Le due inglesi

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Un film di François Truffaut. Con Jean-Pierre Léaud, Kika Markham, Stacey Tendeter, Irène Tunc, Sylvia Marriott.
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Titolo originale Les deux Anglaises (et le Continent). Commedia, durata 108 min. - Francia 1971. MYMONETRO Le due inglesi * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Le due inglesi Valutazione 4 stelle su cinque

di piovani84


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giovedì 2 ottobre 2008

Le due inglesi (1971) Il film tratto dall’ononimo romanzo di Henri Pierre Rochè racconta di una storia ambientata a cavallo tra l’800 e il ‘900 e tra l’Inghilterra e la Francia. Truffaut rimase moltro attratto da questa storia scritta da quello che da un pò di tempo era divenuto un suo amico, conosciuto attraverso il suo primo romanzo “jules e Jim”. Così ne volle fare un film, ma lasciando intatta una dimensione letteraria che nel film è sempre molto presente, aggiungendo la sua regia alla storia che per l’ennesima volta tratta di un triangolo: un uomo e due donne. Quello del triangolo “amoroso” è un tema che ritorna spesso nel cinema di Truffaut non tanto per una sorta di passione per la trasgressione, quanto per una curiosità letteraria per l’amore in tutte le sue forme, anche quelle meno convenzionali; il suo cinema ama porre delle domande, “Le due inglesi” non rispondono definitivamente a nessuna, ma ci mostra e dimostra che l’amore va studiato e imparato. La prima scena, come spessio avviene, mostra delle immagini slegate dalla storia, ovvero il libro di Henri Pierre Rochè “Lex dues anglaises et el continent”, forse un omaggio allo scrittore, ma anche un enfasi sulla dimensione letteraria del film. Poi si vede Claude che cade da un altalena e si fa male nel frattempo va a fargli visita nella sua casa a Parigi la signorina Ann Brown, inglese, figlia di un’amica della madre di Claude, in Francia per perfezionarsi nell’arte. E’ una scultrice. Claude è figlio unico di una vedova. Non ha mai conosciuto il padre (e non è la prima volta per i personaggi interpretati da J.P.Leaud) e vive con la madre in una bella casa a Parigi. Viene subito colpito positivamente da Ann con cui condivide la passione per l’arte, ma Ann sembra non ricambiare la sua attrazione, anzi insiste perchè lui possa conoscere sua sorella Muriel di cui le mostra una foto da bambina. Claude è un ragazzo molto carino, ma anche molto ben educato sia alle buone maniere che alla cultura. E’ una persona molto curiosa e reattiva, anche se non sempre lo da a vedere dai suoi occhi (in questo ricorda molto Antoine Doinel), per questo decide di trascorrere le vacanze estive in Galles in casa Brown per conoscere Muriel. Dopo un lungo viaggio in treno arriva alla villa dei Brown, una bella casa sulla scogliera dove vivono Ann, Muriel e la loro madre che lo accolgono cordialmente in casa, ma inizialmente senza particolare affetto. Questa sorta di britannico freddo distacco lascia Claude un pò spiazzato, ma pian piano la confidenza con Ann si fa sempre più profonda. Con Muriel gli ci vuole un pò di più, perchè lei è una ragazza timida, impacciata e con dei problemi agli occhi che la costringono a portare una benda. Dalle prime scene in Galles si nota subito la differenza tra le due sorelle: Ann, la maggiore è una ragazza vivace, sempre di buon umore, positiva, con un modo di fare intraprendente. Porta spesso i capelli sciolti e non ha paura a vestire in maniera elegante, ha tutto lo slancio e l’atteggiamento di un’artista, ma anche lei come la sorella minore Muriel, ha ricevuto un’educazione improntata al puritanesimo in cui non si mangia se prima non si prega, non si risponde male ad una persona e soprattutto dove non si fa nulla per cui in giro la gente possa parlare. Ann è una ragazza sbagliata nel posto giusto, mentre Muriel è il contrario con quella sua aria da sofferente. Muriel ha paura di tutto, di dire ciò che sente, di ammettere i suoi sentimenti, di trasgredire anche solo di un pò i suoi valori, paura degli uomini e paura dell’amore. Una ragazza molto carina dai capelli rossi che si vergogna a