kronos
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sabato 6 novembre 2010
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uno dei vertici di bergman
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Sono stati spesso evidenziati con accezione negativa i debiti che questo film nutre verso l'opera di Strindberg. Si rimproverano a Bergman un'eccessiva teatralità del soggetto e la tendenza a strafare di molti dialoghi e situazioni.
Taluni denunciano un certo schematismo nel disegno delle figure femminili, così come nell'uso del colore (le tonalità rosse ossessivamente ricorrenti sfiorano il didascalismo cromatico) e dei flasback, entrambi introdotti da una fastidiosa voce fuori campo.
Eppure, al di là di qualunque rilievo negativo si possa attribuire con pedanti analisi cartesiane, 'Sussurri e grida' è un film di forza straordinaria che resta indelebile nella memoria di chi lo vede.
Le performance di tutto il cast sono ammirevoli, così come la capacità della sceneggiatura di esplorare senza falsi pudori o moralismi il tema della malattia e del dolore fisico.
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Sono stati spesso evidenziati con accezione negativa i debiti che questo film nutre verso l'opera di Strindberg. Si rimproverano a Bergman un'eccessiva teatralità del soggetto e la tendenza a strafare di molti dialoghi e situazioni.
Taluni denunciano un certo schematismo nel disegno delle figure femminili, così come nell'uso del colore (le tonalità rosse ossessivamente ricorrenti sfiorano il didascalismo cromatico) e dei flasback, entrambi introdotti da una fastidiosa voce fuori campo.
Eppure, al di là di qualunque rilievo negativo si possa attribuire con pedanti analisi cartesiane, 'Sussurri e grida' è un film di forza straordinaria che resta indelebile nella memoria di chi lo vede.
Le performance di tutto il cast sono ammirevoli, così come la capacità della sceneggiatura di esplorare senza falsi pudori o moralismi il tema della malattia e del dolore fisico. Ma anche le ipocrisie familiari, gli abissi della morte, le tenere nostalgie del passato.
A mio avviso è uno dei titoli fondamentali della filmografia di Ingmar Bergman: un genio del novecento.
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claudus
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martedì 28 settembre 2010
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quando la disperazione è impossibile
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Sono alla sesta pellicola di Bergman e deve ammettere in tutta onestà che questo è il peggiore fra i film che ho potuto fin qui visionare del cineasta svedese.
Questo suo lavoro dimostra i limiti del cinema, il confine tra ciò che può essere solo letterario e ciò che non può essere cinema.
Purtroppo il cinema non può parlare di certe cose, non può dirle, perché nel momento stesso in cui vengono dette , crolla tutto il loro potere.
Per questa ragione del resto esiste la lirica, la poesia, la narrativa, la musica e il cinema, il quale talvolta vorrebbe essere tutto insieme senza conoscere i propri limiti.
Se poi questi limiti vogliono essere superati o forzati anche a costo di stonare, allora questa è una mancanza di equilibrio da parte del regista.
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Sono alla sesta pellicola di Bergman e deve ammettere in tutta onestà che questo è il peggiore fra i film che ho potuto fin qui visionare del cineasta svedese.
Questo suo lavoro dimostra i limiti del cinema, il confine tra ciò che può essere solo letterario e ciò che non può essere cinema.
Purtroppo il cinema non può parlare di certe cose, non può dirle, perché nel momento stesso in cui vengono dette , crolla tutto il loro potere.
Per questa ragione del resto esiste la lirica, la poesia, la narrativa, la musica e il cinema, il quale talvolta vorrebbe essere tutto insieme senza conoscere i propri limiti.
Se poi questi limiti vogliono essere superati o forzati anche a costo di stonare, allora questa è una mancanza di equilibrio da parte del regista.
Nel cinema è assolutamente necessario l'equilibrio...Ed è abitudine di Bergman fare male i conti
Bergman resta il regista che più si è coraggiosamente esposto nel mostrare la solitudine infinita della disperazione,il punto è, che lui prova, attraverso i suoi personaggi, a mostrare questo grido strozzato risultando spesso fuori luogo, retorico e patetico.
A lui resta in generale il merito di una limpidezza tecnica straordinaria, che pure, quì viene meno anch'essa, rispetto alla sapienza fotografica del " settimo sigillo " , alla pulizia allucinata di " Persona " , il suo film migliore, e al fascino de: " L'ora del Lupo ".
Sono convinto infatti che Bergman sarebbe stato un fotografo migliore di quanto sia stato come regista, perchè è magistrale la sua capacità di composizione dell'immagine, tutto la costruzione della sceneggiatura invece trovo che molto spesso arranchi, si sforzi di fare anche più di ciò che può, vuole fare filosofia laddove non si può e troppa poesia laddove non si deve e non ci riesce.
