parsifal
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mercoledì 28 luglio 2010
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osservare è comunicare: un gesto d'amore
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Indagare un mondo dove nessuno riesce più a trovare le chiavi per accedervi. Ricercare, amare quel mondo incondizionatamente, cercare le vie per riaprire le strade per scrutare quel mondo serrato da troppo tempo ed essere scrutati da ciò che ancora l'altro riesce a sentire.
Rieducare a vedere, sentire, parlare, dialogare: rieducare all'altro, questo sembra lo scopo di Herzog, che attraverso il cinema compone un film ipotizzando lo spettatore come un sordo-cieco. Lo spettatore, coinvolto dalle atmosfere che Herzog crea, al confine tra la realtà e l'immaginazione, sentirà invitabilmente un sentimento di empatia con i protagonisti – ma allo stesso tempo tenterà di fuggire da questa tremenda sensazione – che difficilmente riuscirà ad intendere.
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Indagare un mondo dove nessuno riesce più a trovare le chiavi per accedervi. Ricercare, amare quel mondo incondizionatamente, cercare le vie per riaprire le strade per scrutare quel mondo serrato da troppo tempo ed essere scrutati da ciò che ancora l'altro riesce a sentire.
Rieducare a vedere, sentire, parlare, dialogare: rieducare all'altro, questo sembra lo scopo di Herzog, che attraverso il cinema compone un film ipotizzando lo spettatore come un sordo-cieco. Lo spettatore, coinvolto dalle atmosfere che Herzog crea, al confine tra la realtà e l'immaginazione, sentirà invitabilmente un sentimento di empatia con i protagonisti – ma allo stesso tempo tenterà di fuggire da questa tremenda sensazione – che difficilmente riuscirà ad intendere.
La frustrazione dell'incomunicabilità tra questi mondi così vicini e allo stesso tempo così lontani, la distanza abissale che è sempre più difficile da colmare che, per un attimo, l'ultima sequenza riesce a restituire una forma di comunicazione con uno dei protagonisti. Il pianosequenza su Heinrich che abbraccia l'albero restituisce, seppur minimamente, l'intimità che sembra irrecuperabile per lo spettatore, se non fosse per quest'ultimo lungo gesto d'amore.
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fedeleto
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venerdì 11 novembre 2011
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il cinema del silenzio e dell'oscurita'
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Dopo il capolavoro di FATA MORGANA,Werner Herzog(segni di vita,anche i nani hanno cominciato da piccoli) si avventura in un altro documentario dove analizza stavolta il problema dei sordociechi.Dunque il film e' un'avventura in un paese di silenzio e di oscurita' dove fini straubinger ,una donna con questo handicap,si occupa di aiutare persone con il suo stesso disturbo.Il tema principale e' la comunicazione,un mezzo necessario per capire .Di metodi ce ne sono vari dal metodo Lerner, al sentire la vibrazione vocale.In realta' questo documentario e' forse il piu' difficile al quale herzog ha lavorato,infatti descrivere il mondo in cuivivono i cieco sordi e' probabilmente un'impresa titanica,anche se il messaggio principale rimane comunque la comunicazione.
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Dopo il capolavoro di FATA MORGANA,Werner Herzog(segni di vita,anche i nani hanno cominciato da piccoli) si avventura in un altro documentario dove analizza stavolta il problema dei sordociechi.Dunque il film e' un'avventura in un paese di silenzio e di oscurita' dove fini straubinger ,una donna con questo handicap,si occupa di aiutare persone con il suo stesso disturbo.Il tema principale e' la comunicazione,un mezzo necessario per capire .Di metodi ce ne sono vari dal metodo Lerner, al sentire la vibrazione vocale.In realta' questo documentario e' forse il piu' difficile al quale herzog ha lavorato,infatti descrivere il mondo in cuivivono i cieco sordi e' probabilmente un'impresa titanica,anche se il messaggio principale rimane comunque la comunicazione.Queste persone infatti vivono in un loro mondo ed e' terribile la frase finale del film che recita se scoppiasse la guerra nemmeno ce ne accorgeremmo.Un documentario coraggioso che affronta un problema interessante ed importante .Probabilmente rimarra' nel cuore di molti questo film cosi reale ed allo stesso tempo cosi toccante.
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dandy
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venerdì 18 settembre 2015
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sconvolgente....