mostrare i suoi occhi specchio della sua anima che presto si innamora di Claude, ma fa di tutto per non ammetterlo. Anche Claude si innmora pian piano di lei, spinto soprattutto da Ann che lo invoglia a passare più tempo solo con la sorella probabilmente perchè ai suoi occhi Muriel aveva più bisogno di lei di un amore e di un uomo per uscire dal torpore e dell’apatia della sua stanza buia e silenziosa. La novità di questo film, rispetto agli altri di Truffaut, è quella di una voce off narrante (nella versione francese è quella dello stesso regista) che interviene spesso sulle immagini raccontando particolari psicologici dei personaggi che altrimenti lo spettatore non coglierebbe. Il regista francese ha preferito in relazione ad un triangolo psicologico così complicato e contraddittorio e in controtendenza rispetto al suo credo, aggiungere dei particolari interiori che razionalizzano la narrazione. Così molti pensieri dei tre personaggi sono svelati da questa voce “Claude trovava quel giorno Ann molto attraente...”. Claude quindi decide di chiedere in sposa Muriel, ma lei rifiuta per dei non precisati motivi, dicendogli che non lo sposerà mai. Qualche giorno dopo il no diventa un forse, fino ad arrivare ad un si, ma sia la madre di Muriel che quella di Claude non vedevo di buon occhio questo matrimonio; una perchè Claude era francese e coerentemente con una mentalità bigotta e puritana come quella di Mrs Brown non credeva funzionassero matrimoni tra persone di paesi diversi; l’altra perchè credeva pericoloso un matrimonio con una ragazza cagionevole e fragile come Muriel. Si arriva ad un compromesso che non accontenda nè Muriel nè Claude: i due devono separarsi per un anno intero, senza vedersi nè scriversi. Se alla fine di questi 12 mesi vorranno ancora sposarsi nessuno potrà opporsi. I due si separano: lui torna tristemente a Parigi dove comincia a gestire l’eredità del padre e a scrivere articoli di critica d’arte. Ben presto Claude scoprirà l’amore fisico con altre donne che gravitavano nella sua vita Parigina. Ciò non dispiace affatto a sua madre, la quale non desiderava che si sposasse con Muriel. Infatti Claude scrive una lettera a Muriel nella quale dice di non volerla più sposare, anzi di non volersi sposare con nessuna. Claude ormai avvolto nello stile di vita libertino ed indipendente che stava nascendo nella Parigi del primo ‘900 non aveva più voglia di una vita serena e tranquilla e questo getta nella disperazione Muriel, la quale nel frattempo finalmente aveva ammesso a se stessa agli altri di amare follemente Claude, ma la sua indole rinunciataria non è svanita, anzi si rifà viva incitandola a scrivere a Claude una lettera piena di bugie dove gli dice di accettare la sua amicizia senza alcun problema. Muriel è una ragazza che nel 2000 definiremmo complessata, ma che non era affatto un carattere inconsueto nella cultura puritana inglese di quel tempo. Sembra giocare al gioco delle margherite con se stessa per capire se Claude è davver l’uomo per lei (lo amo o non lo amo?) anzichè abbandonarsi al suo instinto che la porterebbe dritta da lui. Fin dal loro incontro la loro relazione è stata molto difficile e zoppicante a causa soprattutto sua e delle sue inutili incertezze. Adesso è affranta e rimpiange non essere stata se stessa quando poteva. Entrambe le sorelle sono consapevoli di essere cresciute con un’educazione talmente restrittiva da negare loro la conoscenza anche solo teorica di alcune cose della vita e del mondo. “Claude, cosa ne pensi delle prostitute? (...) Ci porteresti qualche volta a vederle?” Nonostante la loro curiosità verso il mondo, Ann e Muriel rimangono delle ragazze impreparate ad affrontare la vita. Ma Ann, che come abbiamo già detto, ha un carattere più espansivo e coraggioso durante uno dei suoi viaggi conosce anche lei l’amore fisico. Precisamente a Parigi e precisamente con quello che sarebbe potuto diventare suo cognato e che dal quale dal primo momento era attratta senza mai riconoscerlo a se stessa. Dunque Claude e Ann si incontrano a Parigi e tra i due nasce qualcosa: è Claude a fare il primo passo. Lui ormai è disinibito con le donne ed ha aquisito una certa