Fabio Ferzetti
Il Messaggero
Morte e resurrezione di un capolavoro. Febbraio 1963: Mikhail Kalatozov, “il” grande regista sovietico del disgelo (Quando volano le cicogne), arriva a Cuba con tutti gli onori per girare un film epico sulla Rivoluzione scritto da Evtushenko e dal poeta cubano Pineda Garnet. Un anno e mezzo dopo (e 200.000 metri di pellicola: più che per Apocalypse Now), Soy Cuba è finito, ma i cubani lo respingono. [...]
di Fabio Ferzetti, articolo completo (1359 caratteri spazi inclusi) su Il Messaggero 7 ottobre 2005