elgatoloco
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domenica 3 settembre 2017
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bellissima parodia antirazzista
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"Blazing Saddles"(letteralmente"Selle Aridenti", solo in italiano"Mezzogiorno e mezzo di fuoco", ma anche la traduzione, ultra-libera, è azzeccata)di Mel Brooks(1974), è una straordinaraia parodia del western: tutti gli anacronismi(molti, peraltro)sono rigorosamente voluti e fanno parte dello humor sempre rigorosamente yiddsh di Brooks, come del suo amico Gene Wilder, anche qui presente in un ruolo importante. Il sentimento del contrario(per citare il bellissimo "Saggio sull'umorismo"di Pirandello , non inferiore a quelli, quasi coevi, di Freud e Bergson)domina il film: a parte la bellissima idea della finta città western , fatta di sagome, c'è quella delle pistole che sparano contro chi spara(magia dello sceriffo afroamericano?), gli anacronismi, con tutti i riferimenti al nazismo, al Ku-Klux-Clan, alle minoranze(afroamericani, cinesi, nativi americani), il bellissimo "varietà"fatto di gay, capitanati da un Dom De Luise in forma strepitosa, la prostituta (Madeline Kahn, altra grande interprete brooksiana), la chiusa del film con il film nel film o sul film, ossia la diegesi iper-marcata, con chi insomma"fa"il film e ci riflette sopra, divertendosi, con l'ultima scena , quella della cavalcata con Gene Wilder e lo sceriffo nero Cleavon Little, ma, in realtà tutto il film è straordinario, anche nella sua demistifcazione esibita della"falsità"di quanto si vede sullo schermo(e qui, però, con riflessioni che vanno almeno da Berkeley -se non da Platone-a Robert Lanza e Rob Berman, verrebbe da chiedersi che cosa sia la famosa"realtà").
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"Blazing Saddles"(letteralmente"Selle Aridenti", solo in italiano"Mezzogiorno e mezzo di fuoco", ma anche la traduzione, ultra-libera, è azzeccata)di Mel Brooks(1974), è una straordinaraia parodia del western: tutti gli anacronismi(molti, peraltro)sono rigorosamente voluti e fanno parte dello humor sempre rigorosamente yiddsh di Brooks, come del suo amico Gene Wilder, anche qui presente in un ruolo importante. Il sentimento del contrario(per citare il bellissimo "Saggio sull'umorismo"di Pirandello , non inferiore a quelli, quasi coevi, di Freud e Bergson)domina il film: a parte la bellissima idea della finta città western , fatta di sagome, c'è quella delle pistole che sparano contro chi spara(magia dello sceriffo afroamericano?), gli anacronismi, con tutti i riferimenti al nazismo, al Ku-Klux-Clan, alle minoranze(afroamericani, cinesi, nativi americani), il bellissimo "varietà"fatto di gay, capitanati da un Dom De Luise in forma strepitosa, la prostituta (Madeline Kahn, altra grande interprete brooksiana), la chiusa del film con il film nel film o sul film, ossia la diegesi iper-marcata, con chi insomma"fa"il film e ci riflette sopra, divertendosi, con l'ultima scena , quella della cavalcata con Gene Wilder e lo sceriffo nero Cleavon Little, ma, in realtà tutto il film è straordinario, anche nella sua demistifcazione esibita della"falsità"di quanto si vede sullo schermo(e qui, però, con riflessioni che vanno almeno da Berkeley -se non da Platone-a Robert Lanza e Rob Berman, verrebbe da chiedersi che cosa sia la famosa"realtà"). Ultima considerazione: erano i primi grandi successi, tutti meritati, di Mel Brooks, che oggi ha più di novant'anni... Lo si vedeva anche come ottimo attore-mattatore e del resto è sempre stato autore-regista-interprete-compositore delle musiche e delle canzoni...forse non gli piacerebbe il paragone, troppo wagneriano, "artista da opera d'arte totale"... El Gato
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renato c.
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martedì 18 febbraio 2014
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le grandi parodie folli di mel brooks
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Come parodia del genere western non è niente male! Quel che mi quadra poco, considerando l'anno d'uscita (1974), è la volgarità verbale del film che non mi pare a quell'epoca si usasse così liberamente (l'avevo visto il film quando è uscito, è stato forse ridoppiato?!); quanto alle pernacchie dei cowboys dopo la cena a base di fagioli, quella ricordo che c'era ed aveva provocato reazioni svariate tra il pubblico in sala. A parte questo è una parodia degna di Mel Brooks, ed è stata anche un'ottima trovata quella italiana di doppiare Gene Wilder con accento lombardo e che parlado diceva "una volta, mentre facevo "quattro passi in galleria...."!". Ottima la trovata (forse un omaggio alla casa produttrice Warner Bros) della battuta sul "dolce-gramma" dove lo sceriffo assume un comportamento tipico di Daffy Duck accompagnato dalla musica dei cartoons.
