weach
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sabato 16 ottobre 2010
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"il bambino sono io "
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Perché parlare delle donne ?
Se ben “ascoltiamo” il film in realtà Truffeau non parla di donne ; tante storie di donne non sono un percorso verso le donne ma un percorso dentro se stessi.
Ci si domanda :perché si è così ?.
Perché si allunga una lista di nomi senza cercare una profondità?
Cosa impedisce di essere quando si vuol solo avere?
Viaggio introspettivo, estetico si, anche delicato, ma comunque un viaggio che non vuole approfondire le cause di una verità probabilmente amara ;quindi di fatto si nega a se stessi un percorso di verità e consapevolezza.
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Perché parlare delle donne ?
Se ben “ascoltiamo” il film in realtà Truffeau non parla di donne ; tante storie di donne non sono un percorso verso le donne ma un percorso dentro se stessi.
Ci si domanda :perché si è così ?.
Perché si allunga una lista di nomi senza cercare una profondità?
Cosa impedisce di essere quando si vuol solo avere?
Viaggio introspettivo, estetico si, anche delicato, ma comunque un viaggio che non vuole approfondire le cause di una verità probabilmente amara ;quindi di fatto si nega a se stessi un percorso di verità e consapevolezza.
Il film risente del periodo in cui è stato girato, sia nei dialoghi che nella cultura che viene rappresentata ;le francesine spregiudicate e trasgressive .,con gli occhi di oggi, fanno “tenerezza “,sembrano un dipinto di donne troppo lontane.
La “passeggiata “con le donne resta leggera , estetica , di osservazione di un mondo che affascina per essere l’altra parte di noi.
Il probabile “blocco”con le donne ,da limite ,si trasforma in privilegio; questa lunga passeggiata merita di restare di superficie ; la condivisone totale è chimera e le affascinati creature , tutte ,divengono il solo mondo possibile del protagonista.
Il dialoghi di Truffeau sono un delicato acquarello fatto di tante parole .immagini pensieri . modi di fare e voglia di trasgressione di un’epoca ,oramai andati , che non ci appartengono, ma piuttosto sono il sapore di un passato sfocato .
“Il bambino sono io” .Con questa frase del protagonista del film potremmo concludere .
weach illuminati
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[+] che bella recensione.....
(di francesco2)
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viola klimt
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giovedì 25 novembre 2010
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l'isola delle donne
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Senza dubbio un Dramma, anzi un Dramma alla Truffault. La leggerezza, i toni pacati, lo sguardo autoironico e il frusciò delle gonne sono i deliziosi contorni di questa tragedia. Lo straordinario mosaico dell'esperienze del protagonista nell'universo femminile è il miele che rende più dolce l'espiazione finale. Bernard e il coro delle sue vestali.
Le donne del film come creature di un quadro sembrano dotate di una "concretezza pittorica", definite con grande squisitezza estetica dallo sguardo appassionato, a tratti volutamente dongiovannesco di Bernard. Eppure, davanti a lui, quelle donne osservano uno specchio in frantumi. Sembrano sfocate, la loro bellezza cristallizzata.
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Senza dubbio un Dramma, anzi un Dramma alla Truffault. La leggerezza, i toni pacati, lo sguardo autoironico e il frusciò delle gonne sono i deliziosi contorni di questa tragedia. Lo straordinario mosaico dell'esperienze del protagonista nell'universo femminile è il miele che rende più dolce l'espiazione finale. Bernard e il coro delle sue vestali.
Le donne del film come creature di un quadro sembrano dotate di una "concretezza pittorica", definite con grande squisitezza estetica dallo sguardo appassionato, a tratti volutamente dongiovannesco di Bernard. Eppure, davanti a lui, quelle donne osservano uno specchio in frantumi. Sembrano sfocate, la loro bellezza cristallizzata.
