paolino77
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venerdì 19 agosto 2016
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quel mascalzone di 007
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Una totale e completa fuga nella fantasia. Un film di evasione, di completo disimpegno. Almeno così sembra, anche se dietro la facciata brillante, di uno smalto piuttosto denso e duro, c'era chi come Fellini faceva avvertire che era uno di quei film che faceva fare un passo avanti al cinema, ma rappresentasse, avesse captato il messaggio dell'uomo moderno, allarmante, parziale, distorto e impazzito, di un mondo di coleotteri, terribile ma anche terribilmente affascinante. Dopo i primi due Bond soavi questo, mantenendo stile ed eleganza e facendo centro in parecchi, forse in tutti, bersagli spettacolari rispecchia in un tonitruante superspettacolo la cultura, i costumi, la civiltà di cui è ormai diventato un planetario intrattenimento.
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Una totale e completa fuga nella fantasia. Un film di evasione, di completo disimpegno. Almeno così sembra, anche se dietro la facciata brillante, di uno smalto piuttosto denso e duro, c'era chi come Fellini faceva avvertire che era uno di quei film che faceva fare un passo avanti al cinema, ma rappresentasse, avesse captato il messaggio dell'uomo moderno, allarmante, parziale, distorto e impazzito, di un mondo di coleotteri, terribile ma anche terribilmente affascinante. Dopo i primi due Bond soavi questo, mantenendo stile ed eleganza e facendo centro in parecchi, forse in tutti, bersagli spettacolari rispecchia in un tonitruante superspettacolo la cultura, i costumi, la civiltà di cui è ormai diventato un planetario intrattenimento. Un film estremamente moderno per l'epoca ma chiaramente conservatore, se non talvolta reazionario, nel particolarissimo incrocio del personaggio di 007, che è insieme uno spirito libero e un fedele servitore della Regina. Un uomo lussurioso che deve essere impeccabile in ogni situazione, in un film cinico forse quant'altri mai, anche se il fumetto (che ben s'incastra nel suo lato infantile) interviene quanso si vanno a superare i limiti di guardia. Pensiamo all'uomo fulminato nel prologo, o allo stesso personaggio di Goldfinger, una forza della natura, ma che mette i brividi nella schiena, assieme a una schiera di donne malefiche, come la hostess orientale dell'aereo privato di Goldfinger, senza morale eppure così affascinanti. Un gioco, certo, ma qual è la filosofia di vita di Bond, che non si prende quasi mai sul serio pur facendo quasi sempre sul serio? E una specie di giocattoli sono per lui i gadget forniti da "Q", che non a caso, secondo una felice intuizione del regista Guy Hamilton, lo tratta come un bambino viziato. Certo il cinismo di questo film fa miracoli, dall'erotismo amorale a un materialismo che colpisce ancora oggi, anche se il moralismo di fondo di Fleming non risparmia una brutta fine a Goldfinger, che ha violato il primo comandamento facendo l'oro Dio, e su una nuvoletta d'oro è finito. Rassicuranti appaiono, oltre al capo dell'ufficio equipaggiamento, "M" e Miss Moneypenny, mentre la dice lunga su quello che oggi sarebbe un politicamente scorrettissimo, ma allora era accettato, la equazione omosessualità-malvagità per cui non a caso Bond riporta la complice di Goldfinger sulla retta via "risvegliando il suo istinto materno" in un modo cha, a girarlo oggi, sarebbe considerato uno stupro. Comunque, buone o cattive che siano, è stato fatto giustamente osservare che le donne nei primi 007 non sono (vedi la bellissima Shirley Eaton, che si gode Bond almeno quanto Bond si gode lei) delle mere donne-oggetto, ma sono playgirl nella misura in cui Bond è un playboy. Bellissime le scene al campo di golf, sulle Alpi svizzere, all'inizio a Miami; mitico anche Oddjob, mentre il nome Pussy Galore, almeno per allora, era imbarazzante ma coerente con il filo su cui doveva camminare il film che doveva, pieno com'era di sesso e violenza, avere il visto per tutti possibilmente in tutti gli Stati. John Barry scrive una delle migliori colonne sonore della storia del cinema e quanto al montaggio creativo di Peter Hunt, alla fotografia brillante di Ted Moore e alle scenografie geniali di Ken Adam è difficile immaginare apporti migliori.