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Uno dei documentari più belli e struggenti,e dei migliori lavori di Herzog.Una donna impressionante per la sua forza di volontà,affetta da un male estremo,che si sforza di dare aiuto(e voce)a chi come lei ne è affetto tramite il metodo Lormen,alfabeto basato su rapidi tocchi nel palmo della mano che necessita costantemente di un interprete.Le immagini sono toccanti e squotono,come i racconti dei protagonisti.Non è vero che sordità e cecità significano silenzio e buio completi.Si sentono suoni e si vedono colori(anche insopportabili).Ed Herzog solleva come sempre quesiti profondi (sulla la comunicazione,l'indifferenza di chi è normale,l'impossibilità di comprendere un concetto astratto come bene e male per chi non vede e non sente).
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Uno dei documentari più belli e struggenti,e dei migliori lavori di Herzog.Una donna impressionante per la sua forza di volontà,affetta da un male estremo,che si sforza di dare aiuto(e voce)a chi come lei ne è affetto tramite il metodo Lormen,alfabeto basato su rapidi tocchi nel palmo della mano che necessita costantemente di un interprete.Le immagini sono toccanti e squotono,come i racconti dei protagonisti.Non è vero che sordità e cecità significano silenzio e buio completi.Si sentono suoni e si vedono colori(anche insopportabili).Ed Herzog solleva come sempre quesiti profondi (sulla la comunicazione,l'indifferenza di chi è normale,l'impossibilità di comprendere un concetto astratto come bene e male per chi non vede e non sente).Brevi e intense le sequenze visionarie di finzione commentate da musica classica,che diventeranno tipici nei futuri lavori del regista.Le scene dei sorociechi che toccano gli animali allo zoo,il ragazzo che vive recluso nella sua stanza o il finale con un uomo che si aggrappa ad un albero e lo abbraccia lasciano il segno.Da vedere per comprendere cosa significhi la sofferenza,ma anche la voglia di vivere.E la necessità di comunicare con l'altro.Mi chiedo chi sia ad aver scritto quell'unica riga di recensione.E' evidente che non ha afferrato niente di quello che ha visto(ma l'avrà visto almeno?).
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michele
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sabato 17 giugno 2006
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grazie per ciò che ci insegni, fini!
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Il paese del silenzio e dell'oscurità non è un film, forse è un documentario che però si differenzia dal genere in quanto coinvolge e commuove...
Una donna, Fini Straubinger, sorda e cieca dalla giovinezza, non si arrende alla terribile malattia ma va avanti, e diventa speranza per sè e per le altre persone che versano nelle stesse condizioni. La via a lei rimasta per comunicare col mondo è il tatto e così la mano diventa bocca e le dita diventano lettere.. Lo spettatore non può rimanere indifferente a ciò che vede, capisce che ciò che è ordinario per lui non lo è per tutti e alla fine intuisce che anche l'ordinario è straordinario.
Le musiche di J.S. Bach e Vivaldi sono perfette, esse intensificano i sentimenti vissuti dallo spettatore e lo spingono ad avvicinarsi con affetto e rispetto ai protagonisti del film.
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Il paese del silenzio e dell'oscurità non è un film, forse è un documentario che però si differenzia dal genere in quanto coinvolge e commuove...
Una donna, Fini Straubinger, sorda e cieca dalla giovinezza, non si arrende alla terribile malattia ma va avanti, e diventa speranza per sè e per le altre persone che versano nelle stesse condizioni. La via a lei rimasta per comunicare col mondo è il tatto e così la mano diventa bocca e le dita diventano lettere.. Lo spettatore non può rimanere indifferente a ciò che vede, capisce che ciò che è ordinario per lui non lo è per tutti e alla fine intuisce che anche l'ordinario è straordinario.
Le musiche di J.S. Bach e Vivaldi sono perfette, esse intensificano i sentimenti vissuti dallo spettatore e lo spingono ad avvicinarsi con affetto e rispetto ai protagonisti del film.
Le frasi che appaiono talvolta su sfondo nero sono incisive: rendono immediati concetti e sensazioni difficili da spiegare("Quando lei lascia la mia mano è come se fossimo distanti miglia e miglia...").
Bello anche l'inizio, dove, su sfondo nero, dopo aver ascoltato il racconto di ciò che Fini vedeva un tempo e che ha gelosamente conservato nel cuore, appare all'improvviso ciò che ha appena finito di ricordare: uno sciatore nell'atto di volare dal trampolino.
Peccato che questo bel film, come tanti altri, venga sempre trasmesso in tarda notte. Non lo merita davvero.
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