Azzardando una parafrasi edipica, la vera musa di Bernard è suo madre, rievocata in un bianco e nero in cui,paradossalmente, tutta l'atmosfera vaporosa del film, diventa cruda,dura,realistica. Il rapporto con la figura materna, bellissima e gelida, è la chiave della narrazione. Sua madre è la prima e l'unica donna a non averlo mai amato. E lei che probabilmente Bernard vede riflessa in ogni donna. Nelle gambe, nelle spalle, nei capelli, nell'anima.
"Partirò per l'isola dove le donne si sono stabilite per vivere tra loro.Cercherò di farmi accettare.Mi accoglieranno": l'ultimo desiderio è la " riconciliazione salvifica"con la riserva d'amore che ha rincorso in tutta la sua esistenza.
La trama scorre limpidamente, senza sussulti, i volti e le voci dei protagonisti sono volutamente modulati, quasi musicali. La cinepresa segue con delicatezza scene di estasi metropolitane. E private.
Il volto straordinario di Charles Denner , che incornicia la pellicola con spensierata curiosità, e bambinesca vivacità, racchiude in sè tutto il mondo di Francois Truffault.
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fedeleto
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domenica 11 dicembre 2011
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l'uomo che amava l'amore
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Bertrand e' un uomo innamorato dell'amore e delle donne ,il giorno del suo funerale un'editrice ricorda le memorie del libro scritto dall'uomo in cui racconta un suo passato difficile ,da una madre assente impegnata in avventure occasionali ,alle sue conquiste delle donne che sembra siano il suo unico scopo della vita e ,forse anche delle morte.Ancora una volta Francois Truffaut(le due inglesi,fahrenheit 451,adele h) narra una storia d'amore e morte ,dove l'esteta bertrand e' un uomo che adora la bellezza del corpo e non dell'anima ,poiche' nella sua vita e' stato condizionato dalla madre seppur inconsciamente .La solitudine e' per bertrand una soddisfazione dove si puo' trovare un vuoto da colmare attraverso la compagnia delle donne .
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Bertrand e' un uomo innamorato dell'amore e delle donne ,il giorno del suo funerale un'editrice ricorda le memorie del libro scritto dall'uomo in cui racconta un suo passato difficile ,da una madre assente impegnata in avventure occasionali ,alle sue conquiste delle donne che sembra siano il suo unico scopo della vita e ,forse anche delle morte.Ancora una volta Francois Truffaut(le due inglesi,fahrenheit 451,adele h) narra una storia d'amore e morte ,dove l'esteta bertrand e' un uomo che adora la bellezza del corpo e non dell'anima ,poiche' nella sua vita e' stato condizionato dalla madre seppur inconsciamente .La solitudine e' per bertrand una soddisfazione dove si puo' trovare un vuoto da colmare attraverso la compagnia delle donne .Un film amaro nel suo messaggio finale (guardare le donne e alienare se stessi porta alla morte),ma estremamente piacevole nelle azioni e situazioni dei personaggi ,che sono in continua mutazione .Un a cosa e' certa ,Truffaut ama il cinema come Bertrand ama le donne .
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kronos
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giovedì 12 gennaio 2017
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compassi che misurano il mondo
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"Le gambe delle donne sono compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia".
Dev'essersi divertito molto Truffaut a scrivere "L'uomo che amava le donne", e Charles Denner (troppo vecchio per il ruolo) a interpretarlo.
Partendo da un personaggio da letteratura psichiatrica, regista e collaboratori hanno sviluppato un piccolo ma acutissimo saggio di antropologia maschile che buca lo schermo e s'imprime nella memoria di chi guarda.
Non guasta lo stile leggero e scanzonato con cui vengono raccontate le avventure-disavventure dell'ingegner Bertrand, poeta e cantore della coscia alta.
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"Le gambe delle donne sono compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia".
Dev'essersi divertito molto Truffaut a scrivere "L'uomo che amava le donne", e Charles Denner (troppo vecchio per il ruolo) a interpretarlo.
Partendo da un personaggio da letteratura psichiatrica, regista e collaboratori hanno sviluppato un piccolo ma acutissimo saggio di antropologia maschile che buca lo schermo e s'imprime nella memoria di chi guarda.