sicurezza in sè stesso. Ann non era abituata a questo tipo di approccio e si lascia andare ad un bacio mentre Claude le accarezza il seno. E’ una bella scena quella in cui i due si baciano: Truffaut decide di accompagnarla da una musica sottile e dai rumori della stanza per simulare un certo imbarazzo tra i due. Ma il momento della prima notte d’amore avviene in uno chalet in Svizzera dove i due vanno a passare un pò di giorni. Ann, che era molto attratta da Claude, voleva fare l’amore con lui, ma aveva ancora delle barriere psicologiche che la trattenevano (“Lo vorrei fare, ma ho ancora paura” ) ed è li che emerge il contrasto tra il suo carattere, la sua indole e la sua educazione. Dapprima Ann si spogliava davanti una tenda per pudore, metafora di un’interdizione sociale, poi al terzo giorno lo fa senza tenda davanti a Claude. “Claude, voglio farlo, adesso.” Tra i due nasce una bella storia d’amore che continua anche per via epistolare quando Ann torna in Galles, ma Claude continuava a vedere altre donne coerentemente con il suo credo “ Amare, ma non legarsi” e Ann lo accettava perchè ormai si era sbloccata e perchè sapeva che era l’unica maniera di tenerselo stretto. Da li a poco tempo anche lei avrà più relazioni contemporaneamente: conosce a Parigi un certo Djurca, slavo, professione editor. Anche con lui conosce l’amore fisico e decide di accompagnarlo in un viaggio in Persia. Claude non è contento di questo, ma anche lui lo accetta, per cui i due si separano per un pò di tempo. Nel frattempo la storia continua con un colpo di scena: Muriel, che nel frattempo aveva cominciato a lavorare come insegnate, scrive a Claude una lettera dove confessa di praticare la masturbazione (“Mi sono persa. Scopro questo solo oggi. Non faccio parte dell’armata delle donne pure, sono quello che sono e se pensate a me come un donna intatta dovete sapere che è tutto il contrario. “) dicendogli che è una cosa più forte di lei e contro la quale sta combattendo. In questo caso la sua educazione ha influenzato la sua personalità in quanto una giusta informazione avrebbe evitato a Muriel tanti e inutili senzi di colpa che l’hanno costretta negli anni a diventare così rigida e insicura, però per la prima volta Muriel si scopre: confessa particolari intimi della sua vita che la vecchia Muriel non avrebbe mai fatto, senza alcun titubanza di tipo sociale e psicologico e decide di dirlo a l’unica persona alla quale sente di poter confidare queste cose, l’unico che la può capire visto che ha conosciuto l’amore fisico. La lettera di Muriel suscitò a Claude, il quale aveva perso da poco la madre malata, più curiosità che trasporto, anzi addirittura decide di scrivere la sua lettera nel libro che stà scrivendo, una specie di biografia non riconosciuta, senza però fare il nome di Muriel. Sono passati quattro anni da quando Muriel e Claude si sono visti per l’ultima volta prima di separarsi, ma i due si rivedono in occasione di uno dei viaggi di lavoro di Ann a Parigi. In uno di questi viene accompagnata anche dalla sorella che quindi decide che è arrivato il momento di rivedere Claude. Al loro incontro Muriel appare fredda e con i suoi consueti occhiali da sole per paura di prendere troppa luce. Dopo aver chiuso le tende per permettere a Muriel di togliersi gli occhiali Claude l’abbraccia e Muriel lo bacia alla bocca. I due non si erano mai baciati prima neanche da fidanzati, ma la ragazza ha imparato dai vecchi errori e non è un caso che il primo bacio sia avvenuto lontano da casa sua dove le pressioni sociali erano molto forti. Muriel sapeva benissimo che se non voleva perdere un’altra volta Claude doveva cambiare e maturare. Il suo cambiamento sembra funzionare; Claude rimane molto colpito dalle parole e dalle azioni di Muriel. Per lui è un ritorno al passato, un passato con il quale non aveva fatto ancora i conti e che invece ha sempre cercato di mettere da parte nei suoi pensieri. Le confessa di averla amata molto e di aver sofferto per lei e per la sua lontananza e che adesso è felice di rivederla e di iniziare una nuova vita con lei liberi da tutto e da tutti. La morte della madre di Claude era la penultima barriera tra