nero wolfe
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domenica 15 settembre 2019
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un punto fermo
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nella storia del Rock e della documentazione della musica Rock. Sarà anche un po' agèe, ma non ne sono tanto sicuro, considerato il desrto sahariano degli ultimi decenni.
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dandy
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sabato 22 giugno 2013
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una chicca,musicalmente parlando.
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Pare che l'idea sia venuta a Maben in vacanza a Napoli:dimenticando il passaporto a Pompei vi ritornò di notte,e tanto rimase colpito dal luogo che decise di farci suonare i Pink Floyd.I quali insistettero per eseguire dal vivo le musiche.Così dovettero trasportare tonnellate di attrezzature coi camion.E siccome non c'era elettricità sufficiente,venne effettuato un allacciamento al municipio locale.Le riprese furono perciò effettuate in brevissimo tempo(4 giorni)e pare che in seguito diverse bobine andarono perdute.Dal punto di vista delle musiche merita 5 stelle:le esecuzioni sono perfette e il connubio con le immagini è spesso suggestivo.Come documentario(o film),oggi appare assai datato negli effetti visivi(pessima la ricostruzione finale di Pompei in 3-D).
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Pare che l'idea sia venuta a Maben in vacanza a Napoli:dimenticando il passaporto a Pompei vi ritornò di notte,e tanto rimase colpito dal luogo che decise di farci suonare i Pink Floyd.I quali insistettero per eseguire dal vivo le musiche.Così dovettero trasportare tonnellate di attrezzature coi camion.E siccome non c'era elettricità sufficiente,venne effettuato un allacciamento al municipio locale.Le riprese furono perciò effettuate in brevissimo tempo(4 giorni)e pare che in seguito diverse bobine andarono perdute.Dal punto di vista delle musiche merita 5 stelle:le esecuzioni sono perfette e il connubio con le immagini è spesso suggestivo.Come documentario(o film),oggi appare assai datato negli effetti visivi(pessima la ricostruzione finale di Pompei in 3-D).E le aggiunte nelle versioni successive del '74(80')e del 2003(92')sono discutibili,se non inutili(come l'inserimento di interviste tra un brano e l'altro e l'incisione nello studio di Parigi dei brani di "The Dark Side of the Moon").E' comunque una prova imperdibile dell'infinito talento di una delle band migliori di tutti i tempi,all'epoca al culmine della sperimentazione.
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paolo 67
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domenica 13 novembre 2011
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un concerto nello spazio-tempo
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I Pink Floyd sono l'espressione degli umori giovanili della borghesia passata dai sogni psichedelici degli anni '60 gli incubi della alienazione dei decenni successivi. Il film simboleggia la fine del primo ciclo del gruppo. I resti pompeiani accentuano le sensazioni suggerite dai suoni: ipnotica, solenne o estasiata la musica della band in alcuni dei loro classici (con due anteprime registrate in studio). Dalla magia di "Echoes" all'immensità di "Set the controls for the heart of the sun" un concerto che è anche il suggello di un periodo estremamente creativo della musica pop, di una ricerca sul linguaggio, liberatorio di stupefacenti immagini (Kubrick voleva usare una delle loro suite nella colonna sonora di "2001").
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I Pink Floyd sono l'espressione degli umori giovanili della borghesia passata dai sogni psichedelici degli anni '60 gli incubi della alienazione dei decenni successivi. Il film simboleggia la fine del primo ciclo del gruppo. I resti pompeiani accentuano le sensazioni suggerite dai suoni: ipnotica, solenne o estasiata la musica della band in alcuni dei loro classici (con due anteprime registrate in studio). Dalla magia di "Echoes" all'immensità di "Set the controls for the heart of the sun" un concerto che è anche il suggello di un periodo estremamente creativo della musica pop, di una ricerca sul linguaggio, liberatorio di stupefacenti immagini (Kubrick voleva usare una delle loro suite nella colonna sonora di "2001").