Non guasta lo stile leggero e scanzonato con cui vengono raccontate le avventure-disavventure dell'ingegner Bertrand, poeta e cantore della coscia alta.
Non tutto funziona alla perfezione: il protagonista non ha nè il fascino nè l'età giusta per esser credibile come play boy, la durata è eccessiva e si nota qualche scompenso di scrittura.
Ma questo film si potrà vedere tra cent'anni, e scusate se è poco.
Voto Reale: Tre stelline e mezzo
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dounia
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martedì 20 settembre 2011
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l'idea dell'amore
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Fa stupire l'inizio del film perché compare la scena di un funerale dove ci sono solo donne ed è inquadrato Francois Truffout che guarda e si sente una voce femminile che racconta l'avvenimento; c'é un flashback sulla vita dell'uomo scomparso che è il contenuto del film. Una delle ultime donne che lo hanno frequentato riesce a pubblicare, essendo la consulente di una casa editrice di Parigi, il diario che lui ha scritto sulle varie esperienze fatte. L'aspettatore vede l'attore che vive diverse situazioni della vita e trascorre inoltre due momenti simili: da ragazzino è incaricato dalla mamma a raccogliere le varie lettere che riceve dagli amanti, da adulto accumula egli stesso quelle ricevute dalle donne conosciute.
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Fa stupire l'inizio del film perché compare la scena di un funerale dove ci sono solo donne ed è inquadrato Francois Truffout che guarda e si sente una voce femminile che racconta l'avvenimento; c'é un flashback sulla vita dell'uomo scomparso che è il contenuto del film. Una delle ultime donne che lo hanno frequentato riesce a pubblicare, essendo la consulente di una casa editrice di Parigi, il diario che lui ha scritto sulle varie esperienze fatte. L'aspettatore vede l'attore che vive diverse situazioni della vita e trascorre inoltre due momenti simili: da ragazzino è incaricato dalla mamma a raccogliere le varie lettere che riceve dagli amanti, da adulto accumula egli stesso quelle ricevute dalle donne conosciute. Lo si vede ancora giovane quando si trova di fronte ad una escort che lo rifiuta. Poi acquista più esperienza e riesce a ad affrontare le varie situazioni. Le donne avute sono diverse e presentano varie caratteristiche; subito lo si crede un Don Giovanni che ne ama di tutti i tipi. Il film si è svolto però nel 1977, quando la contestazione femminista era forte e il maschio era considerato inferiore alla donna, così quest'uomo appare come un individuo che non le ama solo per il suo piacere fisico egocentrico, ma perché sono diverse dalla figura maschile. Una sua amante gli dice che lui non vuole raggiungere "l'amore", ma "l'idea dell'amore". Il racconto presenta l'individuo mentre lavora in un istituto di ricerca di Montpellier come ingegnere esperto di meccanica dei fluidi e non trascorre mai con le donne una notte intera, spiega loro che la mattina deve alzarsi presto per recarsi al lavoro. Un attore così che presenta bene il personaggio e la sua storia, rende positiva l'immagine di un film dove appaiono tanti piccoli universi che insieme compongono quel mondo di donne, come se fosse un puzzle, che gli piace e vuole conoscere.
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gianmarco.diroma
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giovedì 27 settembre 2012
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"l'amore non esiste" o della misoginia
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In mondo dove la morte di Dio è stata filosoficamente dimostrata e scientificamente voluta, un personaggio un poco malinconico interpretato da Libero De Rienzo di nome Dante Cruciani potrebbe affermare: "L'amore non esiste!". A rispondergli a tono potrebbe trovare sulla sua strada la smemorata Nina/Vanessa Incontrada, la quale si rivolge a lui dicendo: "Per questo lo facciamo!". Nella piega funzionale che quindi può prendere l'incontro tra due persone, è divertente, sfogliando l'inserto Domenica del Sole 24 Ore del 23 settembre, a pagina 29, in un articolo intitolato "I musulmani ridono così" leggere: "Un marito, ormai anziano, malato e ancora molto geloso chiede alla giovane moglie: "Se morissi, ti risposeresti?".
