federico
|
domenica 31 dicembre 2006
|
c. a. p . o . l . a . v. o . r. o .
|
|
|
|
Un film capolavoro. Se la perfezione è impossibile,Milos Forman si è avvicinato parecchio,creando un film-capolavoro dai gusti e dai sapori di un vero best seller. Non si tratta di una realizzazione tecninca praticamente incriticabile,si parla di un film emozionante, che riesce a trasmettere al pubblico quelle sensazioni adatte a questo genere di film.
Con un cast STRAORDINARIO, da un pazzesco Jack Nicholson,a un ammirabile Danny DeVito,ci sono tutti gli ingredienti per un film che ha emozionato il pubblico,azzittito la critica,ma sopratutto ha fatto storia.
Il film comincia col presentare il personaggio interpretato magistralmente da uno dei "maestri-attori",Jack Nicholson,il quale riesce a trasmettere al pubblico quell'infautazione di libertà,di volere giustizia, uno dei temi più cercato dal film.
[+]
Un film capolavoro. Se la perfezione è impossibile,Milos Forman si è avvicinato parecchio,creando un film-capolavoro dai gusti e dai sapori di un vero best seller. Non si tratta di una realizzazione tecninca praticamente incriticabile,si parla di un film emozionante, che riesce a trasmettere al pubblico quelle sensazioni adatte a questo genere di film.
Con un cast STRAORDINARIO, da un pazzesco Jack Nicholson,a un ammirabile Danny DeVito,ci sono tutti gli ingredienti per un film che ha emozionato il pubblico,azzittito la critica,ma sopratutto ha fatto storia.
Il film comincia col presentare il personaggio interpretato magistralmente da uno dei "maestri-attori",Jack Nicholson,il quale riesce a trasmettere al pubblico quell'infautazione di libertà,di volere giustizia, uno dei temi più cercato dal film. Il nostro protagonista,è stato rinchiuso in un manicomio,nonostante i dirigenti di quest'ultimo fossero contrari a tutto ciò.
La presentazione dei pazienti,dall'affascinante Indiano-muto,all'imbarazzante ragazzo che balbetta,trasmette al pubblico quella compassione che crescerà col passare del film,e si trasmetteranno quei valori fondamentali che forse oggi sono stati persi. La presentazione di un ambiente all'epoca improponibbile,una protesta verso quei poveri pazienti troppo spesso strumentalizzati da coloro che voglione che stiano in quella misera condizione.
La bellezza del film ti coinvolge e ti fa commuovere per un finale da brividi,dove colonna sonora e dialoghi,fanno il loro giusto lavoro,mentre la magistrale regia di Milos Forman riescono a creare un quadro ricco di contenuti e di emozioni che ti faranno scendere lacrime intense di compassione,ma nello stesso tempo una rabbia,quella stessa che esplode nel protagonista alla fine del film.
"Qualcuno Volò sul nido del cuculo" rimarrà un capolavoro del cinema,ma forse andrà oltre,potrà essere preso come moto di rivoluzione per riconquistare certi valori persi,un film di protesta la cui fama forse fin troppo bassa,porta uno dei film più semplici,sul piedistallo più alto di tutta la storia cinematografica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a federico »
[ - ] lascia un commento a federico »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo-87
|
mercoledì 27 gennaio 2010
|
le ali di jack nicholson
|
|
|
|
Chi, sano di mente, potrebbe non definire “qualcuno volò sul nido del cuculo” un capolavoro assoluto della storia del cinema? Io credo nessuno. Questo film rasenta la perfezione. Jack Nicholson qui mette le ali e arriva, per citare un titolo famoso, “dove osano le aquile”. Ma Nicholson (R.P. McMurphy), è solo il primo di un cast spettacoloso, composto da una perfetta Louise Fletcher nei panni dell’odiosa e direi dannata infermiera Mildred Ratched, l’indiano Will Sampson nei panni del finto sordomuto “grande capo”, e da un “branco di picchiatelli”, come li soprannomina Nicholson, tra cui ricordo Danny De Vito nei panni di Martini, Sydney Lassick nei panni di Charley Cheswick, Christopher Lloyd nei panni di Taber e Brad Dourif nei panni di Billy Bibbit.