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g. romagna
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mercoledì 5 gennaio 2011
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pink floyd live at pompeii
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Il regista Adrian Maben gira un concerto a porte chiuse dei Pink Floyd all'interno della cornice di Pompei, inframmezzandolo con interviste ai membri del gruppo durante momenti di riposo negli studi di registrazione. L'esito complessivo dell'unione tra parte visiva e sonora risulta irresistibile: l'accurata ricerca stilistica delle immagini, unita alla naturale bellezza del sito scelto ed alle magiche melodie dei Pink Floyd trasporta, in un viaggio lungo ottantacinque minuti, dagli echi della distruzione vesuviana ai sussurri dei più lontani orizzonti cosmici. Si comincia con la prima parte di Echoes, ed è subito una totale immersione nell'atmosfera floydiana, poi si procede con Careful With That Axe Eugene, A Saucerful Of Secrets (in cui il mirabile connubio audiovisivo raggiunge forse la vetta più elevata di tutto il film), Us and Them (estratti dalla registrazione in studio), One Of These Days (con sapienti giochi registici sulla batteria, fatta graficamente più e più volte "a pezzi" ed ogni volta ricomposta, per seguire il tema del brano), Mademoiselle Nobs, Brain Damage (proposta nello stesso modo di Us And Them), Set the Controls for the Heart of the Sun e, per chiudere in bellezza, la seconda parte di Echoes, su cui scorrono i titoli di coda chiudendo un'esperienza imprescindibile per gli amanti dei quattro geni britannici che più di ogni altro gruppo sono stati capaci di rivoluzionare la storia della musica impostando uno stile inimitabile, ineguagliato e, probabilmente (perlomeno fino ad ora), ineguagliabile.
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Il regista Adrian Maben gira un concerto a porte chiuse dei Pink Floyd all'interno della cornice di Pompei, inframmezzandolo con interviste ai membri del gruppo durante momenti di riposo negli studi di registrazione. L'esito complessivo dell'unione tra parte visiva e sonora risulta irresistibile: l'accurata ricerca stilistica delle immagini, unita alla naturale bellezza del sito scelto ed alle magiche melodie dei Pink Floyd trasporta, in un viaggio lungo ottantacinque minuti, dagli echi della distruzione vesuviana ai sussurri dei più lontani orizzonti cosmici. Si comincia con la prima parte di Echoes, ed è subito una totale immersione nell'atmosfera floydiana, poi si procede con Careful With That Axe Eugene, A Saucerful Of Secrets (in cui il mirabile connubio audiovisivo raggiunge forse la vetta più elevata di tutto il film), Us and Them (estratti dalla registrazione in studio), One Of These Days (con sapienti giochi registici sulla batteria, fatta graficamente più e più volte "a pezzi" ed ogni volta ricomposta, per seguire il tema del brano), Mademoiselle Nobs, Brain Damage (proposta nello stesso modo di Us And Them), Set the Controls for the Heart of the Sun e, per chiudere in bellezza, la seconda parte di Echoes, su cui scorrono i titoli di coda chiudendo un'esperienza imprescindibile per gli amanti dei quattro geni britannici che più di ogni altro gruppo sono stati capaci di rivoluzionare la storia della musica impostando uno stile inimitabile, ineguagliato e, probabilmente (perlomeno fino ad ora), ineguagliabile. Unica nota parzialmente negativa è la presenza nel finale di Echoes (nella versione più recente del film) delle ricostruzioni digitali di Pompei prima della devastazione, cariche, se vogliamo, dal punto di vista del significato, ma visivamente inadatte al contesto. Per il resto, peccato solo che duri così poco.
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andrea tomasino
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sabato 1 gennaio 2011
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progressive!
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Film capolavoro. Non si può dire che non sia così. La ricerca, sia della regia, che dei protagonisti, i leggendari, superlativi Pink Floyd, è il "progressive", vale a dire rendere la musica, molto più che un derivato di un agglomerato di accordi e melodie, ma una vera e propria opera d'arte. Per alcuni, ed anche per me, )così come per Maben che appena vide Pompei di sera, isolata esclamò "questo è il luogo Pink Floyd") non c'è infatti arte di livello superiore: rendere immagini e musica un qualcosa non di parallelo, come nei commercialissimi video musicali, ma un qualcosa che si incontra a braccetto, perfettamente.
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Film capolavoro. Non si può dire che non sia così. La ricerca, sia della regia, che dei protagonisti, i leggendari, superlativi Pink Floyd, è il "progressive", vale a dire rendere la musica, molto più che un derivato di un agglomerato di accordi e melodie, ma una vera e propria opera d'arte. Per alcuni, ed anche per me, )così come per Maben che appena vide Pompei di sera, isolata esclamò "questo è il luogo Pink Floyd") non c'è infatti arte di livello superiore: rendere immagini e musica un qualcosa non di parallelo, come nei commercialissimi video musicali, ma un qualcosa che si incontra a braccetto, perfettamente. Questo è "Pink Floyd à Pompeii", regia impeccabile, luogo assolutamente perfetto, immagini vibranti, musica trascinante è dir poco (si dovrebbe aprire una parentesi sui brani scelti, sulle esecuzioni sulle riprese in primo piano e non, ad ogni membro del gruppo, ma meglio dire semplicemente: indescrivibile), emozionante: voto 10.(5 su mymovies)
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stefano_parravicini85
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lunedì 5 maggio 2008
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una pietra miliare
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Solo i Floyd potevano pensare (in realtà partendo da un'idea del regista stesso Adrian Maben)ad un video del genere. un breve concerto - ahimè, forse troppo breve, e questo è forse l'unico difetto che gli si può imputare- girato tra le rovine di Pompei. Ne circolano due versioni: il director's cut e la versione originale del 1971: il primo si caratterizza per la presenza, frammezzo i brani, di interviste e spezzoni girati in studio durante le session di "Dark side of the moon", cosa che spezza la finzione scenica del concerto; tuttavia il difetto più grave di questa più recente versione è rappresentata dal fatto che sovente vengono introdotte ricostruzioni computerizzate della distruzione di Pompei: il che rende tutto veramente kitch.