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Come parodia del genere western non è niente male! Quel che mi quadra poco, considerando l'anno d'uscita (1974), è la volgarità verbale del film che non mi pare a quell'epoca si usasse così liberamente (l'avevo visto il film quando è uscito, è stato forse ridoppiato?!); quanto alle pernacchie dei cowboys dopo la cena a base di fagioli, quella ricordo che c'era ed aveva provocato reazioni svariate tra il pubblico in sala. A parte questo è una parodia degna di Mel Brooks, ed è stata anche un'ottima trovata quella italiana di doppiare Gene Wilder con accento lombardo e che parlado diceva "una volta, mentre facevo "quattro passi in galleria...."!". Ottima la trovata (forse un omaggio alla casa produttrice Warner Bros) della battuta sul "dolce-gramma" dove lo sceriffo assume un comportamento tipico di Daffy Duck accompagnato dalla musica dei cartoons.
Il resto è pieno di buone gags e belle trovate ed è anche una critica a come si formata la colonizzazione del west dove purtroppo a volte sarà stato vero che la brama dei potenti ha costruito opere a spese dei deboli corrompendo autorità corrotte anche loro o non all'altezza della carica.
Se vogliamo il film è stato anche un po' profetico: all'epoca un afro-americano sceriffo era veramente qualche cosa di impensabile! Ed ora con buona pace dei razzisti e di chi vorrebbe mostrare l'America come uno stato ancora ultrarazzista, abbiamo un presidente afro-americano, ed eletto per due volte dalla maggioranza degli Americani! Bravo Mel Brooks!
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brando fioravanti
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sabato 7 aprile 2012
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demensialità in grande stile
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Il primo film demensiale entrato nella storia del cinema. Grandissimo e innegabile lo stile con cui è girato. Trovate assurde, ma che riescono sempre a trovare forma e a far ridere di gusto. Si vede la luce della speranza verso un popolo razzista e diffidente, ma che può cambiare.
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lady libro
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domenica 5 giugno 2011
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vera comicità
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Non c'è che dire: "Mezzogiorno e mezzo di fuoco" è un vero e proprio capolavoro di comicità.
Mel Brooks è un regista eccezionale, il solo e unico "re della risata" (e lo dimostra in tutti i suoi film).
Questo film è una bellissima e geniale parodia degli indimenticabili film western che hanno caratterizzato gran parte della storia del cinema mondiale.
Cleavon Little e Gene Wilder sono fantastici nei loro rispettivi ruoli, grandissimi attori di prima categoria.
Meravigliosi i camei del mitico Mel Brooks e la performance "alla Marlene Dietrich" di Madeline Kahn.
Suggestiva, stupenda e azzeccatissima la colonna sonora.
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Non c'è che dire: "Mezzogiorno e mezzo di fuoco" è un vero e proprio capolavoro di comicità.
Mel Brooks è un regista eccezionale, il solo e unico "re della risata" (e lo dimostra in tutti i suoi film).
Questo film è una bellissima e geniale parodia degli indimenticabili film western che hanno caratterizzato gran parte della storia del cinema mondiale.
Cleavon Little e Gene Wilder sono fantastici nei loro rispettivi ruoli, grandissimi attori di prima categoria.
Meravigliosi i camei del mitico Mel Brooks e la performance "alla Marlene Dietrich" di Madeline Kahn.
Suggestiva, stupenda e azzeccatissima la colonna sonora.
Questa sì che è vera comicità e divertimento, ed è un vero peccato che al cinema non escano più film belli come questo.
Ormai purtroppo la volgarità ha preso il posto della vera arte cinematografica: adesso non contano più lo stile, la qualità e la bravura come un tempo, ed è un vero dispiacere.
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zazen67
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giovedì 11 marzo 2010
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bello !
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Quando i film comici non avevano bisogno di parolacce, tette, culi e facce al botulino.
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(di renato c.)
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esaminatore
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mercoledì 22 aprile 2009
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grazie sir
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capolavoro delcinema demenziale di sir mel brooks, che qui si prende schezosamente giocodel mito del west e anche del razzismo facendoci ridere di gran gusto.
La vera comicità sta qui non altrove, quando il cinema comico/demenziale riusciva a essere ancora credibile.
3 nominations all'oscar
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michel
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lunedì 3 novembre 2008
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l’eroe ha i denti bianchi
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Uno sceriffo nero salva una cittadina razzista dalle grinfie di politicanti e speculatori. Brooks continua a coltivare il gusto per la parodia, senza paura di apparire volgare. Abbastanza in sintonia con la corrente liberal, politicamente corretta, che andava riscrivendo il western tradizionale, ne rappresenta semmai l’appendice ludica e grassoccia. Brooks sceglie la dismisura, il nonsenso, il ribaltamento che ridicolizza e dissacra (il cattivo che piange per la sua ranocchia di gomma). Il più buffo è proprio lui, M. Brooks, nel ruolo di un governatore imbecille e sessuofobo. Discontinuo e sbragato ma divertente.
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zorro
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lunedì 19 novembre 2007
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parodia
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poldo
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lunedì 19 novembre 2007
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carino
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Carino ma niente di eccezionale...
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cineofilo92
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lunedì 5 marzo 2007
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lo sceriffo negro
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Un film che sovverte qualunque luogo comune del genere western (e non solo), colorito dallo sfavillante umorismo del vecchio Mel Brooks (stile Frankestein Junior). Non deluderà nessuno.
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