[+]
Chi, sano di mente, potrebbe non definire “qualcuno volò sul nido del cuculo” un capolavoro assoluto della storia del cinema? Io credo nessuno. Questo film rasenta la perfezione. Jack Nicholson qui mette le ali e arriva, per citare un titolo famoso, “dove osano le aquile”. Ma Nicholson (R.P. McMurphy), è solo il primo di un cast spettacoloso, composto da una perfetta Louise Fletcher nei panni dell’odiosa e direi dannata infermiera Mildred Ratched, l’indiano Will Sampson nei panni del finto sordomuto “grande capo”, e da un “branco di picchiatelli”, come li soprannomina Nicholson, tra cui ricordo Danny De Vito nei panni di Martini, Sydney Lassick nei panni di Charley Cheswick, Christopher Lloyd nei panni di Taber e Brad Dourif nei panni di Billy Bibbit. Il film è pregno di frasi cariche di significato – “Ma che cosa vi credete di essere, vacca troia, pazzi? Davvero? Invece no, invece no: voi non siete più pazzi della media dei coglioni che vanno in giro per la strada, ve lo dico io. Ma non è possibile … ma non ce l’avete il coraggio di andare via di qua?” (McMurphy ad una “seduta” di gruppo, quando scopre che la maggioranza dei “picchiatelli” non è tenuta nel manicomio a forza, ma per loro scelta) -. Il film mira ad una condanna e smascheramento dei metodi repressivi usati nei manicomi; metodi che, lontani dal portare alla guarigione il malato, mirano invece a reprimere ogni sorta di vitalità del paziente, tentando di ridurlo ad una larva umana – si pensi ai medicinali distribuiti che Jack Nicholson rifiuta di prendere perché non vuole “ingoiare cose che a tradimento lo fanno ammosciare”-; il film rivela quindi il carattere sadico delle infermiere e dei metodi terapeutici, come l’elettroshock, ma pone in risalto anche la “giusta terapia”: la vitalità di McMurphy infatti non ha solo effetti positivi da un punto di vista di ribellione all’assurdità (“vacca troia, quella vi fa rigare tutti dritti; ma per chi l’avete scambiata, per il padre eterno?”), ma anche sulla psicologia dei malati, i quali, più che veri matti, appaiono piuttosto insicuri di sé e deboli psicologicamente, quasi come se fossero convinti di essere pazzi più che esserlo realmente. Come dimostra la scena in cui Nicholson li porta a pescare, spettacolosa per “l’odore di libertà” che emana, la pazzia pare ridursi ad un problema di fiducia in sé stessi, una volta superata la quale il “branco di picchiatelli” si tramuta in un gruppo di perfetti pescatori ( “ora non sei più un disgraziato scemo figliolo, sei un pescatore ora!” - Nicholson a De Vito). una figura a parte è invece quella dell’indiano, il quale ha perso ogni fiducia nella vita, e si accontenta di vivere passivamente nel manicomio fingendosi sordo – muto. McMurphy ha effetto positivo anche su di lui: l’indiano infatti è, alla fine, l’unica nota di speranza del film, che parrebbe concludersi con la totale sconfitta di Nicholson – operato al cervello e ridotto ad un’ameba – e il ripristino dell’orine sadico all’interno del manicomio; invece l’indiano, dopo aver liberato l’amico soffocandolo (“non ti lascio qui così, ti porto con me”), evade dal manicomio sfondando le sbarre dell’ospedale – carcere, in quella che si può definire una “vera e propria fuga verso la libertà e la vita”. Nella fuga del “grande capo” risiede, almeno in parte, anche la vittoria di Nicholson.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo-87 »
[ - ] lascia un commento a riccardo-87 »
|
|
d'accordo? |
|
barson
|
venerdì 4 agosto 2006
|
commovente
|
|
|
|
Bello! bello davvero. Oltre che denuncia di metodi barbari cui venivano sottoposti i malati è metafora sul "sistema" che l'uomo si è costruito intorno e da cui, se non perfettamente integrato, non riesce ad uscire se non con il proprio annullamento.