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rmarci05
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domenica 26 agosto 2018
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il migliore film di 007, innovativo e geniale
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Se molti film della saga di 007 sono discreti, questo è davvero ottimo: a partire da uno Sean Connery perfettamente calato nel personaggio, il regista Guy Hamilton rinnova la saga ai suoi inizi, inserendo una serie di elementi (Q, la Aston Martin, il Martini) che saranno sempre presenti in quasi tutti i film della saga; stiamo parlando quindi di uno 007 innovativo, ma anche geniale, per i personaggi, soprattutto la bond-girl, intelligente e carismatica, e il perfido e inimitabile Goldfinger, perfetto esempio del cattivo più cattivo che ci sia. Non è il tipo di antagonista che fà due chiacchiere con Bond e poi lo fa massacrare dai suoi scagnozzi ma, appena tenta di ostacolare i suoi piani, cerca di eliminarlo con tutti i mezzi possibili.
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Se molti film della saga di 007 sono discreti, questo è davvero ottimo: a partire da uno Sean Connery perfettamente calato nel personaggio, il regista Guy Hamilton rinnova la saga ai suoi inizi, inserendo una serie di elementi (Q, la Aston Martin, il Martini) che saranno sempre presenti in quasi tutti i film della saga; stiamo parlando quindi di uno 007 innovativo, ma anche geniale, per i personaggi, soprattutto la bond-girl, intelligente e carismatica, e il perfido e inimitabile Goldfinger, perfetto esempio del cattivo più cattivo che ci sia. Non è il tipo di antagonista che fà due chiacchiere con Bond e poi lo fa massacrare dai suoi scagnozzi ma, appena tenta di ostacolare i suoi piani, cerca di eliminarlo con tutti i mezzi possibili. Incredibile anche la storia, la pianificazione del furto a Fort Knox e la scena finale. Leggendaria anche la colonna sonora. Un film di spionaggio/azione in cui tutto è al posto giusto, e che finora detiene il titolo di "migliore film sull'Agente 007 mai fatto". Soltanto Skyfall nel tempo è arrivato a questo livello.
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elgatoloco
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martedì 9 luglio 2019
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terzo bond, forse non il mgliore, ma comunque...
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"Goldfinger"(di Guy Hamilton, 1964), terzo Bond dopo"Dr.NO"e"From Russia with love", sempre con Sean Connery ma con alla regia l'ottimo(peraltro)Hamilton al posto di Terence Young, rimane una pietra miliare, in certo senso, del cinema"bondiano"with Connery , ma non il miglior film: dopo i primi due film citati e prima di"Thunderball", questo film rimane incuneato tra questi film senza risaltare particolarmente, non fosse che per l'azione progettata da Auric Goldfinger(il vilain di turno, stavolta senza"Spectre")contro Fort Knox, riserva aurea degli States e la famosa scena della polvere d'oro che uccide una "traditrice"del capo Goldfinger- Scena più erotica del cinema bondiano?, come ha scritto più d'uno?Sarà, ma non sembra così, almeno,,,,Semmai"stupefacente", sempre che non si riveda il film per l'ennesima volta, come chi scrive questa nota.
