samanta
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domenica 6 ottobre 2019
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che avventura vincere il nobel!
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Il film del 1963 ha la regia di Mark Robson un eclettico e robusto artigiano di classe del cinema americano che lavorò dal dopoguerra fino al 1974 (Il colosso d'argilla ultimo film di Bogart, Il colonnello von Ryan, I Peccatori di Peyton Place), ed ha un robusto cast di di attori.
La trama: a Stoccolma vengono assegnati i premi Nobel arriva per la cerimonia lo scrittore USA Andrew Craig, che da anni non scrive e dedito all'alcool, che gli viene affiancata una bella assistente Lisa (Elke Sommer attrice tedesca che girò i primi film in Italia poi andò in America e interpretò per un decennio numerosi film , poi dopo il '70 incominciò a declinare la sua attività), subito incontra un altro premiando il noto fisico prof.
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Il film del 1963 ha la regia di Mark Robson un eclettico e robusto artigiano di classe del cinema americano che lavorò dal dopoguerra fino al 1974 (Il colosso d'argilla ultimo film di Bogart, Il colonnello von Ryan, I Peccatori di Peyton Place), ed ha un robusto cast di di attori.
La trama: a Stoccolma vengono assegnati i premi Nobel arriva per la cerimonia lo scrittore USA Andrew Craig, che da anni non scrive e dedito all'alcool, che gli viene affiancata una bella assistente Lisa (Elke Sommer attrice tedesca che girò i primi film in Italia poi andò in America e interpretò per un decennio numerosi film , poi dopo il '70 incominciò a declinare la sua attività), subito incontra un altro premiando il noto fisico prof. Stratman cittadino USA di origine tedesca (Edward G. Robinson) accompagnato dalla nipote Emily (Diane Baker) , il giorno dopo Craig si accorge che Stratman appare diverso , oltre che nei modi anche nell'avversione agli USA di cui aveva invece elogiato la politica. Craig manifesta i suoi dubbi e viene coinvolto in un assassinio, fugge e scopre che il vero Stratman è stato fatto progioniero per essere portato in nave a Leningrado, mentre il falso Stratman riceverà il premio e annuncerà che ha scelto il campo comunista. Craig aiutato anche dai 2 vincitori del Nobel per la medicina, tra cui l'italiano Farelli (interpretato dal bravo Sergio Fantoni), per una volta tanto un italiano non è raffigurato come una macchietta, riesce a smascherare il complotto e a liberare il vero Stratman.
Il film è un agile thriller con una bellissima fotografia di Stoccolma, una trama avvincente e originale che lascia la suspence fino alle scene finali, i dialoghi sono brillanti e sciolti si vede la mano di un bravo sceneggiatore. La pellicola è supportata da un cast di attori notevole: bravissimo Paul Newman, ma anche gli altri comprimari a cominciare dalle 2 donne Elke Sommer e Diane Baker, i 2 francesi vincitori per la chimica Micheline Presle e Gérard Oury (riecheggiano la vittoria dei coniugi Curie), l'altro medico Kevin Carrell , il cerimoniere è interpretato da Leo G. Carrol attore spesso presente nei film di Hitchcok (Il caso Paradine, Intrigo Internazionale). D'altra parte è stato sottolineato che alcune scene come quella dei nudisti in cui Paul Newman per attirare al polizia fa un pò il matto, è ripresa dal Intrigo Internazionale in cui Cary Grant per il medesimo motivo fa il matto. Può essere perché lo sceneggiatore è lo stesso, d'altra parte con uno sceneggiatore diverso Hitch replicò imitando ne Il Sipario Strappato la scena della fuga dalla nave che in questo film avviene mediante un'auto che viene scaricata, e nel suo in una cesta di costumi teatrali.