L'infermiera intransigente rappresenta la società con le sue regole a volte stupide.
Il gruppetto di "picchiatelli" siamo noi con le nostre nevrosi tutti incanalati nello stesso flusso e incapaci di ribellarci.
Mc Murphy non ci stà ma la sua è una libertà illusoria fatta di alcol donne e divertimento che in una certa misura gli vengono offerti dal "sistema" stesso. Quando scavalcherà la recinzione, si troverà ingabbiato di nuovo, strade macchine case cemento.
[+]
Bello! bello davvero. Oltre che denuncia di metodi barbari cui venivano sottoposti i malati è metafora sul "sistema" che l'uomo si è costruito intorno e da cui, se non perfettamente integrato, non riesce ad uscire se non con il proprio annullamento.
L'infermiera intransigente rappresenta la società con le sue regole a volte stupide.
Il gruppetto di "picchiatelli" siamo noi con le nostre nevrosi tutti incanalati nello stesso flusso e incapaci di ribellarci.
Mc Murphy non ci stà ma la sua è una libertà illusoria fatta di alcol donne e divertimento che in una certa misura gli vengono offerti dal "sistema" stesso. Quando scavalcherà la recinzione, si troverà ingabbiato di nuovo, strade macchine case cemento...
Sarà la sua poco pretenziosa idea di libertà la sua condanna quando alla fine aggredirà l'infermiera, il "sistema".
L'indiano trae comunque forza dall'indole ribelle di Murphy e ritrova lo spirito che rendeva, un tempo, gli uomini veramente liberi.
Quando sfonderà la finestra prigione, d'avanti a sé troverà la collina, gli alberi, il cielo...commovente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a barson »
[ - ] lascia un commento a barson »
|
|
d'accordo? |
|
paranoidandroid
|
mercoledì 1 giugno 2005
|
immenso
|
|
|
|
una recensione non basterebbe per definire una delle pietre miliari del cinema.
un grido di protesta "muto", di un ambiente sempre e costantemente non ascoltato.
l'interpretazione di nicholson baterebbe per garantire le 5 stelle. ma non solo l'immenso jack è impeccabile, al punto che è difficile credere che l'intero cast di "matti" non sia veramente stato selezionato in un manicomio. e poi, chi alla fine del film non ha provato un sentimento di odio profondo nei confronti della Fletcher?
consacrazione per due grandi attori, quali devito e lloyd.
perfetto sotto ogni punto di vista, dalla fotografia alla sceneggiatura. un film divertente, angosciante, imprevidibile e commovente. da vedere assolutamente.
|
|
[+] lascia un commento a paranoidandroid »
[ - ] lascia un commento a paranoidandroid »
|
|
d'accordo? |
|
maxam
|
martedì 30 gennaio 2007
|
autentico
|
|
|
|
Mai in precedenza si è assistito ad un'opera in cui il senso di accetazione,il senso di libertà e di normalità sia stato presentato in maniera cosi universale,ma soprattutto messo in discussione.Tutti noi possiamo immedesimarci come non mai anche in dinamiche che coinvolgono gli psicopatici,poichè subiscono un trattamento terapeutico finalizzato al reinserimento nella società normale, poichè ritenuti disadattati ,come se ognuno di noi per tutta la vita non facesse altro che sforzarsi di rimanere inserito in una società(inibendo e camuffando i propri istinti e le proprie paure con dei comportamenti pubblicamente valdamente riconosciuti)che non vuole altro che gli atteggiamenti della gente si uniformino.
