howlingfantod
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mercoledì 5 agosto 2015
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il cinema di parola
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Il cinema di parola di Rohmer alla sua massima espressione. Artefatti percorsi amorosi, triangoli e quadrilateri come i rapporti dei protagonisti, in dialoghi algidi quasi stilizzati intramezzati da riflessioni filosofiche e religiose su cui è costrutto il film, (la discussione su Pascal, sul libero arbitrio e la predestinazione, quasi la storia di fondo fosse un pretesto, qui più che altrove negli altri film di Rohmer. La storia è il rapporto del protagonista (Trintignant) che torna dall’estero nella più profonda Francia (Clermont-Ferrand) e cerca la tranquillità, la riflessione sulla sua vita e anche moglie. Si scoprirà conteso nelle due icone archetipiche femminili, la mora e la bionda, la fatale scostante ed intrigante Francoise e la solida, credente ed affidabile che più si confà al sentire del protagonista, almeno apparentemente.
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Il cinema di parola di Rohmer alla sua massima espressione. Artefatti percorsi amorosi, triangoli e quadrilateri come i rapporti dei protagonisti, in dialoghi algidi quasi stilizzati intramezzati da riflessioni filosofiche e religiose su cui è costrutto il film, (la discussione su Pascal, sul libero arbitrio e la predestinazione, quasi la storia di fondo fosse un pretesto, qui più che altrove negli altri film di Rohmer. La storia è il rapporto del protagonista (Trintignant) che torna dall’estero nella più profonda Francia (Clermont-Ferrand) e cerca la tranquillità, la riflessione sulla sua vita e anche moglie. Si scoprirà conteso nelle due icone archetipiche femminili, la mora e la bionda, la fatale scostante ed intrigante Francoise e la solida, credente ed affidabile che più si confà al sentire del protagonista, almeno apparentemente. Che poi ancora una volta gli intrecci mostrano derive diverse, il passato può tornare ed il mare come altrove nel suo cinema ci abbraccia in un finale poetico e catarchico.
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luca scial�
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mercoledì 15 luglio 2015
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diserzioni noiose su pascal e il cristianesimo
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Eric Rohmer è un regista che nei suoi film preferisce dare spazio ai pensieri più che alle azioni, ai dialoghi lunghi e verbosi piuttosto che ai cambi sequenza dinamici. Attento ai particolari, a costo di renderli evidenti fino alla noia. In fondo, anche questo è cinema e la presente pellicola ne è un classico esempio.
Le vicende sentimentali di un trentaquattrenne ingegnere di provincia finito nella vorticosa e quanto mai anticonvenzionale Parigi di fine anni '60, finisce per dover sempre mettere in discussione le proprie rigide convinzioni cristiane. Fino a cedervi. Asciugato un pò delle lunghe diserzioni su Pascal e il cristianesimo, peraltro ben affrontate da Jean-Louis Trintigna e dalla conturbante Françoise Fabian - il film sarebbe anche interessante e gradevole.
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Eric Rohmer è un regista che nei suoi film preferisce dare spazio ai pensieri più che alle azioni, ai dialoghi lunghi e verbosi piuttosto che ai cambi sequenza dinamici. Attento ai particolari, a costo di renderli evidenti fino alla noia. In fondo, anche questo è cinema e la presente pellicola ne è un classico esempio.
Le vicende sentimentali di un trentaquattrenne ingegnere di provincia finito nella vorticosa e quanto mai anticonvenzionale Parigi di fine anni '60, finisce per dover sempre mettere in discussione le proprie rigide convinzioni cristiane. Fino a cedervi. Asciugato un pò delle lunghe diserzioni su Pascal e il cristianesimo, peraltro ben affrontate da Jean-Louis Trintigna e dalla conturbante Françoise Fabian - il film sarebbe anche interessante e gradevole.
Ma questo è come detto il cinema di Rohmer.