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matteobettini15gennaio
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venerdì 7 luglio 2017
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un cocktail di ironia e suspense
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'The Prize', che è il titolo autentico del film 'Intrigo a Stoccolma' (e che in lingua inglese significa 'Il Premio'), è un film dei prima anni '60 che passa con notevole disinvoltura dal giallo, al rosa, al drammatico. Per questo motivo, oltre che per essere stato scritto da Ernest Lehman, uno dei più fidati collaboratori di Alfred Hitchcock, presenta diverse affinità con alcune pellicole dirette dal "maestro del brivido". In particolare, una delle scene più celebri di 'Intrigo a Stoccolma', vale a dire la conferenza di nudisti, ricalca in modo evidente l'altrettanto celebre scena dell'Asta, a Chicago, di 'Intrigo internazionale' di Hitch (e, molto probabilmente, il titolo italiano è tale proprio per le affinità con il capolavoro del grande Alfred, uscito nel 1959).
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'The Prize', che è il titolo autentico del film 'Intrigo a Stoccolma' (e che in lingua inglese significa 'Il Premio'), è un film dei prima anni '60 che passa con notevole disinvoltura dal giallo, al rosa, al drammatico. Per questo motivo, oltre che per essere stato scritto da Ernest Lehman, uno dei più fidati collaboratori di Alfred Hitchcock, presenta diverse affinità con alcune pellicole dirette dal "maestro del brivido". In particolare, una delle scene più celebri di 'Intrigo a Stoccolma', vale a dire la conferenza di nudisti, ricalca in modo evidente l'altrettanto celebre scena dell'Asta, a Chicago, di 'Intrigo internazionale' di Hitch (e, molto probabilmente, il titolo italiano è tale proprio per le affinità con il capolavoro del grande Alfred, uscito nel 1959). 'Intrigo a Stoccolma' uscì invece nel 1963 e fu diretto da Mark Robson. Paul Newman, il protagonista maschile (la debuttante Elke Sommer è la protagonista femminile: si aggiudicò un "Golden Globe" per la sua interpretazione), interpreta Andrew Craig, uno scrittore statunitense relativamente giovane per l'epoca (aveva 38 anni quando il film uscì) ma giovanissimo per essere risultato il vinciotre del Premio (di qui il titolo inglese) Nobel per la Letteratura. Solo che la sua vena creativa è arida da molto tempo: per annaffiarla come si deve, Newman/Craig beve molto alcol (martini il suo drink preferito). Quando giunge a Stoccolma per ritirare il Premio (accetttato, in un primo momento, solo per l'ingente assegno - 50mila dollari dellìepoca - che è abbinato al prestigioso riconoscimento), il Governo svedese gli affianca una dipendente del Ministero degli Esteri (la Sommer) affinché le funga da interprete. Con molti rischi, vista la fama da impenitente donnaiolo che accompagna lo scrittore americano. Quando, subito dopo, i due arrivano al Grand Hotel, fanno la conoscenza di un altro vincitore, il prof. Max Stratman, Nobel per la Fisica e amabile persona. Dopo una notte a "leggera gradazione alcolica", cone viene definita dalle parole dello stesso Craig, che nottetempo conosce Emily, la graziosa (così sembrerebbe..) nipote del prof. Stratman, in occasione della conferenza stampa del mattino successivo lo stesso Stratman appare agli occhi dello scrittore statunitense come una persona schiva, arrogante e litigiosa: tutta un'altra persona rispetto a quella che aveva conosciuto in precedenza. Di l' in avanti il film riserverà ripetuti colpi di scena, intervallati da battute ironiche e sempre di gran classe. Come di classe è 'Intrigo a Stoccolma'. Che regala al pubblico la doppia intepretazione di un altro calibro da 90 oltre a Newman: E.G. Robinson, attore quasi dimenticato ma dotato di un talento cristallino. Le musiche di J. Goldsmith, le bellissime scenografie allestite in alcuni dei luoghi più suggestivi di Stoccolma e alcuni dialoghi di pura fantasia intervengono a regalare allo spettatore un film spumeggiante. Da vedere, se non altro per rendersi conto di cosa sia diventato il mondo rispetto a 54 anni prima..