[+]
Mai in precedenza si è assistito ad un'opera in cui il senso di accetazione,il senso di libertà e di normalità sia stato presentato in maniera cosi universale,ma soprattutto messo in discussione.Tutti noi possiamo immedesimarci come non mai anche in dinamiche che coinvolgono gli psicopatici,poichè subiscono un trattamento terapeutico finalizzato al reinserimento nella società normale, poichè ritenuti disadattati ,come se ognuno di noi per tutta la vita non facesse altro che sforzarsi di rimanere inserito in una società(inibendo e camuffando i propri istinti e le proprie paure con dei comportamenti pubblicamente valdamente riconosciuti)che non vuole altro che gli atteggiamenti della gente si uniformino.I personaggi che si ritrovano puntualmente analizzati e diagnosticati subendo una terapia d'urto(riferito all'elettroschock) ci riportano dapprima all'ambiente repressivo della scuola ed in seguito alla difficoltà logica di integrazione in una collettività classista e conformista.Gli interventi con cui le autorità si prendono il diritto di intervenire sulla vita di chiunque in modo univoco,stridono in modo disumano con la singola necessità di oguno di esprimere appieno la nostra intima personalità.Il film si conclude addirittura con l'operazione neurochirurgica nella drastica soluzione di annullare definitivamente la personalità di McMurphy,che ci fa rassegnare sul fatto che chiunque dall'alto della sua sincerità crei scompiglio in un sistema,pur legittimamente giacchè tale sistema fa acqua,verrà sempre puntualmente distrutto(troncato come l'erba cattiva), allontanandosi in maniera sempre più irreversibile dal concetto che le istituzioni vengano un giorno incontro alle nostre autentiche esigenze e mai viceversa cioè che la nostra vita debba adattarsi all'ipersonalità delle sovrastrutture che ci governano.Un film autentico nella sua denuncia.Epico nella sua universale semantica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maxam »
[ - ] lascia un commento a maxam »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
giovedì 12 gennaio 2012
|
film e jack nicholson stupendi
|
|
|
|
Un delinquente decide di farsi trasferire in un manicomio per cercare di rendere più piacevole la sua condanna. Finirà per integrarsi all'interno del gruppo e cercherà di rendere migliori e umane le condizioni di vita dei reclusi. Tratto dal romanzo di Ken Kesey.
Vincitore di numerosi Oscar e trainato dall'immenso carisma di Jack Nicholson, questo film non può assolutamente lasciare indifferente chi lo vede. Infatti ognuno di noi è chiamato a svolgere una riflessione sul tema della cosiddetta normalità; chi è normale? Chi non lo è? Come si fa a deciderlo? Era lecito trattare degli esseri umani a base di pane ed elettroshock lasciandoli perennemente in uno stato di semidemenza? E poi come si fa a non odiare con tutte le proprie forze la terribile infermiera caporeparto o prendere le parti del giovane amico di Nicholson alla ricerca del primo amore e che si renderà protagonista di una delle scene più tragiche della storia del cinema.
[+]
Un delinquente decide di farsi trasferire in un manicomio per cercare di rendere più piacevole la sua condanna. Finirà per integrarsi all'interno del gruppo e cercherà di rendere migliori e umane le condizioni di vita dei reclusi. Tratto dal romanzo di Ken Kesey.
Vincitore di numerosi Oscar e trainato dall'immenso carisma di Jack Nicholson, questo film non può assolutamente lasciare indifferente chi lo vede. Infatti ognuno di noi è chiamato a svolgere una riflessione sul tema della cosiddetta normalità; chi è normale? Chi non lo è? Come si fa a deciderlo? Era lecito trattare degli esseri umani a base di pane ed elettroshock lasciandoli perennemente in uno stato di semidemenza? E poi come si fa a non odiare con tutte le proprie forze la terribile infermiera caporeparto o prendere le parti del giovane amico di Nicholson alla ricerca del primo amore e che si renderà protagonista di una delle scene più tragiche della storia del cinema. Una pelliccola che toglie letteralmente il fiato e lascia allo spettatore un grandissimo groppo in gola. Un film veramente stupendo e toccante che tutti almeno una volta dovremmo vedere con attenzione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
j.j.winston
|
domenica 3 gennaio 2010
|
grande scenografia e grande nicholson
|
|
|
|
Randy P. McMurphy è un uomo ke facendosi passare per malato mentale va in un manicomio dove entra in contatto con altri diciasette veri e propri "matti", le due infermiere e tre addetti. Avvendo tendenze di un piccolo criminale e molto dinamike il nostro Mc diventa sin da subito il trascinatore di quei meno malati di mente ke lo seguiranno in ogni sua azione contro l'ordine detenuto dagli uomini del manicomio finendo pure a fare a botte contro questi. Il protagonista rivendica soprattutto la mancanza di poter avere esperienze normali (come guardare il baseball e andare a pesca) diventando sempre di + un pesante peso x ki sta in alto anke perkè porterà dalla sua parte ttt gli amici pazzi ke si è fatto dentro il manicomio e ke lo adoreranno come se fosse il loro idolo.