Claude e Muriel e più in generale tra Claude e l’amore. L’ultima però era il segreto tra lui ed Ann che Claude vuole a tutti costi rivelare prima di inziare qualcosa con Muriel. Ann, dunque, ancora una volta si fa da parte per la sorella nonostante ami ancora di un amore fisico Claude e le rivela tutto. “Muriel, io ho avuto 3 amori: uno è stato Nicolas il polacco, l’altro è stato Djurca, te lo ricordi? lo hai conosciuto a Londra e l’altro è stato (...) tu lo sai chi è stato...” La notizia di una storia d’amore tra Ann e Claude fa ammattire Muriel di gelosia e di rabbia, ma non dà la colpa a loro. Piuttosto si rende conto di non essere la donna giusta per Claude pensando che per lui ci volesse una come la sorella, amante della vita e della libertà come lui. Decide di rinunciare a lui; ancora una volta la sua arrendevolezza la fa soffrire e le impedisce di essere felice, di conoscere la felicità, l’amore. Claude soffre davvero per la rottura con Muriel, in fondo è davvero l’unica donna che abbia mai amato veramente e non di un amore solo fisico. La sua vita è sempre stata oscillante tra le sue abitudine parigine e l’affetto per Muriel che non si è mai concretizzato per vari motivi sia interni a che esterni a loro. Per superare il momento di sconforto Claude finisce di scrivere il suo libro intitolandolo “Jerome et Julien” (chiaro richiamo al precedente film, nonchè al primo romanzo di Rochè “Jules et Jim”) pubblicato da Djurca. “Adesso mi sento meglio, sembra che i miei personaggi abbiano sofferto al posto mio.” Lo slavo Djurca era ancora innamorato di Ann e una volta appresa la notizia che il suo fidanzamento con il polacco Nicolas si era rotto corre da lei nel Galles a farle visita per poterla riconquistare, ma la trova molto malata. Ann aveva da tempo una malattia ai polmoni che si ostinava a curare, quando Djurca la convinse a curarsi era troppo tardi. Morì dopo pochi giorni senza che nessuno dei personaggi abbia rivelato di capire il motivo del suo incosciente gesto. In realtà Truffaut ci fa capire lo sciagurato gesto della bella e povera Ann proprio lasciandolo in sordina. Non deve sembrare un caso che Ann decide di curarsi solo quando è certa di aver un compagno al suo fianco, ovvero Djurca. Ann si sentiva tremendamente in colpa con Muriel per aver avuto una relazione con l’uomo che sua sorella tanto amava e a causa sua Muriel aveva rinunciato a Claude pensando che i due potessero essere felici insieme. Ma Ann non voleva questo: la sua priorità era la felicità di sua sorella come abbiamo visto fin dalle prime battute del film quando invogliava Claude a stare con Muriel. Certa che Claude fosse l’uomo giusto per sua sorella, si fece da parte e lo stesso sta facendo adesso con un gesto di un eroico altruismo hollywoodiano. Solo la possibilità che la sorella la vedesse felice con un altro uomo l’avrebbe potuta salvare, ma ormai era troppo tardi: Ann è morta ed è andato via l’ultimo ostacolo d’amore tra Muriel e Claude. Infatti i due si rivedono. Claude viene a sapere da Djurca che Muriel avrebbe insegnato a Bruxelles e che sarebbe sbarcata a Calais. Claude le fa una sorpresa e la va a trovare al porto. Insieme vanno in un hotel dove alloggiano per la notte, affittano due stanze separate, ma Muriel si fa coraggio e si chiude a chiave nella stanza di Claude con lui nel suo letto. La scena del loro primo rapporto sessuale è una delle più forti, intense, drammatiche e famose della sua filmografia. Oltre alle immagini vi è il commento della voce off che ne descrive letterariamente i particolari (“Claude le aprì la bocca con le mani..., finchè il nastro non si ruppe dopo una resistenza più viva che con Ann. Era fatto, c’era del rosso sul suo oro.”) Muriel aveva trent’anni ed arriva vergine alla prima volta con Claude. Dopo sette anni finalmente i due si ritrovano. La macchia di sangue che si vede in dettaglio in un’immagine subito dopo l’atto sessuale, se vogliamo anticipa quello che è la fine del film. Muriel ama Claude e Claude ama Muriel, ma lei non vuole stare con lui, pensa ancora che lui non sia il tipo di uomo per lei, cresciuto con una diversa educazione ed abituato a trattare le donne e se stesso