howlingfantod
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martedì 16 agosto 2016
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il portiere della notte, del bene e del male
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Film di rara bellezza e torbida sensualità una sensualità malata e perversa. Un film che parla del male, il male vicino e dentro ognuno di noi sotto forma del male pubblico numero uno del secolo scorso, il male storico, assoluto: il nazismo. Il protagonista, ex ufficiale nazista ora nel dopoguerra portiere di notte perché ha vergogna della luce in un albergo a Vienna rivive, incontrando di nuovo anni dopo “ la sua bambina”, una giovane ebrea che era il suo oggetto sessuale ai tempi dei campi di sterminio, la vecchia passione, ricambiata dalla presunta vittima (una bellissima Charlotte Rampling) in una sorta di sindrome di Stoccolma, sia ai tempi della guerra che adesso nell ipotetico ed anestetizzato politically correct dopoguerra.
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Film di rara bellezza e torbida sensualità una sensualità malata e perversa. Un film che parla del male, il male vicino e dentro ognuno di noi sotto forma del male pubblico numero uno del secolo scorso, il male storico, assoluto: il nazismo. Il protagonista, ex ufficiale nazista ora nel dopoguerra portiere di notte perché ha vergogna della luce in un albergo a Vienna rivive, incontrando di nuovo anni dopo “ la sua bambina”, una giovane ebrea che era il suo oggetto sessuale ai tempi dei campi di sterminio, la vecchia passione, ricambiata dalla presunta vittima (una bellissima Charlotte Rampling) in una sorta di sindrome di Stoccolma, sia ai tempi della guerra che adesso nell ipotetico ed anestetizzato politically correct dopoguerra. Il fascino del film sta proprio nel contrasto fra l’insana ma dilagante e omnicomprensiva passione manifesta e una specie di setta di ex nazisti mai pentiti, dispersi ovunque (come il male) nel mondo, nelle nostre città, dentro di noi, che ricerca la giovane come presunta testimone degli orrori che loro, gli ex non ex nazisti vorrebbero nascondere e mettere a tacere, prima di tutto a sé stessi. Gli ex aguzzini auto indulgenti, riciclati ed apparentemente ripuliti cercano la propria assoluzione in una specie di seduta psicanalitica collettiva ed alla fine dovranno mettere proprio a tacere letteralmente le voci che non volevano sentire. Le voci del portiere di notte (splendido Dirk Bogarde) e della “sua bambina”, nell esprimersi di un qualcosa che altresì appartiene a tutti noi, l’amore, la passione, che appartiene sembra volerci dire la Cavani con il suo messaggio dirompente e provocatorio (il film ha destato molto scandalo infatti) anche ai nazisti. Ancora una vota eros e thanathos che si respira a piene mani in questo film e che si concedono splendidamente sullo schermo senza falsi pudori. Un film sicuramente controverso, molto stratificato e da meditare e meditare ancora come la figura del portiere di notte, in senso lato e neanche troppo metaforico custode dei segreti dell’ oscurità, del bene e del male.
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garancebp
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sabato 5 ottobre 2013
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nostalgia della tristezza
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Wenn ich mir was wünschen dürfte, möcht ich etwas glücklich sein, denn wenn ich gar zu glücklich wäre, hätte ich Heimweh nach dem Traurigsein. “Se potessi desiderare qualcosa vorrei essere un po’ felice, perché se fossi completamente felice sentirei nostalgia della tristezza”: così recita la canzone di Friedrich Hollaender intonata in una delle scene più celebri e ben riuscite de Il portiere di notte, il capolavoro di Liliana Cavani, e che sembra suggerirci la chiave di letture del film. E’ il 1957 a Vienna; nel lussuoso Hotel Der Oper Lucia (Charlotte Rampling), moglie di un famoso direttore d’orchestra, incontra lo sguardo del portiere di notte Max (Dirk Bogarde) e riaffiorano i ricordi del passato comune: lei è una scarna e pallida deportata in un campo di concentramento, lui l’ufficiale nazista con il quale inizia un insolito rapporto amoroso sadomasochista.