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mencio
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mercoledì 5 aprile 2017
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le maschere del cinema americano
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Credo invece che effettivamente nel film si rappresenti lo stereotipo dell'italiano mammone, ma non per malevolenza. Il cinema americano ama lo stereotipo, perché deve andare incontro alle necessità di un pubblico che deve poter riconoscere le sue diverse radici nazionali. Per questo tutti gli Irlandesi sono immancabilmente grandi beoni e sbruffoni, i francesi raffinati e più o meno snob. Una volta ho visto un film in cui il re Bernadotte, fondatore dell'attuale dinastia regnante svedese, veniva rappresentato come una scimmietta con la puzza al naso. Nella realtà Bernadotte era un gigante, dai modi decisi, soldataccio temprato nelle guerre napoleoniche, pur essendo un nobile di antica stirpe.
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vighi
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mercoledì 28 settembre 2016
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cult anni 70
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Cio' che dovrei dire e' gia'stato ampiamente esposto dai colleghi amatori del sito.. Non mi ripeto e consiglio di vedere questo thriller adrenalinico per cui sara' difficile distrarsi dalla visione. Negli anni 70 ci sono molti film-cult e questo e' uno di essi.
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elgatoloco
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venerdì 23 gennaio 2015
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non esaltante, ma di ottima fattura
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A parte gli attori eccelsi(Edward G.Robinson, Paul Newman, Micheline Presle, Elke Sommer, Sergio Fantoni etc.), è un film decisamente ben costruito, non solo sulla falsariga del romanzo di Irving Wallace, ma anche proprio filmicamente: che poi ci siano i trabocchetti, il"vilain"e altro è normale, in un film di spionaggio, di detection, d'azione come questo. Che poi Robson non sia Hitchcock è vero e palese, ma comunque si orienta molto bene nella"confezione"di un film come questo. Decisamente da rimpiangere, questi film"d'antan", rispetto a un oggi abbastanza squallido e comunque sguarnito anche in questo campo. Oggi prevalgono effettacci e"sorprese"di poco valore, un tempo la climax(come in questo film)si riusciva a costruirla con il"climax", ossia con la progressione della stessa e dunque della paura indotta nello spettatore, senza essere"gore".
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A parte gli attori eccelsi(Edward G.Robinson, Paul Newman, Micheline Presle, Elke Sommer, Sergio Fantoni etc.), è un film decisamente ben costruito, non solo sulla falsariga del romanzo di Irving Wallace, ma anche proprio filmicamente: che poi ci siano i trabocchetti, il"vilain"e altro è normale, in un film di spionaggio, di detection, d'azione come questo. Che poi Robson non sia Hitchcock è vero e palese, ma comunque si orienta molto bene nella"confezione"di un film come questo. Decisamente da rimpiangere, questi film"d'antan", rispetto a un oggi abbastanza squallido e comunque sguarnito anche in questo campo. Oggi prevalgono effettacci e"sorprese"di poco valore, un tempo la climax(come in questo film)si riusciva a costruirla con il"climax", ossia con la progressione della stessa e dunque della paura indotta nello spettatore, senza essere"gore". O tempora o mores, direbbe qualcuno, ma forse è solo una questione di moda, andata, però un po'"a male". El Gato
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matteo bettini corinaldo
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mercoledì 30 ottobre 2013
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credevo che gli iceberg non si sciogliessero..
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un film di classe.è il primo pensiero che mi viene alla mente pensando a "Intrigo a Stoccolma",che fa sì il verso al grande Hitch(lo sceneggiatore Ernest Lehmann è lo stesso di "Intrigo internazionale:la scena dei nudisti richiama a gran voce quella dell'asta,e sia Newman che Grant vengono tratti in salvo dalla polizia),ma l'atmosfera va di continuo dalla suspense ai momenti raffinati.il cast femminile è degno di quello maschile-che vanta,oltre al grande Paul,un E.G.Robinson e statura eccelsa,al solito-,l'ambientazione nella vecchia Stoccolma ben riuscita e,infine,un Darani cattivissimo degno di nota.ottimo film.
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gordongekko
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lunedì 4 luglio 2011
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grande lavoro pregno di hitchcock
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è una pietra miliare del genere giallo/spionistico dei '60, che peraltro fa da preludio all'hitchcockiano Il Sipario Strappato.....
memorabile l'interpretazione di newman, come già notato dai più, deliziosa la sommer nonchè la baker, ottimi tutti i comprimari, dal grandissimo Edward G. Robinson al mitico Leo G. Carroll....
da rivedere all'infinito, sempre gustoso e pieno di elegnate ironia....
