renatoc.
|
sabato 5 maggio 2018
|
un veneziano in agonia con la sua città!
|
|
|
|
Enrico Maria Salerno ha avuto un'ottima idea nell'ambientare la storia di un malato incurabile che si avvicina sempre più alla morte in una Venezia che allora, nel 1970, sembrava molto più in agonia che non ora! Ottima l'ambientazione in un periodo poco turistico, nel far vedere quella che in genere è l'allegra Venezia piena di turisti, in un paesaggio terribilmente malinconico! Come è triste e malinconica la storia di questo musicista che sa di avere un male incurabile che chiede di rivedere la moglie da cui è separato da un po' di anni! Anche durante questa visita di un giorno della moglie non mancano gli screzi, ma ci sono anche, tramite flash-back, i ricordi dei tempi felici di quando si sono conosciuti e amati.
[+]
Enrico Maria Salerno ha avuto un'ottima idea nell'ambientare la storia di un malato incurabile che si avvicina sempre più alla morte in una Venezia che allora, nel 1970, sembrava molto più in agonia che non ora! Ottima l'ambientazione in un periodo poco turistico, nel far vedere quella che in genere è l'allegra Venezia piena di turisti, in un paesaggio terribilmente malinconico! Come è triste e malinconica la storia di questo musicista che sa di avere un male incurabile che chiede di rivedere la moglie da cui è separato da un po' di anni! Anche durante questa visita di un giorno della moglie non mancano gli screzi, ma ci sono anche, tramite flash-back, i ricordi dei tempi felici di quando si sono conosciuti e amati. La moglie prima ancora che il protagonista le confessasse la sua malattia capisce di essere ancora innamorata di lui, ed il primo segno lo si ha quando si scioglie i capelli, gesto che fa dopo che egli le aveva detto: "Una volta i capelli li portavi lunghi!" Venuta a sapere del male del marito, dopo passeggiate in zone periferiche e tristi di Venezia (muri cadenti, barche semi-affondate, ecc,) desidera unirsi a lui un'ultima volta! Gli dice poi che vorrebbe tornare a trovarlo, ma egli rifiuta, forse per rimanere con il bel ricordo di quegli ultimi momenti vissuti insieme! E mentre si appresta a diirigere le prove del concerto "Anonimo veneziano" invita la moglie, piangente e quasi disperata, ad affrettarsi a prendere il treno perchè "a casa l'aspettano!". Vederlo affontare il suo ultimo e breve periodo di vita, in una Venezia sempre più triste, sembra di vedere un marinaio che affonda insieme alla sua nave!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a renatoc. »
[ - ] lascia un commento a renatoc. »
|
|
d'accordo? |
|
parsifal
|
domenica 28 maggio 2023
|
eros e thanathos a venezia
|
|
|
|
E.M.Salerno fu il demiurgo di questo azzardato progetto, soprattutto considerando l'epoca in cui fu elaborato; chiese allo scrittore G.Berto di scrivere un abbozzo di sceneggiatura ,alla cui stesura partecipò egli stesso. Lo scrittore si limitò a delinare i dialoghi, concentrando il tutto solo su due personaggi, come in una rappresentazione teatrale. Ne viene fuori una storia molto particolare , decisamente sui generis, in cui il fulcro della discussione è il rapporto uomo-donna, rimesso in discussione da Enrico,T.Musante, ottimo musicista che aspirava a diventare direttore d'orchestra e sua moglie , almeno legalmente, Valeria , F.Bolkan. I due si incontrano in una Venezia autunnale e malinconica, molto diversa dalla sua abituale dimensione turistica.