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Wenn ich mir was wünschen dürfte, möcht ich etwas glücklich sein, denn wenn ich gar zu glücklich wäre, hätte ich Heimweh nach dem Traurigsein. “Se potessi desiderare qualcosa vorrei essere un po’ felice, perché se fossi completamente felice sentirei nostalgia della tristezza”: così recita la canzone di Friedrich Hollaender intonata in una delle scene più celebri e ben riuscite de Il portiere di notte, il capolavoro di Liliana Cavani, e che sembra suggerirci la chiave di letture del film. E’ il 1957 a Vienna; nel lussuoso Hotel Der Oper Lucia (Charlotte Rampling), moglie di un famoso direttore d’orchestra, incontra lo sguardo del portiere di notte Max (Dirk Bogarde) e riaffiorano i ricordi del passato comune: lei è una scarna e pallida deportata in un campo di concentramento, lui l’ufficiale nazista con il quale inizia un insolito rapporto amoroso sadomasochista. L’antica passione riemerge, minacciata ora dagli ex compagni di Max che stanno cercando di bruciare documenti e scovare testimoni pericolosi. Come è possibile che nasca l’amore tra una vittima e il suo aguzzino, in un lager, tra residui di morte e sporcizia? Il sentimento di Max e Lucia è l’espressione del bisogno di entrambi di sopravvivere all’orrore, il tentativo di tenere vivo l’istinto primordiale alla conservazione della vita in un posto dove vita più non c’è; non un mero sfruttamento sessuale della vittima da parte del carnefice. Per lo stesso motivo questo sentimento ritorna e riesce a buttare giù le facciate rispettabili che i due si erano creati: entrambi non ce la fanno a dimenticare ciò che è stato, vogliono capire, indagare come fa la cinepresa di Max tra i corpi nudi dei deportati. Ogni amplesso è un tentativo di riportare alla luce il passato, cosicché gli amanti finiscono per distaccarsi dal presente luminoso e sfarzoso quanto ipocrita di alberghi e teatri per rinchiudersi nell’appartamento di lui in ci vivono in modo animalesco e primitivo ricreando le condizioni della prigionia (memorabile a questo proposito la ferinità della Rampling). E’ significativo che il loro amore riesploda sulle arie del Flauto magico che segnano l’inizio della purificazione di Tamino e Pamina: anche Max e Lucia tendono alla purificazione, sapendo però che questa non è possibile senza un recupero pieno e consapevole del passato e una lucida accettazione del fatto che non esistono distinzioni nette tra vittima e carnefice, tra buoni e cattivi. Il nazismo è l’espressione più chiara del male che è nell’uomo, per questo non si può accettare di cancellarlo come tentano di fare, senza tuttavia rinnegarlo, gli ex camerati di Max. Il loro unico obiettivo è l’eliminazione di qualunque traccia del passato, nell’ottusa convinzione che, nonostante ciò che è stato, tutto possa tornare tranquillo come era prima, perché in realtà loro non hanno fatto nulla di sbagliato, hanno solo “obbedito agli ordini”. Quello che non sopportano di Max o, meglio, quello che di lui li spaventa è il suo voler scavare dentro se stesso per ricercare le origini di quel male che, pure se negano appartenga loro (e l’analisi di gruppo che fanno per auto- convincersene lo dimostra), in realtà sanno di avere e nascondere alla coscienza. Solo dopo aver accettato il passato e aver preso atto del proprio ruolo in esso, Max e Lucia potranno indossare i loro vecchi abiti e uscire finalmente alla luce (“La ragione per cui lavoro di notte è la luce: ho un senso di vergogna alla luce “) per morire in un’alba di rinascita.
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ffaccani
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martedì 13 agosto 2013
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come hanno fatto i nazisti a farla franca ?
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Ottimo film, ed il primo che tenta di affrontare il tema "Come hanno fatto i nazisti a farla franca ?" .