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fedeleto
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lunedì 6 settembre 2010
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la notte con rohmer
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Arrivato al terzo racconto morale(anche se in teoria sarebbe il quarto),rohmer prosegue il viaggio nelle viscere della morale ,ove l'uomo soccombe e vince alcune delle sue impressioni,repulsioni,ed ogni tipo di idea che appertengono ad egli.La mia notte con maud rappresenta fin dall'inizio un tema moplto importante quello della fede.Fin dall'inizio infatti vediamo un ingegnere cattolico(la necessita' di rohmer di prendere un uomo che aspira alla spiritualita' ma che intraprende una materia letteralmente opposta ovvero scientifica) che viene attirato da una ragazza bionda(ricordiamo che il biondo e' sinonimo di purezza ,spiritualita'),e improvvisamente sente di provare qualcosa per lei.
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Arrivato al terzo racconto morale(anche se in teoria sarebbe il quarto),rohmer prosegue il viaggio nelle viscere della morale ,ove l'uomo soccombe e vince alcune delle sue impressioni,repulsioni,ed ogni tipo di idea che appertengono ad egli.La mia notte con maud rappresenta fin dall'inizio un tema moplto importante quello della fede.Fin dall'inizio infatti vediamo un ingegnere cattolico(la necessita' di rohmer di prendere un uomo che aspira alla spiritualita' ma che intraprende una materia letteralmente opposta ovvero scientifica) che viene attirato da una ragazza bionda(ricordiamo che il biondo e' sinonimo di purezza ,spiritualita'),e improvvisamente sente di provare qualcosa per lei.Successivamente l'uomo incontra un amico che dei tempi del liceo che e' diventato professore di filosofia,egli lo invita alla festa di natale a casa di maud.Arrivato a casa di maud iniziera' una notte di dialoghi molto morali che impongono una certa visceralita' nella materia ,e che abbracciano il tema della scommessa pascaliana,in cui l'uomo si trova in una situazione ove puo' scegliere se scommetere o meno dell'esistenza di dio,ed in questa notte ,dove poi l'amico chiamato vidal lo lascera' tutta la notte solo con maud ,si instaura un principio di attrazione-repulsione,e arrivando maud(ricordiamo oramai divorziata) a giocare con la morale dell'uomo ,prova a sedurlo seppur non prorpio esplicitamente,ma seppur la morale potra' proteggerlo,non riuscira' certo ad impedirgli di baciarla.Successivamente l'uomo reincontra la donna bionda di cui si era innamorato in chiesa,e i due incominceranno a frequentarsi per poi sposarsi ed avere un figlio il tutto si concludra' con l'incontro tra maud e l'uomo in presenza della moglie,e scoprira solo dopo che l'ex marito di maud era l'amante di sua moglie.Il tutto si svolge con una certa semplicita' nelle azioni e nella reazioni,tutto e' scritto in un certo senso e tutto deve essere ancora scritto,e' un principio in cui la caducita' dell'uomo non viene esaltata ,ma nemmeno velata,ed alcuni simbolismi danno un quadro di chiarezza assoluto(il finale dove c'e' il chiarimento si svolge nella spiaggia ovvero vicino al mare ove si e' pronti per la purificazione,ed infatti effettueranno il bagno dopo che egli avra' appreso al verita')ma rendono sicuramente La mia notte con maud forse uno dei piu' bei film di rohmer.
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m.d.c
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domenica 29 agosto 2010
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le malinconiche ronde dell'ingegnre trintignant
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Capostipite di un raffinato e elegiaco gioco sentimentale, spesso riproposto al cinema, La mia notte con Maud è uno di quei titoli da tramandare alle future generazioni, anche quelle abitualmente diffidenti nei confronti di trame scandite da fitte conversazioni, schermaglie amorose e improvvise lacerazioni emotive.L'incipit spinge lo spettatore ad immergersi nel più grigio orizzonte della provincia francese, mostrando le malinconiche ronde dell'ingegnere Jean-Louis Trintignant in cerca di un diversivo alla solitudine. Invaghitosi di una ragazza intravista in chiesa e ritrovato un amico nell'imminenza delle feste di Natale, l'assorto Jean Louis si farà convincere a prendere parte ad una cena con la disinvolta Maud (Francois Fabian), separata dal carattere indomito.