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luca scialò
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mercoledì 30 giugno 2010
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un giallo dinamico, ironico, intricato
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Andrew Craig è uno scrittore americano un pò farfallone e trasandato, vincitore del Premio Nobel per la letteratura, sebbene più che alla notorietà, egli sia più interessato alla parte economica del premio: ben 50 mila dollari. Giunto a Stoccolma per ritirare il premio si trova nel bel mezzo di un intrigo internazionale, tipico del periodo della Guerra Fredda.
Un film a metà strada tra il miglior Hitchcock (a tratti somiglia molto a "Intrigo internazionale") e la fortunata serie "James Bond", all'epoca già ben nota e amata dagli appassionati del genere avventura-spionaggio. Paul Newman se la cava bene nelle scene d'azione, non disdegnando altresì il solito fascino "mangia donne".
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Andrew Craig è uno scrittore americano un pò farfallone e trasandato, vincitore del Premio Nobel per la letteratura, sebbene più che alla notorietà, egli sia più interessato alla parte economica del premio: ben 50 mila dollari. Giunto a Stoccolma per ritirare il premio si trova nel bel mezzo di un intrigo internazionale, tipico del periodo della Guerra Fredda.
Un film a metà strada tra il miglior Hitchcock (a tratti somiglia molto a "Intrigo internazionale") e la fortunata serie "James Bond", all'epoca già ben nota e amata dagli appassionati del genere avventura-spionaggio. Paul Newman se la cava bene nelle scene d'azione, non disdegnando altresì il solito fascino "mangia donne". Un giallo riuscito, che non annoia mai, nonostante duri due ore e sia ricco di dialoghi, il più delle volte però ironici, veloci, insomma mai noiosi.
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the boxer
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venerdì 22 maggio 2009
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film bello e ben fatto.
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Un memorabile Newman, in un ennesima performance d'antologia.
Vorrei ri-sollevare due questioni note a tutti noi appasionati di Grande Cinema:
1) Le madornali sviste dell' "Academy of Motion Picture Arts and Sciences".Ovviamente non è solo il caso di Newman o di attori siingoli, vedi ad esempio il film "C'era una volta in America" nemmeno considerato.
Ma avergli assegnato un unico 'Oscar', in un film che non la rappresenta per nulla, "Il colore dei soldi", e lasciato correre per i Capolavori di personaggi creati, mi chiedo davvero cosa guardassero, pur capendo i cosidetti 'anni di fuoco' dove non sai a chi conferire l' ambita statuetta.Newman siamo con te nel rifiuto a quell'oscar assegnatoti come protesta e offesa per le mancate volte che dovevano assegnartelo e non l'hanno fatto.
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Un memorabile Newman, in un ennesima performance d'antologia.
Vorrei ri-sollevare due questioni note a tutti noi appasionati di Grande Cinema:
1) Le madornali sviste dell' "Academy of Motion Picture Arts and Sciences".Ovviamente non è solo il caso di Newman o di attori siingoli, vedi ad esempio il film "C'era una volta in America" nemmeno considerato.
Ma avergli assegnato un unico 'Oscar', in un film che non la rappresenta per nulla, "Il colore dei soldi", e lasciato correre per i Capolavori di personaggi creati, mi chiedo davvero cosa guardassero, pur capendo i cosidetti 'anni di fuoco' dove non sai a chi conferire l' ambita statuetta.Newman siamo con te nel rifiuto a quell'oscar assegnatoti come protesta e offesa per le mancate volte che dovevano assegnartelo e non l'hanno fatto.
02)Ci sarà mai questo film in dvd in Italia?
e pensare che le stesse case di distribuzioni in, paesi europei, lo commercializzano senza problemi;
solo quelle residenti in italia no! Come mai?
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matt
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mercoledì 5 novembre 2008
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una pellicola equilibrata, ricca di fascino.
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Un film mitico reso particolarmente interessante dalla presenza di 2 abili e bellissime attrici (Elke Sommer e Micheline Presle) che vede Paul Newman giganteggiare in modo davvero disinvolto e naturale tra scenari ricchi di suspence, di ironia e di buon gusto.
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