peter patti
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venerdì 25 dicembre 2020
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l''essenza stessa dell''inglesità.
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Tra i miei film preferiti! Anche se Houston era americano, ha saputo cogliere appieno la natura "arrogante" di chi, inglese, lascia l'Isola di Albione per cercare fortuna altrove nel mondo. Caine e Connery assolutamente a proprio agio nel ruolo di due ex-soldati di Sua Maestà la Regina i quali, come fossero portatori dell'unica cultura che conta, trattano dall'alto in basso gli abitanti della terra in cui si trovano. Sbruffoni e pavidi, superano ogni proprio limite fisico e caratteriale per pura ingordigia, riuscendo effettivamente a raggiungere il remoto Kafiristan, dove si trova l'agognato oro e dove David (Sean Connery) viene incoronato re e persino, almeno per un certo periodo, venerato dalla popolazione locale come un secondo Alessandro Magno.
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Tra i miei film preferiti! Anche se Houston era americano, ha saputo cogliere appieno la natura "arrogante" di chi, inglese, lascia l'Isola di Albione per cercare fortuna altrove nel mondo. Caine e Connery assolutamente a proprio agio nel ruolo di due ex-soldati di Sua Maestà la Regina i quali, come fossero portatori dell'unica cultura che conta, trattano dall'alto in basso gli abitanti della terra in cui si trovano. Sbruffoni e pavidi, superano ogni proprio limite fisico e caratteriale per pura ingordigia, riuscendo effettivamente a raggiungere il remoto Kafiristan, dove si trova l'agognato oro e dove David (Sean Connery) viene incoronato re e persino, almeno per un certo periodo, venerato dalla popolazione locale come un secondo Alessandro Magno. La fine è tragica. E un sapore di leggenda gravita sui luoghi e sulle situazioni, nonostante il sangue e il sudore... o forse proprio per questo.
John Houston, in questo suo tardo lavoro di regia (nel 1975 aveva 69 anni), ci regala un film in cui neppure un secondo di pellicola può essere ritenuto superfluo. Tutto è ben orchestrato e allo spettatore rimane il piacere di potersi meravigliare, di sorprendersi a fare il tifo per i due eroi/antieroi e riempirsi gli occhi - e l'anima - di paesaggi stupendi.
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fabio
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martedì 8 ottobre 2019
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per riscoprire kipling
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E' come tornare ragazzi: Kipling nelle mani di Houston rivive in tutto il suo fascino.
Forse qualcuno potrà storcere il naso di fronte a qualche scena ma la classe non è acqua ed il valore letterario di Kipling emerge chiaramente.
Da vedere per riscoprire un grande autore e un grande regista.
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elgatoloco
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domenica 4 febbraio 2018
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kipling ottimamente messo in scena
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A parte il trio eccezionale di interpreti Sean Connery-Michael Caine-Christopher Plummer(ma Plummer, che interpreta Kipling, è qui soprattutto visto come lo studioso, l'uomo "da tavolino", da scrittoio), a parte la verve ironica e dissacratorio di John Huston, in questo"The Man Who Would Be King"(1975)c'è un'interpretazione -rilettura attenta del grande testo di Kipling, del 1888, con la vicenda"scanzonata"(più in Huston che in Kipling, invero)di due amici-soldati britannici(anche massoni, per accidens, dove bisognerebbe rilevare il carattere molto diverso delle massonerie britannica rispetto a quella continentale, in specie italiana.
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A parte il trio eccezionale di interpreti Sean Connery-Michael Caine-Christopher Plummer(ma Plummer, che interpreta Kipling, è qui soprattutto visto come lo studioso, l'uomo "da tavolino", da scrittoio), a parte la verve ironica e dissacratorio di John Huston, in questo"The Man Who Would Be King"(1975)c'è un'interpretazione -rilettura attenta del grande testo di Kipling, del 1888, con la vicenda"scanzonata"(più in Huston che in Kipling, invero)di due amici-soldati britannici(anche massoni, per accidens, dove bisognerebbe rilevare il carattere molto diverso delle massonerie britannica rispetto a quella continentale, in specie italiana...), che vogliono ripercorrere la vicenda umana di "O Alexandròs". Alessandro Magno, divenendo re di un mitico stato incuneato tra India e Afghanistan, con conseguenze poi anche tragiche, per uno dei due e grottesco-drammatiche per l'altro... Da segnalare questo registro comico-grottesco-scanzonato che percorrre il film, che collide, eppure poi si fonde con quello drammatico-tragico, invero una caratteristica tipica della filmogtafia di Huston, l'autore anche di"Moby Dick", una rilettura dunque di Melville, a proposito di trasposizioni di grandi classici. La rilettura ha caratteri in parte antropologicamente discutibili(non vorrei entrare qui nella querelle antropologica e storica, nonché storico-letteraria a proposito di kipling, abbastanza assurdamente accusato di"razzismo"), ma l'importante è rileggere tali tratti nella chiave generale dell'opera, tratteggiata sopra, in qualche modo. Da apprezzare l'interpretazione dei tre grrandi interpreti, uno Scozzese(Connery), un Inglese(Caine), un Canadese(Plummer), oltre alla presenza della moglie di Caine, Shakira, impegnata in un ruolo di notevole impegno. Uno di quei film che sarebbe opportuno rivedere, in un'ideale galleria di"classici". El Gato
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jimi caos
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mercoledì 21 settembre 2011
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straordinari connery e caine
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Già gli ingredienti di partenza promettono molto bene: storia di un gran romanziere come Kipling, regia di un grande dei filmoni Hollywoodiani, due impagabili interpreti dal sapore britannico come Connery e Caine. E il risultato non delude certo le aspettative.