[+]
Randy P. McMurphy è un uomo ke facendosi passare per malato mentale va in un manicomio dove entra in contatto con altri diciasette veri e propri "matti", le due infermiere e tre addetti. Avvendo tendenze di un piccolo criminale e molto dinamike il nostro Mc diventa sin da subito il trascinatore di quei meno malati di mente ke lo seguiranno in ogni sua azione contro l'ordine detenuto dagli uomini del manicomio finendo pure a fare a botte contro questi. Il protagonista rivendica soprattutto la mancanza di poter avere esperienze normali (come guardare il baseball e andare a pesca) diventando sempre di + un pesante peso x ki sta in alto anke perkè porterà dalla sua parte ttt gli amici pazzi ke si è fatto dentro il manicomio e ke lo adoreranno come se fosse il loro idolo.
Un film ke rimarrà senza dubbio per sempre nella storia del Grande Cinema per il modo sì efficace ed intenso in cui la vicenda viene narrata. E ad alimentare notevolemente quello ke è un film senz'altro drammatico, è lo spiccato ed ottimo senso ironico ke sfoga ttt le sue forze grazie ad una grandissima interpretazione di Jack Nicholson oltre a quelle di altri ottimi attori presenti nel Cast. Nicholson riesce ad essere assoluto protagonista e leader di un film ke sl con un grande interprete al timone come Nicholson sarebbe riuscito ad essere Grandioso. Voto 9/10
[-]
|
|
[+] lascia un commento a j.j.winston »
[ - ] lascia un commento a j.j.winston »
|
|
d'accordo? |
|
tizianastanzani
|
martedì 6 aprile 2010
|
perfetto come ogni film di forman
|
|
|
|
Coraggioso film, drammatico e di grande impatto emotivo, che solleva il problema della malattia mentale e denuncia la condizione dei disagiati mentali nel manicomio. Mc Murphy è una persona normale ma divergente, che rifiuta le regole, e per questo viene stritolata dall'ingranaggio di una struttura totalitaria che non cura, non recupera e annulla l'individuo. Nel '75, quando uscì il film, in Italia era già in corso il dibattito appassionante, per le profonde implicazioni sociali e umane, sulla nuova psichiatria che porterà con la guida del prof. Basaglia alla chiusura dei manicomi, a cui, purtroppo non seguiranno efficaci alternative. E' inutile sottolineare che buona parte il successo del film è dovuto anche alla grande interpretazione di Jack Nicholson, attore di grande versatilità perfettamente calato in un ruolo a lui particolarmente congeniale, quello dello spostato.
[+]
Coraggioso film, drammatico e di grande impatto emotivo, che solleva il problema della malattia mentale e denuncia la condizione dei disagiati mentali nel manicomio. Mc Murphy è una persona normale ma divergente, che rifiuta le regole, e per questo viene stritolata dall'ingranaggio di una struttura totalitaria che non cura, non recupera e annulla l'individuo. Nel '75, quando uscì il film, in Italia era già in corso il dibattito appassionante, per le profonde implicazioni sociali e umane, sulla nuova psichiatria che porterà con la guida del prof. Basaglia alla chiusura dei manicomi, a cui, purtroppo non seguiranno efficaci alternative. E' inutile sottolineare che buona parte il successo del film è dovuto anche alla grande interpretazione di Jack Nicholson, attore di grande versatilità perfettamente calato in un ruolo a lui particolarmente congeniale, quello dello spostato. Il libro è anche più affascinante, perché è raccontato dall’indiano (tanti anni dopo l’evasione) con amore e gratitudine per quel povero compagno di disgrazie che finì lobotomizzato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tizianastanzani »
[ - ] lascia un commento a tizianastanzani »
|
|
d'accordo? |
|
mr.qwerty
|
domenica 26 dicembre 2010
|
uno dei capolavori della storia del cinema
|
|
|
|
"Qualcuno volò sul nido del cuculo" è,secondo me,uno dei capolavori della storia del cinema.Il film si svolge in un istituto psichiatrico dove un anticonformista(il grande Jack Nicholson),trascina gli altri pazienti a vivere veramente la vita e conoscere nuove esperienze.Questo film fa capire che a volte la linea che differenzia i sani e i pazzi non sempre viene dimostrata infatti,nel film,c'è un'aria molto diversa in confronto ad un vero manicomio:pare che proprio i medici(i sani),siano veramente pazzi dalla loro rigorosità,mentre i pazienti(i pazzi),conoscono delle esperienze che,per colpa dei medici,non avevano mai provato prima dell'arrivo di Randle McMurphy(Nicholson).
