urbano78
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domenica 10 luglio 2016
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l'inizio di un mito intramontabile
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Se anche di 007 ci fosse stato solo questo film, il primo della serie, esso sarebbe probabilmente considerato tra i migliori della storia del cinema. Una serie di fortunate circostanze ha portato il regista Terence Young a dirigere un film la cui freschezza è rimasta a oggi inalterata (segno di indubbie qualità tecniche e artistiche - come l'introduzione di un nuovo stile di montaggio, incalzante e creativo, da parte di Peter Hunt o la fotografia chiara e brillante, cristallina, semplice e accattivante di Ted Moore -) e che contiene in nuce tutti gli sviluppi dei film che lo seguiranno. Tra le fortune il geniale scenografo Ken Adam, che Kubrick volle per "Il dottor Stranamore" dopo aver visto la sua opera, nel quale con un budget limitato si è arrangiato magnificamente con trovate e invenzioni magiche.
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Se anche di 007 ci fosse stato solo questo film, il primo della serie, esso sarebbe probabilmente considerato tra i migliori della storia del cinema. Una serie di fortunate circostanze ha portato il regista Terence Young a dirigere un film la cui freschezza è rimasta a oggi inalterata (segno di indubbie qualità tecniche e artistiche - come l'introduzione di un nuovo stile di montaggio, incalzante e creativo, da parte di Peter Hunt o la fotografia chiara e brillante, cristallina, semplice e accattivante di Ted Moore -) e che contiene in nuce tutti gli sviluppi dei film che lo seguiranno. Tra le fortune il geniale scenografo Ken Adam, che Kubrick volle per "Il dottor Stranamore" dopo aver visto la sua opera, nel quale con un budget limitato si è arrangiato magnificamente con trovate e invenzioni magiche. Un'altra fortuna è stata naturalmente l'azzeccatissima scelta nel ruolo del protagonista di Sean Connery: il raffinamento di un uomo con qualcosa di bestiale è stata la carta vincente (tre sono stati i motivi del successo di questo Bond, ha spiegato il regista: Sean Connery, Sean Connery e Sean Connery). Maurice Binder inventa l'introduzione con la canna della pistola e i titoli di testa, semplici quanto geniali, così come è geniale l'arrangiamento del tema di Monty Norman da parte di John Barry. Il film si svolge nello splendido scenario naturale della Giamaica (secondo Cristoforo Colombo "la più bella isola che occhio umano abbia mai veduto"), che ottenne la completa indipendenza politica dopo essere stata per circa un secolo una colonia inglese poco prima dell'uscita del film. Le scenografie di Ken Adam esaltano l'universo fantastico del film, che inaugura una serie di pura evasione (almeno prima di Craig), con personaggi come Miss Taro (Zena Marshall) che non esistono nella realtà ma sono pure proiezioni dell'immaginario. Lo stesso James Bond è un personaggio della mente, per cui i suoi film potrebbero definirsi come cinema fantastico, così come "Shaft il detective" del 1971 - la cui colonna sonora è uno dei massimi capolavori della musica funk -, che venne modellato sul Bond (è interessante notare che per risolvere il caso Shaft si faccia aiutare da esponenti delle "Pantere nere", contrarie al tipo di integrazione del poliziotto nero schierato con la società bianca che continua a discriminare le minoranze). Una genialità di questo film come dei successivi della serie è stata abbinare una modernità estrema con ingredienti antichi (come lo scienziato pazzo che vuole dominare il mondo). Ursula Andress, una delle prime attrici del cinema "normale" a posare nuda ("Playboy" del giugno 1965) vinse il Golden Globe come migliore attrice esordiente (premio attribuito l'anno precedente a Sue Lyon per "Lolita" (in cui nella parte di una infermiera "complice" della ragazzina recita la futura Miss Moneypenny Lois Maxwell); anche lei tra le prime a mostrasi nuda - in trasparenza - a 17 anni).
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paolopace
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mercoledì 19 ottobre 2016
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fortunato esordio di una serie immortale
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Questo film, che resta uno dei migliori in assoluto della serie e che contiene più o meno sviluppato tutto quello che si vedrà negli episodi successivi nei vari decenni, ha avuto la fortuna di uscire al momento giusto riflettendo la storia del costume di quegli anni ma soprattutto di azzeccare l'interprete principale, "un giocatore di calcio" (Maibaum), un uomo con un aspetto piuttosto bestiale che il regista Terence Young si divertì a sgrossare e a raffinare: è questo contrasto che ha fatto il successo del personaggio e di gran parte dei suoi film. I set avveniristici di Ken Adam, il montaggio incalzante di Peter Hunt, la fotografia cristallina di Ted Moore, le musiche di Monty Norman riarrangiate da John Barry, la sceneggiatura di Richard Maibaum, che aveva il talento di trasporre la storia del libro al film senza distruggerlo, anzi magari migliorandolo, la volontà dei produttori di creare film spettacolari ma semplici, in grado di essere apprezzati dal maggior pubblico possibile sono gli ingredienti principali di una formula magica assieme agli sfondi esotici e alla bellezza delle donne.
