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Io e Annie, rivederlo oggi ha un valore a dir poco tonificante

Come fa il film di Woody Allen ad essere ancora oggi così sincero, credibile e toccante? Ora al cinema in versione restaurata.
di Roy Menarini

Io e Annie

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Woody Allen (Allan Stewart Konigsberg) (88 anni) 1 dicembre 1935, New York City (New York - USA) - Sagittario. Interpreta Alwy Singer nel film di Woody Allen Io e Annie.
lunedì 14 maggio 2018 - Focus

In un delle più famose sequenze di Io e Annie, Woody Allen (che interpreta un intellettuale cinefilo e nevrotico) si trova in fila in attesa di entrare al cinema. Dietro di lui, un sedicente esperto sproloquia sul cinema di Fellini e poi si mette a discettare di media. A quel punto Allen lo affronta e quando l'interlocutore cita a sproposito Marshall Macluhan - il grande studioso di comunicazione - il protagonista lo fa comparire all'improvviso, dal fuori quadro, per il puro gusto di fargli smentire il borioso contendente. Poi, rivolgendosi allo spettatore, sospira: "Ah, se la vita fosse sempre così". La scena è formidabile, e straordinariamente comica. Vedendola, ci si diverte e basta. Eppure, per escogitarla, Woody Allen ha saccheggiato a piene mani il cinema modernista europeo, le novità stilistiche provenienti dalla Francia (Godard e Resnais in primis), e preso spunto contemporaneamente da una certa letteratura ebraica, dove paradossi e humour la fanno da padroni. Insomma, un perfetto equilibrio tra aggiornamento della commedia classica americana e rivoluzioni cinematografiche delle nuove onde.

Rivedere oggi Io e Annie ha un valore a dir poco tonificante. In effetti, se c'è un genere in crisi nella Hollywood di questi anni, è la commedia. Allen ha nutrito schiere di imitatori, specie nella commedia indipendente in odor di Sundance (pensiamo a Noah Baumbach o a Greta Gerwig per esempio), ma è riuscito a lasciare minori tracce sul mainstream, dove niente è accaduto dopo la romantic comedy degli anni Novanta e il periodo d'oro di Julia Roberts e Meg Ryan.
Roy Menarini

Come fa Io e Annie ad essere ancora oggi così sincero, credibile e toccante? Certo, si può dire che dalla notte dei tempi i rapporti tra uomo e donna non sono poi così cambiati. A modificarsi sono stati più che altro i contesti culturali nei quali negoziare l'attrazione reciproca e la seduzione (a un certo punto Alvy dice a Annie per strada: "Ti posso baciare? Togliamoci il pensiero subito, prima di cena, digeriremo anche meglio..."). In una New York che sembra Parigi, solo più nevrotica, questa storia d'amore è in fondo impossibile, ma l'ironia di cui è nutrita e la malinconia con la quale non può non fare i conti rappresentano la sua stessa essenza, tanto è vero che - pur finendo in maniera amarognola - il racconto ci abbandona con sensazioni positive e indulgenti verso i due protagonisti.


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In foto una scena del film Io e Annie.
In foto una scena del film Io e Annie.
In foto una scena del film Io e Annie.

Io e Annie vinse quattro Oscar, tra cui film, regia, sceneggiatura e attrice protagonista. Allen disse che il film riguardava in tutto e per tutto la sua Musa, Diane Keaton. Ancora oggi, l'attrice è legatissima all'autore americano ed è anche l'unica ad averlo difeso pubblicamente dalle recenti accuse. La Keaton incarnò una femminilità eccentrica e fashion (con gli abiti emancipati di Ralph Lauren, tra cui camicia e cravatta), con punte di deliziosa assurdità. Ma Io e Annie è un'opera autobiografica non nel senso deteriore - e Allen ha chiarito nella sua lunga e geniale carriera da sé stesso possono nascere mondi narrativi di sapore universale. Fu anzi un successo straordinario proprio per la sua capacità di farsi comprendere in maniera spontanea ed adesiva da un pubblico amplissimo, ammirato sì dall'incessante intelligenza dei dialoghi in scena ma anche dalla tenerezza di questa coppia immatura, discontinua e strampalata.

Qualcuno, all'epoca, parlò di un mix tra Ionesco e Groucho Marx, ed effettivamente la definizione ben si attaglia alla cultura di Woody Allen, raffinato erudito ma contemporaneamente abitato dal demone del comico e della battuta, come ogni stand up comedian sa riconoscere.
Roy Menarini

Infine, Io e Annie è anche un romanzo per immagini abbondante e spassoso, dove - oltre a Alvy e Annie - si muovono figure una più esilarante dell'altra, una galleria di newyorkesi anni Settanta al tempo stesso narcisisti, egoriferiti e infelici, fragili, che costituiscono una commedia umana irresistibile.


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