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In mondo dove la morte di Dio è stata filosoficamente dimostrata e scientificamente voluta, un personaggio un poco malinconico interpretato da Libero De Rienzo di nome Dante Cruciani potrebbe affermare: "L'amore non esiste!". A rispondergli a tono potrebbe trovare sulla sua strada la smemorata Nina/Vanessa Incontrada, la quale si rivolge a lui dicendo: "Per questo lo facciamo!". Nella piega funzionale che quindi può prendere l'incontro tra due persone, è divertente, sfogliando l'inserto Domenica del Sole 24 Ore del 23 settembre, a pagina 29, in un articolo intitolato "I musulmani ridono così" leggere: "Un marito, ormai anziano, malato e ancora molto geloso chiede alla giovane moglie: "Se morissi, ti risposeresti?"."Non saprei, caro. Dipende..." ribatte evasiva la donna. "Non vorrai che lui possa fumare la mia pipa!"."Certo che no, caro". "Potresti mai permettergli di impadronirsi della mia collezione di francobolli"."Ma no, so quanto ci tieni!". "La mia auto, poi...sai che non ho mai permesso a nessuno di guidarla!". "Sarebbe davvero impossibile condividere tutto questo con un altro" lo rassicura la moglie. Un po' rinfrancato l'uomo sospira: "Non potrei proprio sopportare che qualcun altro indossasse le mie pantofole..."."Su questo non hai davvero motivo di preoccuparti - si lascia scappare la donna - Non porta il tuo numero!". Premesso che è curioso notare come un approccio funzionale tipico del cosiddetto Occidente laico possa scivolare in un sano e brillante umorismo che nell'articolo del Sole 24 Ore viene considerato "una parte importante della cultura arabo-islamica", L'uomo che amava le donne è uno che di questi problemi non ne avrà mai. Anzi è uno che al massimo potrebbe trovarsi nella condizione di indossare un paio di pantofole non sue, usare una schiuma da barba non sua, fumare una pipa (anche se mi pare fumi sigarette) non sua, usare la macchina di qualche marito geloso che "oltre alla cotta raccoglie anche una bella fregatura" perché infondo "se dici donna dici anche danno". L'uomo che amava le donne è uno che di questi problemi non ne avrà mai fino a che non troverà una donna capace (dal suo punto di vista) di rifiutarlo.E quindi fino a quando non sentirà l'urgente bisogno di guardarsi allo specchio e stendere le proprie memorie, quasi a voler sviscerare la propria ossessione per le gambe delle donne. Perché in quel momento potrebbe aprirsi qualche varco dentro di lui, e la sua vita fatta di lavoro e uscite con femmine più o meno sconosciute, potrebbe subire un cambiamento repentino. La sua vita non rivelerebbe delle crepe (che starebbero a significare traumi e dolori non digeriti bene) bensì dei semplici spazi vuoti in cui l'amore, o il sentimento amoroso potrebbe infilarcisi dentro. Perché infondo l'amore si nasconde nei dettagli, necessita di aperture ed interstizi, entro i quali farsi largo. Necessita di penetrazioni e compenetrazioni. Di nudità. Di fragilità e debolezze. In questo l'incontro amoroso rivela tutta la sua bellezza e verità. Perché nell'incontro sincero tra due persone, lo spazio della menzogna stenta a decollare, rimanendo come invischiato in qualcosa che lo trattiene. Come se la verità fosse più forte della menzogna. Come se la verità fosse più bella della menzogna. Come se l'incontro con il diverso possa offrirci un microscopico frammento di un'unità (una bellissima verità) molto, ma molto ("Tanto, tanto, tanto!!!") più grande delle due piccole parti che lo compongono in una sua fase iniziale.
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"joss"
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domenica 4 marzo 2018
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bertrand, montpellier e le sue donne...