Bergman non è Shakespeare e neppure Leopardi, ma avrebbe almeno dovuto impararne la lezione . Il canto che grida deve suonare con una lirica che è fuori dalla portata delle sue corde, altrimenti, per dirla con Stendhal ,l'effetto rischia di essere quello : " di un colpo di pistola a teatro ".
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il cinefilo
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martedì 24 agosto 2010
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sussurri e grida
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TRAMA:In una villa isolata nei pressi di Stoccolma quattro donne si ritrovano a confrontarsi tra loro...RECENSIONE:Ingmar Bergman realizza una delle sue opere più potenti e drammatiche e la cui assoluta"freddezza"tecnico-stilistica(forse eccessiva o forse,più probabile,proprio in virtù di essa)eleva il dramma quasi al livello di un incubo onirico e,a tratti,anche surreale.
Quest'opera affronta numerose tematiche e tra queste figurano(palesemente)i temi riguardanti la vita e la morte,la famiglia,la religione,l'amicizia e il matrimonio(che viene raccontato come se fosse un rituale vuoto e privo di ogni significato)e tutto viene inquadrato da una"cornice"agghiacciante il cui perno centrale è la sofferenza pura e semplice e alla quale nessuno riesce a sfuggire.
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TRAMA:In una villa isolata nei pressi di Stoccolma quattro donne si ritrovano a confrontarsi tra loro...RECENSIONE:Ingmar Bergman realizza una delle sue opere più potenti e drammatiche e la cui assoluta"freddezza"tecnico-stilistica(forse eccessiva o forse,più probabile,proprio in virtù di essa)eleva il dramma quasi al livello di un incubo onirico e,a tratti,anche surreale.
Quest'opera affronta numerose tematiche e tra queste figurano(palesemente)i temi riguardanti la vita e la morte,la famiglia,la religione,l'amicizia e il matrimonio(che viene raccontato come se fosse un rituale vuoto e privo di ogni significato)e tutto viene inquadrato da una"cornice"agghiacciante il cui perno centrale è la sofferenza pura e semplice e alla quale nessuno riesce a sfuggire.
Il colore rosso di cui sono"tappezzate"numerose sequenze del film rappresenta il principale"simbolismo"con il quale il regista(che è anche autore della sceneggiatura)permette allo spettatore di scavare in profondità negli angoli più profondi e inquietanti della personalità di ognuna delle donne protagoniste mettendone in luce pregi e meschinità.
Questo film può vantare anche(o forse soprattutto)la meravigliosa fotografia di Sven Nykvist(che ha vinto un oscar)e la scenografia di Marik Vos Lundh.
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paride86
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sabato 2 gennaio 2010
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disturbante
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Agnese è la sorella morente, mentre le altre - insieme alla umile serva - la accompagnano nell'ultimo viaggio.
In "Sussurri e grida" Bergman fa un ritratto di famiglia completamente al femminile, delineando caratteri e personalità con cinico pessimismo sulle relazioni umane. Il rosso è il tema ricorrente nella scenografia.
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mary
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sabato 27 dicembre 2008
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strindberg al cinema
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Il Letterato Bergman ha preso a man bassa da Strindberg ( su cui si è anche laureato)..in questo film "di teatro".Ottimo ma certe situazioni psicologiche trasposte in immagini filmiche hanno del grottesco anhe se accettabile ( vedi la Thulin che si taglia la vagina e si riempie di sangue davanti al marito burocrate... e i rapporti non molto compresibili tra le due sorelle "sane").
Morale: chi sta morendo è più viva e sana delle altre due ingessate e imprigionate in un quotidiano incubo mortifero.
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serpico
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venerdì 19 dicembre 2008
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sconvolgente
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secondo film di bergman strepitoso che vedo
un grandissimo regista
la scena della donna a letto che soffre ,vedendola sono rimasto a bocca aperta.e un film non per tutti........................
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sabrina
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giovedì 27 novembre 2008
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sussurri e grida
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Bellissimoooo!!!! un film meraviglioso, pieno di significati.Tematiche profonde abbastanza difficile da cogliere, ma che va assimilato piano piano. Da vedere lo consiglio a tutti coloro che sono affascinati da film in chiave psicoanalitica.
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leone
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venerdì 29 agosto 2008
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vergognatevi. adesso uno anche a bergman!
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antilope
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venerdì 29 agosto 2008
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capolavoro
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emo
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venerdì 8 agosto 2008
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film orribile
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Un film orribile e schifoso. Insopportabile.
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