paolp78
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sabato 15 luglio 2017
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grandissimi ford e wayne
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La inossidabile coppia del cinema western regala l'ennesimo capolavoro.
Grande film di avventura e di sentimenti, con un bravissimo John Wayne che giganteggia nel consueto ruolo dell'eroe rude, ligio al dovere ed introverso, ma anche buono e gentile di animo.
Ottima sceneggiatura, farcita di personaggi intriganti e dalle forti personalità, posti in contrapposizione l'uno con l'altro, secondo uno schema classico nei film del grande John Ford.
Ritmo avvincente: il film non annoia mai. Più che le scene di guerra, è l'evolversi dei rapporti e delle situazioni tra i personaggi principali che tiene lo spettatore incollato allo schermo. In questa chiave funziona particolarmente bene il rapporto di odio-amore tra John Wayne e la protagonista femminile.
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La inossidabile coppia del cinema western regala l'ennesimo capolavoro.
Grande film di avventura e di sentimenti, con un bravissimo John Wayne che giganteggia nel consueto ruolo dell'eroe rude, ligio al dovere ed introverso, ma anche buono e gentile di animo.
Ottima sceneggiatura, farcita di personaggi intriganti e dalle forti personalità, posti in contrapposizione l'uno con l'altro, secondo uno schema classico nei film del grande John Ford.
Ritmo avvincente: il film non annoia mai. Più che le scene di guerra, è l'evolversi dei rapporti e delle situazioni tra i personaggi principali che tiene lo spettatore incollato allo schermo. In questa chiave funziona particolarmente bene il rapporto di odio-amore tra John Wayne e la protagonista femminile.
Il ruolo di William Holden, benchè centrale, finisce comunque in secondo piano rispetto a quello di Wayne, vero eroe della pellicola, come era ovvio che fosse.
Oltre a ciò, il film si giova della incompareabile maestria di Ford dietro la macchina da presa. Molte le scene rese memorabili dalle sue inquadrature: quella dell'assalto dei suddisti nella cittadina con la stazione ferroviaria, con i soldati confederati che vengono abbattuti da quelli dell'Unione, ma non rinunciano a portare avanti la loro bandiera; oppure come l'uscita di scena di John Wayne, che attraversa a cavallo il ponte che gli esplede alle spalle (sequenza splendida con una inquadratura eccezioanle).
La pellicola è carica di significati e di messaggi patriottici. Viene evidenziata la durezza e inumanità della guerra e l'insensatezza particolare di quella guerra.
La vita militare viene rappresentata comunque in modo accattivante, certo non ne sono nascoti gli aspetti spiacevoli, ma nel complesso ne è esaltato il carattere vigoroso ed eroico.
In definitiva un grande film western come ormai non se ne fanno più.
John Ford e John Wayne costituivano davvero una garanzia!
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figliounico
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venerdì 22 settembre 2023
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falso retorico immenso ford
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Ford è stato uno dei più grandi registi della storia del cinema, forse il più grande che abbia avuto l’America, ma senza dubbio è stato l’unico che abbia reso un servizio così grande al suo Paese; ha riscritto, da grande affabulatore omerico contemporaneo, la storia degli USA creando dal nulla un’epopea senza tempo di eroi gentiluomini, che in questo film si sprecano sia tra le fila dei nordisti che dei sudisti, e che nelle cronache del tempo sarebbe arduo cercare. Dove era la polvere, il sudore, il fango mischiato al sangue, uomini rozzi per lo più ignoranti e violenti, ridotti a bestie che si uccidevano ferocemente senza scrupolo l’un l’altro, come accade in ogni guerra e come è stato anche nella guerra di secessione, Ford ha spazzato via tutto e ha collocato i suoi algidi eroi, personaggi ideali calati dall’alto su di un palcoscenico irreale, Wayne e Holden a recitare rispettivamente la parte del militare coraggioso e tutto d’un pezzo che esegue gli ordini ad ogni costo con sprezzo del pericolo, lo stereotipo del patriota perfetto, ed il dottore pacifista che ha il solo scopo di salvare quante più vite gli è possibile e rappresenta quella falsa resipiscenza bigotta di chi pur esaltando la violenza, ritenuta un male necessario, se ne lamenta perché fa bene alla coscienza.
