faber
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domenica 3 febbraio 2008
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se non c'era kinski...
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Meno male che c'era Kinski. Il western è un pò logoro e ripetitvo, e a differenza di altri western "minori", non ci sono scene singole di particolare efficacia, ne tantomeno delle piccolezza da apprezzare. Inoltre, il film non presenta particolari attori, per così dire, "Caratteristi" . E la trama non era poi nulla di speciale: il bello dei film western è (o era, purtroppo) che una stessa storia, uno stesso periodo, talvolta anche una stessa situazione era vista e raccontata da diversi punti di vista, di personaggi differenti che, però, avevano tutti quel minimo di particolarità e di distinzione psicologica, anche se sottilissima, che davano modo allo spettatore di approfondire ora l'una ora l'altra umanità, di un periodo e di un luogo che nella storia non ha niente da invidiare, forse, ad un documentari di Super Quark sulla sopravvivenza dei carnivori e della lotta del più forte.
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Meno male che c'era Kinski. Il western è un pò logoro e ripetitvo, e a differenza di altri western "minori", non ci sono scene singole di particolare efficacia, ne tantomeno delle piccolezza da apprezzare. Inoltre, il film non presenta particolari attori, per così dire, "Caratteristi" . E la trama non era poi nulla di speciale: il bello dei film western è (o era, purtroppo) che una stessa storia, uno stesso periodo, talvolta anche una stessa situazione era vista e raccontata da diversi punti di vista, di personaggi differenti che, però, avevano tutti quel minimo di particolarità e di distinzione psicologica, anche se sottilissima, che davano modo allo spettatore di approfondire ora l'una ora l'altra umanità, di un periodo e di un luogo che nella storia non ha niente da invidiare, forse, ad un documentari di Super Quark sulla sopravvivenza dei carnivori e della lotta del più forte. Ma questo film è semplicemente una minestra riscaldata, che non vanta ne originalità, ne sincerità artistica e narratologica. Tant'è che il titolo non ha nulla a che vedere con il contenuto del film e si giustifica solo con una forzata e costretta frasa che, molot inopportunatamente, pronunciano gli ultimi due cattivi superstiti alla prevedibile strage finale, e che poi moriranno ovviamente, perchè il buono vince sempre. Ovviamente per rifare il verso al capolavoro di S. Leone "Per un Pugno di dollari" e abbindolare qualcuno al botteghino. Tuttavia non biasimo coloro che iul film lo hanno apprezzato perchè è vero, il film si lascia seguire (anche se assai faticosamente) ed è un classico, come dire, per "poltrone", appunto. Ma questo piccolo merito non va ner al regista, ne al film, ma al filone ed allo strabiliante Kinski, anche qui con un interpretazione mozzafiato, benchèp il copione prevedesse tutt'altro. Penso sia solo per la sua immagine in copertina che si può sperare di trovarlo in qualche videoteca, questo film.
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gianni lucini
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domenica 29 gennaio 2012
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un buon western di fidani
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Gli appassionati del western all’italiana da sempre si dividono su Demofilo Fidani alias Miles Deem. Una parte lo ama alla follia e l’altra lo detesta con la stessa intensità. Specialista dei cosiddetti “western pauperistici”, cioè realizzati con pochi mezzi e un tempo minimo a disposizione per le riprese, riesce quasi sempre a confezionare buoni prodotti divenuti con il tempo dei veri e propri film di culto. In questo caso il lavoro è all’altezza della sua fama. Senza troppi tentennamenti conduce in porto una delle tante storie di vendetta che alimentano questo genere gestendo al meglio il cast a disposizione. Molti meriti vanno attribuiti anche alla fotografia Aristide Massaccesi (il futuro Joe D'Amato) che, secondo quanto raccontanto dal Giusti, proprio sul set di questa pellicola avrebbe avuto un violento litigio con Klaus Kinski.
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Gli appassionati del western all’italiana da sempre si dividono su Demofilo Fidani alias Miles Deem. Una parte lo ama alla follia e l’altra lo detesta con la stessa intensità. Specialista dei cosiddetti “western pauperistici”, cioè realizzati con pochi mezzi e un tempo minimo a disposizione per le riprese, riesce quasi sempre a confezionare buoni prodotti divenuti con il tempo dei veri e propri film di culto. In questo caso il lavoro è all’altezza della sua fama. Senza troppi tentennamenti conduce in porto una delle tante storie di vendetta che alimentano questo genere gestendo al meglio il cast a disposizione. Molti meriti vanno attribuiti anche alla fotografia Aristide Massaccesi (il futuro Joe D'Amato) che, secondo quanto raccontanto dal Giusti, proprio sul set di questa pellicola avrebbe avuto un violento litigio con Klaus Kinski. Tra gli interpreti figura anche un giovane Renzo Arbore nei panni dello sceriffo del paese, citato nei titoli di coda come Lorenzo Arbore. Nelle trame reperibili sui vari siti specializzati e anche sul DVD Cecchi Gori, il nome del protagonista interpretato da Jeff Cameron, alias Giovanni Scarciofolo, George Hamilton detto Nevada Kid, viene modificato (chissà perchè?) in John
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