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"Goldfinger"(di Guy Hamilton, 1964), terzo Bond dopo"Dr.NO"e"From Russia with love", sempre con Sean Connery ma con alla regia l'ottimo(peraltro)Hamilton al posto di Terence Young, rimane una pietra miliare, in certo senso, del cinema"bondiano"with Connery , ma non il miglior film: dopo i primi due film citati e prima di"Thunderball", questo film rimane incuneato tra questi film senza risaltare particolarmente, non fosse che per l'azione progettata da Auric Goldfinger(il vilain di turno, stavolta senza"Spectre")contro Fort Knox, riserva aurea degli States e la famosa scena della polvere d'oro che uccide una "traditrice"del capo Goldfinger- Scena più erotica del cinema bondiano?, come ha scritto più d'uno?Sarà, ma non sembra così, almeno,,,,Semmai"stupefacente", sempre che non si riveda il film per l'ennesima volta, come chi scrive questa nota...., Tra l'altro, a proposito di leggende filmico-bondiane, l'attrice Shirley Eaton, secondo certe fonti, dopo essersi sottoposta al trattamento richiesto dalla parte, sarebbe morta per davvero, falso assoluto, essendo la signora un'arzilla iper-ottantenne... Bond è in crisi e viene"preso in castagna"alcune volte e Connery lo sottolinea, ma poi,,,,Gert Froebe, che fa Goldfinger, è troppo germanico.(di Zwickau)-pacioccono per essere convincente come"vilain"cattivissimo... Honor Blackman, statuaria, spoirtiva, è senz'altro "coinvolgente", ma forse meno di altre Bond.girls, l'intreccio, a tratti, risulta un po'confuso e carente, dove bisogna comunque ricordare che i film bondiani sono molto liberamente tratti dai romanzi e racconti di Ian Fleming, che scriveva in altri tempi e in condizioni storiche ben diverse(muore nel 1964, ma i suoi "grandi libri"risalgono al decennio precedente, dunque in una condizione di sviluppo tecnologico distante anche da quegli anni, intendedno i Sixites...): Con tutto questo, il film è pieno di sorprese e d'altro..., El Gato
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pesciolino
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lunedì 4 ottobre 2021
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e 007 conquistò il mondo
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Una totale e completa evasione, anche se rappresentata da una storia su temi seri, che possiede - come tutti i film di 007 - una sua originalità che mette a fuoco la complessità del personaggio e della filosofia e la psicologia di 007, che - a suo tempo - si sono sbattuti per definire sui libri. Con il contributo di maestri della fotografia (cristallina, brillante, smaltata), del montaggio, della scenografia (il grande Ken Adam), della musica, della sceneggiatura, è venuto fuori un film che resiste alla prova del tempo ed è amato e ammirato da generazioni, pur raccontando una ormai vecchia (anche se gloriosa) Inghilterra. Un cinismo bruciante viene stemperato, oltre che dalla consueta ironia, in scarti nella farsa e nel fumetto che diventeranno più evidenti in episodi successivi della serie: lo stesso nome della Bond girl “Pussy Galore” (“passera in calore”, oggi si può dire) ne è un esempio.
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Una totale e completa evasione, anche se rappresentata da una storia su temi seri, che possiede - come tutti i film di 007 - una sua originalità che mette a fuoco la complessità del personaggio e della filosofia e la psicologia di 007, che - a suo tempo - si sono sbattuti per definire sui libri. Con il contributo di maestri della fotografia (cristallina, brillante, smaltata), del montaggio, della scenografia (il grande Ken Adam), della musica, della sceneggiatura, è venuto fuori un film che resiste alla prova del tempo ed è amato e ammirato da generazioni, pur raccontando una ormai vecchia (anche se gloriosa) Inghilterra. Un cinismo bruciante viene stemperato, oltre che dalla consueta ironia, in scarti nella farsa e nel fumetto che diventeranno più evidenti in episodi successivi della serie: lo stesso nome della Bond girl “Pussy Galore” (“passera in calore”, oggi si può dire) ne è un esempio. Il tecnicamente dotato regista Guy Hamilton (amico di Hitchcock che ne loderà il lavoro in film come questi) lavora ai bordi per mantenere un film che non delude il più esigente degli spettatori di film d'azione dalla produzione per bambini (come si diceva approdo della serie specie nei film della seconda metà degli anni '70). Fellini rimarrà colpito dal film definendolo come una cattura del messaggio dell'uomo contemporaneo. E' interessante notare - nel 1964 - le figure femminili del film, tutt'altro che donne-oggetto. La serie di Bond - segno dei tempi - è stata la prima che che ha rotto le convenzioni e gli stereotipi con cui veniva rappresentata la donna al cinema. La donna sessualmente libera non deve essere più necessariamente una immorale o una stupida per essere accettata, anche se la protagonista è chiaramente, sotto tutti gli aspetti, una figura ambigua (tema tipicamente hitchcockiano). All'attivo del film anche la bellezza di numerose scene e sequenze come la Alpi svizzere, il campo di golf, Fort Knox (totalmente inventato).
