catullo
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mercoledì 27 ottobre 2010
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la dolce vita secondo petronio
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Ennesimo capolavoro di Federico Fellini...non abbastanza considerato,dimenticato e sepolto da un'italia travolta da un'era di sottocultura e decadimento sociale che però ha molto a che fare con la decadenza descritta dall'arbiter elegantiarum di Nerone...una specie di Fellini del primo secolo. Ecco perchè Federico rimase affascinato dopo averlo scoperto in gioventù! Con il Satiricon e nello stesso anno col "Toby Dammit " da "quatrro passi nel delirio" nasce il fellini visionario e onirico dei capolavori successivi...una svolta forse dovuta agli anni difficili della rinuncia al film sognato ma mai realizzato cioè "il viaggio di Mastorna" e sopratutto alla breve ma grave malattia che lo portò alle soglie della morte.
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Ennesimo capolavoro di Federico Fellini...non abbastanza considerato,dimenticato e sepolto da un'italia travolta da un'era di sottocultura e decadimento sociale che però ha molto a che fare con la decadenza descritta dall'arbiter elegantiarum di Nerone...una specie di Fellini del primo secolo. Ecco perchè Federico rimase affascinato dopo averlo scoperto in gioventù! Con il Satiricon e nello stesso anno col "Toby Dammit " da "quatrro passi nel delirio" nasce il fellini visionario e onirico dei capolavori successivi...una svolta forse dovuta agli anni difficili della rinuncia al film sognato ma mai realizzato cioè "il viaggio di Mastorna" e sopratutto alla breve ma grave malattia che lo portò alle soglie della morte. dopo abbiamo un Fellini più pessimista e cinico...i suoi sogni si fanno più cupi e i suoi finali meno densi di speranza tipici dei suoi film in bianco e nero. il Satyricon è un viaggio in un mondo fantastico sulle tracce lasciate da Petronio e quindi privo di ogni struttura morale cristiana ma impregnato di poesia e debolezze umane con momenti di cinema straordinario come l'episodio della villa dei suicidi che è un capolavoro in sè nel capolavoro!
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anonimo
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lunedì 29 dicembre 2008
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la leggenda della droga
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La "leggenda" dice che Fellini assunse degli stupefacenti per fare il film, e ne fece larghissimo e abbondantisimo uso durante la scrittura e durante la lavorazione. Sarà vero?
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paride86
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lunedì 6 ottobre 2008
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delirante
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E' un film teatrale, lussurioso e delirante come la Roma imperiale e decadente descritta da Petronio Arbitro nell'opera omonima.
Si tratta di un connubio cinematografico-letterario perfetto perché le vicende esagerate del Satyricon ben si sposano con il Fellini barocco di questo periodo; le sequenze della cena di Trimalcione, dello spettacolo teatrale, della lotta con la bestia mitologica sono un trionfo di colori, sessualità spudorata e sardonico cinismo. "Fellini - Satyricon" è una perla: film così solo il Maestro ha saputo girarli.
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faber
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domenica 13 luglio 2008
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la tristezza dell'apoteosi eroica
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Conoscendo l'opera di Petronio Arbitro e considerando l'anno in cui il film venne girato, si può pensare che sia la solita, giustissima, solfa sulla decadenza dei costumi, sulla scomparsa di punti di riferimento morale, sulla morte dei valori, e quant'altro! Vedere questo Capolavoro da quest'ottica, non sarebbe affatto sbagliato! E ancor meno sbagliato sarebbe stato se il Maestro lo avesse realizzato, davvero, con questo scopo! e invece no! Per Fellini la normalità è banalità e il giusto non esiste!
anche se molto ammirato da Pasolini, Fellini ne è per certi versi l'antitesi! Al marxismo di Pasolini, convinto che l'uomo sia il prodotto inesorabile della sua Storia edella società, Fellini contrappone la sua concezione fatalistica e mai detrminista, libera e quasi magica dell'uomo.
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Conoscendo l'opera di Petronio Arbitro e considerando l'anno in cui il film venne girato, si può pensare che sia la solita, giustissima, solfa sulla decadenza dei costumi, sulla scomparsa di punti di riferimento morale, sulla morte dei valori, e quant'altro! Vedere questo Capolavoro da quest'ottica, non sarebbe affatto sbagliato! E ancor meno sbagliato sarebbe stato se il Maestro lo avesse realizzato, davvero, con questo scopo! e invece no! Per Fellini la normalità è banalità e il giusto non esiste!
