Nel 1967, sull'onda del successo dei primi James Bond movies, anche l'eroina dei fumetti in inglesi dell'epoca, l'avventuriera Modesty Blaise scese in campo e divenne un personaggio cinematografico. La storia, più o meno, ricalca il primo libro scritto da Peter O'Donnell, l'inventore nel 1962 del fumetto omonimo insieme a disegnatori come Badia Romero e Haldway, ed è un manifesto colorato e camp, interpretato da un'attrice, Monica Vitti che, all'epoca musa di Antonioni, cercava di sfondare all'estero. Anche se in campo c'erano Joseph Losey alla regia e i talenti di Dirk Bogarde, Rossella Falk e Terence Stamp nel ruolo dell'inseparabile amico-amante Willie Garvin, Modesty Blaise non è un personaggio adatto alla Vitti.
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Nel 1967, sull'onda del successo dei primi James Bond movies, anche l'eroina dei fumetti in inglesi dell'epoca, l'avventuriera Modesty Blaise scese in campo e divenne un personaggio cinematografico. La storia, più o meno, ricalca il primo libro scritto da Peter O'Donnell, l'inventore nel 1962 del fumetto omonimo insieme a disegnatori come Badia Romero e Haldway, ed è un manifesto colorato e camp, interpretato da un'attrice, Monica Vitti che, all'epoca musa di Antonioni, cercava di sfondare all'estero. Anche se in campo c'erano Joseph Losey alla regia e i talenti di Dirk Bogarde, Rossella Falk e Terence Stamp nel ruolo dell'inseparabile amico-amante Willie Garvin, Modesty Blaise non è un personaggio adatto alla Vitti. Il film ha dei buoni guizzi, ma sarebbe stato più godibile con un'attrice come Diana Rigg, star dello spy-cult british "THE AVENGERS", oppure con Brigitte Bardot o Raquel Welch, secondo me più belle e più adatte della nostra attrice. Brevi cameo di Scilla Gaber e il mago Silvan (si, quello di "Sim Sala Bim" -sigh!-). Colossale flop che non ebbe un seguito.
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