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paolo1967
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mercoledì 3 maggio 2023
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uno squillante capolavoro
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Totale e completa evasione nella fantasia, con spunti soprendenti, cinico, con svolte nella farsa e nel fumetto che saranno - con tutta la loro dignità artistica - il tono di interi film di Bond successivi, è il film che segna la svolta dal soave Bond dei primi due episodi alla macchina di spettacolo dei decenni successivi. Il titolo non poteva essere più azzeccato perchè questo è il cattivo più potente di tutta le serie (Bond rimane prigioniero di esso per buona parte del film). Al pubblico vengono proposti gli ambienti e situazioni che esistono sempre nel mondo di Bond, ma non c'è mollezza: il film sembra essere percorso da una corrente elettrica, con le varie componenti (musica, fotografia, scenografia, montaggio ectc.
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Totale e completa evasione nella fantasia, con spunti soprendenti, cinico, con svolte nella farsa e nel fumetto che saranno - con tutta la loro dignità artistica - il tono di interi film di Bond successivi, è il film che segna la svolta dal soave Bond dei primi due episodi alla macchina di spettacolo dei decenni successivi. Il titolo non poteva essere più azzeccato perchè questo è il cattivo più potente di tutta le serie (Bond rimane prigioniero di esso per buona parte del film). Al pubblico vengono proposti gli ambienti e situazioni che esistono sempre nel mondo di Bond, ma non c'è mollezza: il film sembra essere percorso da una corrente elettrica, con le varie componenti (musica, fotografia, scenografia, montaggio ectc.) in magico equilibrio. I caratteristi tanto amati dal pubblico (M, Q, Moneypenny) recitano disinvolti nella parte, gli ambienti esterni ed interni restano nella memoria dello spettatore. Lo scenggiatore Richard Maibaum non solo riesce del difficile compito di adattare un libro a un film senza rovinarlo, ma addirittura milgliora alcune parti. Il lesbismo di Pussy Galore è appena avvertibile e il suo tornare sulla (allora) retta via (e in che modo) oggi non sarebbe girabile, tanto politicamente scorretto (ma questo ed altro che non è stato mai imitato fanno il fascino di un film tanto popolare e per molti versi anomalo, che ha divertito generazioni di spettatori). L'ambiguità della figura femminile (che fa pensare a Hitchcock cui l'intera serie deve molto) però resta: Pussy Galore passa dalla parte del bene quando capisce che la sconfitta del criminale è inevitabile. Le donne sembrano appartenere in un mondo a parte: questo è prima di Hitchcock, e del cinema stesso. E tutto questo è storia di costume degli anni '60, contenuto complesso fino alla contraddizione in una forma semplice per quanto brillante (proprio perchè brillante) nel rispetto dellla volontà dei produttori che volevano portare sullo schermo una serie in cui i vecchi elementi dei serial si incrociassero col nuovo, con l'ultimo folgorante modello.
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lamax61°
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venerdì 28 gennaio 2011
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lei ha giocato una palla non sua alla buca.....
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Bello è bello! Un film da ricordare tra i migliori della serie.Sicuamente il più grande a livello "successo commerciale". Le trovate cominciano, però, ad essere un tantino esagerate, Personalmente preferisco la 24ore accessoriata del precedente DallaRussia con amore.
Sean è sempre il migliore. Insuperabile ed insuperato. Solo lui si supera, nei due precedenti episodi.IMHO
L'incontro-scontro tra James e Goldfinger al campo di golf, con Howke e Oddjob - i rispettivi portamazze, è veramente tostO, così come il ramino di Goldfinger ed il laser che taglia il tavolaccio di metallo.
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Bello è bello! Un film da ricordare tra i migliori della serie.Sicuamente il più grande a livello "successo commerciale". Le trovate cominciano, però, ad essere un tantino esagerate, Personalmente preferisco la 24ore accessoriata del precedente DallaRussia con amore.
