anonimo
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lunedì 23 giugno 2008
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il capolavoro di truffaut
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"in quella corsa di Doinel verso il mare, che i capelli possono finalmente seguire il vento, e lo sguardo finalmente perdersi senza paura verso gli anni dell'età adulta."
su questa parte della recensione non sono proprio d'accordo ("finalmente" cosa?). Nel finale si avverte l'angosciante consapevolezza che i sogni da bambino ormai sono perduti, e che le paure sono mascherate dalla volontà di affrontare la realtà con gli occhi di un adulto. Ma quelle paure in fondo ci sono ancora, e si avvertono nell'aria, persino le onde del mare emanano una forza e una suggestione che Doinel non può domare, infatti si ritira indietro sulla spiaggia e volge il suo sguardo angosciato verso di noi. La sua è una rassegnazione e allo stesso tempo indignazione e incomprensione verso tutta l'umanità.
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dora
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mercoledì 28 maggio 2008
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"doinel è scappato!"
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E' un grande film. Il finale, come viene osservato da più parti, rimane nella memoria.Qualcuno lo interpreta in chiave completamente liberatoria: il ragazzo Doinel scappa, corre, è libero da tutti i condizionamenti, alla fine guarda verso il futuro. Altri vedono nello sguardo del ragazzo disperazione e perplessità, un punto di domanda, una sospensione. Si può guardare quel fermo-immagine per tanto tempo e chiedersi che significa ( per Doinel, per Truffaut, per ognuno di noi).E' una fine e un inizio, dipende da quanto Doinel saprà ricavare da quello che, fino a quel momento, ha vissuto, nel bene e nel male, soprattutto nel male, considerata la sua esperienza.
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jama
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venerdì 9 maggio 2008
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infanzia (adolescenza) versus età adulta
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Daccordo con la votazione del Farinotti, ma il commento si riferisce davvero al film votato? E' evidente che il film corre su di un registro semantico che è dolorosissimo e tragico per tutta la sua lunghezza ed epilogo! Dire che lo sguardo del protagonista si perde "senza paura verso gli anni dell'età adulta" è non solo discutibile, ma assurdo! La vicenda narrata - propriamente parlando - preclude la possibilità stessa di una età adulta(civile)che non sia piuttosto perversione umana (che è forse davvero l'unico plausibile filo tematico dell'intera opera del regista francese). Sarà quella del critico cinematografico Farinotti una formazione culturale che risente un po' troppo di paternalismo, per riconoscere nel film una tanto esplicita (pure se inequivocabilmente stupenda) critica lanciata
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Daccordo con la votazione del Farinotti, ma il commento si riferisce davvero al film votato? E' evidente che il film corre su di un registro semantico che è dolorosissimo e tragico per tutta la sua lunghezza ed epilogo! Dire che lo sguardo del protagonista si perde "senza paura verso gli anni dell'età adulta" è non solo discutibile, ma assurdo! La vicenda narrata - propriamente parlando - preclude la possibilità stessa di una età adulta(civile)che non sia piuttosto perversione umana (che è forse davvero l'unico plausibile filo tematico dell'intera opera del regista francese). Sarà quella del critico cinematografico Farinotti una formazione culturale che risente un po' troppo di paternalismo, per riconoscere nel film una tanto esplicita (pure se inequivocabilmente stupenda) critica lanciatagli proprio addosso?
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tristana
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domenica 23 marzo 2008
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"dell'infanzia ricordo soprattutto il dolore"
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"Dell'infanzia io ricordo soprattutto il dolore" diceva Yeats, e uno sconosciuto: "Chi rimpiange l'infanzia non l'ha vissuta". Infanzia e adolescenza è affrontare la vita senza difese, sapendo che solo sotto gli occhi di chi ci ama si può veramente vivere. Affacciarsi ad un mondo desolato,in una casa senza "spazio" alcuno, in una scuola ridicola, autoritaria che odia e distrugge ogni traccia di bellezza.La speranza è raggiungere il mare, la forza indomabile che abbatte ogni ostacolo la cui voce potente richiama a spazi infiniti alla dimensione più vera dell'essere.Film bellissimo e doloroso, l'unico capolavoro di Truffaut.
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°°kikka_95°°
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martedì 5 febbraio 2008
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recensione fil "i 400 colpi"
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il film "i 400 colpi" parla della storia di Antoine Doinel un ragazzo abbastanza ribelle. Antoine è affiancato dal suo migliore amico Renée.
Antoine abita in una casa molto piccola ed è ridotto a dormire dentro un sacco a pelo in uno stanzino adiacente alla cucina.
La madre e il padre lavorano tutti e due così lasciano il povero ragazzo a sestesso.
il rapporto che il ragazzo ha con i genitori muta durante il corso del film.
la madre inizialmente ha un comportamento molto freddo e distaccato poi, quando il figlio la vede baciarsi con un' altro uomo, diventa più dolce in modo di farlo tacere. in seguito, quando lo mandano in istituto, il carattere dolce della madre ritorna allo stato naturale fredda e distaccata nei confronti di Antoine.