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Questo film, che resta uno dei migliori in assoluto della serie e che contiene più o meno sviluppato tutto quello che si vedrà negli episodi successivi nei vari decenni, ha avuto la fortuna di uscire al momento giusto riflettendo la storia del costume di quegli anni ma soprattutto di azzeccare l'interprete principale, "un giocatore di calcio" (Maibaum), un uomo con un aspetto piuttosto bestiale che il regista Terence Young si divertì a sgrossare e a raffinare: è questo contrasto che ha fatto il successo del personaggio e di gran parte dei suoi film. I set avveniristici di Ken Adam, il montaggio incalzante di Peter Hunt, la fotografia cristallina di Ted Moore, le musiche di Monty Norman riarrangiate da John Barry, la sceneggiatura di Richard Maibaum, che aveva il talento di trasporre la storia del libro al film senza distruggerlo, anzi magari migliorandolo, la volontà dei produttori di creare film spettacolari ma semplici, in grado di essere apprezzati dal maggior pubblico possibile sono gli ingredienti principali di una formula magica assieme agli sfondi esotici e alla bellezza delle donne. James Bond è un personaggio della mente, non della realtà, e perciò i collaboratori poterono esagerare nel costruire una specie di filosofia di vita che poi andava a coincidere con le tecniche del cinema pubblicitario, a dare una messa in scena che rappresentava una totale evasione in tutti i suoi risvolti, così come i libri di Fleming erano pieni di roba di classe, che faceva piacere nel secondo dopoguerra, dopo anni di razionamento. Non fu facile trasportare James Bond in pellicola: la violenza sadica, soprattutto, spaventava i produttori (si pensi alla scena della tortura di "Casino Royale", che segue abbastanza fedelmente quella del libro) ma qui si indovinò un particolare umorismo per smussare gli angoli più acuti. Certo, cinismo e crudeltà ci sono, ma vengono rese accettabili da una particolare ironia, derivata indirettamente nei libri di Fleming che non sono umoristici, ma sono scritti con uno stile sardonico che li rende più facile da leggere; "destinati a un pubblico di focoso eterosessuali" (Fleming). Il film, che potè essere realizzato a basso costo, aveva una storia che si prestava alla definizione del personaggio, e andò e va bene proprio grazie allo stile che lo caratterizza, innanzitutto l'eleganza e la finezza di Terence Young, regista sottovalutato dotato di un grande talento per la composizione della immagine e la fusione degli elementi dei vari eccellenti quanto non geniali collaboratori. La sua apparente facilità di regia è propria dei grandi. Si dice che il genio affiora meglio in condizioni difficili, e il talento dei collaboratori è tanto più evidente quanto realizzato con mezzi di per sè semplici, di doversi arrangiare vista la ristrettezza del budget e l'impossibilità di portare a termine alcune sequenze per limiti di tempo e situazioni meteorologiche spesso problematiche. Il genio di Ken Adam colpì Kubrick che volle affidargli le scenografie de "Il dottor Stranamore". Molti i momenti e le battute memorabili. Occorre citare la controfigura di Connery: Bob Simmons, il primo stuntman che coreografava le scene d'azione. Se il film è riuscito così bene, lo si deve anche a lui.
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pacittipaolo
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sabato 30 novembre 2019
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inizia il fenomeno cinematografico degli anni '60
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Il primo film di 007 coniuga elementi dei vecchi serial con la estrema modernità, ed appare ancora oggi, come i Bond della prima metà degli anni '60, fresco e gradevole. Una felice combinazione di elementi, soprattutto indovinato Connery nella parte di Bond, l'innovativo montaggio di Peter Hunt, i geniali titoli di testa di Maurice Binder, l'arraggiamento musicale di John Barry di un tema di Monty Norman, le scenografie di Ken Adam (che Kubrick, dopo aver visto il film, volle per “Il dottor Stranamore”), il film è uscito nel momento adatto, e si può considerare, come i tre successivi, una specie di film pubblicitario (grazie anche alla fotografia limpida di Ted Moore) della civiltà e del costume di allora - e ancora di oggi, visto che appartengono all'epoca moderna -.