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Ford è stato uno dei più grandi registi della storia del cinema, forse il più grande che abbia avuto l’America, ma senza dubbio è stato l’unico che abbia reso un servizio così grande al suo Paese; ha riscritto, da grande affabulatore omerico contemporaneo, la storia degli USA creando dal nulla un’epopea senza tempo di eroi gentiluomini, che in questo film si sprecano sia tra le fila dei nordisti che dei sudisti, e che nelle cronache del tempo sarebbe arduo cercare. Dove era la polvere, il sudore, il fango mischiato al sangue, uomini rozzi per lo più ignoranti e violenti, ridotti a bestie che si uccidevano ferocemente senza scrupolo l’un l’altro, come accade in ogni guerra e come è stato anche nella guerra di secessione, Ford ha spazzato via tutto e ha collocato i suoi algidi eroi, personaggi ideali calati dall’alto su di un palcoscenico irreale, Wayne e Holden a recitare rispettivamente la parte del militare coraggioso e tutto d’un pezzo che esegue gli ordini ad ogni costo con sprezzo del pericolo, lo stereotipo del patriota perfetto, ed il dottore pacifista che ha il solo scopo di salvare quante più vite gli è possibile e rappresenta quella falsa resipiscenza bigotta di chi pur esaltando la violenza, ritenuta un male necessario, se ne lamenta perché fa bene alla coscienza. Il più grande mistificatore della storia americana ottocentesca, tradotta in celluloide per i posteri, una storia tutt’altro che eroica, se soltanto si pensa al genocidio dei nativi e allo schiavismo dei neri, in un racconto guerresco che narra essenzialmente di imprese militari inserisce, con un tocco da maestro, un idillio d’amore, appena accennato sullo sbocciare, nell’ultima sequenza, subito prima dei titoli di coda, che si sintetizza in un bacio non dato, che lascia immaginare, quando la guerra finalmente sarà finita, un futuro insieme della coppia, formata simbolicamente e retoricamente da un nordista e da una sudista, una sudista che, tuttavia, si badi bene, trattava molto bene la sua schiava di colore e per la cui morte, addirittura, ha pianto calde lacrime. Falso, retorico e, ancora una volta, immenso John Ford.
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samanta
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domenica 22 ottobre 2023
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la pietas che sovrasta i rancori
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Rivedendo questo film per l'ennesima volta dato in TV, un iniziale 4 stelle si tramuta in 5 perché il film è da considerarsi un capolavoro. Ford viene riduttivamente indicato come regista di western (in realtà vinse 4 Oscar per la regia ma nessuno di questi film era un western), realizzò in quel genere pellicole che sono capolavori assoluti: Ombre rosse, Sfida infernale, Sentieri selvaggi , Soldati a cavallo non è da considerarsi un western ma un film di guerra ambientato durante la guerra civile americana. La storia è ispirata ad un fatt: l'incursioneo vero che il colonnello volontario Benjamin Grierson (finita la guerra rimase nell'esercito regolare) fece per 800 km nel territorio sudista distruggendo stazioni ferroviarie tra cui quella di Newton nel Mississipi nell'aprile del 1863.
