Lo smemorato di Collegno

Film 1962 | Comico 87 min.

Regia di Sergio Corbucci. Un film con Totò, Nino Taranto, Yvonne Sanson, Erminio Macario, Aroldo Tieri, Gisella Sofio. Cast completo Genere Comico - Italia, 1962, durata 87 minuti. - MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Argomenti:  Amnesia

L'Italia degli anni Venti fu divisa in due dal caso dello smemorato di Collegno. Il film si ispira al caso, ma è ambientato in epoca moderna.

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Un Totò in forma smagliante.
Recensione di Jleana Cervai
Recensione di Jleana Cervai

Il comico e il tragico - diceva Roberto Benigni nel lontano 1998 in una conferenza tenuta al Liceo Manzoni di Milano - stanno entrambi alla stessa altezza: corrono su fili funambolici lontanissimi da terra. Lo smemorato di Collegno ce ne offre una riprova, perché in questo film è perfettamente riuscita l'operazione di rovesciamento di una vicenda tragica in un contesto che ci fa sorridere, grazie alla sceneggiatura e all'abilissima interpretazione del protagonista. Liberamente ispirato al reale caso giudiziario Canella-Bruneri, Lo smemorato di Collegno trasporta la vicenda dagli anni Venti al secondo dopoguerra e pur restando fedele nel titolo al dato biografico non comparirà mai nella pellicola il chiostro della certosa di Collegno sede del manicomio. Fulcro della storia e della comicità è a tutti gli effetti Totò, che all'epoca fu definito dal Corriere della Sera «Un Totò in forma smagliante». Quest'ultimo dà vita a scene davvero irresistibili (come quando si traveste da suora per scappare dal manicomio) e rende la storia una peripèteia (la peripezia tipica delle commedie classiche) senza bisogno di anagnòresis (il momento dello svelamento dell'identità nascosta e lo scioglimento del mistero). Forse soprattutto qui sta l'originalità del contenuto del film: alla fine allo spettatore non importa sapere quale sia la vera identità dello smemorato, perché di lui ha già avuto modo di conoscere buoni sentimenti e qualità etiche. Lo smemorato stesso non ritrova nome e cognome ma si riconosce in se stesso e nei suoi valori. Curioso poi il fatto che il protagonista si senta riconosciuto davvero solo dal cane lupo Fido (proverbiale l'affetto di Totò per i cani), l'unico amico sincero a differenza di tutte le altre persone che pretendevano di identificare lo smemorato per un proprio tornaconto. Il reduce senza memoria, orgoglioso dei suoi trascorsi da alpino, riesce così a non farsi abbindolare né dalla ricca signora Ballarini (della quale rifiuta un patto che pur facendolo vivere nel lusso svilirebbe la sua dignità) né dalla povera Polacich con figlio a carico, e per fortuna cade anche il sospetto nei suoi confronti in base al quale alcuni lo ritenevano un noto criminale. Proprio in tribunale Totò è decisamente padrone della situazione: benché sia lui il processato non si lascia mai intimidire da nessuno, tanto meno dai giudici. Riesce a ribaltare a suo favore ogni spinoso frangente grazie all'arte della parola con cui sono costruite molte delle battute più riuscite del film (memorabile in una scena precedente al processo, il grido «Smemorati di tutto il mondo, uniamoci!» contro gli "avvoltoi" della pubblicità...). L'umorismo risulta inoltre creato in più di una situazione dalla contaminazione continua di contesti differenti (durante il dialogo con lo smemorato, lo studio dello psichiatra - Nino Taranto - sembra trasformarsi di volta in volta nella bottega di un barbiere, in un quadretto di vita familiare, nel colloquio di dimissioni fra un capo e il suo dipendente e in molto altro ancora). Da citare la recitazione di Macario nei panni di un pazzo del manicomio: una comicità genuina fatta di una buffa placidità dal sapore ingenuo che colora a tinte vivaci il bianco onnipresente nel luogo di cura. Resta, traccia sfumata e tenue della tragicità della vicenda originale, l'atmosfera malinconica che avvolge Totò alla fine del film, quando vediamo la sua figura allontanarsi di spalle e con andatura goffa, in compagnia del cane, in uno scenario di solitudine e a tratti surreale.

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LO SMEMORATO DI COLLEGNO disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 6 febbraio 2016
fedeleto

Un reduce di guerra,perduta la memoria,si rinchiude in un gabinetto pubblico per 14 ore in attesa che arrivi la stampa sperando che pubblicando una foto sul giornale lo si possa riconoscere.In molti si presenteranno,ma forse l unico che lo riconoscerà sarà solo un cane.Sergio Corbucci (i due marescialli,il figlio di spartacus)dirige una pellicola estremamente interessante,a tratti si [...] Vai alla recensione »

Frasi
Zanini, mi tolga le mani di dosso. Lei mi è stato antipatico dal primo momento in cui l'ho vista: è stato un colpo di fulmine!
Una frase di Lo smemorato (Totò )
dal film Lo smemorato di Collegno
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Alberto Anile

In Lo smemorato di Collegno, girato nel giugno '62, disegna felicemente la macchietta del folle Nicola, amico dello smemorato Totò, con il quale, nella scena più divertente del film, mette sottosopra l'aula di un austero tribunale. Diretto da Corbucci, il film si basa (parodiandolo) sul famoso caso Bruneri-Canella riambientato negli anni '60. Intorno al principe ci sono tanti amici, con alcuni dei [...] Vai alla recensione »

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