Giuseppe Turroni
Incapace di apparire, Rohmer vuole essere. È questa essenza, che non è specchio di qualità inferiori ed espressive, bensì proprio la purezza ritrovata nell’applicazione, nella durezza e nella costanza del lavoro, nell’amore per la propria arte, sconcerta quindi anche coloro, cioè i critici, che dovrebbero invece ammirarla.
Ancor più di Bresson, Rohmer disarma, annienta i nostri schemi, le nostre velleità di giudizio. Le sue opere, così, finiamo con il non volere più giudicarle, ma ci costringiamo ad amarle, a vivere nella loro essenza. [...]
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