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Davvero interessante questo "tentativo cinematografico" di offrire un prodotto diverso e innovativo rispetto alle pellicole in voga in quegli anni. Un film dedicato a persone curiose di entrare nella vita di giovani ricchi e belli che comunque non sono felici. I personaggi principali sono Dino (Jean-Marc Bory), Carla (Françoise Prévost) e Giulio (Gabriele Ferzetti). Dino e Carla sono entrambi sposati ma in crisi con i rispettivi coniugi, Giulio e Luciana (Leticia Roman). Si incontrano e si amano, non sanno se un'eventuale relazione li renderebbe felici, bisognerebbe provare ma... Dino è un uomo instabile, sposato con una bella moglie che gli consente qualche avventura, è un costruttore affermato e i soldi non gli mancano ma non ride mai, è tormentato e risulta non proprio simpatico. Anche Carla non è contenta, ma riconosce di avere un marito (Giulio) affettuoso da dieci anni, che tuttavia la trascura un po'. Il personaggio di Giulio di fatto è il più credibile, molto distante da Dino con i suoi continui tormenti - "Sono annoiato perché voi mi annoiate!" - e tanto diverso anche da Carla. Giulio è soddisfatto della propria vita agiata, non si sente in colpa, offre alla moglie di seguirlo in America e lei gli dice che lo vuole lasciare. Non è contento ma rispetta la sua decisione e si capisce che le vuole davvero bene. Lui andrà lo stesso a New York per una nuova opportunità lavorativa, indossando le sue scarpe appena comprate proprio a New York in un negozio che definisce "formidabile". Uno dei dialoghi meno riusciti riguarda Carla quando dice - "Vedi Giulio, ho bisogno di un uomo meno simpatico di te, magari mediocre, anche pieno di difetti, senza il tuo fascino, ma più vero" - Giulio incassa amaramente ma accetta questa offesa da parte della moglie sapendo che lui, di donne, non fa proprio fatica a trovarne. Molto bella la scena del ristorante-caverna teatro del dialogo, Giulio e Carla riflettono su passato, presente e... futuro. Interessante il personaggio di Silvia (Barbara Steele), ragazza inquieta che per attirare l'attenzione inscena persino un tentativo di suicidio. Il film suggerisce un'eleganza formale degna di nota. Alcuni esterni sono curati, ricercati, come ad esempio l'uscita di Carla dal suo appartamento. Sotto ad aspettarla c'è Dino, impaziente di conoscere una sua decisione. Oppure la passeggiata di Carla e Giulio nei giardini, dove una loro amica scende da una bellissima Porsche 356. La musica è soffusa e l'atmosfera è leggera e anche romantica, un momento davvero suggestivo. D'altronde uno dei meriti di questo film è proprio la colonna sonora, con pezzi jazz e "lounge" particolari che gli amici amano ascoltare durante le serate, a volte noiose, in casa di Dino. La donna più risoluta, cinica e intelligente è la moglie di Dino, Luciana, che nel finale affronta Carla e il "suo" amato marito Dino con argomenti pungenti atti a spiazzare completamente i due amanti, incapaci di prendere una decisione. Dino è sopraffatto completamente dalla moglie, Carla si trova in un imbarazzo totale e la vincitrice assoluta è lei, Luciana. Giovane, bella, scaltra, riesce in un attimo a demolire il castello di sabbia dei due amanti e a far tornare tutto come prima, proprio come se nulla di nuovo fosse successo. Arrivano gli amici, Dino non parla, Carla è scomparsa, lei li invita a salire come succede di consueto e la vita continua, forse monotona. - di "Joss" -
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