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Il primo film di 007 coniuga elementi dei vecchi serial con la estrema modernità, ed appare ancora oggi, come i Bond della prima metà degli anni '60, fresco e gradevole. Una felice combinazione di elementi, soprattutto indovinato Connery nella parte di Bond, l'innovativo montaggio di Peter Hunt, i geniali titoli di testa di Maurice Binder, l'arraggiamento musicale di John Barry di un tema di Monty Norman, le scenografie di Ken Adam (che Kubrick, dopo aver visto il film, volle per “Il dottor Stranamore”), il film è uscito nel momento adatto, e si può considerare, come i tre successivi, una specie di film pubblicitario (grazie anche alla fotografia limpida di Ted Moore) della civiltà e del costume di allora - e ancora di oggi, visto che appartengono all'epoca moderna -. Terence Young, uomo sofisticato e regista forse sottovalutato, conferisce all'opera una raffinatezza, uno stile, una eleganza che si evidenziano nelle scene dove l'erotismo - sempre per gli standard dell'epoca - non è mai volgare e può permettersi una dose di sesso (sempre con finezza e buon gusto) che i film dei decenni successivi, secondo quanto avrebbe potuto essere loro consentito, non avranno. Secondo le parole del regista, Bond è “un tipo orribile”, ma grazie all'apporto di Connery (Young: tre motivi del successo di Dr. No: Sean Connery, Sean Connery, Sean Connery) e al lavoro e alla trasmissione di Young di elementi della sua personalità (come quella di raffinato buongustaio) a Connery (un “giocatore di calcio” secondo le parole dello sceneggiatore Richerd Maibaum), 007 è diventato un personaggio nel quale il pubblico è stato disposto a identificarsi (nonostante il freddo cinismo di un uomo che uccide le persone e commenta la loro morte con battute a effetto; una dose di violenza non spiegata è un dato di fatto nei film di Bond). Girato con un budget ridotto, con i collaboratori costretti a risparmiare, con condizioni meterologiche avverse negli esterni della parte avventurosa con molte scene non riuscite a portare a termine, il film fu comunque fortunato per i molti elementi innovativi e di grande qualità artistica e artigianale che lo caratterizzano. Fu anche fortunata la scelta di questa storia per cominciare, perché ha permesso di delinerare bene il personaggio e imprimere lo stile per tutti i film successivi della serie. Insieme al successivo, che è molto simile, costituisce un coppia di film con una soavità che non vi sarà più nelle macchine da spettacolo successive.
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nicolòmatta
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venerdì 30 aprile 2010
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agente 007, licenza di uccidere
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"Il mio nome è Bond, James Bond". Con questa celeberrima frase, ormai entrata nell'antologia della storia del cinema, si presenta l'agente segreto con licenza di uccidere nato nel 1952 in Giamaica dalla penna di Ian Fleming (1908-64). Già protagonista di un episodio della serie Climax!, Casino Royale, con Barry Nelson, Linda Christian e Peter Lorre, passa al cinema con i produttori Albert R. Broccoli e Harry Saltzman con la trasposizione del sesto romanzo di Fleming, Dr. No (tradotto in italiano prima come La benda del drago e poi come Licenza di uccidere). Al servizio di Sua Maestà britannica, Bond è un donnaiolo, amante del lusso e del Martini rigorosamente "agitato non mescolato" che in servizio non esita a usufruire della licenza di uccidere di cui è munito.
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"Il mio nome è Bond, James Bond". Con questa celeberrima frase, ormai entrata nell'antologia della storia del cinema, si presenta l'agente segreto con licenza di uccidere nato nel 1952 in Giamaica dalla penna di Ian Fleming (1908-64). Già protagonista di un episodio della serie Climax!, Casino Royale, con Barry Nelson, Linda Christian e Peter Lorre, passa al cinema con i produttori Albert R. Broccoli e Harry Saltzman con la trasposizione del sesto romanzo di Fleming, Dr. No (tradotto in italiano prima come La benda del drago e poi come Licenza di uccidere). Al servizio di Sua Maestà britannica, Bond è un donnaiolo, amante del lusso e del Martini rigorosamente "agitato non mescolato" che in servizio non esita a usufruire della licenza di uccidere di cui è munito. Il suo capo "M" gli affida l'incarico di indagare in Giamaica sulla scomparsa del collega Strangways e della sua segretaria. Dietro il complotto c'è un malvagio scienziato cino-tedesco, il dottor No, che lavora per l'organizzazione criminale SPECTRE: dalla sua base segreta nell'isola di Crab Key, infatti, dirotta i missili statunitensi e sovietici. Con l'aiuto della bella Honey Rider, cercatrice di conchiglie in bikini, Bond avrà la meglio. Capostipite della lunga serie prodotta dalla EON di Broccoli & co., Licenza di uccidere definisce i canoni della formula bondiana - location esotiche, belle donne a iosa, villains megalomani in un cocktail perfetto - sorvegliata dall'angelo custode dell'ironia del quasi esordiente Sean Connery, rozzo scozzese vestito d'alta sartoria. Memorabile la scena in cui fa il suo ingresso la divina Ursula Andress in bikini.
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