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Rivedendo questo film per l'ennesima volta dato in TV, un iniziale 4 stelle si tramuta in 5 perché il film è da considerarsi un capolavoro. Ford viene riduttivamente indicato come regista di western (in realtà vinse 4 Oscar per la regia ma nessuno di questi film era un western), realizzò in quel genere pellicole che sono capolavori assoluti: Ombre rosse, Sfida infernale, Sentieri selvaggi , Soldati a cavallo non è da considerarsi un western ma un film di guerra ambientato durante la guerra civile americana. La storia è ispirata ad un fatt: l'incursioneo vero che il colonnello volontario Benjamin Grierson (finita la guerra rimase nell'esercito regolare) fece per 800 km nel territorio sudista distruggendo stazioni ferroviarie tra cui quella di Newton nel Mississipi nell'aprile del 1863.
Il generale Grant (Joe Jons) per aiutare i soldati nordisti che assediano Vicksburg protetta dal generale sudista Pemberton, progetta un'incursione in territorio sudista (880 km) partendo dal Tennessee per distruggere la stazione ferroviaria di Newton da cui partono i rifornimenti per l'esercito confederato.Grant incarica della missione il colonnello Marlowe (John Wayne) da civile ingegnere ferroviario avrà ai suoi ordini 3 reggimenti di cavalleria, uno dei quali uno sarà poi rimandato indietro per ingannare i sudisti, l'altro reggimento è comandato da Phil Secord (Willis Bouchey caratterista: La battaglia di Fort River, Le ali delle aquile) politicante ambizioso comunque agli ordini di Marlowe, contro il suo volere (odia per motivi personali i medici) è aggregato alla spedizione il maggiore medico Kendall (William Holden). Passato il confine dopo un breve scontro i nordisti si acquartierano nella piantagione di proprietà della giovane Hanna (Constance Towers) rimasta sola con la domestica nera Lukey, fieramente sudista origliando riesce ad apprendere i piani sudisti, scoperta è costretta seguire la spedizione. Il film si incentra psicologicamente sui 3 protagonisti : Marlowe che battibecca con Kendal detestando i medici che avevano curato malamente la moglie morta e con Hannah che cerca di scappare e di cui dopo varie zuffe si innamora, quanto a Kendal cerca di svplgere con umanità il suo lavoro. Dopo vari scontri con i sudisti i diverbi con Marlowe cessano e dopo che i nordisti hanno distrutto la stazione di Newton e sono fuggiti, Kendall rimane nel Sud con i feriti ed Hannah che però spera dopo la guerra di rivedere Marlowe.
Il film non è solo di guerra perché riesce ad affrontare i sentimenti, le passioni, i rancori e l'odio che emergono prepotentemente nella storia pur senza trascurare l'azione, Marlowe non è uno stereotipo: il soldato vero e duro, ma è un uomo che mette tutto sé stesso nella missione ma comprende gli orrori della guerra, grida "io non volevo questo!" vedendo i soldati sudisti massacrati dopo avere assaltato inutilmente i nordisti a Newton, così l'aristocratica Hannah (Una brava Constance Towers) comprende la realtà della guerra quando vede Lukey uccisa da un cecchino. Alcune scene sono memorabili:
L'assalto di un collegio militare (ragazzi di 10-16 anni) alla cavalleria nordista per coprire il fuoco di una batterai sudista, e la disperazione di una madre che vede il figlio di 10 anni che suona il tamburino e urla "ho perso il marito, i miei 2 figli più grandi mi è rimasto solo lui!", con l'inappuntabile Direttore del Collegio (Basyl Ruysdael noto caratterista; Lultimo Hurrah, L'amante indiana) che congeda il cadetto;
la spettacolare battaglia finale sul ponte che permette la fuga alla cavalleria nordista;
Hannah che origliando nel tubo di una stufa apprende i piani sudisti;
l'amputazione della gamba ad un soldato nordista la cui morte dà origine all'ennesimo scontro tra Marlowe e Kendall al grido "Macellaio" Manovale". Suggestivi e spettacolari l'ambientazione e i paesaggi (il film fu girato per gli esterni in Louisiana) che fanno da sfondo al lungo tragitto dei cavalleggeri; è un film in cui sono presenti tutti i temi, la visione umana e la poesia di Ford.
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