anche se molto ammirato da Pasolini, Fellini ne è per certi versi l'antitesi! Al marxismo di Pasolini, convinto che l'uomo sia il prodotto inesorabile della sua Storia edella società, Fellini contrappone la sua concezione fatalistica e mai detrminista, libera e quasi magica dell'uomo. La fiaba infatti (perchè di una fiaba si tratta) è qualcosa di irrazionale, talvolta di assurdo, ma sempre capace di toccare i precordi della nostra anima. Ci avranno insegnato più cosa le fiabe che ci leggevano da bimbi, che 1000 trattati di Freud, Marx o chissà quante letture uggiose dei dieci comandamenti! E la fiaba e, quasi sempre tesa a dare una morale, non a lamenatrsi per la sua scomparsa. La morale che ci da il Maestro è , prprio perchè non si erge sul doloroso disfacimento della morale contingente, eterna! Fellini ci insegna come la vita sopravviva anche in mezzo alla morte della società, perchè la qualità della vita non la si deve alla situazione in cui essa nasce! Già il solo fatto che nasca, fa gridare al miracolo! La vita è vita, sempre1 E nulla c'è di più normale, come ci pare quella vissuta dai protagonisti del film (con le sue gioie che già pregustano la fine dei simposii, con le ubbriacature che divengono causa di iatture e con le mille tragiche peripezie da Commedia, che si dirigono cioè verso un fausto esito, e da tragedia, cioè che decilinino verso lo sfacelo)! Ogni peripezia diAscilto e Euncolpio, terminano esattamente nel modo opposto rispetto a come cominciano! E' questo è tutto teso a manifestare la poliedricità della vita, fatta di opposti,e quindi, giacchè priva di una valenza specifica, neutrale! O normale, come suddetto. Ma il Maestro riesce a manifestarci la magia che sottende ad ogni normalità, proprio come le favole, in cui si racconta solo di momenti tragici, con apoteosi euforica. E la magia sta proprio nel non riuscire a capire cosa sia questa continua Lotta degli opposti, questo calderone di valenza indefinita, che, malgrado tutto, esiste! Potenza della fiaba!
Potenza del grottesco! Il film ci appare, è stato già detto, come un mosaico, proprio come ci è pervenuto, frammentario, il Satyricon di Petronio. Fedelissima, seppur personalissima, trasposizione cinematografica, questo monumentale, colossale, capolavoro dell'arte, tratta da mosaico difficilmte ricostruibile, sia le scene, che la scenografia, la sceneggiatura e gli stessi personaggi, che mancano sempre di una spiegazione in più (come il Poeta Eumolpio, di cui non seguiamo la corruzione e la mercificazione artistica, tempo addietro , tanto aborrita)! Come frammentaria e irripercorribile è in realtà la vita, di cui è falso che ricordiamo solo i momenti migliori! Possiamo benissimo ricordare anche dei momenti semplicissimi, prima di morire! Senza che per forza ci sia un perchè. E di noi può parlare solo un epitaffio! Come l'epitaffio di ognuno dei personaggi, che allafine, compaiono nostalgicamente stilizzati e raccontati, così amaramente poco fedeli al vero!
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faber
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domenica 13 luglio 2008
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la tristezza dell'apoteosi eroica
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Conoscendo l'opera di Petronio Arbitro e considerando l'anno in cui il film venne girato, si può pensare che sia la solita, giustissima, solfa sulla decadenza dei costumi, sulla scomparsa di punti di riferimento morale, sulla morte dei valori, e quant'altro! Vedere questo Capolavoro da quest'ottica, non sarebbe affatto sbagliato! E ancor meno sbagliato sarebbe stato se il Maestro lo avesse realizzato, davvero, con questo scopo! e invece no! Per Fellini la normalità è banalità e il giusto non esiste!
anche se molto ammirato da Pasolini, Fellini ne è per certi versi l'antitesi! Al marxismo di Pasolini, convinto che l'uomo sia il prodotto inesorabile della sua Storia edella società, Fellini contrappone la sua concezione fatalistica e mai detrminista, libera e quasi magica dell'uomo.