A coloro che ancora non lo avessero visto,consiglio di comprarlo "a scatola chiusa" perchè,una volta visto,ci sarà sicuramente,una re-visione.
[+] re-visione
(di eeeeeh?!?)
[ - ] re-visione
|
|
[+] lascia un commento a mr.qwerty »
[ - ] lascia un commento a mr.qwerty »
|
|
d'accordo? |
|
paolo 67
|
domenica 1 aprile 2012
|
il manicomio come metafora della società di massa
|
|
|
|
L'istituzione manicomiale è un luogo di contenimento. Il protagonista (uno straordinario Jack Nicholson) ci finisce perchè finge di essere matto per evitare la galera. L'infermiera dell'istituto (un'altrettanto straordinaria Luise Fletcher) è rigida, ma è convinta di far bene ad esserlo. Nei pazienti (bravissimi tutti gli attori), che rappresentano tutte le malattie mentali, il film mette in luce i tratti comuni di umanità. Il manicomio non sembra capace di curarli, ma ne cronicizza invece i disturbi. L'individuo si scontra coll'istituzione. il ribelle perde la battaglia, ma alla fine sarà ucciso per pietà da un altro finto pazzo che alla fine riuscirà a fuggire (un pellerossa simbolo del genocidio dei nativi -il manicomio come riserva dei diversi e degli emarginati-), rivendicando e riaffermando la libertà.
[+]
L'istituzione manicomiale è un luogo di contenimento. Il protagonista (uno straordinario Jack Nicholson) ci finisce perchè finge di essere matto per evitare la galera. L'infermiera dell'istituto (un'altrettanto straordinaria Luise Fletcher) è rigida, ma è convinta di far bene ad esserlo. Nei pazienti (bravissimi tutti gli attori), che rappresentano tutte le malattie mentali, il film mette in luce i tratti comuni di umanità. Il manicomio non sembra capace di curarli, ma ne cronicizza invece i disturbi. L'individuo si scontra coll'istituzione. il ribelle perde la battaglia, ma alla fine sarà ucciso per pietà da un altro finto pazzo che alla fine riuscirà a fuggire (un pellerossa simbolo del genocidio dei nativi -il manicomio come riserva dei diversi e degli emarginati-), rivendicando e riaffermando la libertà. Milos Forman si ricorda dell'allora regime della sua Cecoslovacchia, ma affronta anche un discorso sull'America, e più in generale sulla società, parlando dell'abuso (secondo alcuni del fondamento) razzistico della psichiatria, un tema tutt'oggi attuale ad esempio in Italia dopo la riforma ispirata da Basaglia, che per molti ci pone all'avanguardia, oggetto di critiche come di ferme difese. Anche la follia sembra un affare politico. Candidato a 9 Oscar, ne vinse i 5 principali (non accadeva dal 1934). Milos Forman si conferma un cantore della libertà, come in TAKING OFF (1971) e HAIR (1979) dove affronta il contrasto generazionale tra i padri conservatori e i figli hippy, LARRY FLINT- OLTRE LO SCANDALO (1996), su un personaggio emblematico e L'ULTIMO INQUISITORE (2006), sul pittore spagnolo Goya e un'inquisitore che diventa illuminista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo 67 »
[ - ] lascia un commento a paolo 67 »
|
|
d'accordo? |
|
|