Sean è sempre il migliore. Insuperabile ed insuperato. Solo lui si supera, nei due precedenti episodi.IMHO
L'incontro-scontro tra James e Goldfinger al campo di golf, con Howke e Oddjob - i rispettivi portamazze, è veramente tostO, così come il ramino di Goldfinger ed il laser che taglia il tavolaccio di metallo.....manco a dirlo apposta....laminato d'oro.
Altri film, altra epoca.
LAMAX61°
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mondolariano
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venerdì 27 maggio 2011
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la più sfrenata inventiva
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“Goldfinger” sta dietro a “007 dalla Russia con amore” perché spinge troppo l’acceleratore sull’inverosimile. Ma in fin dei conti “007” è un fantasy: dunque perché non dare licenza di fantasia? La più sfrenata inventiva alimenta una serie di trovate mirabolanti, che costituiscono tutta l’ossatura del film: la donna pitturata, il cappello omicida, il raggio laser, l’automobile truccata, l’incidente che risucchia Goldfinger su una “nuvoletta d'oro”... Il resto è dato dalla personalità di Gert Froebe e da una sceneggiatura che non scade mai nel ridicolo (lo sfiora soltanto, specie quando i soldati si afflosciano come birilli). Ciò di cui oggi soffre questo “007” è l’impossibilità di conciliare l’anno della sua produzione (il 1964) con la pretesa di mostrare gli ultimi ritrovati della tecnica, soprattutto l’affermazione “l’uomo ha sparato razzi sulla Luna”.
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“Goldfinger” sta dietro a “007 dalla Russia con amore” perché spinge troppo l’acceleratore sull’inverosimile. Ma in fin dei conti “007” è un fantasy: dunque perché non dare licenza di fantasia? La più sfrenata inventiva alimenta una serie di trovate mirabolanti, che costituiscono tutta l’ossatura del film: la donna pitturata, il cappello omicida, il raggio laser, l’automobile truccata, l’incidente che risucchia Goldfinger su una “nuvoletta d'oro”... Il resto è dato dalla personalità di Gert Froebe e da una sceneggiatura che non scade mai nel ridicolo (lo sfiora soltanto, specie quando i soldati si afflosciano come birilli). Ciò di cui oggi soffre questo “007” è l’impossibilità di conciliare l’anno della sua produzione (il 1964) con la pretesa di mostrare gli ultimi ritrovati della tecnica, soprattutto l’affermazione “l’uomo ha sparato razzi sulla Luna”. Il tempo passa...
Straordinariamente bella Honor Blackman, già passeggera del “Titanic” in “Titanic latitudine 41 gradi nord”.
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paolo 67
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giovedì 10 novembre 2011
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il più eccitante bond della serie
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L'originalità di questo film è l'innesto della regia secca e umoristica di Guy Hamilton che non intacca la formula della serie ma ne conferisce un carattere più scanzonato che permette di accettare punte di cinismo sorprendente. Il film non lesina sui gadgets tecnologici e forse è addirittura meno erotico dei precedenti, meno serio nel tono, con un Bond rimproverato dal capo dell'ufficio equipaggiamento ("Q") disegnato dal regista con maggiore autorità. Lo sceneggiatore Richard Maibaum, abile come pochi nel difficile compito di ridurre un testo per un film, scrive un capolavoro che alcuni ritengono ancora migliore del testo fleminghiano, soprattutto per la messa a fuoco dei personaggi principali, come l'ambigua Pussy Galore (nome dalla traduzione letterale imbarazzante che inaugura l'ironia anche nel nome dei personaggi bondiani), la ragazza che finisce dipinta d'oro nella breve ma incisiva parte di Shirley Eaton, anche lei come tutte le donne del film non semplici oggetti ma soggetti che usano l'uomo per il loro piacere come lui fa con loro e naturalmente Goldfinger, interpretato dal bravo Gert Frobe, attore comico che costutuisce un cattivo forte, di cui Bond (contravvenendo a una delle regole dei normali film d'azione) rimane prigioniero per gran parte del film.