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Conoscendo l'opera di Petronio Arbitro e considerando l'anno in cui il film venne girato, si può pensare che sia la solita, giustissima, solfa sulla decadenza dei costumi, sulla scomparsa di punti di riferimento morale, sulla morte dei valori, e quant'altro! Vedere questo Capolavoro da quest'ottica, non sarebbe affatto sbagliato! E ancor meno sbagliato sarebbe stato se il Maestro lo avesse realizzato, davvero, con questo scopo! e invece no! Per Fellini la normalità è banalità e il giusto non esiste!
anche se molto ammirato da Pasolini, Fellini ne è per certi versi l'antitesi! Al marxismo di Pasolini, convinto che l'uomo sia il prodotto inesorabile della sua Storia edella società, Fellini contrappone la sua concezione fatalistica e mai detrminista, libera e quasi magica dell'uomo. La fiaba infatti (perchè di una fiaba si tratta) è qualcosa di irrazionale, talvolta di assurdo, ma sempre capace di toccare i precordi della nostra anima. Ci avranno insegnato più cosa le fiabe che ci leggevano da bimbi, che 1000 trattati di Freud, Marx o chissà quante letture uggiose dei dieci comandamenti! E la fiaba e, quasi sempre tesa a dare una morale, non a lamenatrsi per la sua scomparsa. La morale che ci da il Maestro è , prprio perchè non si erge sul doloroso disfacimento della morale contingente, eterna! Fellini ci insegna come la vita sopravviva anche in mezzo alla morte della società, perchè la qualità della vita non la si deve alla situazione in cui essa nasce! Già il solo fatto che nasca, fa gridare al miracolo! La vita è vita, sempre1 E nulla c'è di più normale, come ci pare quella vissuta dai protagonisti del film (con le sue gioie che già pregustano la fine dei simposii, con le ubbriacature che divengono causa di iatture e con le mille tragiche peripezie da Commedia, che si dirigono cioè verso un fausto esito, e da tragedia, cioè che decilinino verso lo sfacelo)! Ogni peripezia diAscilto e Euncolpio, terminano esattamente nel modo opposto rispetto a come cominciano! E' questo è tutto teso a manifestare la poliedricità della vita, fatta di opposti,e quindi, giacchè priva di una valenza specifica, neutrale! O normale, come suddetto. Ma il Maestro riesce a manifestarci la magia che sottende ad ogni normalità, proprio come le favole, in cui si racconta solo di momenti tragici, con apoteosi euforica. E la magia sta proprio nel non riuscire a capire cosa sia questa continua Lotta degli opposti, questo calderone di valenza indefinita, che, malgrado tutto, esiste! Potenza della fiaba!
Potenza del grottesco! Il film ci appare, è stato già detto, come un mosaico, proprio come ci è pervenuto, frammentario, il Satyricon di Petronio. Fedelissima, seppur personalissima, trasposizione cinematografica, questo monumentale, colossale, capolavoro dell'arte, tratta da mosaico difficilmte ricostruibile, sia le scene, che la scenografia, la sceneggiatura e gli stessi personaggi, che mancano sempre di una spiegazione in più (come il Poeta Eumolpio, di cui non seguiamo la corruzione e la mercificazione artistica, tempo addietro , tanto aborrita)! Come frammentaria e irripercorribile è in realtà la vita, di cui è falso che ricordiamo solo i momenti migliori! Possiamo benissimo ricordare anche dei momenti semplicissimi, prima di morire! Senza che per forza ci sia un perchè. E di noi può parlare solo un epitaffio! Come l'epitaffio di ognuno dei personaggi, che allafine, compaiono nostalgicamente stilizzati e raccontati, così amaramente poco fedeli al vero!
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a.moscuzza
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sabato 1 marzo 2008
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renato zero nel film di fellini
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ho notato che nella lista del cast del film di federico fellini Satiricon manca il nome di renato fiacchini in arte renato zero. ho controllato con google la biografia di renato zero e ho notato che invece federico fellini la voluto espressamente nel fim.
spero che al piu presto possiate correggere questo sbaglio. distinti saluti
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giulia
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martedì 5 febbraio 2008
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hiram keller indiscusso protagonista
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È Hiram Keller, nei panni di Ascilto, l'indiscusso vero protagonista del Fellini Satyricon. Ascilto, che si vede preferito alla spalla Encolpio (Martin Potter) dall'efebo Gifone (Marx Born), personaggio fondamentale e perno del racconto.
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giulia
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martedì 5 febbraio 2008
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hiram keller indiscusso protagonista
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È Hiram Keller, nei panni di Ascilto, l'indiscusso vero protagonista del Fellini Satyricon. Ascilto, che si vede preferito alla spalla Encolpio (Martin Potter) dall'efebo Gifone (Marx Born), personaggio fondamentale e perno del racconto.
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cineofilo92
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domenica 1 ottobre 2006
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e questa è ancora roba da ridere...
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Quando si guarda un film di un grande regista d'arte bisogna aspettarsi di TUTTO. Con Kubrick abbiamo visto il pessismismo e l'autodistruzione come arte, Tarantino ha riscritto la Bibbia del pulp, Spielberg sa nuotare in ogni genere con molta disinvoltura, Almodòvar esplora gli spazi percettivi dell'omosessualità, Sergio Leone crea un western tutto suo... e chi più ne ha più ne metta. Prendendo come esempio fellini diciamo che ha rivoluzionato totalmente l'arte italiana e surreale mostrandosi all'altezza di tutto e tutti come pochi san fare.