Ottima la Rampling, un po' meno Dirk Bogarde, con quella sua faccia da inglese per bene non convince affatto nel ruolo dell'ex aguzzino nazista (che la prima volta va a letto con la Rampling solo per piacere personale e non per amore ....).
Da vedere.
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dandy
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giovedì 20 dicembre 2012
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un male un pò troppo "banale".
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Volente o nolente,il capostipite del genere "porno-nazi",anche se c'è chi ne fa risalire le origini direttamente da "La caduta degli dèi".Di fatto la Cavani,vuole servirsi del film di Visconti(e di Sade e Dostoevskij)per esplorare gli abissi dell'animo umano,i rapporti vittima-carnefie attraverso l'orrore dell'olocausto perpetrato dai nazisti.Un pò come farà Pasolini per il suo "Salò" un anno dopo(ma con i fascisti come protagonisti).Di fatto è indubbiamente il film più noto della regista,ma per me non certo il migliore.All'epoca non poteva che scandalizzare,e la critica si spaccò in due.
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Volente o nolente,il capostipite del genere "porno-nazi",anche se c'è chi ne fa risalire le origini direttamente da "La caduta degli dèi".Di fatto la Cavani,vuole servirsi del film di Visconti(e di Sade e Dostoevskij)per esplorare gli abissi dell'animo umano,i rapporti vittima-carnefie attraverso l'orrore dell'olocausto perpetrato dai nazisti.Un pò come farà Pasolini per il suo "Salò" un anno dopo(ma con i fascisti come protagonisti).Di fatto è indubbiamente il film più noto della regista,ma per me non certo il migliore.All'epoca non poteva che scandalizzare,e la critica si spaccò in due.Ma se chi lo accusa di fascinazione del male e di apologia del nazismo esagera,chi lo ha gradito ne ha fatto un'opera ampiamente sopravvalutata.Come nel successivo "Salon Kitty" di Brass,i nazisti sono schematici nella loro crudeltà,se non fumettistici.Il continuo utilizzo dei flashback sull'inizio del rapporto tra Lucia e Max nel lager appesantisce il racconto,e dalla seconda parte ci sono troppe cadute nel melò.Bogarde(nella realtà sopravvissuto all'internamento in gioventù in un campo di sterminio)regge il ruolo discretamente.Lo stoicismo della 28enne Rampling finisce per spazientire,come il suo quasi totale inespressivismo(sempre splendida comunque).Sebbene entrata nel mito,anche la scena in cui balla e canta a seno nudo con cappello,bretelle,e lunghi guanti neri non è niente di chè.Un mio amico tuttavia,c'è andato in visibilio e me ne parla spesso.
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no_data
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sabato 27 ottobre 2012
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la banalità del male
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In una Vienna del 1957 l’SS che vive, forse per vergogna, come un talpa e lavora di notte in un albergo, ritrovo di nazisti, e la vittima, figlia di un socialista viennese, deportata giovanissima si ritrovano e si riconsegnano l’una all’altro.
Il nazismo non fu asettica e ben oliata macchina burocratica ma pura perversione, una perversione collettiva che rese tutti carnefici. Basta un niente e tutti si ritrovano a rivestire i loro ruoli, delatori, complici, aguzzini e la vittima resta vittima per sempre.
La fine è grottesca. E non può essere diversamente perché quello non è amore ma ritornare a vivere nel solo modo in cui si è appreso come sopravvivere. In una distorsione assoluta dei rapporti sociali e personali la vita è sopravvivenza e si riconosce se stessi solo nell’azione grottesca di una fine impietosa in cui ognuno riprende il ruolo che dalla storia si è fatto assegnare (il carnefice) o gli è stato cucito addosso con sadica violenza (la vittima).