[+]
E.M.Salerno fu il demiurgo di questo azzardato progetto, soprattutto considerando l'epoca in cui fu elaborato; chiese allo scrittore G.Berto di scrivere un abbozzo di sceneggiatura ,alla cui stesura partecipò egli stesso. Lo scrittore si limitò a delinare i dialoghi, concentrando il tutto solo su due personaggi, come in una rappresentazione teatrale. Ne viene fuori una storia molto particolare , decisamente sui generis, in cui il fulcro della discussione è il rapporto uomo-donna, rimesso in discussione da Enrico,T.Musante, ottimo musicista che aspirava a diventare direttore d'orchestra e sua moglie , almeno legalmente, Valeria , F.Bolkan. I due si incontrano in una Venezia autunnale e malinconica, molto diversa dalla sua abituale dimensione turistica. L'incontro avviene per volontà di Enrico; vuole rivedere Valeria per una ragione ben precisa. Ha scoperto di essere afflitto da un male incurabile e ritiene giusto comunicarglielo. Ma non lo farà subito, ovviamente; inizieranno a confrontarsi su loro stessi, ripercorrendo le varie tappe del loro rapporto, talvolta in modo burrascoso, alternando una sopita dolcezza reciproca che credevano spenta per sempre. Sono genitori di un figlio, frutto della loro unione, ma Valeria vive more uxorio con un uomo facoltoso a Ferrara, pur essendo ancora la moglie di Enrico e questo offre lo spunto per una lunga dissertazione sulla legittimità dell'introduzione del divorzio in Italia, in quel periodo non ancora esistente. Esistono ancora dei legami profondi tra i due, anche se si allontaneranno definitivamente , dopo aver fatto l'amore per l'ultima volta. Il senso di incompiutezza che pervade l'ultima scena, rende a perfezione la sensazione amara dell'abbandono. Ottimo film che venne male accolto da gran parte della critica, poichè considerato " commerciale. O tempora O mores.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a parsifal »
[ - ] lascia un commento a parsifal »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
sabato 29 aprile 2017
|
la vie, l'amour, la mort
|
|
|
|
Film frainteso all'epoca, considerato una"love story italian style", come si erano espressi vari critici, il film, in realtà, con forti, indiscutibili, ineliminabili elementi "manniani"(da Thomas Mann, "Der Tod in Venedig"-"Morte a Venezia"), emblematizza gli elementi fondamentali dell'esistenza: "La vie, l'amour e la mort", per dirla con un film di un altro grande autore di cinema bristrattato per anni, Claude Lelouch. Qui Enrico Maria Salerno, grande attore di teatro, di cinema e di TV, esordendo alla regia, dà un film rigoroso, essenziale, che unisce il senso della caducità della vita al recupero dell'amore, come capacità(in chiave di eros una volta tanto non procreativo.
[+]
Film frainteso all'epoca, considerato una"love story italian style", come si erano espressi vari critici, il film, in realtà, con forti, indiscutibili, ineliminabili elementi "manniani"(da Thomas Mann, "Der Tod in Venedig"-"Morte a Venezia"), emblematizza gli elementi fondamentali dell'esistenza: "La vie, l'amour e la mort", per dirla con un film di un altro grande autore di cinema bristrattato per anni, Claude Lelouch. Qui Enrico Maria Salerno, grande attore di teatro, di cinema e di TV, esordendo alla regia, dà un film rigoroso, essenziale, che unisce il senso della caducità della vita al recupero dell'amore, come capacità(in chiave di eros una volta tanto non procreativo..., quindi extra-indicazioni in Italia sempre fin troppo opprimenti...)di recuperare l'élan vital, certo tenendo presente la fine o meglio il suo approssimarsi, vista l'urgenza della malattia incurabile, quale allora(1970)era comunque ancora in gran parte il tumore(lasciamo perdere la querelle sull'oggi), senza considerare quanto comunque attiene alla capacità registica di Salerno(esordiente quale regista, anche se già dotato di un grande bagaglio interpretativo)e alla bravura dei due protagonisti(in qualche modo unici interpreti, fatta salva, certo, la bravura di personaggi di contorno come Toti Dal Monte, per citare solo un nome), che si muovono comunque assolutamente in sintonia con la regia di Salerno. Quanto alle musiche(sound-track di Stelvio Cipriani, indiscusso) era invece sorto un equivoco all'epoca su chi fosse il compositore classico eseguito-si tratta di Alessandro, non di Benedetto Marcello, come invece recitavano molte locandine del film, come anche varie recensioni ancora reperibili in rete). Quasi dimostrazione di una via sbagliata alla gestione di un film da parte della critica, all'epoca troppo orientata in senso politico, come oggi(specularmente)lo è troppo poco... El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
ralphscott
|
sabato 29 gennaio 2011
|
poteva esser migliore
|
|
|
|
Riuscito bene,senza dubbio,ma mi resta la sensazione dell'incompiuto. E.M.Salerno poteva articolare meglio la trama,arricchirla di qualche personaggio,girare un finale che,come lo vediamo,é davvero amputato. Due attori in gran sintonia,con una Bolkan mai così convincente. Le musiche,così belle,potevano,dovevano esser più sfruttate. Perdonatemi il termine,ma il regista,che pur amo,mi é sembrato un po' troppo controllato. Chapeau a fotografo e costumista
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
|