Fellini Satyricon è poi il geniale film fuori di testa per ecellenza. Fuori di testa perchè la trama... meglio non rovinarvi la sorpresa, anche perchè spiegare la trama risulta presocchè complicato.
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Quando si guarda un film di un grande regista d'arte bisogna aspettarsi di TUTTO. Con Kubrick abbiamo visto il pessismismo e l'autodistruzione come arte, Tarantino ha riscritto la Bibbia del pulp, Spielberg sa nuotare in ogni genere con molta disinvoltura, Almodòvar esplora gli spazi percettivi dell'omosessualità, Sergio Leone crea un western tutto suo... e chi più ne ha più ne metta. Prendendo come esempio fellini diciamo che ha rivoluzionato totalmente l'arte italiana e surreale mostrandosi all'altezza di tutto e tutti come pochi san fare.
Fellini Satyricon è poi il geniale film fuori di testa per ecellenza. Fuori di testa perchè la trama... meglio non rovinarvi la sorpresa, anche perchè spiegare la trama risulta presocchè complicato. Ma alcune caratteristiche vi faranno capire che raza di surrealità e incomprensione c'è nel film:
- omosessualità esplicita
- una Roma mitologica mista a Grecia e con atmosfere di vendetta, con un ritmo sconnesso e imprevedibile
- cenni di arte moderna (a quei tempi!)
- censura che lo fa VM18
- personaggi indecifrabili.
Diciamolo: se il più bel film di Fellini è Amarcord, Satyricon è al secondo posto. Posto che tuttora non vuole perdere, e a distanza di quarant'anni sa ancora spaventarci e ammaliarci come pochi.
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[+] beh la trama...
(di roberto)
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[+] i più bei films di fellini
(di zen)
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whitestar86
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mercoledì 1 dicembre 2004
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un capolavoro dimenticato
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"Fellini - Satyricon" è una delle opere più riuscite del prolifico regista riminese. Ispirato al "Satyricon" di Petronio Arbitro, racconta le peripezie del giovane Encolpio che, alla ricerca dell'efebo Gitone ed ostacolato dal rivale Ascilto, vaga per la Roma imperiale. Incontra il poeta Eumolpo, l'attore Vernacchio, l'ex schiavo Trimalcione, il tiranno Lica (che sarà costretto a "sposare" in un grottesco matrimonio), l'Ermafrodito, un finto Minotauro e molti altri strani personaggi.
Al di là dello straordinario impatto visivo (la fotografia è allucinante), ciò che più colpisce del film è la sua sconsolata riflessione sulla morte: ogni scena trasuda angoscia e disperazione, e l'unico modo per superare, almeno in parte, lo sconforto per il destino inevitabile che ci attende è cercare l'immortalità attraverso l'arte.
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"Fellini - Satyricon" è una delle opere più riuscite del prolifico regista riminese. Ispirato al "Satyricon" di Petronio Arbitro, racconta le peripezie del giovane Encolpio che, alla ricerca dell'efebo Gitone ed ostacolato dal rivale Ascilto, vaga per la Roma imperiale. Incontra il poeta Eumolpo, l'attore Vernacchio, l'ex schiavo Trimalcione, il tiranno Lica (che sarà costretto a "sposare" in un grottesco matrimonio), l'Ermafrodito, un finto Minotauro e molti altri strani personaggi.
Al di là dello straordinario impatto visivo (la fotografia è allucinante), ciò che più colpisce del film è la sua sconsolata riflessione sulla morte: ogni scena trasuda angoscia e disperazione, e l'unico modo per superare, almeno in parte, lo sconforto per il destino inevitabile che ci attende è cercare l'immortalità attraverso l'arte. Ma chi può riuscirci davvero? Fellini non ci dà una risposta.
Sul versante più pratico, il film è facilmente reperibile in DVD, edito dalla CDE-Eagle sia in versione singola che in un cofanetto (contenente altri 3 capolavori felliniani: "Il Casanova", "La città delle donne" e "Ginger e Fred"). Raccomando quest'ultima scelta, grazie al bel "dietro le quinte" (intitolato "Ciao Federico") contenuto tra gli extra, che illustra le fasi preparatorie di alcune scene e ci mostra un Fellini meno pacioso di quanto si potrebbe pensare...
Racomando a tutti la visione di questo splendido (e, purtroppo, quasi dimenticato) capolavoro. Buona visione.
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