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Assoluto capolavoro di Truffaut, qua in stato di grazia nel firmare uno dei più bei film di tutti i tempi sull'amore, sul sesso, sui sentimenti. Il protagonista è Bertrand Morane, ingegnere di Montpellier, quarantenne donnaiolo, non eccessivamente bello ma affascinante, sempre con un velo di tristezza a venare il suo sguardo profondo. Lui è attratto dalle donne, in particolare dalle loro gambe, la parte del loro corpo che apprezza maggiormente. Se vede una donna che lo interessa, deve assolutamente conoscerla, ogni astuzia è consentita per raggiungere lo scopo. Dal canto loro, le femmine che vengono in contatto con lui rimangono subito sbalordite del suo modo di fare, timoroso ma estremamente gentile e riconoscono subito in lui un uomo colto e intelligente.
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Assoluto capolavoro di Truffaut, qua in stato di grazia nel firmare uno dei più bei film di tutti i tempi sull'amore, sul sesso, sui sentimenti. Il protagonista è Bertrand Morane, ingegnere di Montpellier, quarantenne donnaiolo, non eccessivamente bello ma affascinante, sempre con un velo di tristezza a venare il suo sguardo profondo. Lui è attratto dalle donne, in particolare dalle loro gambe, la parte del loro corpo che apprezza maggiormente. Se vede una donna che lo interessa, deve assolutamente conoscerla, ogni astuzia è consentita per raggiungere lo scopo. Dal canto loro, le femmine che vengono in contatto con lui rimangono subito sbalordite del suo modo di fare, timoroso ma estremamente gentile e riconoscono subito in lui un uomo colto e intelligente. Una hostess del Midi-Car, dopo una notte d'amore, gli confessa che non ha resistito al suo invito perchè -"Hai un modo di chiedere tutto particolare, come se ne andasse della tua vita"-. Lui rimane colpito da questa frase e le confessa che un suo sogno è andare su un'isola popolata da sole donne, di cui ha letto in uno dei suoi tanti libri. In effetti, lui ama le donne ma teme la loro presenza, se non altro una presenza troppo stretta che possa condizionare la sua libertà. Lui stesso d'altronde dice: "In fin dei conti quando una donna mi lascia non ne faccio un dramma, dal momento che ho sempre prediletto la solitudine". Vera è stata la sola donna di cui si sia innamorato e ne ha sofferto profondamente, a tal punto che, dopo averla vista casualmente a distanza di anni in un hotel, cerca di nascondersi per non farsi vedere e non doverla salutare. Con Delphine invece ha avuto la storia più lunga: lei, moglie di un uomo attempato, diventa subito sua amante ma ha un carattere bizzarro e imprevedibile, numerosi sono gli scontri verbali e le situazioni imbarazzanti in cui si imbatte per colpa sua. Persino un libro, appena arrivato e tanto atteso da Bertrand, finisce in strada, lanciato fuori dalla finestra da Delphine perchè è gelosa, dal momento che Bertrand lo legge avidamente non curandosi di lei. Decide di scrivere il libro sulle donne che ha amato dopo un inaspettato "no" da parte di una donna, sua coetanea che si scusa ammettendo che è attratta dagli uomini più giovani di lei: "Sai, adoro i giovani". Per finire il libro prende una settimana di ferie, si chiude in bagno con la macchina da scrivere e va avanti fino alla stesura completa. Una delle scene più belle del film si nota quando Bertrand si reca dal Dottor Bicard per una leggera malattia venerea. Il Dottore gli dice di informare la sua partner perchè si curi lei stessa: a questo punto Bertrand, con una calma straordinaria, afferma: "Dottore, nelle ultime due settimane ho avuto rapporti con almeno mezza dozzina di donne, quindi...". Replica il Dottor Bicard: "Che gioventù! Se non le piacciono le femmine, le troveremo qualcos'altro!" Un film straordinario, una leggerezza nel trattare il tema dei rapporti amorosi mai vista prima. Bellissimo, intrigante e delicato. Favoloso. - di "Joss" -
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