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antonio canzoniere
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sabato 2 giugno 2012
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opus maxima del cinema italiano
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La storia di Max, portiere di notte in un albergo viennese ed ex-gerarca nazista e di Lucia, ex-deportata e moglie di un direttore d'orchestra americano, è un amore oscuro in bilico tra vendetta e passione sanguinaria, cominciato molti anni prima tra le porte del lager dove entrambi si erano amati in tempo di Shoah. Rincontratisi nel ’57 nell’albergo dove lui lavora, i due perpetueranno la loro passione claustrofobica fino alla morte, raggiunta in una grigia mattina viennese, più innamorati che mai, grazie ai vecchi camerati di Max, che li faranno fuori per paura di venir scoperti. Usando come mezzo i campi di concentramento, Liliana Cavani mette il suo coraggio a disposizione dell'arte cinematografica creando un’opera-mondo, interpretabile in molteplici aspetti: 1)Esoterico: il sadomaso di Max e Lucia è l’espressione massima dell’arianesimo, fondato su principi arcani secondo cui la purezza della razza, basata sulla fisicità, si possa raggiungere solo col dolore.
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La storia di Max, portiere di notte in un albergo viennese ed ex-gerarca nazista e di Lucia, ex-deportata e moglie di un direttore d'orchestra americano, è un amore oscuro in bilico tra vendetta e passione sanguinaria, cominciato molti anni prima tra le porte del lager dove entrambi si erano amati in tempo di Shoah. Rincontratisi nel ’57 nell’albergo dove lui lavora, i due perpetueranno la loro passione claustrofobica fino alla morte, raggiunta in una grigia mattina viennese, più innamorati che mai, grazie ai vecchi camerati di Max, che li faranno fuori per paura di venir scoperti. Usando come mezzo i campi di concentramento, Liliana Cavani mette il suo coraggio a disposizione dell'arte cinematografica creando un’opera-mondo, interpretabile in molteplici aspetti: 1)Esoterico: il sadomaso di Max e Lucia è l’espressione massima dell’arianesimo, fondato su principi arcani secondo cui la purezza della razza, basata sulla fisicità, si possa raggiungere solo col dolore. 2)Politico: i processi che i nazisti attuano nell’albergo allo scopo di annientare il senso di colpa è lo stesso attuato dai tedeschi per espiare falsamente le proprie colpe nei confronti della storia, non avendo in fondo, tarpato veramente i sentimenti filo-nazi. 3)Psicoanalitico: Liliana Cavani, in virtù della sua conoscenza della storia tedesca, aveva osservato l’attrazione delle donne ebree per i lager e i loro vecchi carnefici, iniettando il film delle storie di quelle donne, segnate nel bene e nel male dalla tragica esperienza. 4)Meta-cinematografico: insieme perfetto di ideologie progressiste e tensioni drammatiche d’antologia, è un’opera-compendio del cinema della Cavani, in bilico tra il melodramma viscontiano e le sensazionali inquadrature shock di Pasolini. 5)Universale: è un autentico inno all’amore libero. Vuole insegnare che il sentimento che move il sole e l’altre stelle, non ha distinzione di razza, religione o modi di vivere: il sentimento prevarica queste pure formalità, perché l’amore stesso è un’entità misteriosa e arcana. “Sboccia tra una regina e un mendicante che recita la parte del re. E al loro amore entrambi dovrebbero pagare perché un amore infelice rattrista l’anima che dobbiamo a Dio”(Shakespeare in love). Convinta di questo, Liliana Cavani, crea, continuando idealmente la trilogia tedesca di Visconti, una delle più belle, commoventi, tragiche, strazianti storie d’amore mai viste, con attori il cui nome parla da sé: Dirk Bogarde è magnifico e si trova a suo agio nei panni del portiere di notte, consegnando alla storia il suo personaggio più controverso; la divina Charlotte Rampling, fino ad allora relegata in parti secondarie, libera un talento esplosivo che divampa fin dalle prime scene, incendiando e sconvolgendo lo spettatore. Entrambi lo conducono di un vortice di virtuosismo puro: sconvolgono, turbano, colpiscono, commuovono, estasiano. I comprimari eccellenti. Straordinaria la scena del canto della Rampling nel bistrò nazista alla stregua della Dietrich sulle note di Wenn ich mir was wunschen durfte! Montaggio del grande Franco Kim Arcalli. Fotografia livida e sensuale di Alfio Contini. Musiche toccanti di Daniele Paris. Costumi dell’eccezionale Piero Tosi. Scenografie di Nedo Azzini. Censurato, mal compreso, bistrattato. Successo internazionale di scandalo.