in un modo al quale Muriel non si abituerà mai. Lui ateo francese e lei puritana inglese non sono destinati a stare insieme, malgrado tutti e due lo vogliano fortemente. Claude cerca di convincere disperatamente Muriel che con lei lui potrebbe cambiare e diventare finalmente l’uomo che lei cerca, ma non c’è nulla da fare: Claude rimane da solo col suo amore fisico per le donne. La ragazza francese lo ringrazia per averle fatto conoscere l’amore, ma pasadossalmente il loro amore non può andare avanti proprio adesso che non è solo platonico. Muriel si è finalmente liberata delle sue categorie mentali e da un’educazione che l’ha costretta ad allontanarsi dall’amore, ma non può fare liberarsi dalla sua anima, quella che la rendeva diversa dalla sorella artista. Muriel è un insegnante, è biologicamente costruita per predicare ed insegnare valori e virtù, non può accettare l’amore, pur sincero, ma confuso e distratto dall’amore fisico di Claude. Lei vuole una vita tranquilla, una famiglia che infatti avrà sposandosi con un insegnante che le darà una bambina: un uomo che viva come lei. Dopo la loro prima volta Muriel e Claude non si rivedranno mai più, ma tempo dopo lei le manda una lettera dove gli scrive di essere incinta, alla quale ne segue un’altra dove dice di essersi sbagliata e di essersi fatta suggestionare dai suoi desideri. 15 anni dopo, in piena guerra mondiale Claude si ritrova da solo ed invecchiato a visitare il museo di Rodin dove la statua di Balzac gli ricorda le due inglesi. Ci sono dei bambini che giocano, lui li osserva cercando di trovare una qualche somiglianza con Muriel e con quella foto che anni fa Ann le aveva mostrato. Ha voglia di chiedere a questi bambini se qualcuno di loro è la figlia di Muriel Brown, ma non lo fa, non è il caso. Continua a passeggiare e specchiandosi nel vetro di un auto dice “ Ma cos’ho? Sembro vecchio oggi...” Il film si conclude qui: con dei titoli di coda accompagnati da una musica felice e gaia, ma con un tocco di malinconia. Una colonna sonora diretta dal maestro Georges Delaroue che assomiglia molto a quei canti natalizi così gioiosi e positivi, ma talmente toccanti da lasciare un sentimento melanconico. Le due inglesi è uno dei film più riusciti di Francois Truffaut che ingloba in una struttura narrativa originale come la divisione in capitoli, molti dei temi cinematografici e non (per lui il cinema e la vita hanno una relazione troppo viva per poter analizzarli separatamente). L’amore quello fisico che si penetra e confonde a quello puro. E’ un film sull’amore, ma descritto anche nelle sue forme più crude e fisiche. “Ho sentito il bisofno di andare più avanti nella descrizione delle emozioni amorose un pò più lontano di quanto si faccia di solito: esiste talvolta in amore una vera violenza dei sentimenti ed è quella che io ho voluto filmare. Ho tentato di fare non un film sull’amore fisico, ma un film fisico sull’amore.” Claude ha amato per tutta la sua vita Muriel e l’ha amata di un amore di cui neanche lui sa spiegarsi bene la natura, ma è stato attratto anche da altre donne per le quali non provava che un amore fisico. La capacità di discernere le due cose è stata, assieme ad altri fattori, la causa della sua mancata relazione con Muriel, la quale sia per indole che per educazione proprio non riusciva a comprendere. Ann invece ci riesce, ma anche la sua è una sconfitta in quanto il suo complesso di inferiorità nei confronti di una sorella più retta e morale, indottale dall’insegnamento e dall’educazione, le ha impedito di essere felice sia con Claude che con altri uomini. Anche Claude perde: lui è colui che ha avuto tutto nel breve periodo: ha avuto l’amore di entrambe le sorelle e quello di altre donne, ma si ritrova solo e vecchio e con un mare di rimpianti per non aver lottato per l’unica donna che ha amato veramente e che più volte ha deluso. Dal canto suo Muriel anche lei è colpevole delle distrazioni di Claude in quanto la sua inziale ottusità, la sua chiusura mentale, le sue paure non hanno fatto altro che allontanare Claude da lei. La sua malattia agli occhi appare più psicologica che fisiologica, è un non voler mostrare la sua anima