paolp78
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mercoledì 6 gennaio 2021
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corman e allan poe
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Il maestro dell'horror cinematografico Roger Corman rese omaggio ad uno dei maggiori scrittori americani, nonché fondatore della letteratura del terrore, Edgar Allan Poe, realizzando vari film ispirati ai racconti del suo illustre connazionale: questa pellicola è la seconda della nutrita e fortunata serie.
In realtà questo film ha poco a che vedere con il racconto omonimo della prima metà dell'ottocento, il cui richiamo nel titolo viene giustificato solo nella parte finale della pellicola. Ciò chiarito bisogna però aggiungere che Corman è bravissimo nel trasfondere lo spirito e le atmosfere della letteratura di Allan Poe nella sua opera cinematografica, capace di proiettare lo spettatore negli scenari tetri e misteriosi che caratterizzano i celebri racconti dell'orrore dello scrittore americano.
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Il maestro dell'horror cinematografico Roger Corman rese omaggio ad uno dei maggiori scrittori americani, nonché fondatore della letteratura del terrore, Edgar Allan Poe, realizzando vari film ispirati ai racconti del suo illustre connazionale: questa pellicola è la seconda della nutrita e fortunata serie.
In realtà questo film ha poco a che vedere con il racconto omonimo della prima metà dell'ottocento, il cui richiamo nel titolo viene giustificato solo nella parte finale della pellicola. Ciò chiarito bisogna però aggiungere che Corman è bravissimo nel trasfondere lo spirito e le atmosfere della letteratura di Allan Poe nella sua opera cinematografica, capace di proiettare lo spettatore negli scenari tetri e misteriosi che caratterizzano i celebri racconti dell'orrore dello scrittore americano.
Questa pellicola, come le altre di Corman, non può contare su mezzi e risorse importanti, tuttavia si deve apprezzare la capacità del regista americano di realizzare comunque scenografie suggestive, adatte al genere. Gli effetti speciali sono casarecci, assolutamente imparagonabili con quelli della cinematografica moderna, dove in particolare nel genere horror si fa ricorso a tecniche di ultima generazione, molto suggestive, che consentono agli autori di ottenere l'effetto spaventoso molto più facilmente e con meno sforzo.
Nel cast troviamo l'immancabile Vincent Price che strinse un sodalizio fortunatissimo con Corman, divenendo un'autentica icona di questo genere cinematografico. Grazie al proprio portamento aristocratico ed alla voce impostata, Price era adattissimo ai ruoli del nobile d'altri tempi, spesso ricoperti nei film di Corman, ma deve dirsi che Price fu anche e soprattutto un grande attore, capace di interpretazioni di alto livello, come dimostra in questa pellicola in cui fa ampio sfoggio di mestiere e tecnica recitativa. Tra gli altri interpreti si segnala la presenza dell'attrice inglese Barbara Steele, dotata di una bellezza particolare, molto intrigante ed adatta al genere, tanto da consentirle di girare numerose pellicole dell'orrore, soprattutto in Italia dove diventerà molto famosa.
Ottimo l'utilizzo di flashback suggestivi, che impreziosiscono la storia rendendola ancora più cupa.
Davvero buona la sceneggiatura con una trama che regala continue sorprese.
Eccellente e di grande effetto il finale.
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onufrio
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sabato 27 aprile 2019
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una spirale di follia
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La tragica e misteriosa morte della bella Elizabeth ha sconvolto il marito, Nicholas Medina. La notizia viene appresa anche dal fratello della giovane donna defunta, il quale si precipita al castello, dopo un lungo viaggio. All'interno di quelle tetre mura strani macchinari di tortura si trovano nei sotterranei, macchinari usati decenni addietro dal padre di Nicholas per torturare i peccatori, una sorta di inquisitore, all'epoca presenti, dato che la storia è ambientata nel 1500 circa. Horror patinato gotico, diretto da Corman e basato su un celebre racconto di Poe.
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francismetal
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sabato 1 luglio 2017
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corman, dov'eri fin'ora?
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Ho appena scoperto questo storico regista, è il secondo film che vedo, e sono rimasto sorpreso. Ho visto anche i Racconti del Terrore e non sono stati nulla di ché, ma questa pellicola invece soprattutto nel finale non è affatto male.
Un horror senza splatter e senza paranormale, certamente non fa paura, ma mostra l'orrore dell'umanità, ad esempio l'adulterio, l'inganno e l'inquisizione, e come l'uomo risponda a queste cose, cioè la follia e l'omicidio.
Nel complesso non è proprio il massimo ma il climax che è stato creato dopo il quale il mistero è stato risolto mi è piaciuto, e soprattutto come reagisce il protagonista.
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Ho appena scoperto questo storico regista, è il secondo film che vedo, e sono rimasto sorpreso. Ho visto anche i Racconti del Terrore e non sono stati nulla di ché, ma questa pellicola invece soprattutto nel finale non è affatto male.
Un horror senza splatter e senza paranormale, certamente non fa paura, ma mostra l'orrore dell'umanità, ad esempio l'adulterio, l'inganno e l'inquisizione, e come l'uomo risponda a queste cose, cioè la follia e l'omicidio.
Nel complesso non è proprio il massimo ma il climax che è stato creato dopo il quale il mistero è stato risolto mi è piaciuto, e soprattutto come reagisce il protagonista.
Mi è piaciuto un dettaglio che per non fare spoiler preferisco non rivelare...
