dopo di che, con la sua partenza in servizio,l'aspetta una lunga attesa fatta di ricerche e attese alla stazione dei treni cercando tra i soldati di ritorno dalla guerra ,ma quando un amico torna e gli annuncia la sua morte, Maria cambia. Sempre considerandosi moglie di Hermann Braun, prima lavora in una sorta di bordello per soldati americani poi diventa l'abilissima collaboratrice di un uomo d'affari francese. Tutto senza mai dimenticarsi nel proprio profondo,pur "amando" altri uomini, di essere sempre una donna sposata. Al ritorno insperato del marito,che dallo stato di prigioniero di guerra passa allo stato di carcerato " tradizionale" , ogni suo sforzo si concentra nel costruire un domani con Hermann,nell'attesa di essere liberato.Anche a costo di divenire cinica e dura.Hanna Schygulla è magistrale in questa interpretazione, metafora della ricostruzione tedesca, dell'impegno profuso per tornare ad essere una nazione sviluppata, anche a costo di annaquare le proprie tradizioni, pur rimanendo sempre e comunque intrinsecamente tedeschi. Fassbinder offre, come ha già fatto in precedenza, uno spaccato della società germanica del dopo guerra, in modo piu' chiaro di altri film ( Martha e Veronika Voss tanto per citarne due),mantenendo una linea ben evidente, in cui la protagonista spazia liberamente, mostrando tutta la sua grandezza di attrice.
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