e i suoi sentimenti. Nascondersi dietro il nero degli occhiali o delle bende, proprio come la tenda dietro la quale Ann si spogliava. Muriel ha sempre messo davanti al suo sfrenato amore per Claude le sue incertezze. Il triangolo quindi è un tridente che ha fallito, che ha perso in cui ne sono usciti tutti con le ossa rotte. Accanto ad un tema nobile come quello dell’amore, Truffaut inserisce delle immagini e delle scene che umiliano e profanano l’aspetto più puro dell’amore tra uomo e donna mostrandoci scene di sesso, di nudo, di seduzione non sempre solo accennata e soprattutto quel sangue sul letto di Claude che sottolinea marca la perduta verginità di Muriel. E poi quella lettera dove Muriel dice di toccarsi fin da bambina delle speciali del corpo non fanno che demistificare l’idea di Muriel di un amore slegato da una dimensione corporale. Il corpo c’è. “La rappresentazione conosce si in questo film l’esaltazione dei corpi, ma conosce soprattutto la descrizione cruda e brutale degli svenimenti, delle rotture, dei pianti, dei vomiti, delle pratike solitarie, per concludersi nella scena della deflorazione di Muriel, massima espressione di quell’opera di spoeticizzazione, di deromanticizzazione dell’amore su cui Truffaut pone l’accento. Così facendo Truffaut punta il dito (per meglio dire la sua macchina da presa) contro una cultura della rinuncia che va fatta risalire ad una tradizione cattolica così presente e potente nella cultura inglese del primo ‘900. Tutti i e 3 i componenti del triangolo sono responsabili del fallimento, ma oltre a loro altri fattori sono intervenuti ad ostacolare le loro libere azioni. Una di queste è proprio la cultura cattolica, applicata in maniera cieca e bigotta che ha impedito a Muriel di sposarsi subito con Claude e ad Ann di vivere felice senza sensi di colpa. Per Truffaut ogni forma d’amore, qualunque essa sia va vissuta fino in fondo, ma bisogna fare attenzione al modo in cui questi sentimenti vengono cavalcati. L’esagerato individualismo francese comunque non è la soluzione a tutto, lo testimonia la fine che fa Claude. Ma nelle vicende del triangolo troviamo, come da costume nei film di Truffaut, una dimensione fatalista: Djurca convince troppo tardi Ann a curarsi, la madre di Claude muore quando ormai Claude si era abituato a vivere per tante donne e Muriel non rimane incinta di Claude. “La sintesi stilistica consiste nella capacità di far coincidere, di integrare le due componenti di quella che il regista stesso definisce la sua prosa poetica. Da un lato l’amore per l’astrazione, dall’altro la tentazione costante del realismo: tendenze opposte, ma complementari che si traducono in una scrittura filmica ora insistentemente analitica, descrittiva, freddamente oggettiva e distaccata, ora francamente disposta all’introspezione intimistica, al trasporto lirico, all’esaltazione emotiva e sentimentale. Astrazione e realismo coesistono sempre nei film di Truffaut che le fa alternare all’interno del medesimo discorso.” Le due inglesi è uno dei pochi film che possa essere definito veramente drammatico. La statua di Balzac, le lettere non spedite, il titolo del libro di Claude, sono alcune citazioni biografiche e cinematografiche che non aggiungono ironia come spesso invece fanno nei film di Truffaut. Il film rimane coscienzioso e riflessivo anche se mantiene la sua astrazione. La divisione in capitoli con un cerchio grafico che si chiude attorno ai personaggi quando termina una fase narrativa, lo avvolgono in un atmosfera letteraria, ma mai poetica poichè vengono mostrati dei particolari realistici che potrebbero apparire ridondanti, ma che invece lavorano ad una concretizzazione dei sentimenti. Tutti i triangoli amorosi del cinema di Truffaut falliscono, ma ognuno per motivi e attraverso processi molto diversi tra loro. Certamente d’amore si parla in questo film e non solo d’amore fisico, ne di quello puro e poetico. Le due inglesi è un film sull’amore reale, quello degli uomini in carne ed ossa, è un film sulla vita e sulla società, dove non c’è poesia. “Per me il cinema è l’arte della prosa...” (Francois Truffaut)

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