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contrammiraglio
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domenica 29 marzo 2015
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allegre magioni
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Questi films hanno ancora grande fascino, e Price è un attore superbo!
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metalsoldier
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lunedì 10 ottobre 2011
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fiòm di ambientazione
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Bello, anche se senza effetti speciali, senza ritocchi virtuali, insomma tutta recitazione e soprattutto un'ambientazione realistica gotica. Suspance ce n'è poca, a dire il vero, se non nel finale.
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mondolariano
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venerdì 27 maggio 2011
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troppo corta la scena del pendolo
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Edgar Allan Poe: sfortunato in vita e sfortunato al cinema. Tutte le riduzioni cinematografiche dei suoi capolavori, infatti, non hanno niente a che vedere con la grandezza dello scrittore americano. Si tratta più che altro di camei, pezzi di bravura qua e là efficaci e dotati di semplice spontaneità, ma niente più. Anche perché, per ovviare alla brevità delle narrazioni, sono state inventate parecchie cose a fini spettacolari che distolgono l’attenzione dall’essenziale. Soprattutto vengono quasi ignorati i particolari (“minuteness of detail”) con cui Poe muove i personaggi dei racconti. Non si tratta di trasposizioni serie e fedeli dei testi ma di libere reinvenzioni di cui i testi costituiscono semplici tracce.
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Edgar Allan Poe: sfortunato in vita e sfortunato al cinema. Tutte le riduzioni cinematografiche dei suoi capolavori, infatti, non hanno niente a che vedere con la grandezza dello scrittore americano. Si tratta più che altro di camei, pezzi di bravura qua e là efficaci e dotati di semplice spontaneità, ma niente più. Anche perché, per ovviare alla brevità delle narrazioni, sono state inventate parecchie cose a fini spettacolari che distolgono l’attenzione dall’essenziale. Soprattutto vengono quasi ignorati i particolari (“minuteness of detail”) con cui Poe muove i personaggi dei racconti. Non si tratta di trasposizioni serie e fedeli dei testi ma di libere reinvenzioni di cui i testi costituiscono semplici tracce. Però, se si tralascia il materiale originale e si considerano soltanto i film in se stessi, il risultato è comunque buono. Da segnalare l’immancabile Vincent Price, che con la sua presenza costituisce gran parte dell’interesse di questi gioiellini horror.
“Il pozzo e il pendolo” si avvale di una trama totalmente ricostruita in cui il tema del seppellimento prematuro è troppo simile al dramma degli Usher. Atmosfera e tensione non mancano ma la tortura del pendolo è relegata negli ultimi dieci minuti.
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il cinefilo
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domenica 12 dicembre 2010
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l'inquietante fascino del gotico
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Il principale punto di forza di questo bel film horror d'annata si trova innegabilmente nell'atmosfera gotica e angosciante che pervade magnificamente quasi ogni sequenza immettendo nello spettatore(almeno per quanto riguarda il sottoscritto)le stesse sensazioni di mistero e"claustrofobia psicologica"che si possono avvertire leggendo alcune opere orrorifiche di Edgar Allan Poe e,non a caso,il film è ispirato(pur modificandone radicalmente innumerevoli eventi)a uno dei suoi classici letterari.
Tra le varie buone idee partorite da regista(Roger Corman)e sceneggiatore(Richard Matheson)suona evidente la trovata di portare a recitare due divi del cinema horror degli anni sessanta(e non solo)quali Vincent Price e Barbara Steele.
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Il principale punto di forza di questo bel film horror d'annata si trova innegabilmente nell'atmosfera gotica e angosciante che pervade magnificamente quasi ogni sequenza immettendo nello spettatore(almeno per quanto riguarda il sottoscritto)le stesse sensazioni di mistero e"claustrofobia psicologica"che si possono avvertire leggendo alcune opere orrorifiche di Edgar Allan Poe e,non a caso,il film è ispirato(pur modificandone radicalmente innumerevoli eventi)a uno dei suoi classici letterari.
Tra le varie buone idee partorite da regista(Roger Corman)e sceneggiatore(Richard Matheson)suona evidente la trovata di portare a recitare due divi del cinema horror degli anni sessanta(e non solo)quali Vincent Price e Barbara Steele...e la sequenza finale del uomo torturato sul pozzo con l'utilizzo dell'enorme pendolo è semplicemente agghiacciante.
Nel 1961 il film è stato vietato ai minori di diciotto anni e posso solo ipotizzare che il motivo sia legato alla cosiddetta tematica dell'"adulterio"che emerge con una certa violenza(talmente eccessiva da essere magistralmente disturbante)in vari punti della storia.
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fabio t.
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mercoledì 18 giugno 2008
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corman 10 e lode
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Aiutato dall'originale sceneggiatura di Richard Matheson, imbattuto autore letterario del genere, Corman confeziona in modo egregio un film tra i più brillanti e riusciti tra quelli ispirati a Edgar Allan Poe. Tanti i pregi a partire dalla regia creativa e allucinata, con tante buone idee, riprese accattivanti, atmosfere gotiche e fotografia psichedelica (a cura di Floyd Crosby). Vincent Price gigioneggia con la solita bravura interpretativa, calandosi a perfezione nel controverso e neoromantico protagonista del film.
Una curiosità: la scena della vergine di ferro, uno dei tanti strumenti di tortura tristemente noti utilizzati dall'Inquisizione, sarà ripreso come ennesima citazione a Corman da Tim Burton in "Il mistero di Sleepy Hollow".
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