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Solo i Floyd potevano pensare (in realtà partendo da un'idea del regista stesso Adrian Maben)ad un video del genere. un breve concerto - ahimè, forse troppo breve, e questo è forse l'unico difetto che gli si può imputare- girato tra le rovine di Pompei. Ne circolano due versioni: il director's cut e la versione originale del 1971: il primo si caratterizza per la presenza, frammezzo i brani, di interviste e spezzoni girati in studio durante le session di "Dark side of the moon", cosa che spezza la finzione scenica del concerto; tuttavia il difetto più grave di questa più recente versione è rappresentata dal fatto che sovente vengono introdotte ricostruzioni computerizzate della distruzione di Pompei: il che rende tutto veramente kitch. Più interessante la versione originale, che, tra l'altro, ha un sapore decisamente meno "patinato" e artificiale e per questo dà allo spettatore più intense emozioni. Sinestesie musicali danzanti su equoree ed evanescenti armonie, giochi di luce- lo stesso Maben dichiarò che l'uso che è stato fatto della luce è forse l'aspetto migliore del video-, e ancora, giochi di somiglianze fra antichi reperti e i volti dei membri del gruppo. La scaletta include brani tratti dall'allora ultimo album "Meddle"- tra cui spiccano l'epica e grandiosa "Echoes", per ragioni tematiche divisa in due parti poste all'inizio ed alla fine del video, e la celebre e rutilante "One of these days"-, ma anche superclassici tratti da dischi precedenti come le inquietanti "Set the controls for the heart of the sun" e "Careful with that axe Eugene", passando per la psichedelica ed allucinante "A saucerful of secrets".
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cineofilo92
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giovedì 21 dicembre 2006
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pompeii
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Ecco uno dei più famosi live dei PInk Floyd, il film concerto girato tra le rovine di Pompei. Ora è disponibile anche in edizione director's cut. Nel filmato del director's cut sono state aggiunte anche dei filmati con delle prove di Dark Side of the Moon e interviste alla rockband inglese, e anche filmati scientifici in 3D di Pompei antica e dello spazio. Le prove di Dark Side of the Moon sminuiscono molto l'impressione del live, ma sono accettabili. I filmati 3D no: oltre ad avere una pessima qualità d'immagine, sono anche illeciti. Il vero spettacolo si trova nella versione originale del filmato, fortunatamente compresa nel director's cut. Lì musica e paesaggi (Pompei e Vesuvio) si fondono in scenari spettacolari e onirici.
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Ecco uno dei più famosi live dei PInk Floyd, il film concerto girato tra le rovine di Pompei. Ora è disponibile anche in edizione director's cut. Nel filmato del director's cut sono state aggiunte anche dei filmati con delle prove di Dark Side of the Moon e interviste alla rockband inglese, e anche filmati scientifici in 3D di Pompei antica e dello spazio. Le prove di Dark Side of the Moon sminuiscono molto l'impressione del live, ma sono accettabili. I filmati 3D no: oltre ad avere una pessima qualità d'immagine, sono anche illeciti. Il vero spettacolo si trova nella versione originale del filmato, fortunatamente compresa nel director's cut. Lì musica e paesaggi (Pompei e Vesuvio) si fondono in scenari spettacolari e onirici. Si parte con l'eccezzionale Echoes dell'album Meedle, uno dei migliori, per poi continuare a suon di rock psichedelico. La versione originale dura meno della nuova versione coi filmati 3D e i filmati di Dark Side of the Moon ma è indubbiamente la migliore.
Ecco il primo film dei Pink FLoy, se si può dire, un grande ed emozionante spettacolo, che precede di quasi vent'anni il capolavoro The Wall.
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fabian t.
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giovedì 28 aprile 2005
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insuperabile capolavoro
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L'atmosfera ricreata dal fantastico contesto archeologico di Pompei, le struggenti e ottime musiche dei Pink Floyd, la sobria ed efficace regia di Maben sono gli ingredienti di un semplice e insuperato capolavoro. La nuova "Director's edition" riesce addirittura a migliorare la versione originale. Davvero eccezionale..!
[+] insuperabile capolavoro
(di riccardo)
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