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L'originalità di questo film è l'innesto della regia secca e umoristica di Guy Hamilton che non intacca la formula della serie ma ne conferisce un carattere più scanzonato che permette di accettare punte di cinismo sorprendente. Il film non lesina sui gadgets tecnologici e forse è addirittura meno erotico dei precedenti, meno serio nel tono, con un Bond rimproverato dal capo dell'ufficio equipaggiamento ("Q") disegnato dal regista con maggiore autorità. Lo sceneggiatore Richard Maibaum, abile come pochi nel difficile compito di ridurre un testo per un film, scrive un capolavoro che alcuni ritengono ancora migliore del testo fleminghiano, soprattutto per la messa a fuoco dei personaggi principali, come l'ambigua Pussy Galore (nome dalla traduzione letterale imbarazzante che inaugura l'ironia anche nel nome dei personaggi bondiani), la ragazza che finisce dipinta d'oro nella breve ma incisiva parte di Shirley Eaton, anche lei come tutte le donne del film non semplici oggetti ma soggetti che usano l'uomo per il loro piacere come lui fa con loro e naturalmente Goldfinger, interpretato dal bravo Gert Frobe, attore comico che costutuisce un cattivo forte, di cui Bond (contravvenendo a una delle regole dei normali film d'azione) rimane prigioniero per gran parte del film. Una delle ragioni del successo di Bond è la natura complessa del personaggio principale, la sua filosofia, anche per alcuni aspetti non troppo politicamente corretta (come il modo con cui "risveglia l'istinto materno" in Pussy in una scena ingirabile oggi -come anche una nel successivo "Thunderball"-), insieme conservatrice e libera, ecologista e moderna, cavalleresca e spietata, infantilmente ludica e intelligentemente adulta (anche se c'è chi ha rilevato questi film stupidi, ma quello che conta in un film è crederci quando lo si vede, anche se è totalmente opera di fantasia). La colonna sonora firmata da John Barry è uno degli esempi massimi di capacità di adattamento della musica alle situazioni e alle sensazioni di ogni scena, mentre il montaggio di Peter Hunt, cui i registi cominciavano a delegare alcune riprese, sfida il riconoscere gli inserti girati apposta per i raccordi delle scene tanto sono abilmente inseriti. La fotografia di Ted Moore, particolarmente appagante per la sua chiarezza brillante e la corposità dei colori e soprattutto le scenografie geniali di Ken Adam concorrono in maniera considerevole ad uno smalto che, almeno in superficie, nessun altro film di 007 può eguagliare. I film di James Bond hanno dimostrato che l'insieme di tanti talenti (tra i quali naturalmente non si possono non citare i produttori Harry Saltzman e Albert R. Broccoli) può valere di più della somma dei singoli. Sul filo di un'emozione di una trama che permette di portare al calor bianco alcune delle situazioni tipiche del Bond-film (e della Bond-vita), sono da citare per bellezza almeno la partita di golf, l'inseguimento tra le Alpi svizzere e la scena finale a Fort Knox, oltre a naturalmente il più famoso tentativo di evirazione della storia del cinema, in una scena che è il culmine dell'ironia, della crudeltà, dell'astrazione tecnologica che costituiscono il fascino inquietante e terribile del film che Fellini identificava come recepimento del messaggio dell'umanità contemporanea ("senti il fruscio allarmante di un mondo di coleotteri"). Forse il film di Bond che più ha puntato sull'evasione totale, sviluppando una possibilità un po' riduttiva ma smagliante delle potenzialità della cinematografia dell'agente segreto. Il moralismo di Fleming (in questa storia il cattivo - e folle- Goldfinger non ha sfumature, è monolitico come un lingotto d'oro) è chiaro: la violazione del Primo Comandamento costa il prezzo più alto. Il successo del film segnò un'epoca, inaugurando la Bond-mania in un mito che sarebbe diventato ancora più grande su scala planetaria con il film successivo (il Natale del 1965 fu quello cui tutti ricordano portare qualcosa di Bond). Anche se il passaggio a una pure estremamente ben congegnata tonitruante macchina da spettacolo ha sacrificato la vena più autentica del libro. In fondo, un film che ha lo spirito, il tessuto e la sensualità della moda di "Playboy" e l'artificio di un cocktail con il luccichio dei fosfati che pare costituiscano il segreto del celeberrimo Martini. Cioè un piacevole divertimento spensierato, quello che è il film.
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