Bellissimi paesaggi e atmosfere, che culminano con la memorabile scena dell'arrivo nella città santa del Kafiristan.
La storia è conivolgente e c'è un giusto equilibrio tra dialoghi, battaglie e viaggi.
Il traino motore del film è senz'altro la straordinaria prova dei protagonisti: Michael Caine e Sean Connery. I due interpretano rispettivamente Peachy Carnehan e Daniel Dravot, due ex combattenti della Regina che si occupano per lo più di truffe e avventurosi espedienti per arricchirsi.
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Già gli ingredienti di partenza promettono molto bene: storia di un gran romanziere come Kipling, regia di un grande dei filmoni Hollywoodiani, due impagabili interpreti dal sapore britannico come Connery e Caine. E il risultato non delude certo le aspettative.
Bellissimi paesaggi e atmosfere, che culminano con la memorabile scena dell'arrivo nella città santa del Kafiristan.
La storia è conivolgente e c'è un giusto equilibrio tra dialoghi, battaglie e viaggi.
Il traino motore del film è senz'altro la straordinaria prova dei protagonisti: Michael Caine e Sean Connery. I due interpretano rispettivamente Peachy Carnehan e Daniel Dravot, due ex combattenti della Regina che si occupano per lo più di truffe e avventurosi espedienti per arricchirsi. E come li interpretano! Come dimenticare la sfacciataggine, l'arguzia, la sagacia e la personalità con cui tingono i loro personaggi.
A Caine la fortuna di pronunciare la più bella battuta del film, quando Kipling spiega loro che l'unico ad aver raggiunto il Kafiristan era stato Alessandro Magno, un re greco, Peachy risponde: "se l'ha fatto un greco, figuriamoci noi!".
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franco manontroppo
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martedì 14 ottobre 2008
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cineteca
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Un classico, recitato magistralmente è un classico film d'avventura con occidentali in cerca di fortuna in un paese esotico. Una storia comunque drammatica e amara mostrata in maniera avvincente, divertente e con garbo.
Davvero un film per tutte le età e per tutti i gusti (e aggiungerei pure senza retorica) come non se ne fanno più.
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gianfranco
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domenica 31 agosto 2008
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michael caine bravo e affascinante
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ANCH'IO ADORO MICHAEL CAINE,è UN ATTORE DAL FASCINO,DALL'ELEGANZA E DALLA BRAVURA A DIR POCO STRAORDINARIE!PECCATO CHE SIA VECCHIO,ATTORI COME LUI NON CE NE MOLTI OGGIGIORNO.
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miki spin
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lunedì 13 agosto 2007
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fantasia sfrenata, ironico ed emozionante
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Un film d'avventura molto vecchio stile, ma non vecchio. Un film di grandissima fantasia e inventiva. Con due grandi attori che fanno letteralmente a gara per chi sia il più bravo (e secondo me questa volta ha vinto Caine). Ma anche ironico e divertente, con una comicità che si basa soprattutto sull mostrare due personaggi che un giorno casualmente, decidono di conquistare un paese che ignorano completamente e di cui disprezzano dal primo momento gli abitanti. E' probabilmente troppo lungo e troppo prolisso in alcuni passaggi anche non rilevanti (come i libri di avventura ottocenteschi) ma ben gestito e segubile (e d emozionant in varie parti. Ho trovato bellissima la scena in cui, durante il passaggio dei sacerdoti bendati tutti i guerrieri si inchinano, per tornare ad uccidersi subito do
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Un film d'avventura molto vecchio stile, ma non vecchio. Un film di grandissima fantasia e inventiva. Con due grandi attori che fanno letteralmente a gara per chi sia il più bravo (e secondo me questa volta ha vinto Caine). Ma anche ironico e divertente, con una comicità che si basa soprattutto sull mostrare due personaggi che un giorno casualmente, decidono di conquistare un paese che ignorano completamente e di cui disprezzano dal primo momento gli abitanti. E' probabilmente troppo lungo e troppo prolisso in alcuni passaggi anche non rilevanti (come i libri di avventura ottocenteschi) ma ben gestito e segubile (e d emozionant in varie parti. Ho trovato bellissima la scena in cui, durante il passaggio dei sacerdoti bendati tutti i guerrieri si inchinano, per tornare ad uccidersi subito dopo
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nihil
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giovedì 19 luglio 2007
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io adoro michael caine!!!
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bel film.. e poi, io adoro Michael Caine!!!
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(di miki spin)
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