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molenga
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martedì 17 gennaio 2012
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atmosfere viscontiane
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Vienna, 1957: max(Bogarde) è il portiere di notte di un albergo. Apparentemnente tranquillo, nasconde un passato da"pesce piccolo" delle sscon importanti amicizie all'interno del corpo: alcuni di questi"amici" sono ospiti della struttura: insieme, a turno, si"processano2 per individuare, qualora ci sia, un senso di colpa, eliminarlo e fare lo stesso con gli eventuali testimoni scomodi dei tempi andati. Un giorno davanti a max si presenta una coppia di ospiti, il giovane direttore d'orchestra che gha appena esordito a Vienna e sua moglie...max e la donna si riconoscono subito, aguzzino e vittima. In realtà il loro rapporto era stato più complesso, quasi da sadomasochisti innamorati. Tuttavia max la deve segnalare ai suoi camerati ed eliminarla; fa il contrario: la sottrae all'epurazione e la nasconde a casa sua.
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Vienna, 1957: max(Bogarde) è il portiere di notte di un albergo. Apparentemnente tranquillo, nasconde un passato da"pesce piccolo" delle sscon importanti amicizie all'interno del corpo: alcuni di questi"amici" sono ospiti della struttura: insieme, a turno, si"processano2 per individuare, qualora ci sia, un senso di colpa, eliminarlo e fare lo stesso con gli eventuali testimoni scomodi dei tempi andati. Un giorno davanti a max si presenta una coppia di ospiti, il giovane direttore d'orchestra che gha appena esordito a Vienna e sua moglie...max e la donna si riconoscono subito, aguzzino e vittima. In realtà il loro rapporto era stato più complesso, quasi da sadomasochisti innamorati. Tuttavia max la deve segnalare ai suoi camerati ed eliminarla; fa il contrario: la sottrae all'epurazione e la nasconde a casa sua. scoperti, i due escono allo scoperto e vengono uccisi.
Ottimo cast, ottima regia, d'ispirazione viscontiana, della cavani, una grande fotografia per un film che è giustamente un oggetto di culto.
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reservoir dogs
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domenica 6 febbraio 2011
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il circolo vizioso dell'essere
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In un albergo della Vienna del 1957, il portiere della notte Max (Bogarde), ex ufficiale nazista, riconosce in Lucia (Rampling), la moglie di un direttore d'orchestra appena arrivato in albergo, la giovane ragazza ebrea che ai tempi del terzo reich era stata legata a lui in un rapporto sadomasochista.
Aguzzino e vittima riprendono il rapporto alternandosi continuamente i ruoli in questo sadico incontro, ma il gruppo di nazisti a cui Max fa parte vede in Lucia un potenziale testimone dei loro sadici e perversi atti precedentemente compiuti; un testimone da mettere a tacere.
Max invano nasconderà la donna ritirandosi con lei in un appartamento/lager esclusi dal contatto con l'esterno ma il dannato destino ha lo stesso sapore dolceamaro del passato, vestito con una divisa da SS e con uno sgualcito vestitino rosa in un ultima passeggiata assieme.
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In un albergo della Vienna del 1957, il portiere della notte Max (Bogarde), ex ufficiale nazista, riconosce in Lucia (Rampling), la moglie di un direttore d'orchestra appena arrivato in albergo, la giovane ragazza ebrea che ai tempi del terzo reich era stata legata a lui in un rapporto sadomasochista.