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il film "i 400 colpi" parla della storia di Antoine Doinel un ragazzo abbastanza ribelle. Antoine è affiancato dal suo migliore amico Renée.
Antoine abita in una casa molto piccola ed è ridotto a dormire dentro un sacco a pelo in uno stanzino adiacente alla cucina.
La madre e il padre lavorano tutti e due così lasciano il povero ragazzo a sestesso.
il rapporto che il ragazzo ha con i genitori muta durante il corso del film.
la madre inizialmente ha un comportamento molto freddo e distaccato poi, quando il figlio la vede baciarsi con un' altro uomo, diventa più dolce in modo di farlo tacere. in seguito, quando lo mandano in istituto, il carattere dolce della madre ritorna allo stato naturale fredda e distaccata nei confronti di Antoine.
con il padre, invece, inizialmente ha un rapporto più dialogale e più aperto. poi quando inizia a fare il vero e proprio ridelle, che non torna a casa, non va a scuola,. ruba, si fa influenzare dall'amico Renée e fa il vagabondo, il padre diventa acido e distaccato.
il ragazzo ha paura dei suoi genitori per i continui sbalzi di umore.
ma vi siete mai chiesti quali erano gli stati d'animo del giovane?
forse nel film nn vengono esternati dal personaggio ma sono facilemnte dedottibili grazie alla musica. nella celebre scenda della corsa, che tutti ricordano, si deducono gli uomori di Antoine grazie alla musica prima veloce poi lenta, prima allegra poi triste.
la scena che mi ha colpito dipiù è stata l'ultima quando Antoine vede il mare: mi ha dato un senso di felicità ma allo stesso tempo un senso di malinconia ripensando al giovane ormai senza famiglia, nè casa nè amici.
anche se i film in bianco e nero nn mi piacciono perkè oramai noi giovani siamo più abbituati a vedere film a colori e pieni di effetti speciali, ho apprezzato molto nel complesso tutto il film.
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il caimano
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lunedì 28 gennaio 2008
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realistico, bello
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Si tratta di uno dei capisaldi del cinema francese, ed insieme una delle opere più rappresentative di Truffaut. Colpisce la ricchezza delle descrizioni: i contesti (siano essi di carattere sociale, economico o puramente ambientale) sono raccontati in modo assoltamente pregevole. La stessa visione realistica si trasferisce nei personaggi principali, tutti ricchi di sfumature e mai monotematici. La storia è lineare: un bambino (Antoine Doiniel, ovvero Leaud) vive a scuola come in famiglia una situazione di disagio, che lo porterà a subire le ire dei genitori, di un maestro particolarmente severo ed infine di un riformatorio para-militare per "minorenni delinquenti". Il suo unico amico è Renè, un coetaneo che lo capisce e tenta di aiutarlo.
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Si tratta di uno dei capisaldi del cinema francese, ed insieme una delle opere più rappresentative di Truffaut. Colpisce la ricchezza delle descrizioni: i contesti (siano essi di carattere sociale, economico o puramente ambientale) sono raccontati in modo assoltamente pregevole. La stessa visione realistica si trasferisce nei personaggi principali, tutti ricchi di sfumature e mai monotematici. La storia è lineare: un bambino (Antoine Doiniel, ovvero Leaud) vive a scuola come in famiglia una situazione di disagio, che lo porterà a subire le ire dei genitori, di un maestro particolarmente severo ed infine di un riformatorio para-militare per "minorenni delinquenti". Il suo unico amico è Renè, un coetaneo che lo capisce e tenta di aiutarlo. Tre considerazioni in finale. La prima è che la storia è proprio quella di Truffaut, quindi di fatto autobiografica. La seconda è che nel racconto del film la tesi predominante è che i condizionamenti ambientali siano alla base di comportamenti socialmente inaccettabili, e questa a ben vedere è una tesi interessante e per la verità molto coraggiosa, perchè getta una luce diversa su coloro che normalmente sono considerati "delinquenti". Terzo ed ultimo il fatto che il film racconta senza falsi pudori la problematica di genitori che non amano i propri figli, cosa che è effettivamente tuttora molto forte e niente affatto scontata. Gli attori, ad iniziare dal piccolo Jean Pierre Leaud sono formidabili (tra l'altro numerose scene saranno successivamente riprese e citate in altir film interpretati dallo stesso Leaud).
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marco
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domenica 13 gennaio 2008
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aio
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lunedì 29 ottobre 2007
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aio
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je ne pas le temps
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venerdì 3 agosto 2007
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il finale...
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Alla fine muore. Un tragico epilogo per questo straordinario capolavoro della Nouvelle Vague.
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(di paolino)
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milo
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lunedì 23 luglio 2007
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saudade de infância
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trovo difficile parlare di questo film in modo oggettivo. E'un film che mi commuove, ancora oggi all'ennesima visione. Ma forse commozione non è la parola giusta, forse "saudade" è più preciso.
La sensazione è di perduto, non necessariamente solo bello e spensierato. Tra i miei tre favoriti
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