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Capostipite di un raffinato e elegiaco gioco sentimentale, spesso riproposto al cinema, La mia notte con Maud è uno di quei titoli da tramandare alle future generazioni, anche quelle abitualmente diffidenti nei confronti di trame scandite da fitte conversazioni, schermaglie amorose e improvvise lacerazioni emotive.L'incipit spinge lo spettatore ad immergersi nel più grigio orizzonte della provincia francese, mostrando le malinconiche ronde dell'ingegnere Jean-Louis Trintignant in cerca di un diversivo alla solitudine. Invaghitosi di una ragazza intravista in chiesa e ritrovato un amico nell'imminenza delle feste di Natale, l'assorto Jean Louis si farà convincere a prendere parte ad una cena con la disinvolta Maud (Francois Fabian), separata dal carattere indomito. Nel corso della notte andrà in scena un serrato confronto tra i due che culminerà in un improvviso bacio e in un momentaneo distacco all'inizio di una livida e glaciale alba invernale. Perno del film, come sempre nel cinema di Rohmer, è la parola usata come mezzo di comunicazione dietro al quale palpitano le pulsioni più intime e le passioni più incostanti e vertiginose, sebbene il dialogo resti l'unica, necessaria, risorsa per governare il caos dei sentimenti. Ed è attraverso il confronto fra due caratteri opposti, la matura Maud e l'acerba e avvente Marie Crhistine Barrault, che il perplesso Jean Louis sceglierà la seconda,provando a dare consistenza al suo utopistico desiderio di felicità. La decisione non sarà priva di una appendice nostalgica, con la ricomparsa della prima donna su una assolata spiaggia estiva appena in tempo per scambiare qualche battutta sibillina con il suo vecchio corteggiatore prima di separarsi di nuovo. La cifra della storia va ricondotta in una specie di malinconica resa alle alchimie, spesso indecifrabili, del desiderio e in una assoluta, sotterranea, irrinunciabile dipendenza dalle geometrie amorose da cui nessuno può considerarsi immune. Con il suo personalissimo, impareggiabile tocco Rohmer illustra il persuasivo intreccio di promesse e disillusioni sentimentali che sembrano dissolversi solo nel nitido fotogramma finale dove, senza echi moralistici, una lunga rincorsa in direzione del mare diviene il segno più evidente del distacco del protagonista dalle tentazioni passate e dal peso avvolgente della memoria.Matteo de Chiara
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august robert fogelbergrota
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venerdì 14 agosto 2009
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dalla pate di racine e del concilio
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un film molto ben costruito soprattuto per la fotografia di Nelston Amarston che riesce nonostante l'uso di una tecnologia all'epoca telefisiva a rendere la bellezza degli interni e degli esterni modernisti di Clermont. Bravissime le due attrici, la bruna Françoise Fabian d'origine algerina che interpreta una specie di Semiramide e la bionda Marie-Christine Barrault che ha molte somiglianze con il personaggio di Marie in L'occhio del diavolo di Ingmar Bergman, film di 10 anni prima. Purtroppo il pur bravo Jean-Louis Trintignant sembra alquanto fuori parte nell'interpretare un personaggio ipocrita e piccolo borghese. Sicuramente insieme alla Marchesdi O uno dei migliori film di Rohmer, un regista molto piacevole, cattolico perplesso che peró ha il difetto di essere troppo statico ed eccessivamente teatrale.
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un film molto ben costruito soprattuto per la fotografia di Nelston Amarston che riesce nonostante l'uso di una tecnologia all'epoca telefisiva a rendere la bellezza degli interni e degli esterni modernisti di Clermont. Bravissime le due attrici, la bruna Françoise Fabian d'origine algerina che interpreta una specie di Semiramide e la bionda Marie-Christine Barrault che ha molte somiglianze con il personaggio di Marie in L'occhio del diavolo di Ingmar Bergman, film di 10 anni prima. Purtroppo il pur bravo Jean-Louis Trintignant sembra alquanto fuori parte nell'interpretare un personaggio ipocrita e piccolo borghese. Sicuramente insieme alla Marchesdi O uno dei migliori film di Rohmer, un regista molto piacevole, cattolico perplesso che peró ha il difetto di essere troppo statico ed eccessivamente teatrale.
Robert Fogelberg Rota
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