paolo_89
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martedì 19 febbraio 2013
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in nome del buon senso
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Chiamatelo come volete: pietra miliare, cult, must. In nome del papa re è un film imprescindibile, uno di quei film che i guri americani dei manuali di sceneggiatura farebbero a gara per avere nei loro libri.
Ma non basta: Nino Manfredi è bravissimo e perfettamente convincente nella parte di un monsignore membro della Sacra Consulta, dalla fede genuina e pieno di buon senso. Ecco perchè quando un'influente contessa gli chiede di salvare il suo figlio segreto Cesare, rivoluzionario reo di aver partecipato a un attentato contro degli zuavi francesi filo-papali, cerca prima di convincerlo a tornare dalla madre e poi lo nasconde con la forza in casa sua.
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Chiamatelo come volete: pietra miliare, cult, must. In nome del papa re è un film imprescindibile, uno di quei film che i guri americani dei manuali di sceneggiatura farebbero a gara per avere nei loro libri.
Ma non basta: Nino Manfredi è bravissimo e perfettamente convincente nella parte di un monsignore membro della Sacra Consulta, dalla fede genuina e pieno di buon senso. Ecco perchè quando un'influente contessa gli chiede di salvare il suo figlio segreto Cesare, rivoluzionario reo di aver partecipato a un attentato contro degli zuavi francesi filo-papali, cerca prima di convincerlo a tornare dalla madre e poi lo nasconde con la forza in casa sua. Il conflitto più grande, però, non è contro l'autorità che sta cercando Cesare. È contro il potere giuridico, temporale, che la Chiesa esercita in modo ottuso e intransigente, commettendo gli stessi soprusi che commetterebbe una qualsiasi altra istituzione statale ma giustificandoli dietro la parola di Dio. Ma non basta, ancora: la vicenda, drammatica e avvincente, è racchiusa in una cornice di sagace ironia, critica intelligente e umorismo, magnificamente alternati sia dall'interpretazione di Manfredi e dei suoi comprimari (Salvo Randone soprattutto), sia dai ritmi calibrati della narrazione. Il genere di meccanismo che gratifica sia chi guarda un film per puro piacere personale, sia chi lo fa con più consapevolezza perchè del mestiere. Poco importa che In nome del papa re abbia vinto quattro Nastri d'argento, perchè un'opera di valore la si riconosce a prescindere dai riconoscimenti 'ufficiali'.
Da notare e ricordare: una coppia di scene, set-up e pay-off, in cui Manfredi dà la Comunione alla madre di uno dei condannati, rifiutato e al Generale Gesuita / Salvo Randone poi, questa volta negandogliela lui. Che bellezza!
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parsifal
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martedì 17 aprile 2018
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il potere temporale
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Secondo capitolo della trilogia, dedicata da Luigi Magni al potere temporale della Chiesa di Roma. In quest'occasionela trama è liberamente tratta dal romanzo " I misteri del processo Monti e Tognetti" di G. Sanvittore, avente in oggetto una sentenza ai danni dei suddetti , ritenuti responsabili di un'attentato alla caserma della guardia pontificia ed usati come capro espiatorio e monito per le generazioni future dalla spietatezza del tribunale ecclesiastico, in virtù del principio " Salus Pubblica , suprema Lex" enunciato durante l'arringa del pubblico ministero, ovviamente ai danni degli accusati. Uno degli imputati , Cesare Costa ( Danilo Mattei) , risulta essere il figlio segreto della contessa Flaminia ( C.
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Secondo capitolo della trilogia, dedicata da Luigi Magni al potere temporale della Chiesa di Roma. In quest'occasionela trama è liberamente tratta dal romanzo " I misteri del processo Monti e Tognetti" di G. Sanvittore, avente in oggetto una sentenza ai danni dei suddetti , ritenuti responsabili di un'attentato alla caserma della guardia pontificia ed usati come capro espiatorio e monito per le generazioni future dalla spietatezza del tribunale ecclesiastico, in virtù del principio " Salus Pubblica , suprema Lex" enunciato durante l'arringa del pubblico ministero, ovviamente ai danni degli accusati. Uno degli imputati , Cesare Costa ( Danilo Mattei) , risulta essere il figlio segreto della contessa Flaminia ( C.Scarpitta), mentre tutti credono che sia il suo giovane amante. Sarà proprio lei a svelare tale segreto al Monsignor Colombo da Priverno ( lieve incongruenza storici, poichè il paese in questione si chiamava Piperno sino all'avvento del regime fascista, che cambiò il nome in Priverno), un grande ed ineguagliabile Nino Manfredi, poichè egli risulta essere il padre. I due ebbero una fugace relazione in gioventù dalla quale nacque il ribelle Cesare. Superato l'impatto della notizia, Monsignor Colombo si reca personalmente alle carceri e fa pesare il proprio ruolo di giudice ecclesiastico. IL primo confronto tra i due avviene in cella e risulta difficile per entrambi. Cesare restio ad ogni mediazione, viene tramortito dai carcerieri e portato via, mentre i suoi compagni di congiura restano in cella. Ora inizia una fase difficile e contemporaneamente esilarante del confronto tra padre e figlio ( sebbene ignaro di ciò). In casa di Monsignor Colombo, dove Cesare viene nascosto, si avvicendano scene molto divertenti che vedono di volta in volta protagonosti differenti; Battibecchi continui con il perpetuo Serafino ( C. Bagno ottimo sodale artistico di Manfredi E MAgni), tentativi aspri e grotteschi di confronto con Cesare, pieno di sè e del proprio impeto rivoluzionario, le ansie da chioccia della Contessa Flamina che vorrebbe tenere sotto la sua ala il figlio irrequieto ed iconoclasta. Memorabile poi la scena in cui Mons.Colombo , durantre lo svolgimento del Processo, tenta di fare il punto della situazione, spiegando ai suoi confratelli che ormai il loro potere è al tramonto. Ma non verrà ascoltato, la giustizia del potere ecclesiastico non può attuare modfifiche, anzi si muove secondo il motto " Immota Manent". Girato quasi interamente a Montepulciano, con un cast di notevole livello, rappresenta un degno secondo capitolo della trilogia di Magni.
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