Aguzzino e vittima riprendono il rapporto alternandosi continuamente i ruoli in questo sadico incontro, ma il gruppo di nazisti a cui Max fa parte vede in Lucia un potenziale testimone dei loro sadici e perversi atti precedentemente compiuti; un testimone da mettere a tacere.
Max invano nasconderà la donna ritirandosi con lei in un appartamento/lager esclusi dal contatto con l'esterno ma il dannato destino ha lo stesso sapore dolceamaro del passato, vestito con una divisa da SS e con uno sgualcito vestitino rosa in un ultima passeggiata assieme.
Liliana Cavani rimase colpita dai documentari che trattavano dei sopravvissuti ai lager che con estrema difficoltà riuscivano a distaccarsi dal ricordo di essi.
La critica del periodo si divise tra idolatria e condanna, a metà fra Visconti (La caduta degli Dei) e il marchese De Sade, la sequenza con Charlotte Rampling "travestita"da ufficiale con cappello e bretelle sarebbe diventata un "immagine di marca" dell'attrice (Mereghetti).
La Cavani attinge dal profondo della psiche umana mostrandoci come il lato oscuro risieda in noi e possa essere intercambiabile con quello "alla luce del sole"; Max fa il portiere di notte per nascondersi dal sole e dai peccati del passato ma non esita a rigettarsi nel vortice e Lucia risveglia quella parte sadica di se da tempo assopita conosciuta proprio grazie a Max.
Un specie circolo vizioso dell'Essere.
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weach
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martedì 21 settembre 2010
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charlotte rempling provocazione per sempre!!!!!!!
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Cominciamo col dire che la notorietà per Charlotte Rampling diviene planetaria , alla giovane età di 28 anni con il film” Il portiere di notte” : Charlotte diviene in un attimo il corpo vibrante e l’irrequietezza dei tempi moderni.;il suo sguardo tagliente , i suoi seni piccoli ma con capezzoli pronunciati ,da questo momento ,ci accompagneranno per sempre, simbolo di sensualità, di ambiguità, di perversione , di complessità, di libertà.
Max il portiere di notte dice di Lucia( Charlotte) “l’ho trovata e nessuno me la deve toccare “…
“una storia romantica …no non è romantica”
La scena della testa mozza in dono , insieme alle catene esprimono percorsi alternativi perversi come il sadomasochismo.
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Cominciamo col dire che la notorietà per Charlotte Rampling diviene planetaria , alla giovane età di 28 anni con il film” Il portiere di notte” : Charlotte diviene in un attimo il corpo vibrante e l’irrequietezza dei tempi moderni.;il suo sguardo tagliente , i suoi seni piccoli ma con capezzoli pronunciati ,da questo momento ,ci accompagneranno per sempre, simbolo di sensualità, di ambiguità, di perversione , di complessità, di libertà.
Max il portiere di notte dice di Lucia( Charlotte) “l’ho trovata e nessuno me la deve toccare “…
“una storia romantica …no non è romantica”
La scena della testa mozza in dono , insieme alle catene esprimono percorsi alternativi perversi come il sadomasochismo.
Cosa lega il carnefice , l’aguzzino alla vittima??
Questa è la domanda che si pone una donna libera come Liliana Cavani.
Cosa unisce Max a Lucia?
Max dice “io ti amo “ ;l’aguzzino dice alla sua vittima ti amo.
Perché?
Perché l’amore è esplorazione e quando si condivide un esplorazione in tutta la possibile profondità, c’è condivisone e quindi scambio energetico che può anche essere ,in un mondo libero da regole, anche un sentimento profondo d’amore , che tocca l’anima,
seppur nella depravazione ;
seppur nella violenza ;
seppur nel sadismo .
“Il portiere di notte” celebra la libertà di espressione, in un momento in cui la “Chiesa “imperversava nella cultura italiana e nella cultura occidentale” ;
celebra una donna libera e coraggiosa come Liliana Cavani;
celebra Charlotte Rempling che diviene simbolo di trasgressione al livello mondiale.
weach
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